Archive pour la catégorie 'preghiere'

SE MI AMI NON PIANGERE – SANT’AGOSTINO (preghiera)

http://www.papaboys.org/notizia-che-non-troverete-sui-giornaloni-gesu-ha-sconfitto-la-morte-per-sempre/

SE MI AMI NON PIANGERE – SANT’AGOSTINO (preghiera)

Non piangere per la mia dipartita.
Ascolta questo messaggio.
Se tu conoscessi il mistero immenso del cielo
dove ora vivo;
se tu potessi vedere e sentire
ciò che io vedo e sento in questi orizzonti senza fine,
e in quella luce che tutto investe e penetra,
non piangeresti.
Sono ormai assorbito dall’incanto di Dio,
dalla sua sconfinata bellezza.
Le cose di un tempo
sono così piccole e meschine al confronto.
Mi è rimasto l’affetto per te, una tenerezza
che non hai mai conosciuto.
Ci siamo visti e amati nel tempo:
ma tutto era allora fugace e limitato.
Ora vivo nella serena speranza
e nella gioiosa attesa del tuo arrivo tra noi.
Tu pensami così.
Nelle tue battaglia, orièntati a questa meravigliosa casa
dove non esiste la morte e dove ci disseteremo insieme,
nell’anelito più puro e più intenso,
alla fonte inestinguibile della gioia e dell’amore.
Non piangere, se veramente mi ami.

 

Publié dans:preghiere, Sant'Agostino |on 2 novembre, 2016 |Pas de commentaires »

PREGHIERE DEI PADRI DELLA CHIESA

http://orantidistrada.blogspot.it/2012/03/preghiere-dei-padri-della-chiesa.html

PREGHIERE DEI PADRI DELLA CHIESA

La nostra preghiera non deve consistere in atteggiamenti del nostro corpo: gridare, rimanere in silenzio, oppure piegare le ginocchia; dobbiamo piuttosto attendere con un cuore sobrio e vigilante che Dio venga e visiti l’anima introducendosi per tutte le sue vie d’accesso, i suoi sentieri e i suoi sensi.
(S. Macario il Grande – 300-390 ca. – « Dall’Omelia 33″)

Signore, amico degli uomini, a Te ricorro al mio risveglio, cominciando il compito assegnatomi nella tua misericordia: assistimi in ogni tempo ed in ogni cosa; preservami da ogni seduzione mondana, da ogni influenza del demonio; salvami e introducimi nel tuo Regno eterno. Tu sei infatti il mio Creatore, la fonte ed il dispensatore di ogni bene: in te riposa tutta la mia speranza, ed io ti rendo gloria ora e sempre e nei secoli dei secoli.
Amen.
(S. Macario il Grande « Preghiere »)

Mio Dio, purifica me, peccatore, che non ho mai fatto il bene davanti a Te; liberami dal male e fa che si compia in me la tua volontà: affinché senza timore di condanna, apra le mie labbra indegne e celebri il tuo Santo Nome: Padre, Figlio e Spirito Santo, ora e sempre, nei secoli dei secoli.
Amen.
(S. Macario il Grande « Preghiere »)

Abbi pietà di noi, Signore, abbi pietà di noi, privi di ogni giustificazione, noi peccatori ti rivolgiamo, o nostro Sovrano, questa supplica: abbi pietà di noi. Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo.
Signore, abbi pietà di noi: in te infatti, abbiamo riposto la nostra fiducia; non ti adirare oltremodo con noi, né ricordare i nostri peccati; ma misericordioso come sei, volgi su di noi il tuo sguardo benigno e liberaci dai nostri nemici. Tu infatti sei il nostro Dio e noi siamo il tuo popolo; tutti siamo opera delle tue mani ed abbiamo invocato il tuo nome. Ora e sempre e nei secoli dei secoli.
Amen.
(S. Macario il Grande « Preghiere »)

Tutti gli esseri ti rendono omaggio, o Dio, quelli che parlano e quelli che non parlano, quelli che pensano e quelli che non pensano. Il desiderio dell’universo, il gemito di tutte le cose, salgono verso di te. Tutto quanto esiste, Te prega e a Te ogni essere che sa vedere dentro la tua creazione, un silenzioso inno fa salire a te.
(S. Gregorio di Nazianzo « Poesie dogmatiche »)

Ti ringrazio, Signore; te ringrazio, solo conoscitore dei cuori, giusto re, pieno di misericordia. Ti ringrazio, o senza principio, Verbo onnipotente, tu che sei sceso sulla terra e ti sei incarnato, Dio mio, e sei divenuto – ciò che non eri – uomo simile a me, senza mutazione, senza venir meno, senza qualsivoglia peccato. Al fine, tu impassibile soffrendo ingiustamente da parte di empi, di concedere a me condannato l’impassibilità nell’imitare i tuoi patimenti, o Cristo mio.
(S. Simeone il Nuovo Teologo « Inni e Preghiere »)

Ora in noi senza indugio discendi, o Spirito Santo, unità sola col Padre e col Figlio: benigno ancora nei cuori effonditi. Bocca, lingua, intelletto, sensi e forze cantino la tua lode. Divampi in noi la fiamma del tuo amore, fino ad accendere chi ci è vicino.
(S. Ambrogio di Milano « Inni »)

Preghiamo che Gesù regni su di noi, che la nostra terra sia liberata dalle guerre e dagli assalti dei desideri carnali e che allora, quando questi saranno cessati, ognuno riposi all’ombra della sua vite, del suo fico, del suo olivo. Sotto la protezione del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo riposa l’anima che ha ritrovato in sé la pace della carne e dello spirito. A Dio eterno gloria nei secoli dei secoli.
Amen.
(Origene « Omelia XXII sul libro dei Numeri »)

Non ricordare più i miei peccati; se ho mancato, per la debolezza della mia natura, in parole, opere e pensieri. Tu perdonami, tu che hai il potere di rimettere i peccati. Deponendo l’abito del corpo, la mia anima sia trovata senza colpa. Più ancora: degnati, o mio Dio, di ricevere nelle tue mani l’anima mia senza colpa e senza macchia quale una gradita offerta.
(S. Gregorio di Nissa « Vita di Santa Macrina »)

