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Santi Angeli Custodi

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Santi Angeli Custodi – 2 ottobre

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Santi Angeli Custodi 

2 ottobre 

 

Nella storia della salvezza, Dio affida agli Angeli l’incarico di proteggere i patriarchi, i suoi servi e tutto il popolo eletto. Pietro in carcere viene liberato dal suo Angelo. Gesù a difesa dei piccoli dice che i loro Angeli vedono sempre il volto del Padre che sta nei Cieli.
Figure celesti presenti nell’universo religioso e culturale della Bibbia – così come di molte religioni antiche – e quasi sempre rappresentati come esseri alati (in quanto forza mediatrice tra Dio e la Terra), gli angeli trovano l’origine del proprio nome nel vocabolo greco anghelos =messaggero. Non a caso, nel linguaggio biblico, il termine indica una persona inviata per svolgere un incarico, una missione. Ed è proprio con questo significato che la parola ricorre circa 175 volte nel Nuovo Testamento e 300 nell’Antico Testamento, che ne individua anche la funzione di milizia celeste, suddivisa in 9 gerarchie: Cherubini, Serafini, Troni, Dominazioni, Potestà, Virtù celesti, Principati, Arcangeli, Angeli. Oggi il tema degli Angeli, quasi scomparso dai sermoni liturgici, riecheggia stranamente nei pulpiti dei media in versione new age, nei film e addirittura negli spot pubblicitari, che hanno voluto recepirne esclusivamente l’aspetto estetico e formale. 

E’ presente nel Martirologio Romano. Memoria dei santi Angeli Custodi, che, chiamati in primo luogo a contemplare il volto di Dio nel suo splendore, furono anche inviati agli uomini dal Signore, per accompagnarli e assisterli con la loro invisibile ma premurosa presenza 

 

La memoria dei Santi Angeli, oggi espressamente citati nel “Martirologio Romano” della Chiesa Cattolica, come Angeli Custodi, si celebra dal 1670 il 2 ottobre, data fissata da papa Clemente X (1670-1676); la Chiesa Ortodossa li celebra l’11 gennaio.
Ma chi sono gli Angeli e che rapporto hanno nella storia del genere umano? Prima di tutto l’esistenza degli Angeli è un dogma di fede, definito più volte dalla Chiesa (Simbolo Niceno, Simbolo Costantinopolitano, IV Concilio Lateranense (1215), Concilio Vaticano I (1869-70)).
Tutto ciò che riguarda gli Angeli, ha costituito una scienza propria detta ‘angiologia’; e tutti i Padri della Chiesa e i teologi, hanno nelle loro argomentazioni, espresso ed elaborato varie interpretazioni e concetti, riguardanti la loro esistenza, creazione, spiritualità, intelligenza, volontà, compiti, elevazione e caduta.
Come si vede la materia è così vasta e profonda, che è impossibile in questa scheda succinta, poter esporre esaurientemente l’argomento, ci limiteremo a dare qualche cenno essenziale.

Esistenza e creazione
La creazione degli angeli è affermata implicitamente almeno in un passo del Vecchio Testamento, dove al Salmo 148 (Lode cosmica), essi sono invitati con le altre creature del cielo e della terra a benedire il Signore: “Lodate il Signore dai cieli, lodatelo nell’alto dei cieli. Lodatelo, voi tutti suoi angeli, lodatelo, voi tutte sue schiere… Lodino tutti il nome del Signore, perché al suo comando ogni cosa è stata creata”.
Nel nuovo Testamento (Col. 1.16) si dice: “per mezzo di Cristo sono state create tutte le cose nei cieli e sulla terra”. Quindi anche gli angeli sono stati creati e se pure la tradizione è incerta sul tempo e nell’ordine di questa creazione, essa è ritenuta dai Padri indubitabile; certamente prima dell’uomo, perché alla cacciata dal paradiso terrestre di Adamo ed Eva, era presente un angelo, posto poi a guardia dell’Eden, per impedirne il ritorno dei nostri progenitori.

