Archive pour le 4 octobre, 2007

San Francesco davanti al sultano

San Francesco davanti al sultano dans immagini sacre

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 dal sito on line del giornale « Avvenire »:

 Alessio II a Parigi, la preghiera rafforza il dialogo 

 DA PARIGI DANIELE ZAPPALÀ
 È stato un incontro speciale e denso di significati quello che la Conferenza episcopale francese ha ospitato ieri mattina nella propria casa madre dell’avenue de Breteuil, a Parigi. Tra i partecipanti accolti dal cardinale Jean-Pierre Ricard, arcivescovo di Bordeaux e presidente dell’episcopato transalpino, era ospite d’onore il patriarca ortodosso di Mosca e di tutte le Russie, Alessio II.
  Il viaggio in Francia del patriarca della più grande Chiesa ortodossa è stato l’occasione per una serie d’incontri anche col mondo politico, a partire dal presidente francese Nicolas Sarkozy. Fin dal discorso tenuto a Strasburgo al suo arrivo in Francia però Alessio II aveva chiarito le ragioni eminentemente spirituali che l’hanno spinto ad accettare l’invito offerto dai vescovi francesi. Il patriarca si è in particolare augurato che «l’incontro con i vescovi e i fedeli della Chiesa cattolica porterà frutti e contribuirà all’avanzamento del dialogo fra ortodossi e cattolici in Europa e nel mondo». L’incontro di ieri si è aperto con un intervento di benvenuto del cardinale Ricard centrato sulla storia degli ultimi decenni dell’ecumenismo in Francia e in Europa, così come sui «vecchi legami» fra cattolici e ortodossi russi. «Oggi, nel rispetto, la benevolenza e la stima reciproca – ha detto il porporato –, possiamo condividere i frutti spirituali di rinnovamento nella fede e di dinamismo evangelico che lo Spirito santo non cessa di far crescere in ciascuna delle nostre Chiese».
  Alla fine del suo discorso, il cardinale ha espresso la speranza di un incontro fra papa Benedetto XVI e Alessio II. Un incontro che potrebbe diventare «il punto di partenza comune di un lungo cammino da percorrere assieme al servizio di Dio e al servizio di tutti gli uomini».
  Alessio II ha chiarito a più riprese negli ultimi giorni che «non esclude affatto» questa prospettiva: «Forse non fra un mese, ma fra un anno o due.
  Nondimeno, occorre prepararsi con cura, togliere tutte le difficoltà», ha detto alla stampa francese. Per il patriarca, una comune proclamazione dei valori evangelici trova oggi il suo fondamento «nella prossimità delle posizioni della Chiesa ortodossa russa e della Chiesa cattolica romana su numerose questioni attuali».
  Ieri mattina riuniti attorno alla stessa tavola, c’erano 26 alti esponenti cattolici, protestanti e ortodossi. A cominciare dal cardinale Roger Etchegaray, presidente emerito dei Pontifici Consigli della Giustizia e della Pace e «Cor Unum», da monsignor André Vingt-Trois, arcivescovo di Parigi, dal cardinale Philippe Barbarin, arcivescovo di Lione. Per il Patriarcato di Mosca era presente anche il metropolita di Smolensk e Kaliningrad, Kirill.
  È nel tardo pomeriggio, sempre a Parigi, che il patriarca di Mosca ha partecipato al rilevante evento ecumenico che ha ufficialmente motivato il suo viaggio in Francia.
  Monsignor Vingt-Trois ha infatti invitato Alessio II a una cerimonia nella Cattedrale di Notre Dame per una preghiera comune davanti alla Corona di spine del Cristo. Un incontro ecumenico, aperto ai fedeli, che ha avuto come momenti iniziali lo scambio dei doni e la lettura del Vangelo. La preziosissima reliquia della Passione giunse in Francia nel XIII secolo direttamente da Costantinopoli. Posta oggi sotto la protezione dei cavalieri del Santo Sepolcro, viene generalmente esposta ai fedeli ogni primo venerdì del mese e ogni venerdì di Quaresima.
  Salvo occasioni speciali come quella di ieri, che ha subito spinto diversi autorevoli osservatori a sottolineare il carattere «storico» di un viaggio senza precedenti.
 Ieri mattina l’incontro del patriarca ortodosso di Mosca con il cardinale Ricard e il presidente della Repubblica Sarkozy Poi nella cattedrale di Notre Dame con Vingt-Trois davanti alla Corona di spine

