Archive pour le 11 octobre, 2007

Papa Giovanni XXIII

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http://web.tiscali.it/papagiovanni23/

Publié dans:Beati |on 11 octobre, 2007 |Pas de commentaires »

MEMORIA LITURGICA DEL BEATO GIOVANNI XXIII

posto la memoria liturgica di Papa Giovanni XXIII celebrata l’anno scorso, la metto oggi perché il Papa viene ricordato l’11 ottobre, giorno di apertura del Concilio.Vaticano II, dal sito:

http://www.vatican.va/roman_curia/secretariat_state/card-bertone/2006/documents/rc_seg-st_20061011_john-xxiii_it.html 

CONCELEBRAZIONI EUCARISTICA
NELLA MEMORIA LITURGICA DEL BEATO GIOVANNI XXIII 

OMELIA DEL CARDINALE TARCISIO BERTONE 

Altare di san Girolamo, Basilica Vaticana
Mercoledì, 11 ottobre 2006
  

Il messaggio di Papa Giovanni XXIII è anche oggi di un’attualità straordinaria. La sua vita, i suoi discorsi e i suoi gesti ci portano al cuore della fede e al cuore dell’impegno cristiano. 

Come sappiamo, una delle decisioni più importanti di Papa Giovanni fu quella di convocare il Concilio Ecumenico Vaticano II, che fu inaugurato l’11 ottobre 1962 qui in questa Basilica di San Pietro. Io ero presente (anzi per una circostanza fortuita fui io a organizzare la distribuzione ai Padri Conciliari dei primi documenti del Concilio « sub peculiari secreto »!) e ricordo tutto il dipanarsi della giornata fino alla straordinaria conclusione in Piazza San Pietro, sotto i raggi della luna. 

Potremmo rievocare tanti episodi e insegnamenti di Papa Giovanni, ma io intendo riprendere oggi alcuni pensieri che possono giovare alla nostra vita personale ed al nostro rinnovamento spirituale. 

La Chiesa per lui ha un volto materno: il suo compito è quello di avere « braccia aperte per ricevere tutti ». È una « casa per gli altri » che « vuol essere di tutti, e particolarmente la Chiesa dei poveri, come la fontana del villaggio », senza distinzione di razza o religione. 

La sua santità e la sua saggezza umana è espressa tanto bene in quello che è chiamato « il decalogo della quotidianità di Papa Giovanni XXIII »:  

1) Solo per oggi, cercherò di vivere alla giornata (in senso positivo), senza voler risolvere il problema della mia vita tutto in una volta. 

2) Solo per oggi, avrò la massima cura del mio aspetto: vestirò con sobrietà; non alzerò la voce; sarò cortese nei modi; non criticherò nessuno; non pretenderò di migliorare o disciplinare nessuno tranne me stesso. 

3) Solo per oggi, sarò felice nella certezza che sono stato creato per essere felice non solo nell’altro mondo, ma anche in questo. 

4) Solo per oggi, mi adatterò alle circostanze, senza pretendere che le circostanze si adattino tutte ai miei desideri. 

5) Solo per oggi, dedicherò dieci minuti del mio tempo a qualche lettura buona, ricordando che come il cibo è necessario alla vita del corpo, così la buona lettura è necessaria alla vita dell’anima. 

6) Solo per oggi, compirò una buona azione e non lo dirò a nessuno. 

7) Solo per oggi, farò almeno una cosa che non avrei gusto di fare, e se mi sentirò offeso nei miei sentimenti, farò in modo che nessuno se ne accorga. 

8) Solo per oggi, mi farò un programma: forse non lo seguirò a puntino, ma lo farò. E mi guarderò da due malanni: la fretta e l’indecisione. 

9) Solo per oggi, crederò fermamente, nonostante le apparenze, che la buona provvidenza di Dio si occupa di me come di nessun altro esistente al mondo. 

10) Solo per oggi, non avrò timori. In modo particolare non avrò paura di godere di ciò che è bello e di credere alla bontà. Posso ben fare, per dodici ore, ciò che mi sgomenterebbe se pensassi di doverlo fare per tutta la vita. 

In conclusione: un proposito totalitario: « Voglio essere buono, oggi, sempre, con tutti »

Così potremmo realizzare l’auspicio che Papa Giovanni formula per ogni cristiano: « Ogni credente, in questo mondo, deve essere una scintilla di luce, un centro di amore, un fermento vivificatore nella massa: e tanto più lo sarà, quanto più, nella intimità di se stesso, vive in comunione con Dio ». 

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Preghiere in aula, così « protestano » gli studenti birmani

dal sito di « AsiaNews »: 

10/10/2007 11:50 

MYANMAR

Preghiere in aula, così « protestano » gli studenti birmani


Nelle scuole superiori a Yangon e Mandalay gli studenti sfidano il divieto degli insegnanti e recitano la preghiera che i monaci buddisti intonavano durante i cortei: “pace e giustizia” per tutti. Continuano gli arresti, mentre muore sotto interrogatorio Win Shwe, tra i leader dell’opposizione arrestato a fine settembre.

 

Yangon (AsiaNews) – Cellulari, telefoni e internet ancora sotto controllo, militari nelle città, arresti indiscriminati per le strade e nei monasteri. La repressione del movimento pacifico che chiede la fine della dittatura continua in Myanmar, mentre la popolazione non cede e porta avanti con piccoli gesti il suo dissenso. Da Yangon e Mandalay fonti di AsiaNews fanno sapere che dopo la chiusura delle università, due settimane fa, le scuole superiori sono diventate uno dei luoghi dove si esprime la contestazione al regime. Qui gli studenti, nonostante il divieto degli insegnanti, ogni mattina recitano la preghiera che i monaci buddisti intonavano durante i cortei di fine settembre, repressi nel sangue dalla giunta. La preghiera chiede “pace per il Paese, giustizia e che tutti siano liberi da tortura e violenze”. 