Dal cielo è sceso come la luce, da Maria è nato come un germe divino, dalla croce è caduto come un frutto,
al cielo è salito come una primizia. Benedetta sia la tua volontà! Tu sei l’offerta del cielo e della terra, ora immolato e ora adorato. Sei disceso in terra per essere vittima, sei salito come offerta unica, sei salito portando il tuo sacrificio, o Signore.
(S. Efrem il Siro « Inni »)

PREGHIERE DEI PADRI DELLA CHIESA

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PREGHIERE DEI PADRI DELLA CHIESA

La nostra preghiera non deve consistere in atteggiamenti del nostro corpo: gridare, rimanere in silenzio, oppure piegare le ginocchia; dobbiamo piuttosto attendere con un cuore sobrio e vigilante che Dio venga e visiti l’anima introducendosi per tutte le sue vie d’accesso, i suoi sentieri e i suoi sensi. (S. Macario il Grande – 300-390 ca. – « Dall’Omelia 33″)

Signore, amico degli uomini, a Te ricorro al mio risveglio, cominciando il compito assegnatomi nella tua misericordia: assistimi in ogni tempo ed in ogni cosa; preservami da ogni seduzione mondana, da ogni influenza del demonio; salvami e introducimi nel tuo Regno eterno. Tu sei infatti il mio Creatore, la fonte ed il dispensatore di ogni bene: in te riposa tutta la mia speranza, ed io ti rendo gloria ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amen. (S. Macario il Grande « Preghiere »)

Mio Dio, purifica me, peccatore, che non ho mai fatto il bene davanti a Te; liberami dal male e fa che si compia in me la tua volontà: affinché senza timore di condanna, apra le mie labbra indegne e celebri il tuo Santo Nome: Padre, Figlio e Spirito Santo, ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen. (S. Macario il Grande « Preghiere »)

Abbi pietà di noi, Signore, abbi pietà di noi, privi di ogni giustificazione, noi peccatori ti rivolgiamo, o nostro Sovrano, questa supplica: abbi pietà di noi. Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo. Signore, abbi pietà di noi: in te infatti, abbiamo riposto la nostra fiducia; non ti adirare oltremodo con noi, né ricordare i nostri peccati; ma misericordioso come sei, volgi su di noi il tuo sguardo benigno e liberaci dai nostri nemici. Tu infatti sei il nostro Dio e noi siamo il tuo popolo; tutti siamo opera delle tue mani ed abbiamo invocato il tuo nome. Ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amen. (S. Macario il Grande « Preghiere »)

Tutti gli esseri ti rendono omaggio, o Dio, quelli che parlano e quelli che non parlano, quelli che pensano e quelli che non pensano. Il desiderio dell’universo, il gemito di tutte le cose, salgono verso di te. Tutto quanto esiste, Te prega e a Te ogni essere che sa vedere dentro la tua creazione, un silenzioso inno fa salire a te. (S. Gregorio di Nazianzo « Poesie dogmatiche »)

Ti ringrazio, Signore; te ringrazio, solo conoscitore dei cuori, giusto re, pieno di misericordia. Ti ringrazio, o senza principio, Verbo onnipotente, tu che sei sceso sulla terra e ti sei incarnato, Dio mio, e sei divenuto – ciò che non eri – uomo simile a me, senza mutazione, senza venir meno, senza qualsivoglia peccato. Al fine, tu impassibile soffrendo ingiustamente da parte di empi, di concedere a me condannato l’impassibilità nell’imitare i tuoi patimenti, o Cristo mio. (S. Simeone il Nuovo Teologo « Inni e Preghiere »)

Ora in noi senza indugio discendi, o Spirito Santo, unità sola col Padre e col Figlio: benigno ancora nei cuori effonditi. Bocca, lingua, intelletto, sensi e forze cantino la tua lode. Divampi in noi la fiamma del tuo amore, fino ad accendere chi ci è vicino. (S. Ambrogio di Milano « Inni »)

Preghiamo che Gesù regni su di noi, che la nostra terra sia liberata dalle guerre e dagli assalti dei desideri carnali e che allora, quando questi saranno cessati, ognuno riposi all’ombra della sua vite, del suo fico, del suo olivo. Sotto la protezione del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo riposa l’anima che ha ritrovato in sé la pace della carne e dello spirito. A Dio eterno gloria nei secoli dei secoli. Amen. (Origene « Omelia XXII sul libro dei Numeri »)

Non ricordare più i miei peccati; se ho mancato, per la debolezza della mia natura, in parole, opere e pensieri. Tu perdonami, tu che hai il potere di rimettere i peccati. Deponendo l’abito del corpo, la mia anima sia trovata senza colpa. Più ancora: degnati, o mio Dio, di ricevere nelle tue mani l’anima mia senza colpa e senza macchia quale una gradita offerta. (S. Gregorio di Nissa « Vita di Santa Macrina »)

Dal cielo è sceso come la luce, da Maria è nato come un germe divino, dalla croce è caduto come un frutto, al cielo è salito come una primizia. Benedetta sia la tua volontà! Tu sei l’offerta del cielo e della terra, ora immolato e ora adorato. Sei disceso in terra per essere vittima, sei salito come offerta unica, sei salito portando il tuo sacrificio, o Signore. (S. Efrem il Siro « Inni »)

Publié dans:preghiera (sulla), preghiere |on 26 avril, 2016 |Pas de commentaires »

SIGNORE FA’ DI ME UNO STRUMENTO DELLA TUA PACE

http://www.gliscritti.it/index.html

SIGNORE FA’ DI ME UNO STRUMENTO DELLA TUA PACE

La preghiera detta “di S.Francesco” e la sua vera storia. Breve nota da un articolo di Roberto Beretta

Il testo che presentiamo on-line è tratto dall’articolo di Roberto Beretta, Gli apocrifi del Poverello, pubblicato su Avvenire del mercoledì 9 gennaio 2002, p.23. L’articolo commentava due volumi allora appena pubblicati sugli scritti di Francesco d’Assisi. Abbiamo volutamente omesso i riferimenti a queste due opere, per limitarci ai dati storici che l’autore proponeva sulla cosiddetta “Preghiera semplice di S.Francesco”. Mettere a disposizione questa piccola nota on-line vuole essere uno stimolo ad un confronto più serrato con il Francesco della storia, uomo segnato da una profonda fede cristologica e da una profonda adesione alla Chiesa del suo tempo, anche nel suo spessore gerarchico e sacramentale.

