Archive pour le 14 octobre, 2007

San Callisto Papa e la Cripta di Santa Cecilia (catacombe)

San Callisto Papa e la Cripta di Santa Cecilia (catacombe) dans immagini sacre

San Callisto Papa 

http://santiebeati.it/immagini/?mode=view&album=29550&pic=29550.JPG&dispsize=Original&start=0

cecilia_a dans immagini sacre

Cripta di Santa Cecilia 

http://www.catacombe.roma.it/en/cecilia.html 

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San Callisto I Papa

 dal sito:

http://www.santiebeati.it/dettaglio/29550 

San Callisto I Papa 14 ottobre – Memoria Facoltativa 

 

naturalmente oggi, liturgicamente, la domenica passa avanti alla festa del santo 

per le catacombe, vedere anche: 

http://www.catacombe.roma.it/it/cal.html

Papa dal 217 al 222)
Ebbe molti avversari tra i cristiani dissidenti di Roma, e proprio da uno scritto del capo di questi cristiani separati, un antipapa, abbiamo quasi tutte le notizie sul suo conto, presentate però in modo tendenzioso. Vi si legge che, prima di diventare papa, era stato schiavo e frodatore. Fuggito in Portogallo, venne arrestato e ricondotto a Roma, dove subì una condanna ai lavori forzati nelle miniere della Sardegna. Tornato a Roma in occasione di un’amnistia, venne inviato ad Anzio. Papa Zeffirino, però, lo richiamò a Roma, affidandogli la cura dei cimiteri della Chiesa. Iniziò così lo scavo del grande sepolcreto lungo la via Appia che porta il suo nome. Alla morte di Zeffirino, Callisto venne eletto papa. Ma il suo pontificato attirò le inimicizie di un’ala della comunità cristiana di Roma che lo accusò, falsamente, di eresia. Il riscatto definitivo su questa figura controversa venne dal suo martirio. Callisto, infatti, fu gettato in un pozzo di Trastevere, forse in una sommossa popolare contro i cristiani nel 222. (Avvenire) 

Etimologia: Callisto = il più bello, bellissimo, dal greco 

E’ presente nel Martirologio Romano. San Callisto I, papa, martire: da diacono, dopo un lungo esilio in Sardegna, si prese cura del cimitero sulla via Appia noto sotto il suo nome, dove raccolse le vestigia dei martiri a futura venerazione dei posteri; eletto poi papa promosse la retta dottrina e riconciliò con benevolenza i lapsi, coronando infine il suo operoso episcopato con un luminoso martirio. In questo giorno si commemaora la deposizione del suo corpo nel cimitero di Calepodio a Roma sulla via Aurelia 

 

 