 

 

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La Chiesa non ha mire di potere, ma chiede solo di servire l’uomo ispirandosi all’esempio di Gesù:

dal sito: 

http://www.radiovaticana.org/it1/Articolo.asp?c=158879 

La Chiesa non ha mire di potere, ma chiede solo di servire l’uomo ispirandosi all’esempio di Gesù: così, Benedetto XVI al nuovo ambasciatore italiano presso la Santa Sede 

La Chiesa non chiede privilegi, ma solo di poter svolgere liberamente la sua missione per il bene di tutti gli italiani: è quanto sottolineato da Benedetto XVI nell’udienza di stamani al nuovo ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede, Antonio Zanardi Landi ricevuto in Vaticano in occasione della presentazione delle Lettere Credenziali. Il Papa ha messo l’accento sulla fruttuosa collaborazione tra la Santa Sede e lo Stato italiano per la promozione del bene dell’intera comunità nazionale. Quindi, ha esortato l’Italia a proseguire, in campo internazionale, nell’impegno per la pace e la difesa dei diritti umani. Il servizio di Alessandro Gisotti:
“Fedele ai principi che ne hanno ispirato il cammino nel passato”, l’Italia “sappia anche in questo tempo segnato da vasti e profondi mutamenti, continuare ad avanzare sulla via dell’autentico progresso”: è l’augurio e al tempo stesso la viva esortazione di Benedetto XVI al popolo italiano, nell’udienza all’ambasciatore Zanardi Landi. Il Papa ha invitato l’Italia a dare un contributo alla Comunità internazionale “promuovendo quei valori umani e cristiani, che costituiscono un irrinunciabile patrimonio ideale e che hanno dato vita alla sua cultura e alla sua storia civile e religiosa”. Quindi, si è soffermato sul ruolo della Chiesa nella società italiana:

« La Chiesa cattolica non cesserà di offrire alla società civile, come già in passato, il suo apporto specifico, promuovendo ed elevando quello che di vero, buono e bello si trova in essa, illuminando tutti i settori dell’attività umana con i mezzi che sono conformi al Vangelo e in armonia con il bene di tutti, secondo la diversità dei tempi e delle situazioni ».

Riecheggiando poi la Gaudium et Spes, il Pontefice ha ribadito che la comunità politica e la Chiesa sono « indipendenti e autonome”, ma tutte e due, seppur a titolo diverso, “sono a servizio della vocazione personale e sociale delle stesse persone umane”. Nell’Accordo del 1984 che ha modificato il Concordato Lateranense, è stata la riflessione del Papa, vengono riaffermate “sia l’indipendenza e la sovranità dello Stato, sia la reciproca collaborazione per la promozione dell’uomo e del bene dell’intera comunità nazionale”:
 
« Nel perseguire tale obbiettivo, la Chiesa non si propone mire di potere, né pretende privilegi o aspira a posizioni di vantaggio economico e sociale. Suo solo scopo è servire l’uomo, ispirandosi, come norma suprema di condotta, alle parole e all’esempio di Gesù Cristo che ‘passò beneficando e risanando tutti’ (At 10,38). Pertanto, la Chiesa cattolica chiede di essere considerata per la sua specifica natura e di poter svolgere liberamente la sua peculiare missione per il bene non solo dei propri fedeli, ma di tutti gli Italiani ».
 