L’Areopago …Tutti conoscono la cosiddetta “Preghiera semplice” – quella che suona: “Signore, fa’ di me uno strumento della tua pace. Dove è odio, fa’ che io porti l’amore…” – e quasi tutti ne allegano la paternità all’autore del “Cantico delle creature”. Gli storici, peraltro, e gli addetti ai lavori hanno sempre saputo invece che tale suggestiva orazione è tutt’altro che francescana: infatti ha un secolo d’anzianità al massimo e non è stata neppure composta da un frate minore; l’attribuzione al Poverello si deve al fatto accidentale che essa fu stampata una volta sul retro di un santino di Francesco d’Assisi…

Certo: la “Preghiera semplice” è un inno alla pace, all’amore, insomma alle virtù cristiane che ben corrispondono all’immagine di san Francesco divulgata popolarmente. Ma si tratta comunque di uno stereotipo: è corretto alimentarlo senza ricorrere alle fonti originali? Padre Willibrord-Christian van Dijk, un cappuccino che ha studiato la vicenda della “Preghiera semplice” per 40 anni, ha notato per esempio la stranezza di attribuire a un “santo che passa per essere un grande mistico cristiano un testo che non s’indirizza a Gesù Cristo e nemmeno lo nomina, né vi si trova alcuna citazione evangelica o biblica”. Osservazione pertinente, visto che tutte le preghiere autentiche di Francesco sono nient’altro che centoni di frasi desunte dalle Scritture e/o dalla liturgia… San Francesco non è un “archetipo” astratto, bensì un personaggio storico; e come tale merita di essere trattato anche nell’esame dei suoi scritti. Con metodo rigoroso, infatti, lo studioso francese arriva a risultati pressoché definitivi sull’origine della “Preghiera semplice”: la sua più antica stampa conosciuta risale al dicembre 1912, quando l’orazione comparve sulla pia rivista parigina La Clochette (“La campanella”), bollettino mensile della Lega della Santa Messa: era anonima, ma forse attribuibile al direttore del periodico stesso, il prete poligrafo normanno Esther Auguste Bouquerel. Di lì a poco la strofetta fu ripresa da un’altra rivista francese e quindi, nel 1916, sulla prima pagina dell’Osservatore romano, che la lanciò internazionalmente come invocazione per la pace. L’abbinamento col saio del grande Assisate avviene dopo il 1918, quando il cappuccino padre Etienne Benoit stampa il testo dell’orazione sul retro di un’immaginetta destinata al suo terz’ordine e recante in facciata la figura del Fondatore: “Questa preghiera riassume meravigliosamente la fisionomia esterna del vero figlio di san Francesco”, scrive il religioso. E’ un santino dunque l’origine della falsa attribuzione francescana, che però diventa esplicita per la prima volta nel 1927 in una pubblicazione protestante: i cattolici infatti rifiuteranno tale abusiva paternità almeno fino agli anni Cinquanta. Segue un incredibile successo internazionale.

PREGARE CON UN SALMO – SALMO 131 (130) di sr. Anna Maria Tittarelli r.c.

http://www.arcidiocesibaribitonto.it/pubblicazioni/articoli-on-line/messaggeri-della-tenerezza-di-dio-accanto-a-chi-soffre

PREGARE CON UN SALMO – SALMO 131 (130)   di sr. Anna Maria Tittarelli r.c.  

Israele ha manifestato nei salmi tutta la vita dell’uomo, le speranze e le attese della storia. Questa manifestazione Cristo l’ha fatta propria, l’ha riconosciuta e l’ha compiuta  e per questo la Chiesa ce la offre perché anche noi impariamo a pregare come il Cristo  ha fatto, nella storia e per il mondo.  I Salmi sono la nostra vita divenuta preghiera.

“Nei salmi come in uno specchio ritroviamo anche il nostro volto”.                              

(S. Atanasio)

“Preghi? Sei tu che parli a Dio. Leggi? È Lui che ti parla. I salmi sono contemporaneamente Parola di Dio al suo fedele e parola d’uomo a Dio.”                                          

  (S. Gerolamo) SALMO 131 (130)      

… come bimbo svezzato…

Signore, non si inorgoglisce il mio cuore e non si leva con superbia il mio sguardo; non vado in cerca di cose grandi, superiori alle mie forze. Io sono tranquillo e sereno come bimbo svezzato in braccio a sua madre, come un bimbo svezzato è l’anima mia. Speri Israele nel Signore, ora e sempre.

Sguardo a Dio, il Signore! Sguardo su di sé: nel cuore nello sguardo nessun orgoglio nessuna superbia ma umiltà verità.  Immagine del bimbo tra le braccia della mamma. Tra le braccia del Dio della tenerezza che ci ama più di una madre: tranquillità e sicurezza                 fiducia abbandono filiale   speranza per l’oggi e per il futuro  

