Archive pour le 11 décembre, 2014

LA GUADALUPANA ((tradicional)

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(metto il canto in spagnolo, ma messicano, credo antico, comunque io lo sento cantare da decine di anni nella Basilica dove vado a messa perché ci sono molti frati di origine sud americana, io lo spagnolo lo capisco un poco, ma non l’ho mai studiato, metto il testo in lingua spagnola sotto questo, con un buon traduttore si capisce, per me Google o Reverso)

Publié dans:musica sacra, MUSICA SACRA |on 11 décembre, 2014 |Pas de commentaires »

LA GUADALUPANA – TESTO

http://lyricskeeper.it/it/various-artists/la-guadalupana.html

LA GUADALUPANA – TESTO

DESDE EL CIELO UNA HERMOSA MAÑANA
DESDE EL CIELO UNA HERMOSA MAÑANA,
LA GUADALUPANA, LA GUADALUPANA, LA GUADALUPANA
BAJÓ AL TEPEYAC (2)

Suplicante juntaba sus manos (2)
Y eran mexicanos (3)
Su porte y su faz

Su llegada llenó de alegría (2)
De luz y armonía (3)
Todo el Anáhuac

Junto al monte pasaba Juan Diego (2)
Y acercóse luego (3)
Al oír cantar

A Juan Diego la Virgen le dijo (2)
Este cerro elijo (3)
Para hacer mi altar

Y en la tilma entre rosas pintada (2)
Su imagen amada (3)
Se dignó dejar

Desde entonces para el mexicano (2)
Ser guadalupano (3)
Es algo esencial

En sus penas se postra de hinojos (2)
Y eleva sus ojos (3)
Hacia el Tepeyaca

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LA MADONNA DI GUADALUPE

http://www.donbosco-torino.it/ita/Maria/forum/GUADALUPE-Madonna_di_Guadalupe.html

dal sito Don Bosco, Torino

Ho letto recentemente su una rivista della visita del Papa in Messico, e in particolare al Santuario di Guadalupe per la canonizzazione del protagonista di quelle apparizioni. Potrei sapere qualcosa di più preciso sulle apparizioni della Madonna e quindi sul perchè della costruzione di quel grande santuario, che è così famoso da meritare la solenne visita di Giovanni Paolo II nel luglio 2002? Grazie.
Anna Maria Palmas – Genova

LA MADONNA DI GUADALUPE:

La devozione a Maria, nel corso dei secoli, si è arricchita con l’evoluzione e i cambiamenti culturali della società, e si è espressa in tanti luoghi, mediante un culto continuo e costante, pieno di fervore, che ha manifestato l’autenticità di tutte le espressioni di fede e di amore verso Maria. Ci sono però, luoghi privilegiati che spiccano per l’intensità che suscitano e le moltitudini che attirano.