Spiritualità
La spiritualità degli angeli, è stato oggetto di considerazioni teologiche fra i più grandi Padri della Chiesa; s. Giustino e s. Ambrogio attribuivano agli angeli un corpo, non come il nostro, ma luminoso, imponderabile, sottile; s. Basilio e s. Agostino furono esitanti e si espressero non chiaramente; s. Giovanni Crisostomo, s. Gerolamo, s. Gregorio Magno, asserirono invece l’assoluta spiritualità; il già citato Concilio Lateranense IV, quindi il Magistero della Chiesa, affermò che gli Angeli sono spirito senza corpo.
L’angelo per la sua semplicità e spiritualità è immortale e immutabile, privo di quantità non può essere localmente presente nello spazio, però si rende visibile in un luogo per esplicare il suo operato; non può moltiplicarsi entro la stessa specie e s. Tommaso d’Aquino afferma che tante sono le specie angeliche quanti sono gli stessi angeli, l’uno diverso dall’altro.
Nella Bibbia si parla di angeli come di messaggeri ed esecutori degli ordini divini; nel Nuovo Testamento essi appaiono chiaramente come puri spiriti.
Nella credenza ebraica essi furono talvolta avvicinati a esseri materiali, ai quali si offriva ospitalità, che essi ricambiavano con benedizioni, promesse di prosperità, ecc.

Intelligenza e volontà
L’Angelo in quanto essere spirituale non può essere sprovvisto della facoltà dell’intelligenza e della volontà; anzi in lui debbono essere molto più potenti, in quanto egli è puro di spirito; sulla prontezza e infallibilità dell’intelligenza angelica, come pure sull’energia, la tenace volontà, la libertà superiore, il grande Dottore Angelico, s. Tommaso d’Aquino, ha scritto ampiamente nella sua “Summa Theologica”, alla quale si rimanda per un approfondimento.

Elevazione
La Sacra Scrittura suggerisce più volte che gli Angeli godono della visione del volto di Dio, perché la felicità alla quale furono destinati gli spiriti celesti, sorpassa le esigenze della natura ed è soprannaturale.
E nel Nuovo Testamento frequentemente viene stabilito un paragone fra uomini, santi e angeli, come se la meta cui sono destinati i primi, altro non sia che una partecipazione al fine già conseguito dagli angeli buoni, i quali vengono indicati come ‘santi’, ‘figli di Dio’, ‘angeli di luce’ e che sono ‘innanzi a Dio’, ‘al cospetto di Dio o del suo trono’; tutte espressioni che indicano il loro stato di beatitudine; essi furono santificati nell’istante stesso della loro creazione.

Caduta
Il Concilio Lateranense IV, definì come verità di fede che molti Angeli, abusando della propria libertà caddero in peccato e diventarono cattivi.
San Tommaso affermò che l’Angelo poté commettere solo un peccato d’orgoglio, lo spirito celeste deviò dall’ordine stabilito da Dio e non accettandolo, non riconobbe al disopra della sua perfezione, la supremazia divina, quindi peccato d’orgoglio cui conseguì immediatamente un peccato di disobbedienza e d’invidia per l’eccellenza altrui.
Altri peccati non poté commetterli, perché essi suppongono le passioni della carne, ad esempio l’odio, la disperazione. Ancora s. Tommaso d’Aquino specifica, che il peccato dell’Angelo è consistito nel volersi rendere simile a Dio.
La tradizione cristiana ha dato il nome di Lucifero al più bello e splendente degli angeli e loro capo, ribellatosi a Dio e precipitato dal cielo nell’inferno; l’orgoglio di Lucifero per la propria bellezza e potenza, lo portò al grande atto di superbia con il quale si oppose a Dio, traendo dalla sua parte un certo numero di angeli.
Contro di lui si schierarono altri angeli dell’esercito celeste capeggiati da Michele, ingaggiando una grande e primordiale lotta nella quale Lucifero con tutti i suoi, soccombette e fu precipitato dal cielo; egli divenne capo dei demoni o diavoli nell’inferno e simbolo della più sfrenata superbia.
Il nome Lucifero e la sua identificazione con il capo ribelle degli angeli, derivò da un testo del profeta Isaia (14, 12-15) in cui una satira sulla caduta di un tiranno babilonese, venne interpretata da molti scrittori ecclesiastici e dallo stesso Dante (Inf. XXIV), come la descrizione in forma poetica della ribellione celeste e della caduta del capo degli angeli.
“Come sei caduto dal cielo, astro del mattino, figlio dell’aurora! Come sei stato precipitato a terra, tu che aggredivi tutte le nazioni! Eppure tu pensavi in cuor tuo: Salirò in cielo, al di sopra delle stelle di Dio innalzerò il mio trono… salirò sulle nubi più alte, sarò simile all’Altissimo. E invece sei stato precipitato nell’abisso, nel fondo del baratro!”