L’ESPERIENZA DEL SALMISTA Il salmista nella sua preghiera si rivolge al Signore esprimendo il suo stato d’animo con l’immagine di un lattante tranquillo, sazio e silenzioso, stretto al seno di sua madre. Il sorriso materno sembra venire a cicatrizzare le sue ferite piccole e grandi dovute ad esperienze negative. Rannicchiato nella calda intimità di un amore tenero e forte, il giusto guarda senza più invidia il mondo e le sue grandezze. La pace è una conquista raggiunta vincendo la tentazione dell’orgoglio e della superbia che rovina la vita propria e quella degli altri; lasciando spazio alla vera umiltà che non è mediocrità o disinteresse, ma è riconoscimento della propria situazione, della propria realtà. Quello del salmista è un cammino di liberazione dalle passioni per giungere ad una libertà e ad un sereno equilibrio che gli permette di godere la gioia e la pace di vivere alla presenza di Dio. Egli si sente profondamente e teneramente amato da Dio che, come una sollecita mamma, lo fa crescere cullandolo tra le sue braccia. Il salmista sperimenta la consolazione di Dio e il suo amore appas-sionato, descritto dal profeta Isaia:  (dice il Signore:) “Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se queste donne si dimenticassero, Io invece non ti dimenticherò mai…” (49,15) “…i suoi bimbi saranno portati in braccio, sulle ginocchia saranno accarezzati. Come una madre consola un figlio così Io vi consolerò…” (66,13) “Dice il Signore Dio, il Santo di Israele: <Nella conversione e nella calma sta la vostra salvezza, nell’abbandono confidente sta la vostra forza>”  (30,15) Il salmista termina la sua preghiera augurando a tutto il popolo quella libertà, quella pace del cuore che è frutto della speranza e di un abbandono totale in Dio. La pienezza di Dio genera calma e silenzio, e la felicità di essere un <bimbo> amato!   L’ESPERIENZA DI GESU’

Un bambino tra le braccia della madre: immagine tanto umana, ordinaria; ma quando il Figlio di Dio in persona  si è abbandonato a quel modo nelle braccia di Maria, questa umile realtà ha assunto un carattere sacro che ci rimanda all’amore di tenerezza di Dio. L’esperienza che Gesù bambino ha fatto, ce l’ha rivelata parlandoci di Dio che è Padre nel suo amore forte e appassionato; che è <madre>  nel suo affetto di tenerezza e nella sua sollecitudine. Credendo a questo amore possiamo veramente abbandonarci e vivere come bambini: “…se non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. …” (Mt 18,2-5)  Diventare come bambino nel senso di Cristo è un segno della maturità cristiana. Gesù, nella sua sollecitudine, vuol farci recuperare la dimensione della pace e della serenità che si appoggia più nel Signore che nelle cose: “…perché vi affannate? ..non state con l’animo in ansia…cercate il regno di Dio…”  (Lc 12,22-32) È a coloro che si sentono <piccoli> che viene rivelato il mistero dell’amore salvifico di Dio: per questo Gesù loda e benedice il Padre.      (cfr. Mt 11,25-26) Gesù ha vissuto continuamente unito al Padre, sentendosi Figlio che riceve tutto da Lui e che tutto dona al Padre, con il quale è in comunione d’amore: “…non mi ha lasciato solo, perché io faccio sempre le cose che gli sono gradite.” (Gv 8,28-29) Gesù ha sperimentato in pienezza l’abbandono nelle mani del Padre, tutta la sua vita, fino alla fine: “Padre nelle tue mani consegno il mio spirito” (Lc 23,46)  

LA MIA ESPERIENZA CRISTIANA

Uno degli aspetti fondamentali della vita cristiana è l’atteggiamento di umiltà e di semplicità: caratteristiche del bambino che si affida totalmente all’amore della madre e del padre. Stare tra le braccia di Dio è l’esperienza più gioiosa che posso fare: ho già sentito  questa  pace del cuore,  questa  sicurezza in  Dio? Il nostro mondo di oggi è un mondo di violenza, di rumore, di velocità: mi lascio prendere da tutto questo oppure cerco quei valori di silenzio, di semplicità, di preghiera, che fanno maturare la mia vita cristiana? So cercare in Dio la pienezza della mia vita, rinunziando a crearmi ambizioni e desideri di successo secondo il criterio del mondo? La pace del cuore deriva dall’umiltà che è superamento della tentazione dell’orgoglio, della presunzione che mi allontana da Dio: come posso fare questa esperienza di umiltà?   ADORAZIONE Guardo Gesù che si è fatto Bambino, che ha sperimentato cosa vuol dire crescere come figlio amato. Anch’io sono una figlia, un figlio, amato dal Padre che vuole riversare su di me tutti i suoi doni di tenerezza, di sicurezza, di grazia e di consolazione. Guardo alla mia vita e chiedo perdono al Signore per la mia poca umiltà, per quell’orgoglio che mi ha allontanato da Lui, che mi ha dato la presunzione di sentirmi migliore degli altri. Mi lascio prendere tra le braccia di questo Dio e chiedo a Gesù la grazia di convertirmi per diventare quel bambino che Lui vuole: un bambino felice perché si abbandona a Colui dal quale si sente protetto.

Preghiera Guarda Signore, il mio cuore umiliato ma pentito e perdona tutti i miei peccati: quando ho cercato di fare cose che oltrepassano le mie forze; quando mi sono vantato presso i semplici; quando mi sono sforzato per glorificare me stesso. Mi umilio profondamente perché tu, Signore, possa discendere fino a me.                            

S. Agostino

ALCUNE PREGHIERE DI SANT’AGOSTINO

https://santagostinopavia.wordpress.com/liturgia/alcune-preghiere-di-santagostino/

ALCUNE PREGHIERE DI SANT’AGOSTINO

1. Tu sei grande, Signore
Tu sei grande, Signore, e ben degno di lode; grande è la tua virtù, e la tua sapienza incalcolabile. E l’uomo vuole lodarti, una particella del tuo creato, che si porta attorno il suo destino mortale, che si porta attorno la prova del suo peccato e la prova che tu resisti ai superbi. Eppure l’uomo, una particella del tuo creato, vuole lodarti. Sei tu che lo stimoli a dilettarsi delle tue lodi, perché ci hai fatti per te, e il nostro cuore non ha pace finché non riposa in te. (Confessioni I, 1, 1)

2. Chi mi farà riposare in Te?
Chi mi farà riposare in Te, chi ti farà venire nel mio cuore a inebriarlo? Allora dimenticherei i miei mali, e il mio unico bene abbraccerei: Te. Cosa sei tu per me? Abbi misericordia, affinché io parli. E cosa sono io stesso per te, sì che tu mi comandi di amarti e ti adiri verso di me e minacci, se non ubbidisco, gravi sventure, quasi fosse una sventura lieve l’assenza stessa di amore per te? Oh, dimmi, per la tua misericordia, Signore Dio mio, cosa sei per me? Di’ all’anima mia: la salvezza tua io sono. Dillo, che io l’oda. Ecco, le orecchie del mio cuore stanno davanti alla tua bocca, Signore. Aprile e di’ all’anima mia: la salvezza tua io sono. Rincorrendo questa voce io ti raggiungerò, e tu non celarmi il tuo volto. Che io muoia per non morire, per vederlo. (Confessioni I, 5, 5)