Sintesi storica della devozione guadalupana
Uno di questi luoghi è Guadalupe, qui Maria è venerata sotto la figura di una ragazza mite, umile e semplice, che appartiene al popolo. Questo rappresenta un felice incontro di due razze: la spagnola e l’atzeca. Maria, è l’Immacolata che appare all’indigeno Juan Diego ai piedi di una collina, vicino all’allora Gran Tenochtitlan, capitale del popolo azteco, oggi Città del Messico, capitale della Nuova Spagna.
Maria si presenta a Juan Diego come la Madre del Dio vivente, il Dio che dà la vita, il creatore, e chiede a Juan di andare dal Vescovo per manifestargli che è sua volontà che si costruisca un gran tempio nel quale mostrare e dare tutto il suo amore, compassione, aiuto e difesa. La donna si autodefinisce Maria: “Io sono la vostra madre pietosa… a te e a tutti gli abitanti di questa terra che mi invocano e in me confidano, io esaudirò le loro preghiere, asciugherò le lacrime, rimedierò le miserie e i dolori e vi farò vedere la mia clemenza”.
Il Vescovo, il francescano Fray Juan De Zumarraga, alle parole di Juan non crede. Allora, Juan, mortificato, torna da Maria e la supplica di inviare qualcuno di più importante. La Madonna, invece, lo prega di recarsi di nuovo in quel posto il giorno seguente… Juan Diego arrivando a casa sua trova lo zio Juan Bernardino in punto di morte, e dovendo tornare in città alla ricerca di un sacerdote, per l’unzione degli infermi, allunga il giro per evitare di attraversare il posto dove lo attende la Madonna. Maria, allora, gli viene incontro, ed inizia con lui un dialogo meraviglioso, d’ispirazione biblica, dove il povero, il semplice, l’umile indigeno dialoga con Maria che afferma essere sua madre: “Non sono io forse tua Madre? Non sei tu forse sotto la mia protezione? Non deve turbarsi il tuo cuore, non ti spaventare né deve preoccuparti cosa alcuna… Non sei forse nel mio grembo? Di che hai bisogno?” (dal Nican Mopohua, testo originale scritto in Náhuatl, contiene la narrazione più antica delle apparizioni guadalupane).
Maria chiede a Juan Diego di recarsi sul monte vicino a prendere delle rose, rose fresche di Castiglia; mai viste in quella terra. Juan Diego sale sulla collina del Tepeyac, trova i fiori, li prende e li colloca nella sua tilma, – il tipico mantello dei contadini di quella zona –, la Madonna tocca i fiori e invia Juan dal Vescovo. Quando Juan Diego giunge davanti al Vescovo, lascia cadere le rose e in quel momento… compare impressa sul mantello, l’immagine miracolosa della Madonna di Guadalupe.
Questa immagine non è né dipinta, né stampata, ma è un’impressione molto simile a quella della Sindone di Torino; è stata studiata con tutti i mezzi tecnologici più avanzati, e mai si è potuta trovare una spiegazione naturale alla formazione dell’immagine della Madonna sulla tilma di Juan Diego.
Dal 1531, l’immagine si conserva miracolosamente su un mantello, fatto di un tessuto vegetale, che dovrebbe avere una vita di non più di 10 o al massimo 15 anni, perché prodotto da una fibra di agave.
In 470 anni, il fenomeno guadalupano è diventato il fenomeno mariano che costituisce il cuore del Messico, della sua storia e della sua cultura. Le persecuzioni non sono riuscite a fare allontanare il popolo dalla sua devozione, anzi nel nome di Cristo Re e della Madonna di Guadalupe sono stati massacrati e martirizzati innumerevoli messicani.
Maria ha chiesto a Juan Diego la costruzione di un tempio. Questo tempio ormai non è più solo un tempio materiale, anche se questo esiste ed è bellissimo con una capienza di circa 15 mila fedeli, è in realtà un tempio spirituale che è la Chiesa viva.

La Madonna di Guadalupe e il Papa Giovanni Paolo II
Due anni fa, Papa Giovanni Paolo II si è recato per la quarta volta nel suo Pontificato in Messico, e nella Basilica di Nostra Signora di Guadalupe ha consegnato all’episcopato di tutta l’America il documento “Ecclesia in America” sottolineando l’impegno per la Nuova Evangelizzazione del “Continente della speranza”.
In quel momento, il Papa lasciò parlare il suo cuore di Padre e Maestro della fede, di successore di Pietro, e con una bellissima preghiera alla Madonna ricordò l’inizio del suo pontificato.
Infatti, nel gennaio 1979, dopo 80 giorni di pontificato, aveva realizzato il suo primo viaggio apostolico all’estero proprio in Messico, all’assemblea del CELAM nella città di Puebla. Il Papa stesso confessava, e più volte ha confermato, che quegli incontri con milioni di persone che erano accorsi a trovarlo, lo hanno colpito così tanto, che ha capito che il Signore lo inviava per essere pastore dei popoli, e segnava per lui il carisma dell’incontro con le moltitudini. Ciò che si è verificato in tutti i suoi viaggi apostolici per il mondo. Si dice che gli incontri del ’79 nel Messico, sono diventati le concentrazioni di persone più numerose nella storia dell’umanità.
Il Papa, allora, con il candore di un figlio pieno di amore e tenerezza verso la sua Mamma, ha parlato alla Madonna di Guadalupe e le ha affidato tutta la Chiesa, il suo iniziale pontificato che avrebbe guidato l’umanità fino alle soglie del 2000. Noi che, in quel momento, eravamo attorno al Papa, abbiamo capito subito che il “Totus tuus” di Giovanni Paolo II sarebbe diventato il motivo unificante di tutto il suo Pontificato.
E oggi, 24 anni dopo, vediamo la trasformazione del corso della storia e della geografia del mondo avvenuta sotto il suo pontificato. Ci troviamo davanti alla forza della parola, della verità, della carità di Cristo, e l’umiltà del figlio che sa che è portatore del dinamismo di Cristo e del suo Vangelo che a lui è stato affidato: Tu es Petrus.
Quest’anno, il suo entusiasmo e coraggio, malgrado la malattia, lo hanno portato per la quinta volta in Messico, per la canonizzazione di Juan Diego, dopo l’incontro della gioventù a Toronto.