L’esercito celeste
La figura dell’Angelo come simbolo delle gerarchie celesti, in genere appare fin dai primi tempi del cristianesimo, collocandosi in prosecuzione della tradizione ebraica e come trasformazione dei tipi precristiani delle Vittorie e dei Geni alati, che avevano anche la funzione mediatrice, tra le supreme divinità e il mondo terrestre.
Attraverso l’insegnamento del “De celesti hierarchia” dello pseudo Dionigi l’Areopagita, essi sono distribuiti in tre gerarchie, ognuna delle quali si divide in tre cori.
La prima gerarchia comprende i serafini, i cherubini e i troni; la seconda le dominazioni, le virtù, le potestà; la terza i principati, gli arcangeli e gli angeli.
I cori si distinguono fra loro per compiti, colori, ali e altri segni identificativi, sempre secondo lo pseudo Areopagita, i più vicini a Dio sono i serafini, di colore rosso, segno di amore ardente, con tre paia di ali; poi vengono i cherubini con sei ali cosparse di occhi come quelle del pavone; le potestà hanno due ali dai colori dell’arcobaleno; i principati sono angeli armati rivolti verso Dio e così via.
Più distinti per la loro specifica citazione nella Bibbia, sono gli Arcangeli, i celesti messaggeri, presenti nei momenti più importanti della Storia della Salvezza; Michele presente sin dai primordi a capo dell’esercito del cielo contro gli angeli ribelli, apparve anche a papa s. Gregorio Magno sul Castel S. Angelo a Roma, lasciò il segno della sua presenza nel Santuario di Monte S. Angelo nel Gargano; Gabriele il messaggero di Dio, apparve al profeta Daniele; a Zaccaria annunciante la nascita di s. Giovanni Battista, ma soprattutto portò l’annuncio della nascita di Cristo alla Vergine Maria; Raffaele è citato nel Libro di Tobia, fu guida e salvatore dai pericoli del giovane Tobia, poi non citato nella Bibbia, c’è Uriele, nominato due volte nel quarto libro apocrifo di Ezra, il suo nome ricorre con frequenza nelle liturgie orientali, s. Ambrogio lo poneva fra gli arcangeli, accompagnò il piccolo s. Giovanni Battista nel deserto, portò l’alchimia sulla terra.

L’angelo nell’arte
Ricchissima è l’iconografia sugli angeli, la cui condizione di esseri spirituali, senza età e sesso, ha fatto sbizzarrire tutti gli artisti di ogni epoca, nel raffigurarli secondo la dottrina, ma anche con il proprio estro artistico.
Gli artisti, specie i pittori, vollero esprimere nei loro angeli un sovrumano stato di bellezza, avvolgendoli a volte in vesti sacerdotali o in classiche tuniche, a volte come genietti dell’arte romana, quasi sempre con le ali e con il nimbo (nuvoletta); dal secolo IV e V li ritrassero in aspetto giovanile, efebico, solo nell’epoca barocca apparirà il tipo femminile.
Gli angeli furono raffigurati non solo in atteggiamento adorante, come nelle magnifiche Natività o nelle Maestà medioevali, ma anche in atteggiamento addolorato e umano nelle Deposizioni, vedasi i gesti di disperazione per la morte di Gesù, degli angeli che assistono alla deposizione dalla croce, nel famoso dipinto di Giotto “Compianto di Cristo morto” (Cappella degli Scrovegni, Padova).
Poi abbiamo angeli musicanti e che cantano in coro, che suonano le trombe (tubicini); gli angeli armati in lotta con il demonio; angeli che accompagnano lo svolgersi delle opere di misericordia, ecc.