3. La casa della mia anima
Angusta è la casa della mia anima perché tu possa entrarvi: allargala dunque; è in rovina: restaurala; ma chi potrà purificarla, a chi griderò, se non a te? Purificami, Signore dalle mie brutture, ignote a me stesso, e risparmia al tuo servo le brutture degli altri (Confessioni I, 5, 6)

4. Cosa amo, quando amo il mio Dio
Ciò che sento in modo certo, Signore, è che ti amo. Folgorato al cuore da te mediante la tua parola, ti amai, e anche il cielo e la terra e tutte le cose in essi contenute, ecco, da ogni parte mi dicono di amarti. Ma che amo, quando amo te? Non una bellezza corporea, né una grazia temporale: non lo splendore della luce, non le dolci melodie, non la fragranza dei fiori, non la manna e il miele, non le membra accette agli amplessi della carne. Nulla di tutto ciò amo, quando amo il mio Dio. Eppure amo una sorta di luce e voce e odore e cibo e amplesso nell’amare il mio Dio: la luce, la voce, l’odore, il cibo, l’amplesso dell’uomo interiore che è in me, ove splende alla mia anima una luce non avvolta dallo spazio, ove risuona una voce non travolta dal tempo, ove olezza un profumo non disperso dal vento, ove è colto un sapore non attenuato dalla voracità, ove si annoda una stretta non interrotta dalla sazietà. Questo amo, quando amo il mio Dio. (Confessioni X, 6, 8 )

5. Io cerco la felicità della vita
Come ti cerco, dunque Signore? Cercando te, Dio mio, io cerco la felicità della vita. Ti cercherò perché l’anima mia viva. Il mio corpo vive della mia anima e la mia anima vive di te. (Confessioni X, 20, 29)

6. Sei Tu il nostro vero godimento
Lontano, Signore, lontano dal cuore del tuo servo che si confessa a te, lontano il pensiero che qualsiasi godimento possa rendermi felice. C’è un godimento che non è concesso agli empi, ma a coloro che ti servono per puro amore, e il loro godimento sei tu stesso. E questa è la felicità: godere per Te, di Te, a causa di Te, e fuori di questa non ve n’è altra. Chi crede che ve ne sia un’altra, persegue un godimento, ma non il vero. (Confessioni X, 22, 32)

7. Tardi ti amai
Tardi ti amai, bellezza così antica e così nuova, tardi ti amai. Tu eri dentro di me ed io ero fuori. Lì ti cercavo. Deforme, mi gettavo sulle belle forme delle tue creature. Tu eri con me, ma io non ero con te. Mi tenevano lontano da te le tue creature, inesistenti se non esistessero in te. Mi chiamasti, e il tuo grido sfondò la mia sordità; balenasti, e il tuo splendore dissipò la mia cecità; diffondesti la tua fragranza, e respirai e anelo verso di te, gustai e ho fame e sete; mi toccasti, e arsi di desiderio della tua pace (Confessioni X, 27, 38)

8. Quanto ci amasti, Padre buono
Quanto ci amasti, Padre buono, che non risparmiasti il tuo unico Figlio, consegnandolo agli empi per noi! Quanto amasti noi, per i quali Egli, non giudicando una usurpazione la sua uguaglianza con te, si fece suddito fino a morire in croce, ci rese, da servi, tuoi figli nascendo da te e servendo a noi! A ragione è salda la mia speranza in lui che guarirai tutte le mie debolezze. Senza di lui dispererei. Le mie debolezze sono molte e grandi, ma più abbondante è la tua medicina. (Confessioni X, 43, 69)

9. O Dio, creatore dell’universo
O Dio, creatore dell’universo, concedimi prima di tutto che io ti preghi bene, quindi che mi renda degno di essere esaudito, ed infine di ottenere da te la redenzione. O Dio, dal quale allontanarsi è cadere, verso cui voltarsi è risorgere, nel quale rimanere è aver sicurezza; o Dio, che abbandonare è andare in rovina, a cui tendere è amare, che vedere è possedere; o Dio, al quale ci stimola la fede, ci innalza la speranza, ci unisce la carità; o Dio, che ci rendi degni di essere esauditi; o Dio, che ci unisci; o Dio, che ci induci alla verità piena; o Dio, che ci purifichi e ci prepari ai premi divini: vienimi incontro benevolo. (Soliloqui I, 1.1-4)

10. Ormai Te solo amo
Ormai io te solo amo, te solo seguo, te solo cerco e sono disposto ad essere soggetto a te soltanto, poiché tu solo con giustizia eserciti il dominio ed io desidero essere di tuo diritto. Comanda ed ordina ciò che vuoi, ti prego, ma guarisci ed apri le mie orecchie affinché possa udire la tua voce. Guarisci ed apri i miei occhi affinché possa vedere i tuoi cenni. Allontana da me i movimenti irragionevoli affinché possa riconoscerti. Dimmi da che parte devo guardare affinché ti veda, e spero di poter eseguire tutto ciò che mi comanderai. Sento che devo ritornare a te; a me che picchio si apra la tua porta; insegnami come si può giungere fino a te. Tu mostrami la via e forniscimi ciò che necessita al viaggio. Se con la fede ti ritrovano coloro che tornano a te, dammi la fede; se con la virtù, dammi la virtù; se con il sapere, dammi il sapere. Aumenta in me la fede, aumenta la speranza, aumenta la carità. (Soliloqui I, 1.5)