Due devozioni celebrando l’ausilio di Maria
In un pellegrinaggio spirituale, che collega la Basilica di Maria Ausiliatrice di Torino-Valdocco con la Basilica di Nostra Signora di Guadalupe in Messico, ci troviamo con milioni di fedeli che in questi due Santuari-Basiliche: L’Ausiliatrice a Torino e Guadalupe in Messico, ascoltano le stesse parole che Maria ha rivolto all’indigeno Juan Diego: “Io sono la Madre del vero Dio per il quale si vive, del Dio Creatore davanti al quale tutto è presente, del Signore del Cielo e della terra”.
Salutiamo Maria aurora della salvezza per l’umanità, la stella radiante del mattino che precede l’aurora, Madre del sole che porta alla terra luce, calore, amore.
Salutiamo Maria presente nella storia della salvezza e che interviene anche nella storia della Chiesa. Maria portatrice di fede e di speranza, Maria che riempie d’amore l’intera umanità, Maria assunta in cielo, Immacolata, piena di grazia, donna benedetta fra tutte le donne, Maria che è diventata la Madre, l’Ausiliatrice, l’Avvocata, il Rifugio dei credenti.
Maria presente nella nostra America, nel cuore del Messico, nei momenti che segnano una svolta nella storia del nuovo popolo di Dio. Maria che apre la strada al Vangelo del suo Figlio divino nella nostra America e segna l’incontro delle due culture: l’europea e l’indigena.
Incontro che ha favorito l’incarnazione del Vangelo in un intero Continente pieno, già allora, anche di storia, di sensibilità, di ricche e varie culture che risalendo a parecchi secoli prima hanno preparato l’arrivo del Vangelo attraverso una religiosità veemente, vissuta, profondamente radicata nel pensiero e nelle manifestazioni religiose autentiche e vere delle culture precolombiane che sono state la struttura portante sulla quale il Vangelo di Gesù si è incarnato.
Così, Maria diventa la Madre della fratellanza fra le razze. Storicamente presente – e questo è un fatto reale – su uno stendardo che riproduceva l’immagine della Madonna di Guadalupe, così come ce lo presentano alcuni dipinti della battaglia di Lepanto.

Maria madre dei poveri, dei deboli, dei lontani
Dopo 10 anni dalla conquista del Messico, la Madonna di Guadalupe si presenta come la Madre di Dio, del vero Dio, del Dio vivente, del Dio che dà l’essere e favorisce l’agire della persona, del Dio Creatore. Lei è la Madre del Logos, del Verbo del Signore che riempie di senso tutta la storia.
Maria che parla all’indigeno Juan Diego e parla colla tenerezza del linguaggio biblico, dell’incontro di Dio con gli ’anawim, con i poveri, con i più lontani, con i più piccoli, ancora oggi ci commuove nel sentire la dolcezza delle sue parole. Lo stesso Juan Diego che è stato canonizzato in questi mesi rappresenta tutti gli indigeni che hanno accolto il Vangelo di Gesù con semplicità, speranza e fiducia, diventata poi carità, coerenza morale, distacco e povertà evangelica.
Maria è per l’America la fonte dove il Vangelo di Cristo è scaturito come acqua, luce, vita, pane per dare la vita a tutti. Centinaia di vocazioni bellissime, ancorate nelle più belle tradizioni di vera devozione popolare, la rendono presente ovunque, in tutte le nazioni dell’America. Maria, come in una nuova Pentecoste per l’America, è presente e accompagna lo Spirito del Signore, ispira i più bei sentimenti e propositi di vita cristiana, sostiene gli sforzi d’impegno pastorale, le cause sociali più emergenti ed urgenti che tanto fanno soffrire milioni di poveri nelle nostre nazioni.
P. Thelían A. Corona Cortés SDB – Mexico