La Chiesa, ha detto ancora il Papa riprendendo il suo discorso al Convegno ecclesiale di Verona, “non è e non intende essere un agente politico”. D’altra parte, la Chiesa “contribuisce a far sì che ciò che è giusto possa essere efficacemente riconosciuto e poi anche realizzato”. Ha così auspicato la collaborazione tra tutte le componenti della nazione italiana non solo per custodire gelosamente “l’eredità culturale e spirituale che la contraddistingue”, ma ancor più per ricercare “vie nuove per affrontare in modo adeguato le grandi sfide” dell’epoca post-moderna:
 
« Tra queste, mi limito a citare la difesa della vita dell’uomo in ogni sua fase, la tutela di tutti i diritti della persona e della famiglia, la costruzione di un mondo solidale, il rispetto del creato, il dialogo interculturale e interreligioso ».
 
Benedetto XVI si è poi soffermato sul ruolo dell’Italia nel mondo. Molto resta da fare per conseguire la promozione di un umanesimo integrale, ha detto il Papa. Per questo, ha aggiunto, il 60.mo anniversario della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo che cade il prossimo anno, potrà costituire un’utile occasione per l’Italia di “offrire il proprio apporto alla creazione, in campo internazionale, di un giusto ordine al cui centro ci sia sempre il rispetto per l’uomo, per la sua dignità e per i suoi inalienabili diritti”:

« L’Italia, in virtù della sua recente elezione quale membro del Consiglio per i Diritti Umani e ancor più per la sua peculiare tradizione di umanità e generosità, non può non sentirsi impegnata in un’opera infaticabile di costruzione della pace e di difesa della dignità della persona umana e di tutti i suoi inalienabili diritti, compreso quello della libertà religiosa ».
 
Nel giorno in cui l’Italia festeggia il suo Patrono, Francesco d’Assisi, Benedetto XVI non ha poi mancato di sottolineare il legame tutto particolare che unisce l’Italia al Successore di Pietro, il quale, ha rilevato, “ha la sua sede proprio nell’ambito di questo Paese, non senza un misterioso e provvidenziale disegno di Dio”. Dal canto suo, l’ambasciatore italiano ha messo l’accento sull’intima “compenetrazione” che nei secoli si è realizzata tra la Chiesa e la crescita del popolo italiano. Quindi, ha sottolineato le significative convergenze tra Stato italiano e Santa Sede nella politica internazionale a partire dall’impegno per la difesa della pace. “Non solo i cattolici – ha concluso il diplomatico – ma anche i seguaci di altri credi religiosi, i laici e gli agnostici” hanno ancora bisogno del magistero della Chiesa e del messaggio che viene dal Successore di Pietro.

Il nuovo ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede, Antonio Zanardi Landi, è nato ad Udine il 24 maggio 1950. È sposato ed ha tre figli. Laureato in Giurisprudenza, ha frequentato l’Ecole Nationale d’Administration di Parigi. Intrapresa la carriera diplomatica nel 1978, è stato, tra i numerosi incarichi rivestiti, console a Teheran, consigliere e ministro consigliere dell’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede (1992-1996), ambasciatore a Belgrado (2004-2006) e, fino al conferimento di questo incarico, vice-segretario generale del Ministero degli affari esteri (2006-2007). 

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San Francesco, il rivoluzionario di Dio

dal sito:

http://www.zenit.org/article-12090?l=italian

San Francesco, il rivoluzionario di Dio

 Intervista al Preside della Scuola Superiore di Studi Medievali e Francescani 

ROMA, mercoledì, 3 ottobre 2007 (ZENIT.org).- Era il tramonto del 3 ottobre del 1226 quando Francesco di Assisi spirò. Il 16 luglio 1228 Papa Gregorio IX proclamò Santo il Poverello d’Assisi, alla presenza della madre, madonna Pica, del fratello Angelo e altri parenti, del Vescovo Guido di Assisi, di numerosi Cardinali e Vescovi e di una folla di popolo mai vista, fissandone la festa al 4 ottobre.