11. Signore mio Dio, mia unica speranza
Signore mio Dio, mia unica speranza, esaudiscimi e fa sì che non cessi di cercarti per stanchezza, ma cerchi sempre la tua faccia con ardore. Dammi Tu la forza di cercare, Tu che hai fatto sì di essere trovato e mi hai dato la speranza di trovarti con una conoscenza sempre più perfetta. Davanti a Te sta la mia forza e la mia debolezza: conserva quella, guarisci questa. Davanti a Te sta la mia scienza e la mia ignoranza; dove mi hai aperto ricevimi quando entro; dove mi hai chiuso, aprimi quando busso. Fa’ che mi ricordi di te, che comprenda te, che ami te. Aumenta in me questi doni. (La Trinità XV, 28.51)

12. Siate vigilanti in ordine alla vostra salvezza
Correte, o miei fratelli, affinché non vi sorprendano le tenebre; siate vigilanti in ordine alla vostra salvezza, siate vigilanti finché siete in tempo. Nessuno arrivi in ritardo al tempio di Dio, nessuno sia pigro nel servizio divino. Siate tutti perseveranti nell’orazione, fedeli nella costante devozione. Siate vigilanti finché è giorno; il giorno risplende; Cristo è il giorno. Egli è pronto a perdonare coloro che riconoscono la loro colpa. (Commento al Vangelo di san Giovanni 12, 13-14)

13. Rientrate nei vostri cuori
Rientrate nei vostri cuori, voi che siete lontani da Dio, e aderite a Dio che vi ha creato. Rimanete stabilmente con Lui e sarete salvi; riposate in Lui e avrete pace. Dove volete andare? In cerca di sofferenze? Dove volete andare? Il bene che desiderate viene da Lui. (Confessioni IV, 12, 18)

14. La dolcezza interiore per Dio
Fratelli, fate vostra la mia avidità, partecipate con me a questo desiderio; amiamo insieme, insieme bruciamo per questa sete, insieme corriamo alla fonte di ogni conoscenza. Presso Dio c’è la fonte della vita, una fonte inesauribile, nella luce di lui c’è una luce che non si oscurerà mai. Desidera questa luce, questa fonte; una luce che i tuoi occhi non hanno mai conosciuto; vedendo questa luce l’occhio interiore si aguzza, bevendo a questa fonte la sete interiore diventa più ardente. Corri alla fonte, anela alla fonte. (Commento sul Salmo 41, 2)

15. Restate uniti alla croce di Cristo!
Come vorrei, o miei fratelli, incidervi nel cuore questa verità! Se volete vivere un cristianesimo autentico, aderite profondamente al Cristo in ciò che egli si è fatto per noi, onde poter giungere a lui in ciò che è e che è sempre stato. È per questo che ci ha raggiunti, per farsi uomo per noi fino alla croce. Si è fatto uomo per noi. (Commento al Vangelo di san Giovanni 2, 3)

16. Tutto è dono di Dio
Tutti sono doni del mio Dio, non io li ho dati a me stesso. Sono beni, e tutti sono io. E’ buono chi mi fece, anzi lui stesso è il mio bene, e io esulto in suo onore per tutti i beni di cui anche da fanciullo era fatta la mia esistenza. Il mio peccato era di non cercare in lui, ma nelle sue creature, ossia in me stesso e negli altri, i diletti, i primati, le verità, precipitando così nei dolori, nelle umiliazioni, negli errori. A te grazie, dolcezza mia e onore mio e fiducia mia, Dio mio, a te grazie dei tuoi doni. Tu però conservameli, così conserverai me pure, e tutto ciò che mi hai donato crescerà e si perfezionerà, e io medesimo sussisterò con te, poiché tu mi hai dato di sussistere. (Confessioni I, 20.31)

AIUTACI A COSTRUIRE UNA CULTURA SENZA VIOLENZA, (Papa Giovanni Paolo II)

http://www.paxchristiroma.org/html/preghiera_cultura_senza_violenza.htm

AIUTACI A COSTRUIRE UNA CULTURA SENZA VIOLENZA

(Papa Giovanni Paolo II)

O Signore e Dio di ogni cosa, tu hai voluto che tutti i tuoi figli,
uniti dallo Spirito, vivessero e crescessero insieme
in reciproca accettazione, in armonia e in pace.
Abbiamo il cuore colmo di afflizione, perché il nostro umano egoismo e la nostra cupidigia hanno impedito
che in questo nostro tempo fosse realizzato il tuo disegno.
Noi riconosciamo che la pace è un dono che proviene da te.
Sappiamo anche che la nostra collaborazione,
in qualità di tuoi strumenti, richiede che amministriamo
con saggezza le risorse della terra per il reale progresso di tutti i popoli. Essa esige un rispetto e una
venerazione profondi per la vita,
una viva considerazione della dignità umana
e della sacralità della coscienza di ogni persona,
e una costante lotta contro tutte le forme di discriminazione,
di diritto e di fatto.
Noi ci impegniamo, assieme a tutti i nostri fratelli e sorelle,
a sviluppare una più profonda consapevolezza
della tua presenza e della tua azione nella storia,
ad una più efficace pratica di verità e di responsabilità,
alla incessante ricerca di libertà da tutte le forme di oppressione,
alla fratellanza attraverso l’eliminazione di ogni barriera,
alla giustizia e alla pienezza di vita per tutti.
Mettici in grado, o Signore, di vivere e di crescere
in attiva cooperazione comune e gli uni con gli altri
nel comune intento di costruire una cultura senza violenza,
una comunità mondiale che affidi la sua sicurezza
non alla costruzione di armi sempre più distruttive,
ma alla fiducia reciproca e al sollecito operare
per un futuro migliore per tutti i tuoi figli,
in una civiltà mondiale fatta di amore, verità e pace.

