Archive pour la catégorie 'Via Crucis'

via Crucis al Colosseo 2008, collegarsi con il link

http://www.vatican.va/news_services/liturgy/2008/documents/ns_lit_doc_20080321_via-crucis_it.html

UFFICIO DELLE CELEBRAZIONI LITURGICHE DEL SOMMO PONTEFICE

VIA CRUCIS AL COLOSSEO

PRESIEDUTA DAL SANTO PADRE
BENEDETTO XVI

VENERDÌ SANTO 2008

MEDITAZIONI E PREGHIERE DI
Sua Eminenza Reverendissima
il Signor Card. JOSEPH ZEN ZE-KIUN, S.D.B.
Vescovo di Hong Kong

stazione7

 

Publié dans:Via Crucis |on 18 avril, 2019 |Pas de commentaires »

VIA CRUCIS AL COLOSSEO MEDITAZIONI GIANFRANCO RAVASI

http://www.vatican.va/news_services/liturgy/2007/via_crucis/it/station_01.html

VIA CRUCIS AL COLOSSEO MEDITAZIONI GIANFRANCO RAVASI

(metto la prima Stazione ed il link per tutte le altre, cliccate sulle immagini)

http://www.vatican.va/news_services/liturgy/2007/via_crucis/it/station_01.html

PRIMA STAZIONE

Gesù nell’orto degli ulivi

V/. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. R/. Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum. Dal Vangelo secondo Luca. 22, 39-46

Gesù se ne andò, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono. Giunto sul luogo, disse loro: «Pregate, per non entrare in tentazione». Poi si allontanò da loro quasi un tiro di sasso e, inginocchiatosi, pregava: «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà». Gli apparve allora un angelo dal cielo a confortarlo. In preda all’angoscia, pregava più intensamente; e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadevano a terra. Poi, rialzatosi dalla preghiera, andò dai discepoli e li trovò che dormivano per la tristezza. E disse loro: «Perché dormite? Alzatevi e pregate, per non entrare in tentazione».

MEDITAZIONE Quando scende su Gerusalemme il velo dell’oscurità, gli ulivi del Getsemani ancor oggi sembrano  ricondurci, con lo stormire delle loro foglie, a quella notte di sofferenza e di preghiera vissuta da Gesù . Egli si staglia solitario, al centro della scena, inginocchiato sulle zolle di quell’orto. Come ogni persona quando è in faccia alla morte, anche Cristo è attanagliato dall’angoscia: anzi, la parola originaria che l’evangelista Luca usa è «agonia», cioè lotta. La preghiera di Gesù è, allora, drammatica, è tesa come in un combattimento, e il sudore striato di sangue che cola sul suo volto è segno di un tormento aspro e duro.

Il grido è lanciato verso l’alto, verso quel Padre che sembra misterioso e muto: «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice», il calice del dolore e della morte. Anche uno dei grandi padri di Israele, Giacobbe, in una notte cupa, alle sponde di un affluente del Giordano, aveva incontrato Dio come una persona misteriosa che «aveva lottato con lui fino allo spuntare dell’aurora».(2) Pregare nel tempo della prova è un’esperienza che sconvolge il corpo e l’anima e anche Gesù, nelle tenebre di quella sera, «offre preghiere e suppliche con forti grida e lacrime a colui che può liberarlo dalla morte».(3)

* * *

Nel Cristo del Getsemani, in lotta con l’angoscia, ritroviamo noi stessi quando attraversiamo la notte del dolore lacerante, della solitudine degli amici, del silenzio di Dio. E’ per questo che Gesù — come è stato detto—«sarà in agonia sino alla fine del mondo: non bisogna dormire fino a quel momento perché egli cerca compagnia e conforto»,(4) come ogni sofferente della terra. In lui noi scopriamo anche il nostro volto, quando è rigato dalle lacrime ed è segnato dalla desolazione.

Ma la lotta di Gesù non approda alla tentazione della resa disperata, bensì alla professione di fiducia nel Padre e nel suo misterioso disegno. Sono le parole del «Padre nostro» che egli ripropone in quell’ora amara: «Pregate per non entrare in tentazione… Non sia fatta la mia, ma la tua volontà!». Ed ecco, allora, apparire l’angelo della consolazione, del sostegno e del conforto che aiuta Gesù e noi a continuare sino alla fine il nostro cammino.

Tutti:

Pater noster, qui es in cælis: sanctificetur nomen tuum; adveniat regnum tuum; fiat voluntas tua, sicut in cælo, et in terra. Panem nostrum cotidianum da nobis hodie; et dimitte nobis debita nostra, sicut et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne nos inducas in tentationem; sed libera nos a malo.

Stabat mater dolorosa, iuxta crucem lacrimosa, dum pendebat Filius.

(2) Cf. Genesi 32, 23-32. (3) Cf. Ebrei 5, 7. (4) Blaise Pascal, Pensieri, n. 553 ed. Brunschvicg.