L’angelo nella Bibbia
Specifici episodi del Vecchio e Nuovo Testamento, indicano la presenza degli Angeli: la lotta con l’angelo di Giacobbe (Genesi 32, 25-29); la scala percorsa dagli angeli, sognata da Giacobbe (Genesi, 28, 12); i tre angeli ospiti di Abramo (Genesi, 18); l’intervento dell’angelo che ferma la mano di Abramo che sta per sacrificare Isacco; l’angelo che porta il cibo al profeta Elia nel deserto.
L’annuncio ai pastori della nascita di Cristo; l’angelo che compare in sogno a Giuseppe, suggerendogli di fuggire con Maria e il Bambino; gli angeli che adorano e servono Gesù dopo le tentazioni nel deserto; l’angelo che annunciò alla Maddalena e alle altre donne, la resurrezione di Cristo; la liberazione di s. Pietro, dal carcere e dalle catene a Roma; senza dimenticare la cosmica e celeste simbologia angelica dell’Apocalisse di s. Giovanni Evangelista.

L’Angelo Custode
Infine l’Angelo Custode, l’esistenza di un angelo per ogni uomo, che lo guida, lo protegge, dalla nascita fino alla morte, è citata nel Libro di Giobbe, ma anche dallo stesso Gesù, nel Vangelo di Matteo, quando indicante dei fanciulli dice: “Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli”.
La Sacra Scrittura parla di altri compiti esercitati dagli angeli, come quello di offrire a Dio le nostre preghiere e sacrifici, oltre quello di accompagnare l’uomo nella via del bene.

Il nome di ‘angelo’ nel discorrere corrente, ha assunto il significato di persona di eccezionale virtù, di bontà, di purezza, di bellezza angelica e indica perfezione.

Autore: Antonio Borrelli 

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Lettera ai fedeli” di San Francesco d’Assisi

dal sito:

http://www.vatican.va/spirit/documents/spirit_20020113_francesco_it.html 

Lettera ai fedeli” di San Francesco d’Assisi

« A tutti i cristiani, religiosi, chierici e laici, maschi e femmine, a tutti coloro che abitano nel mondo intero, frate Francesco, loro umile servo, ossequio rispettoso, pace vera dal cielo e sincera carità nel Signore. Poiché sono servo di tutti, sono tenuto a servire a tutti e ad amministrare a tutti le fragranti parole del mio Signore. Per cui, considerando che non posso visitare i singoli a causa della malattia e debolezza del mio corpo, ho proposto con la presente lettera e con questo messaggio, di riferire a voi le parole del Signore nostro Gesù Cristo, che è il Verbo del Padre, e le parole dello Spirito Santo, che sono spirito e vita (Gv 6,63). L’altissimo Padre annunciò che questo suo Verbo, così degno, così santo e così glorioso sarebbe venuto dal cielo, l’annunciò per mezzo del suo arcangelo Gabriele alla santa e gloriosa Vergine Maria, dalla quale ricevette la carne della nostra fragile umanità (Cfr. Lc 1,31). Egli, essendo ricco (2Cor 8,9) più di ogni altra cosa, volle tuttavia scegliere insieme alla sua madre beatissima la povertà. E prossimo alla sua passione, celebrò la Pasqua con i suoi discepoli, e prendendo il pane rese grazie, lo benedisse e lo spezzò dicendo: Prendete e mangiate, questo è il mio corpo. E prendendo il calice disse: Questo è il mio sangue del nuovo testamento, che per voi e per molti sarà sparso in remissione dei peccati (Mt 26,26-28; Lc 22,19-20; 1Cor 11,24-25). Poi, rivolto al Padre pregò dicendo: Padre, se è possibile, passi da me questo calice. E il suo sudore divenne simile a gocce di sangue che scorre per terra (Mt 26,39; Lc 22,44). Depose tuttavia la sua volontà nella volontà del Padre dicendo: Padre, sia fatta la tua volontà, non come voglio io, ma come vuol tu (Mt 26, 39.). E la volontà del Padre fu tale che il suo figlio benedetto e glorioso, dato e nato per noi, offrisse se stesso cruentemente come sacrificio e come vittima sull’altare della croce, non per sé, per il quale tutte le cose sono state create (Gv 1,3), ma per i nostri peccati, lasciando a noi l’esempio perché ne seguiamo le orme (1Pt 2,21). E vuole che tutti siamo salvi per Lui, e che lo si riceva con cuore puro e corpo casto. Ma pochi sono coloro che lo vogliono ricevere e vogliono essere salvati da Lui, sebbene il suo giogo sia soave e il suo peso leggero (Mt 11,30). »

Dalla “Lettera ai fedeli” di San Francesco d’Assisi

Preghiera

Altissimo glorioso Dio, illumina le tenebre del mio cuore.