 

CORAZZA DI S. PATRIZIO – PREGHIERA DI SAN PATRIZIO

http://apologetica-cattolica.net/preghiera/item/54-san-patrizio.html

CORAZZA DI S. PATRIZIO – PREGHIERA  DI SAN PATRIZIO

Io associo oggi a me la forza possente dell’invocazione della Trinità: io credo la Trinità nell’Unità, il Creatore dell’universo.
Io associo oggi a me la forza della Nascita di Cristo con il suo Battesimo, la forza della sua Crocifissione e della sua Sepoltura, la forza della sua Resurrezione e della sua Ascensione, la forza della sua Venuta per il Giudizio Universale.
Io associo oggi a me la forza dell’amore dei cherubini, nell’ obbedienza degli angeli, nella speranza della resurrezione e della ricompensa, nelle preghiere dei Patriarchi, nelle predizioni dei profeti, nella predicazione degli Apostoli, nella fede dei Confessori, nell’innocenza delle sante Vergini, nelle imprese degli uomini giusti.
Io associo oggi a me: la forza del Cielo, la luce del sole, il fulgore della luna, lo splendore del fuoco, la velocità del lampo, la rapidità del vento, la profondità del mare, la stabilità della terra, la saldezza delle rocce.
Io associo oggi a me: la forza del Signore per guidarmi, il potere di Dio per sollevarmi, la saggezza di Dio per insegnarmi, l’occhio di Dio per custodirmi, l’orecchio di Dio per udirmi, la parola di Dio per darmi di parlare, la mano di Dio per guidarmi, la via di Dio perché stia davanti a me, lo scudo di Dio per proteggermi, l’esercito di Dio per custodirmi dai tranelli dei diavoli, dalle tentazioni del vizio, dalle passioni della natura, da chiunque mi voglia del male, che sia vicino o lontano, solo o con molti.
Io invoco oggi tutte queste forze contro ogni crudele e impietoso potere che si opponga al mio corpo e alla mia anima, contro le stregonerie di falsi profeti, contro le leggi nere del paganesimo, contro le leggi false degli eretici, contro la pratica dell’idolatria, contro i sortilegi di streghe, dei maghi e dei druidi, contro ogni conoscenza che lega l’anima dell’uomo.
Cristo proteggimi oggi contro il veleno, contro il fuoco, contro l’annegamento, contro ogni ferita mortale, così che io possa avere abbondante ricompensa. Cristo con me, Cristo davanti a me, Cristo dietro di me, Cristo in me, Cristo sotto di me, Cristo sopra di me, Cristo alla mia destra, Cristo alla mia sinistra, Cristo quando mi corico, Cristo nel seggio del carro, Cristo sulla poppa della nave, Cristo nel cuore di ogni uomo che mi pensa, Cristo sulle labbra di tutti coloro che parlano di me, Cristo in ogni occhio che mi guarda, Cristo in ogni orecchio che mi ascolta.Io associo oggi a me la forza possente dell’invocazione della Trinità: io credo la Trinità nell’Unità, il Creatore dell’universo.

Mia traduzione da
http://www.newadvent.org/cathen/11554a.htm
Don Tullio Rotondo

Publié dans:preghiere, Santi |on 16 mars, 2015 |Pas de commentaires »

VIAGGIO APOSTOLICO DEL SANTO PADRE FRANCESCO IN TURCHIA – PREGHIERA ECUMENICA

http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2014/november/documents/papa-francesco_20141129_turchia-preghiera-ecumenica.html

VIAGGIO APOSTOLICO DEL SANTO PADRE FRANCESCO IN TURCHIA

(28-30 NOVEMBRE 2014)

PREGHIERA ECUMENICA

PAROLE DEL SANTO PADRE

Chiesa Patriarcale di San Giorgio, Istanbul

Sabato, 29 novembre 2014

Santità, Fratello carissimo,

la sera porta sempre con sé un sentimento misto di gratitudine per il giorno vissuto e di trepidante affidamento di fronte alla notte che scende. Questa sera il mio animo è colmo di gratitudine a Dio, che mi concede di trovarmi qui a pregare insieme con Vostra Santità e con questa Chiesa sorella, al termine di una intensa giornata di visita apostolica; e al tempo stesso il mio animo è in attesa del giorno che liturgicamente abbiamo iniziato: la festa di sant’Andrea Apostolo, che di questa Chiesa è il Fondatore e il Patrono.
Attraverso le parole del profeta Zaccaria, il Signore ci ha donato ancora una volta, in questa preghiera vespertina, il fondamento che sta alla base del nostro protenderci tra un oggi e un domani, la salda roccia su cui possiamo muovere insieme i nostri passi con gioia e con speranza; questo roccioso fondamento è la promessa del Signore: «Ecco, io salvo il mio popolo dall’oriente e dall’occidente … nella fedeltà e nella giustizia» (8,7.8).
Sì, venerato e caro Fratello Bartolomeo, mentre Le esprimo il mio sentito “grazie” per la Sua fraterna accoglienza, sento che la nostra gioia è più grande perché la sorgente è oltre, non è in noi, non è nel nostro impegno e nei nostri sforzi, che pure doverosamente ci sono, ma è nel comune affidamento alla fedeltà di Dio, che pone il fondamento per la ricostruzione del suo tempio che è la Chiesa (cfr Zc 8,9). «Ecco il seme della pace» (Zc 8,12); ecco il seme della gioia. Quella pace e quella gioia che il mondo non può dare, ma che il Signore Gesù ha promesso ai suoi discepoli, e ha donato loro da Risorto, nella potenza dello Spirito Santo.
Andrea e Pietro hanno ascoltato questa promessa, hanno ricevuto questo dono. Erano fratelli di sangue, ma l’incontro con Cristo li ha trasformati in fratelli nella fede e nella carità. E in questa sera gioiosa, in questa preghiera vigiliare vorrei dire soprattutto: fratelli nella speranza – e la speranza non delude! Quale grazia, Santità, poter essere fratelli nella speranza del Signore Risorto! Quale grazia – e quale responsabilità – poter camminare insieme in questa speranza, sorretti dall’intercessione dei santi fratelli Apostoli Andrea e Pietro! E sapere che questa comune speranza non delude, perché è fondata non su di noi e sulle nostre povere forze, ma sulla fedeltà di Dio.
Con questa gioiosa speranza, colma di gratitudine e di trepidante attesa, formulo a Vostra Santità, a tutti i presenti, e alla Chiesa di Costantinopoli il mio cordiale e fraterno augurio per la festa del Santo Patrono. E vi chiedo un favore: di benedire me e la Chiesa di Roma.