LA VIA CRUCIS PIÙ GRANDE DEL MONDO, IN VIA DELLA CONCILIAZIONE A ROMA

io non l’ho ancora vista anche se sono a Roma, dal sito:

http://www.zenit.org/article-26109?l=italian

LA VIA CRUCIS PIÙ GRANDE DEL MONDO, IN VIA DELLA CONCILIAZIONE A ROMA

Fino al 29 aprile

di Elizabeth Lev*

ROMA, lunedì, 28 marzo 2011 (ZENIT.org).- Se solo Richard Dawkins e Christopher Hitchens vivessero a Roma, avremmo avuto un notevole passatempo quaresimale osservando i loro capricci per quaranta giorni.
Notare che i romani scendono in strada per vedere Benedetto XVI presiedere la Via Crucis al Colosseo il Venerdì Santo li avrebbe portati a rizzare i capelli, ma la vista delle stazioni organizzate lungo Via della Conciliazione avrebbe fatto loro scoppiare la testa.
Via della Conciliazione – aperta da Benito Mussolini nel 1929 per celebrare i Patti Lateranensi di quello stesso anno, che hanno visto l’Italia e la Santa Sede riconoscere la reciproca sovranità – è la via principale che conduce alla Basilica di San Pietro. Chiunque abbia visitato Roma ricorderà la vista impressionante che appare voltando l’angolo dal Tevere e guardando la piazza, la Basilica e la cupola che si levano con maestosità alla fine della strada.
Progettata per sottolineare lo spirito di collaborazione tra lo Stato italiano e la Santa Sede, la via contiene un miscuglio tipicamente romano di sacro e profano, dal servizio ai pellegrini alla casa editrice Chaos, specializzata nelle cospirazioni e negli scandali vaticani.
In questi giorni, però, il grande viale sta assumendo un altro aspetto, quello della Via Crucis. Quattordici stazioni con figure a grandezza naturale spiccano infatti su uno dei suoi larghi marciapiedi.
Realizzata in bronzo usando la stessa tecnica a cera persa di Brunelleschi e Donatello, la Via Crucis comprende 49 statue e 11 croci, le stazioni più grandi del mondo.
Gli scultori, Pasquale Nava e Giuseppe Allamprese, hanno lavorato a questo progetto dal 2002. Le sculture sono state concepite e modellate nel grande laboratorio della Domus Dei, proprietà della Congregazione delle Pie Discepole del Divin Maestro, che produce opere d’arte e oggetti liturgici per le chiese.
La Via Crucis è stata commissionata per la città di Coquimbo (Cile) dalla “Fondazione Croce del III Millennio”, nata dopo la visita di Giovanni Paolo II nel 1987 per raccogliere i frutti del viaggio papale. Nel 1998 la Fondazione ha avviato il progetto per la realizzazione di una croce alta più di 8 metri che sovrasti la città, e queste maestose stazioni, dopo la loro permanenza quaresimale a Roma, adorneranno le vie di Coquimbo.
Benedetto XVI ha benedetto la prima stazione dopo l’Udienza generale del 1° marzo scorso. Suor Rosalia Rosetti, presidente di Domus Dei, insieme al Consiglio d’Amministrazione, ha chiesto al Sindaco di Roma, Gianni Alemanno, il permesso di esporre le opere in Via della Conciliazione, che è sotto la giurisdizione di Roma. Questa “benedizione secolare” non si è fatta attendere e non ha suscitato polemiche.
La Via Crucis rimarrà nella via che conduce alla Basilica di San Pietro fino al 29 aprile.
Le stazioni sono molto particolareggiate. Le figure sono disposte in gruppi in cui Cristo appare sempre più ritratto e tranquillo rispetto ai personaggi che lo circondano. I soldati gli girano intorno per colpirlo, le donne sono vestite a lutto, le croci si stagliano violentamente contro il cielo, obbligando i passanti, cristiani o meno, ad essere testimoni della persecuzione e della sofferenza di Cristo.
I dettagli meticolosi e storicamente precisi danno vita alle scene. L’armatura romana è accurata e piena di dettagli, gli abiti e gli accessori sono molto naturali, tanto che ci si sente traportati indietro nel tempo nonostante il rombo dei motori delle automobili circostanti.
Via della Conciliazione è diventata un teatro in cui si rappresentano le ultime ore di Cristo. Seguendo lo stesso cammino, San Pietro andò verso il luogo del suo martirio.
In città ci sono altre Via Crucis. La più famosa è nella Basilica di Santa Croce in Gerusalemme, dove si conservano le reliquie della Passione e la Scala Santa, ritenuta quella che Cristo salì per incontrare Ponzio Pilato.
Anche Dan Brown nel suo romanzo “Angeli e Demoni” e la moltitudine dei suoi seguaci possono intepretare la città come un cammino di “illuminazione” attraverso una scienza atea. I romani sanno che la via tracciata attraverso la Città Eterna, dalle reliquie alle nuove stazioni di Via della Conciliazione, illumina il cammino della salvezza.
* Elizabeth Lev insegna Arte e Architettura Cristiane nel campus italiano della Duquesne University e nel programma di Studi Cattolici dell’Università San Tommaso. Può essere contattata all’indirizzo
lizlev@zenit.org.

Publié dans:Via Crucis |on 28 mars, 2011 |Pas de commentaires »

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