  

Continua anche la campagna di diffamazione dei monaci orchestrata dal governo. Sui quotidiani ufficiali e alla tv si parla di materiale pornografico e preservativi trovati nelle incursioni notturne dei militari all’interno dei monasteri. “Ma nessuno – raccontano dei cittadini a Mandalay – ormai crede più ai media di Stato”. 

  

Secondo Democratic Voice of Burma, le autorità hanno diviso i detenuti in 4 categorie a secondo del livello del loro coinvolgimento nelle proteste anti-governative. Si va dalla categoria A, che comprende organizzatori e leader alla B, coloro che marciavano in prima fila con bandiere in mano., fino alla D, che include coloro che verranno liberati presto. Non si conosce la natura e la sorte dei detenuti C, mentre di quelli delle prime due classi si sa che non verranno scarcerati. Tra i prigionieri – riferisce oggi il quotidiano Jakarta Post – anche 5 generali e più di 400 soldati che hanno rifiutato di sparare sui monaci come ordinato dal capo della giunta Than Shwe. 

  

Le condizioni dei detenuti – poco più di 100 secondo stime ufficiali, oltre 6mila secondo attivisti per i diritti umani – sono terribili, raccontano alcuni testimoni. È di poche ore fa la notizia della morte in cella di Win Shwe, 42 anni, esponente della Lega nazionale per la Democrazia, il partito guidato dal Nobel Aung San Suu Kyi. L’uomo – denuncia Assistance Association for Political Prisoners, gruppo di ex prigionieri politici birmani con sede in Thailandia – sarebbe morto durante l’interrogatorio subito dagli uomini della giunta. Shwe era stato arrestato, con altri cinque uomini del suo partito, lo scorso 26 settembre.  

 

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Visita dell’Arcivescovo Cordes al Patriarca ortodosso di Mosca

dal sito:

http://www.zenit.org/article-12159?l=italian

 

Visita dell’Arcivescovo Cordes al Patriarca ortodosso di Mosca

 CITTA’ DEL VATICANO, mercoledì, 10 ottobre 2007 (ZENIT.org).- Il 18 ottobre il Presidente del Pontificio Consiglio “Cor Unum”, l’Arcivescovo Paul Josef Cordes, incontrerà a Mosca il Patriarca Alessio II.

“La visita si inserisce nell’ambito di una serie di incontri che il Presidente di ‘Cor Unum’ realizzerà dal 15 al 21 ottobre nella Federazione Russa”, spiega un comunicato diffuso dalla Santa Sede questo mercoledì.

Dal 15 al 17 sarà a Novosibirsk, la capitale della regione siberiana. Accompagnato dal Vescovo Joseph Werth visiterà la Caritas, la scuola francescana e le Suore di Madre Teresa di Calcutta.

“In questa vasta zona la chiesa cattolica si è segnalata in questi ultimi anni per il moltiplicarsi di realtà caritative su tutto il territorio”, spiega la nota.

Dal 18 al 21 ottobre monsignor Cordes parteciperà – ospitato dall’Arcivescovo Tadeusz Kondrusiewicz – ai lavori delle Caritas di tutta la Federazione.

“In Russia questo ambito è alla base di molte esperienze di fruttuosa collaborazione con la Chiesa ortodossa. L’incontro è particolarmente significativo perché si svolge a distanza di un anno e mezzo dall’uscita della prima Enciclica di Papa Benedetto XVI sulla carità. Sarà perciò un momento di verifica di come la ‘Deus caritas est’ abbia ispirato l’impegno caritativo in questo vasto Paese”.

“Il colloquio sulla portata della ‘Deus caritas est’ con i Vescovi e i volontari delle Caritas russe, la visita in Siberia e l’incontro con Alessio II fanno di questo viaggio una tappa importante della missione del Pontificio Consiglio ‘Cor Unum’”, conclude il comunicato. 

 

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buona notte

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Baby Swans

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« Quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo. »

San Macario ( ? – 405), monaco in Egitto
Omelie, 16, 3° collezione ; SC 275, 205

« Quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo. »

Per ottenere il pane per il corpo, il mendicante non prova nessun disagio a bussare alla porta e a chiedere; e se non riceve nulla, entra oltre e chiede con più insistenza il pane, il vestito o i sandali per il sollievo del suo corpo. Finché non abbia ricevuto qualche cosa, non se ne va, anche se lo si caccia. Noi che cerchiamo di ricevere il vero pane celeste per corroborare la nostra anima, noi che desideriamo rivestire le vesti celesti di luce e aspiriamo a calzare i sandali immateriali dello Spirito per il sollievo dell’anima immortale, quanto più dobbiamo, instancabilmente e risolutamente, con fede e amore, pazientare sempre, bussare alla porta spirituale di Dio e chiedere con una perfetta costanza di essere ritenuti degni della vita eterna.

Per questo il Signore « diceva loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi » (Lc 18,1) poi aggiungeva queste parole: quanto più il Padre vostro celeste « farà giustizia a coloro che gridano giorno e notte verso di lui » (v.6). E ancora, riguardo all’amico della parabola: « Se anche non si alzerà a darglieli per amicizia, si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono almeno per la sua insistenza ». Aggiunge allora: « Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chi chiede ottiene, chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto ». E prosegue: « Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono ». Per questo il Signore ci esorta a chiedere sempre, senza stancarci e con tenacità, a cercare e a bussare continuamente: egli ha promesso infatti di dare a quanti chiedono, cercano e bussano, non a coloro che non chiedono. Essendo pregato, supplicato a amato, egli vuole darci la vita eterna.

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