Le cronache raccontano di un uomo che visse in maniera radicale il Vangelo, innamorato di Cristo, e che incentrò nella contemplazione del Presepe e del Calvario la sua esperienza spirituale. Compì azioni straordinarie a servizio della Chiesa, morì portando nel corpo le stimmate, segni della passione di Gesù.

La sua fama e la sua testimonianza cristiana si è mantenuta così viva nella storia che Pio XII lo proclamò Patrono d’Italia, il 18 giugno 1939, indicandolo come il “più italiano dei santi e più santo degli italiani”.

Negli ultimi decenni, però, la figura di San Francesco è stata utilizzata da una cultura a metà fra quella hippy e quella new age, al fine di giustificare un ideologia pacifista ed ecologista i cui contenuti si sono mostrati molto ambigui, in alcuni casi in contrasto con la figura del Creatore e contrari alla difesa della vita.

Per cercare di conoscere più a fondo la spiritualità e la storia di questo Santo, ZENIT ha intervistato padre Pietro Messa, Preside della Scuola Superiore di Studi Medievali e Francescani della Pontificia Università Antonianum di Roma, che quest’anno ha dato inizio ad un master di secondo livello in « Medioevo francescano » (cfr. www.antonianum.eu).

Una certa cultura ecologista contraria alle nascite e con caratteristiche neomalthusiane sostiene che San Francesco era un ambientalista che condivideva l’amore per tutto ciò che era naturale e si opponeva alle attività umane. Qual è la realtà sulla sensibilità di San Francesco nei confronti del mondo naturale?

Messa: Innanzitutto ogni volta che ci si accosta ad una persona, anche del passato sono importanti, contrariamente a quello che solitamente si afferma, le cosiddette « barriere dell’io » per evitare una fusione con – ossia una con-fusione – con l’altro. Questo vale anche nell’approcciare a Francesco d’Assisi, a proposito del quale spesso, in nome di una ricerca di attualità, gli si attribuiscono problemi attuali, come l’ecologia, il dialogo interreligioso, la globalizzazione, estranei al suo contesto storico e religioso.

Preso atto di questo e che per conoscere la sua esperienza bisogna attenersi alle fonti, soprattutto gli scritti, dobbiamo riconoscere che la sua opera a cui ci si appella ogni volta che si parli del suo rapporto con la natura è il « Cantico di frate sole » conosciuto anche come « Cantico delle creature ». Si tratta di una preghiera al Signore in cui in contemporanea si loda l’Onnipotente per le sue creature e si invita quest’ultime a lodare il loro Creatore.

Quale ruolo svolge l’umanità nel contesto del “Cantico delle creature”? Ci sembra di capire che insieme alle lodi al Signore, i benefici del sole che scalda, dell’acqua che disseta, sono tutti riferiti al bene dell’uomo…

Messa: Il centro di tutto è l’Altissimo a cui va riferita ogni lode, gloria e onore; tuttavia non è un Dio solitario che con la sua onnipotenza « brucia » ed elimina tutto ciò che lo circonda, ma anzi dà vita e vuole che ci sia altro oltre a sé. Le creature sono menzionate per se stesse, ma pure per le loro caratteristiche delle quali anche l’uomo beneficia, come della luce del fuoco che illumina la notte, l’acqua che è utile e preziosa, la terra che nutre e sostenta tutti noi. In questo testo l’uomo è colui che, in quanto destinatario dei doni del Signore, proclama tale lode contemplando, ossia guardando con stupore, il Creatore e la sua creazione.

L’amore di San Francesco nei confronti del Creatore sembra superare anche le diffidenze umane nei confronti dei danni provocati dagli eventi naturali. Qual è il suo giudizio in proposito?

Messa: Il Cantico delle creature fu composto da frate Francesco d’Assisi in un momento di grande disagio presso la chiesa di San Damiano in Assisi, quindi si tratta di un Cantico pasquale in cui nella notte della sofferenza è riconosciuta la presenza luminosa del Signore che fa nuove tutte le cose e illumina anche le tenebre del peccato dell’uomo.