Dammi fede dritta, speranza certa, carità perfecta,senno e conoscenza,

perché adempia il tuo santo e verace comandamento.

Amen.

A cura della Pontificia Facoltà

“San Bonaventura” (Seraphicum).

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Hazor, città prestigiosa. I: Un fuoco devastante

dal sito: 

http://198.62.75.4/opt/xampp/custodia/?p=2612 

01.10.2007 @ 19:21 

Hazor, città prestigiosa. I: Un fuoco devastante 

SBF Taccuino


In luglio, circa due mesi prima che l’ultima campagna di scavi a Tel Hazor si concludesse, è stata trovata una tavoletta di argilla con geroglifici. Il testo della tavoletta insegna come prevedere il futuro scrutando il fegato di un animale, una pratica diffusa nell’antico oriente. I sacerdoti esaminavano il fegato degli animali che erano stati sacrificati alle divinità e in base a determinati segni predicevano il futuro. I geroglifici della tavoletta non sono stati ancora decifrati completamente, ma il loro stile ricorda i primi documenti dell’antico regno di Mari sull’Eufrate, nell’odierna Siria. Mari (la città ndr.) fu un importante centro politico durante il periodo del Bronzo Medio, tra il 2000 e il 1500 a.C., e Hazor era l’unica città della futura terra israelita che in quel tempo aveva relazioni con essa. Dei rapporti tra le due città ci informano una ventina di documenti dell’archivio trovato a Mari. Hazor vi appare come un centro di una notevole importanza. Si parla di carovane commerciali che l’attraversavano, di emissari inviati alla città, di musicisti e cantanti che vi risiedevano. Nel diciottesimo secolo a.C. Hazor conobbe un processo di espansione e di sviluppo. La città fu fondata a quanto pare alla fine del periodo del Primo Bronzo, nel terzo millennio a.C., nella parte superiore di quello che oggi è il Tel. 

Un fuoco devastante 

I ritrovamenti degli scavi degli anni ‘50-’60 documentarono gli stretti rapporti di Hazor con i vicini del nord e il suo significativo ruolo nella cultura del Canaan settentrionale. Il suo prestigio spinse altre popolazioni limitrofe a trasferirvisi. In questo modo la città si estese sulle pendici settentrionali del Tel e si ingrandì fino a coprire l’intera area tra il Tel e il fiume Hazor. Nel suo apogeo raggiunse una superficie di ottocento dunam (un dunam corrisponde a circa 1000 metri quadrati) e il numero degli abitanti, tra il Medio e il Tardo Bronzo, doveva oscillare dai 15.000 ai 20.000. 

Hazor era tra le città più importanti in tutto il Medio Oriente. Era circondata da un largo bastione e da un muro, scoperti nel corso degli scavi guidati dal prof. Yigael Yadin. I risultati degli scavi testimoniano legami di Hazor non solo con Mari ma anche con l’Egitto, il regno ittita, Babilonia, Creta, la Grecia e Cipro. Non deve dunque sorprendere che nel racconto della conquista della città nel libro di Giosuè (11,10) sia scritto: “perché prima Hazor era stata la capitale di tutti quei regni”. 

L’importanza di Hazor è testimoniata sia dalla superficie che occupa sia dalle costruzioni scavate. La squadra degli scavatori, guidata dal prof. Amnon Ben-Tor, vi sta conducendo campagne di scavo fin dal 1990 e ha portato alla luce sull’acropoli una larga area del perimetro appartenente alla residenza reale. Gli scavi ad Hazor in onore del prof. Yadin, finanziati dal Saltz Fund, sono condotti dall’Università ebraica di Gerusalemme sotto gli auspici della Società biblica e archeologica israeliana. 

Sul pendio di fronte alla città bassa, vicino alle scale che collegano questa parte alla città alta è stato trovato un edificio monumentale del Tardo Bronzo, costruito con grandi e levigate pietre basaltiche o calcaree. 

Alcune pietre di basalto furono usate per pavimentare l’accesso all’edificio dove si trovava un piattaforma per il rito costruito con pietre di basalto levigato. Tale piattaforma consiste in una lastra di basalto del peso di circa due tonnellate con quattro insenature. Gli archeologi pensano che la loro funzione fosse di assicurare stabilmente i piedi del trono del re o della statua della divinità. Fino ad ora, tuttavia, nessuna delle due ipotesi è stata provata. 