A Roma sono famose le Catacombe di San Callisto, lungo la via Appia. Tra i molti cimiteri sotterranei dell’Urbe, quelle di San Callisto sono le Catacombe più note e più frequentate, celebri soprattutto per la cosiddetta  » Cripta dei Papi « .
Ma tra i moltissimi Martiri e i Pontefici deposti ivi questo sepolcreto, inutilmente si cercherebbe il corpo del Santo dal quale le Catacombe lungo la via Appia hanno preso il nome, e che è segnato oggi sul Calendario universale della Chiesa, onorato come  » Martire « .
La sorte di questo Santo, Pontefice agli inizi del III secolo, è stata veramente strana. Egli ebbe, ai suoi tempi, molti avversari tra i cristiani dissidenti di Roma, e proprio da uno scritto del capo di questi cristiani separati, cioè di un Antipapa, abbiamo quasi tutte le notizie sul conto di San Callisto. Sono, naturalmente, notizie che tendono a farlo apparire riprovevole e quasi odioso.
San Callisto viene detto, per esempio,  » uomo industrioso per il male e pieno di risorse per l’errore « . Vi si legge che, prima di diventare Papa, era stato schiavo, frodatore di un padrone troppo ingenuo, finanziere improvvisato e bancarottiere più o meno fraudolento. Fuggito in Portogallo, venne arrestato e ricondotto a Roma, dove subì una condanna ai lavori forzati, nelle miniere della Sardegna. Tornato a Roma in occasione di un’amnistia, venne inviato ad Anzio perché – sempre secondo il racconto tendenzioso del suo avversario – il Papa non volle averlo d’intorno. Ma la lunga permanenza ad Anzio dovette riscattare l’antico schiavo dai suoi difetti, se mai ne ebbe, perché un altro Papa, Zeffirino, lo richiamò a Roma, affidando alla sua intraprendenza la cura dei cimiteri della Chiesa. Fu allora che Callisto iniziò lo scavo dei grande sepolcreto lungo la via Appia che doveva portare il suo nome.
Alla morte di Zeffirino, Callisto passò dalla cura dei morti a quella dei vivi, essendo eletto Papa egli stesso. E fu proprio allora, come Papa, che il reduce dalle miniere della Sardegna e dall’ » esilio  » di Anzio, si attirò le recriminazioni di certi cristiani troppo ligi alla tradizione, troppo rigidi nella morale, troppo retrivi alle novità.
Fu accusato di eresia, nella formulazione del mistero della Trinità, che invece Callisto sosteneva secondo la tradizione ortodossa, confermata poi dai concili. Venne incolpato, inoltre, di scarso zelo mentre, in tempi di rilassatezza, istituì il digiuno delle Quattro Tempora.
Gli fu rimproverato soprattutto il  » lassismo « , cioè la scarsa severità disciplinare. Accoglieva infatti nella Chiesa i peccatori pentiti e . cristiani che debolmente avevano difeso la loro fede in tempo di pericolo.
Ma qualsiasi ombra gravasse sulla vita di San Callisto, venne riscattata alla sua morte, che fu morte di Martire, nel 222. Gettato in un pozzo di Trastevere, forse in una sommossa popolare, il suo corpo venne deposto di là dal fiume, lungo la via Aurelia, lontano dalle Catacombe da lui aperte lungo la via Appia, che di San Callisto conservano il nome ma non le reliquie. 

Fonte: Archivio Parrocchia 

 

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buona notte

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« Si gettò ai piedi di Gesù per ringraziarlo »

San Claude la Colombière (1641-1682), gesuita
Ritiro, 1674, quarta settimana; scritti spirituali

« Si gettò ai piedi di Gesù per ringraziarlo »

Nella meditazione dell’amore di Dio, sono stato molto colpito alla vista dei beni che ho ricevuto da Dio, fin dal primo momento della mia vita fino a ora. Quale bontà! Quale cura! Quale provvidenza, per il corpo e per l’anima! Quale pazienza! Quale mitezza! … Mi sembra che Dio mi abbia fatto penetrare e vedere chiaramente questa verità: che cioè in primo luogo egli è in ogni creatura; in secondo luogo, che egli è quanto c’è di buono in esse; in terzo luogo, che egli ci fa vedere tutto il bene che riceviamo da esse. E mi è sembrato di vedere questo re di gloria e di maestà, solerte a riscaldarci nei nostri abiti, a rinfrescarci nell’aria, a nutrirci nei cibi, a rallegrarci nei suoni e negli oggetti piacevoli, a produrre in noi tutti i moti necessari per vivere e per agire. Che meraviglia!

Chi sono io, o Dio mio, per essere così servito da te, in ogni tempo, con tanta premura e amore! Egli agisce allo stesso modo in tutte le altre creature, come un amministratore zelante e vigilante che fa lavorare in ogni parte del suo regno, per il suo sovrano. Questo è quanto esiste di più mirabile: che Dio operi ciò per tutti gli uomini, benché quasi nessuno vi pensi, se non qualche anima scelta, qualche anima santa. Bisogna per lo meno che io vi pensi, che io lo riconosca.

Immagino che, poiché la gloria di Dio è la fine di tutte le sue azioni, egli fa tutte queste cose principalmente per amore di coloro che vi pensano e che ammirano in esse la sua bontà, che gli sono grati, che traggono da questo l’occasione di amarlo: gli altri ricevono gli stessi beni, come per caso, e per fortuna… Dio riporta incessantemente a noi l’essere, la vita, le opere di quanto è creato nell’universo. Questo è la sua occupazione nella natura; occorre che la nostra occupazione sia il ricevere senza sosta ciò che egli ci manda da ogni parte e il rinviarglielo con azioni di grazie, lodandolo e riconoscendo che egli è l’autore di ogni cosa. Ho promesso a Dio di fare questo per quanto io possa.

Publié dans:Bibbia: commenti alla Scrittura |on 14 octobre, 2007 |Pas de commentaires »

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