Modello di evangelizzazione
È commovente leggere le narrazioni guadalupane, scritte con delicatezza ed intrise di tenerezza. In esse la Vergine Maria, la serva “che glorifica il Signore” (Lc 1,46), si manifesta a Juan Diego come la Madre del vero Dio. Ella gli dona, come segno, alcune rose preziose e lui, quando le mostra al Vescovo, scopre raffigurata sul suo mantello la benedetta immagine di Nostra Signora. L’evento guadalupano significò l’inizio dell’evangelizzazione con una vitalità che superò ogni aspettativa. Il messaggio di Cristo, attraverso sua Madre, riprese gli elementi centrali della cultura indigena, li purificò e diede loro il definitivo significato di salvezza. Pertanto, Guadalupe e Juan Diego possiedono un profondo significato ecclesiale e missionario e sono un modello di evangelizzazione perfettamente inculturata.

Giovanni Paolo II,Omelia al santuario di Guadalupe 31 luglio 2002

Insegnaci la via
Benedetto Juan Diego, indio buono e cristiano, che il popolo semplice ha sempre considerato come un vero santo! Ti chiediamo di accompagnare la Chiesa pellegrina in Messico, perché ogni giorno sia sempre più evangelizzatrice e missionaria. Felice Juan Diego, uomo fedele ed autentico! Ti affidiamo i nostri fratelli e sorelle, perché sentendosi chiamati alla santità, impregnino tutti gli ambiti della vita sociale con lo spirito evangelico. Benedici le famiglie, sostieni gli sposi nel loro matrimonio, appoggia gli sforzi dei genitori per educare cristianamente i loro figli. Guarda benigno il dolore di quanti soffrono nel corpo e nello spirito, di quanti patiscono povertà, solitudine, emarginazione o ignoranza. Che tutti, governanti e sudditi, agiscano sempre secondo le esigenze della giustizia e il rispetto della dignità di ogni uomo, perché così si consolidi la vera pace. Amato Juan Diego, “l’aquila che parla”! Insegnaci il cammino che conduce alla Virgen Morena del Tepeyac, affinché Ella ci accolga nell’intimo del suo cuore, giacché Ella è la Madre amorosa e compassionevole che ci conduce fino al vero Dio. Amen.

Giovanni Paolo II Omelia al santuario di Guadalupe 31 luglio 2002

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BENEDETTO XVI: SOLENNITÀ DELLA B.V.M. DI GUADALUPE, BASILICA VATICANA, 12 dicembre 2011

http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/homilies/2011/documents/hf_ben-xvi_hom_20111212_america-latina_it.html