Data al periodo del Bronzo Antico un’altra monumentale costruzione trovata nel tratto superiore della città. Corrisponde a un palazzo dove, nel cortile, vicino alla porta, è stata trovata un’altra piattaforma rituale. Le mura della città furono costruite con mattoni e avevano le fondamenta di pietre di basalto levigate su cui poggiavano travi di legno di cedro. Nel palazzo sono stati rinvenute pergamene con geroglifici, statue di pietra, bronzi e gioielli. E’ recente il ritrovamento di una statua in pietra con scrittura egiziana. 

Si pensa che l’edificio nella parte alta della città sia stato un palazzo riservato a cerimonie e riti del re. Entrambe le costruzioni sul Tel furono distrutte, insieme ad altri edifici pubblici nella parte bassa della città, durante un gigantesco incendio nel tredicesimo secolo a.C. A giudicare dai ritrovamenti – mattoni fusi in vetro, vasi di argilla fusi, travi di legno incenerite – il fuoco fu alimentato dalla grande quantità di olio di oliva conservata nel palazzo, come pure dal vento e dal legno adoperato nella costruzione delle mura. Si pensa che la temperatura raggiunse i 1300 gradi. 

Yadin attribuiva la responsabilità dell’incendio alle tribù di Israele al comando di Giosuè, la cui conquista della terra risale a quel tempo. 

Ben-Tor tende ad accettare la teoria di Yadin procedendo per eliminazione: la potenza e lo status di Hazor durante il periodo del Tardo Bronzo, con le fortificazioni che la circondavano, fanno supporre che non era possibile a nessuna delle popolazioni limitrofe attaccarla e avere la meglio. 

Si potrebbe ragionevolmente pensare agli Egiziani, ma nessun documento egiziano del tredicesimo secolo a.C. parla della conquista di Hazor. Le popolazioni marinare che si insediarono sulla costa meridionale e nella pianura costiera non avevano ancora raggiunto il nord in quell’epoca. Nondimeno un documento egiziano coevo lascia intendere che in quel periodo nell’area poi detta terra di Israele viveva un gruppo etnico che gli Egiziani chiamavano Israele. Per questo motivo Ben-Tor afferma che non si devono scartare fatti del genere solo perché si trovano scritti nella Bibbia. 

Fonte: Ran Shapira, Haaretz (4 settembre 2007) 

Adattamento: R. P. 

  

 

Publié dans:Approfondimenti |on 2 octobre, 2007 |Pas de commentaires »

preghiera di San Francesco D’Assisi

Lodi di Dio Altissimo

Tu sei santo, Signore Dio unico,
che compi meraviglie.
Tu sei forte. Tu sei grande. Tu sei altissimo.
Tu sei Re onnipotente, tu Padre santo,
Re del cielo e della terra.

Tu sei Trino e Uno, Signore Dio degli dei,
Tu sei bene, ogni
bene, sommo bene,
Signore Dio, vivo e vero.
Tu sei amore, carità. Tu sei sapienza.
Tu sei umiltà. Tu sei pazienza.
Tu sei bellezza. Tu sei mansuetudine
Tu sei sicurezza. Tu sei quiete.
Tu sei gaudio e letizia. Tu sei speranza nostra.
Tu sei giustizia. Tu sei temperanza. 

Tu sei ogni nostra sufficiente ricchezza.
Tu sei bellezza. Tu sei mansuetudine.
Tu sei protettore. Tu sei custode e difensore nostro.
Tu sei fortezza. Tu sei refrigerio.
Tu sei speranza nostra. Tu sei fede nostra .
Tu sei carità nostra. Tu sei completa dolcezza nostra.
Tu sei nostra vita eterna, 

grande e ammirabile Signore,
Dio onnipotente, misericordioso Salvatore.

Publié dans:Santi |on 2 octobre, 2007 |Pas de commentaires »

una immagine veamente speciale: il sole di mezzanotte, con l’immagine che si sposta sulla linea dell’orizzonte ora dopo ora

nordkappsolnedgang.jpg

Publié dans:immagini sacre |on 2 octobre, 2007 |Pas de commentaires »

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