Se vogliamo attingere da tale evento della vita del Santo per il momento attuale possiamo dire che anche i danni causati dalle strutture di peccato che distruggono l’ambiente vengono redenti e che l’uomo salvato dall’incontro con il Risorto diventa capace di relazioni nuove anche con il creato.

Qual è il messaggio cristiano che San Francesco comunica sui temi dell’ambiente, e in che modo è possibile diffonderlo?

Messa: Quella di Francesco d’Assisi è un’esperienza cristiana e quindi lui legge ogni avvenimento alla luce soprattutto del Vangelo. Pertanto non usa mai termini come natura, ambiente, o altri a noi comuni, ma il termine « creature ». Gia questo ci parla di un approccio in cui si riconosce l’esistenza di un Creatore che è buono, onnipotente a cui tutti gli uomini e le creature devono guardare. Ciò significa che le creature sono un dono del Signore e che come tali vanno accolte nella gratitudine, ossia nel rendimento di grazie per poi restituirle a lui mediante l’amore per i fratelli. In questo modo si passa dalla gratitudine alla gratuità vivendo un amore ordinato che ha le caratteristiche dell’Eucaristia: « Prese il pane, rese grazie e lo spezzò ». Il peccato è appropriarsi di tali doni comportandosi da padri-padroni nei confronti delle creature con le conseguenze di morte che spesso constatiamo.

I Pontefici Giovanni Paolo II e Benedetto XVI hanno parlato in più occasioni di San Francesco e delle sue intuizioni sui temi amabientali. A tal proposito, può indicarci qualche riflessione sul rapporto dell’umanità con il creato?

Messa: Giovanni Paolo II ha dichiarato San Francesco patrono dell’ecologia ed ha indicato Assisi come città della pace, mentre Benedetto XVI ha richiamato che ciò non significa che fosse semplicemente un ambientalista o un pacifista. In questo non ha voluto smentire l’operato del Predecessore, come mostrano i discorsi fatti ad Assisi durante la sua visita del giugno scorso, ma ne ha indicato l’origine che è la conversione al Vangelo [cfr. P. Messa, “Benedetto XVI ad Assisi. Per una ermeneutica di riforma nella continuità, anche con Giovanni Paolo II”, in Forma Sororum, 44 (2007), p. 229-235]. La ricezione di tali insegnamenti nell’ambito cattolico certamente non è terminato: infatti si avverte come una duplice posizione che vede alcuni che trattano di tali temi prescindendo da un approccio cristiano, mentre altri li evitano vedendoli strumentalizzati da ambienti a volte ostili alla fede. 

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buona notte

buona notte dans immagini buon...notte, giorno tigerlilies

TIGER LILIES

http://www.freenaturepictures.com/pictures/tigerlilies.html

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San Francesco d’Assisi – Saluto alla Beata Vergine Maria

dal sito:

http://www.maranatha.it/Franchiara/Franc03Text.htm#Lodi 

 SAN FRANCESCO D’ASSISI

Saluto alla Beata Vergine Maria 

 

 

Ave, Signora, santa regina, santa Madre di Dio,
Maria,
che sei vergine fatta Chiesa
ed eletta dal santissimo Padre celeste,
che ti ha consacrata

insieme col santissimo suo Figlio diletto
e con lo Spirito Santo Paraclito;
tu in cui fu ed è ogni pienezza di grazia e ogni bene.
 


Ave, suo palazzo.
ave, suo tabernacolo,
ave, sua casa.
Ave, suo vestimento,
ave, sua ancella,
ave, sua Madre.
 


E saluto voi tutte, sante virtù,
che per grazia e illuminazione dello Spirito Santo
venite infuse nei cuori dei fedeli,
 

perché da infedeli 

fedeli a Dio li rendiate. 

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