CELEBRAZIONE EUCARISTICA PER IL BICENTENARIO DELL’INDIPENDENZA
DEI PAESI DELL’AMERICA LATINA E DEI CARAIBI

OMELIA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI

SOLENNITÀ DELLA B.V.M. DI GUADALUPE, BASILICA VATICANA

Lunedì, 12 dicembre 2011

Cari fratelli e sorelle,

«La terra ha dato il suo frutto» (Sal 67, 7). In questa immagine del salmo che abbiamo ascoltato, nella quale s’invitano tutti i popoli e le nazioni a lodare con gioia il Signore che ci salva, i Padri della Chiesa hanno saputo riconoscere la Vergine Maria e Cristo, suo Figlio: «La terra è santa Maria, la quale viene dalla nostra terra, dal nostro lignaggio, da questa creta, da questo fango, da Adamo [...]. La terra ha dato il suo frutto: prima produsse un fiore [...]; poi questo fiore si trasformò in frutto, affinché potessimo mangiarlo, affinché mangiassimo la sua carne. Volete sapere qual è questo frutto? E il Vergine che procede dalla Vergine; il Signore, dalla schiava; Dio, dall’uomo; il Figlio, dalla Madre; il frutto, dalla terra» (San Girolamo, Breviarum in Psalm. 66; PL 26, 1010-1011). Anche noi oggi, esultando per il frutto di questa terra diciamo «Ti lodino i popoli, Dio, ti lodino i popoli tutti» (Sal 67, 4). Proclamiamo il dono della redenzione ottenuta da Cristo e in Cristo riconosciamo il suo potere e la sua maestà divina.
Animato da questi sentimenti, saluto con affetto fraterno i signori cardinali e vescovi che ci accompagnano, le diverse rappresentanze diplomatiche, i sacerdoti, i religiosi e le religiose, come pure i gruppi di fedeli riuniti in questa Basilica di San Pietro per celebrare con gioia la solennità di Nostra Signora di Guadalupe, Madre e Stella dell’Evangelizzazione in America.
Tengo presenti anche tutti coloro che si uniscono spiritualmente e che pregano Dio con noi nei diversi Paesi dell’America Latina e dei Caraibi, molti dei quali in questo tempo festeggiano il Bicentenario della loro indipendenza, e che, al di là degli aspetti storici, sociali e politici degli eventi, rinnovano all’Altissimo la loro gratitudine per il grande dono della fede ricevuta, una fede che annuncia il Mistero redentore della morte e della resurrezione di Gesù Cristo, affinché tutti i popoli della terra in Lui abbiano vita. Il Successore di Pietro non poteva lasciar passare questa ricorrenza senza tener presente la gioia della Chiesa per i copiosi doni che Dio nella sua infinità bontà ha elargito in questi anni a queste amatissime nazioni, che dal più profondo invocano Maria Santissima.
La venerata immagine della Morenita del Tepeyac, dal volto dolce e sereno, impressa sul mantello dell’indio san Juan Diego, si presenta come «la sempre Vergine Maria, Madre del vero Dio per il quale si vive» (De la lectura del Oficio. Nicán Mopohua, 12 ed., Città del Messico, df, 1971, 3-19). Ricorda la «donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle. Era incinta» (Ap 12, 1-2) e indica la presenza del Salvatore alla sua popolazione indigena e meticcia. Ci conduce sempre al suo divino Figlio, il quale si rivela come fondamento della dignità di tutti gli esseri umani, come un amore più forte delle forze del male e della morte, essendo anche fonte di gioia, fiducia filiale, consolazione e speranza.
Il Magnificat, che proclamiamo nel Vangelo, è «il cantico della Madre di Dio e quello della Chiesa, cantico della Figlia di Sion e del nuovo Popolo di Dio, cantico di ringraziamento per la pienezza di grazie elargite nell’Economia della salvezza, cantico dei “poveri”, la cui speranza si realizza mediante il compimento delle promesse fatte “ai nostri padri”» (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2619). In un gesto di riconoscenza al suo Signore e di umiltà della sua serva, la Vergine Maria leva a Dio la lode per tutto quello che Egli ha fatto a favore del suo popolo, Israele. Dio è Colui che merita tutto l’onore e la gloria, l’Onnipotente che fa meraviglie per la sua fedele servitrice e che oggi continua a mostrare il suo amore per tutti gli uomini, in particolare per quanti affrontano dure prove.
«Ecco, a te viene il tuo re. Egli è giusto e vittorioso, umile, cavalca un asino (Zc 9, 9), abbiamo ascoltato nella prima lettura. Dall’incarnazione del Verbo, il Mistero divino si rivela nell’evento di Gesù Cristo, che è contemporaneo a ogni persona umana in qualsiasi tempo e luogo per mezzo della Chiesa, della quale Maria è Madre e modello. Per questo, noi oggi possiamo continuare a lodare Dio per le meraviglie che ha compiuto nella vita dei popoli latinoamericani e del mondo intero, manifestando la sua presenza nel Figlio e nell’effusione del suo Spirito come novità di vita personale e comunitaria. Dio ha nascosto queste cose «ai sapienti e agli intelligenti», facendole conoscere ai piccoli, agli umili, ai puri di cuore (cfr. Mt 11, 25).
