San Massimo di Torino ( ? – circa 420), vescovo
Discorsi 25 ; PL 57, 509s
« Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo ; se invece muore, produce molto frutto » (Gv 12,24)
« Un uomo ha preso un granellino di senapa e l’ha gettato nell’orto; è cresciuto ed è diventato un arbusto e gli uccelli del cielo si sono posati tra i suoi rami ». Cerchiamo a chi faccia riferimento questa similitudine… Ritengo che riguardi più giustamente Cristo nostro Signore che, nato nell’umiltà della condizione umana, come un granellino, alla fine è salito in cielo come un albero. È granellino, Cristo frantumato nella Passione; diventa un albero nella Risurrezione. Sì, è granellino quando, affamato, soffre per la mancanza di cibo; è albero quando, con cinque pani, sazia cinquemila persone (Mt 14,31). Là soffre l’indigenza della sua condizione umana, lì elargisce la sazietà, con la forza della sua divinità.
Direi che il Signore è granellino quando viene colpito, disprezzato, ingiuriato; è albero quando rende la vista ai ciechi, quando risuscita i morti e rimette i peccati. Lui stesso riconosce di essere granellino quando dice: « Se il chicco di grano caduto in terra non muore… » (Gv 12,24).