Con il suo «sì» alla chiamata di Dio, la Vergine Maria manifesta fra gli uomini l’amore divino. In tal senso, con semplicità e cuore di madre, continua a indicare l’unica Luce e l’unica Verità: suo Figlio Gesù Cristo, che è «la risposta definitiva alla domanda sul senso della vita, agli interrogativi fondamentali che assillano anche oggi tanti uomini e donne del Continente americano» (Esortazione apostolica post-sinodale Ecclesia in America, n. 10). Allo stesso modo, Lei «con la sua molteplice intercessione continua a ottenerci i doni che ci assicurano la nostra salvezza eterna. Con la sua materna carità si prende cura dei fratelli del Figlio suo ancora peregrinanti e posti in mezzo a pericoli e affanni, fino a che non siano condotti nella patria beata» (Lumen gentium, n. 62).
Al momento attuale, mentre si commemora in diversi luoghi dell’America Latina il Bicentenario della loro indipendenza, il cammino dell’integrazione in questo amato continente prosegue, e contemporaneamente si avverte il suo nuovo protagonismo emergente a livello mondiale. In queste circostanze è importante che i suoi diversi popoli salvaguardino il loro ricco tesoro di fede e il loro dinamismo storico-culturale, mostrandosi sempre difensori della vita umana dal suo concepimento fino al suo termine naturale, e promotori della pace; devono altresì tutelare la famiglia nella sua autentica natura e missione, intensificando allo stesso tempo una vasto e capillare lavoro educativo che prepari rettamente le persone e le renda consapevoli delle proprie capacità, di modo che affrontino in modo degno e responsabile il loro destino. Sono chiamati anche a promuovere sempre più iniziative adeguate e programmi concreti che propizino la riconciliazione e la fraternità, incrementino la solidarietà e la tutela dell’ambiente, intensifichino gli sforzi per superare la miseria, l’analfabetismo e la corruzione e per sradicare ogni ingiustizia, violenza, criminalità, insicurezza civile, narcotraffico ed estorsione.
Mentre la Chiesa si preparava a ricordare il quinto centenario della plantatio della Croce di Cristo nella buona terra del continente americano, il beato Giovanni Paolo II formulò sul suo suolo, per la prima volta, il programma di un’evangelizzazione nuova, nuova «nel suo ardore, nei suoi metodi, nella sua espressione» (cfr. Discorso all’Assemblea del Celam, 9 marzo 1983, III; AAS 75, 1983, 778). A partire dalla mia responsabilità di confermare nella fede, anch’io desidero incoraggiare lo zelo apostolico che attualmente anima e pretende la «missione continentale», promossa ad Aparecida, affinché «la fede cristiana si radichi più profondamente nel cuore delle persone e dei popoli latinoamericani come evento fondante e incontro vivificante con Cristo» (V Conferenza Generale dell’Episcopato dell’America Latina e dei Caraibi, Documento conclusivo, n. 13). Così si moltiplicheranno gli autentici discepoli e missionari del Signore e si rinnoverà la vocazione dell’America Latina e dei Caraibi alla speranza. Che la luce di Dio risplenda, quindi, sempre più sul volto di ognuno dei figli di questa amata terra e che la sua grazia redentrice orienti le loro decisioni, affinché continuino a progredire senza perdersi d’animo nella costruzione di una società fondata sullo sviluppo del bene, sul trionfo dell’amore e sulla diffusione della giustizia. Con questi vivi propositi, e sostenuto dall’aiuto della provvidenza divina, ho intenzione d’intraprendere un viaggio apostolico prima della santa Pasqua in Messico e a Cuba, per proclamare lì la Parola di Cristo e per rafforzare la convinzione che questo è un tempo prezioso per evangelizzare con fede vigorosa, speranza viva e carità ardente.
Affido tutti questi propositi all’amorevole mediazione di Santa Maria di Guadalupe, nostra Madre del cielo, come pure gli attuali destini delle nazioni latinoamericane e caraibiche e il cammino che stanno percorrendo verso un domani migliore. Invoco inoltre su di esse l’intercessione di tanti santi e beati che lo Spirito ha suscitato in tutta la storia di questo continente, offrendo modelli eroici di virtù cristiane nella diversità delle condizioni di vita e di ambienti sociali, affinché il loro esempio favorisca sempre più una nuova evangelizzazione sotto lo sguardo di Cristo, Salvatore dell’uomo e forza della sua vita. Amen.

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