 

3. I “MISTERI GLORIOSI” EDUCANO ALLA SPERANZA E ALLA GIOIA

http://www.donbosco-torino.it/ita/Maria/catechesi/2000-2001/maestra_di_speranza2.html

MAESTRA DI SPERANZA E DI GIOIA – 2

3. I “MISTERI GLORIOSI” EDUCANO ALLA SPERANZA E ALLA GIOIA

“Mater spei”, madre della speranza, viene invocata Maria. E a ragione. Nell’ora della prova, durante la passione, Maria la madre ha seguito e accompagnato Gesù passo passo fino al sacrificio supremo sulla croce. Maria è stata fino all’ultimo discepola fedele del suo Figlio. Non ha mai interrotto la sequela Christi. Anzi, proprio in questo periodo, Maria è stata la madre che ha sostenuto la speranza di chi aveva perduto ogni speranza. E la sua grande fede fu premiata da Gesù, che per primo apparve a sua madre.
Nella catechesi mariana di mercoledì 21 maggio 1997, il Santo Padre Giovanni Paolo II diceva: “È [...] legittimo pensare che verosimilmente la Madre sia stata la prima persona a cui Gesù risorto è apparso. L’assenza di Maria dal gruppo delle donne che all’alba si reca al sepolcro (cfr Mc 16,1; Mt 28,1), non potrebbe forse costituire un indizio del fatto che Ella aveva già incontrato Gesù? Questa deduzione troverebbe conferma anche nel dato che le prime testimonianze della risurrezione, per volere di Gesù, sono state le donne, le quali erano rimaste fedeli ai piedi della Croce, e quindi più salde nella fede”.3
Che l’eventuale apparizione del Risorto alla madre non venga registrata nei Vangeli, viene spiegato col fatto che si tratterebbe di una testimonianza superflua.
Il benedettino inglese, Eadmero di Canterbury (1064-1124), a questo proposito, afferma: “Se vi fosse scritto [nei Vangeli] che alla Madre del Signore, alla Regina del mondo, lo stesso Figlio suo, risorgendo dai morti, è apparso come ad uno qualsiasi e l’ha in questo modo informata della sua risurrezione, chi non giudicherebbe superflua questa testimonianza scritta? È come se mettesse la Regina del cielo e della terra e di ogni creatura sullo stesso piano del tale o talaltro, uomo o donna che sia, ai quali Gesù apparve”.4
In realtà, Gesù Risorto che appare per primo a sua Madre è un tema caro alla pietà sia occidentale sia orientale. Abbiamo testimonianze di ciò fin dal primo millennio dell’era cristiana.
Il poeta latino Sedulio (prima metà del secolo V), nel suo Carme pasquale, riporta la prima apparizione del Cristo risorto a Maria: “Il Signore si mostrò innanzitutto al suo sguardo [di Maria] quando si presentò apertamente nella luce, affinché la buona madre, divulgando i grandiosi miracoli, essendo stata un giorno la via per la sua prima venuta, diventasse anche il segno del suo ritorno”.5
Nel secolo VI, il vescovo Cesario di Arles, in uno dei suoi sermoni, paragonando Maria alla luna e San Giuseppe e gli undici apostoli al sole e alle undici stelle del sogno di Giuseppe dell’A.T. (cfr Gn 37,9-13), afferma che questo sogno si è realizzato nella risurrezione di Gesù: “Questo sogno non si adempì per quel Giuseppe, mentre i misteri di quel sogno si sono adempiuti nel nostro Giuseppe, cioè nel Signore nostro Gesù Cristo. Infatti il sole, la luna e le undici stelle lo hanno adorato quando dopo la risurrezione la santa Madre, come luna, e il beato Giuseppe, quasi come il sole insieme alle undici stelle, cioè i beati Apostoli, si sono curvati e prostrati davanti a lui, portando a compimento la profezia che aveva detto: «Lodatelo, sole e luna, lodatelo, voi tutte, fulgide stelle» (Sal 148,3)”.6
Nel vangelo apocrifo di Gamaliele (sec. VI), si narra di Santa Maria che non trova il corpo di Gesù nel sepolcro: “Ma poi apparve la luce e, mentre ella nel suo cuore era afflitta e addolorata, un forte profumo di aromi si effuse dal lato destro dell’ingresso del sepolcro. Sembrava che si sprigionasse il profumo dell’albero della vita. La Vergine si voltò, guardò al lato destro della tomba presso una spirale d’incenso e vide il buon Dio, là, in piedi, con un abito molto bello di porpora celeste”.7
Giorgio di Nicomedia (sec. IX) loda Maria, come colei che fu la prima a vedere il Figlio risorto e a provare “la gioia della risurrezione vivificatrice”.8
Un theotokion, composto dall’imperatore Costantino VII Porfirogenito (sec. X), così loda la Beata Vergine: “Ti sei rallegrata con i discepoli, o Vergine Madre di Dio, perché hai visto Cristo risuscitato dal sepolcro il terzo giorno, come egli aveva predetto. Manifestatosi anche ai discepoli, egli li ammaestrò e insegnò loro le cose migliori, dando loro l’ordine di battezzare nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo e a noi di credere nella sua risurrezione e di glorificare te, o Fanciulla”.9
Uno scrittore copto del secolo VIII immagina un dialogo tra Maria e il suo figlio divino. A Maria spaventata dal fulgore del risorto, Gesù risponde: “«O madre mia, che mi portasti nel tuo seno per nove mesi e cinque giorni, che mi portasti sul dorso, che mi nutristi del latte delle tue mammelle, più dolce del miele e dello zucchero, più bianco del latte, più limpido dell’acqua del giardino dell’Eden, cosa farò per te, o Maria, madre mia, per quale opera mi hai chiamato? Quale domanda ti devo accordare? cosa vuoi da me, cosa devo fare per te?». La Vergine benedetta rispose al figlio diletto: «Mio figlio e mio diletto, mio Signore Gesù Cristo, mio Dio, mio Salvatore e mio Sovrano; tu sei la mia speranza, il mio rifugio, la mia forza: è in te che metto la mia fiducia [...]; sei tu che menzionerò in ogni tempo e alla fine dei giorni; tu sei nato da me per tua propria volontà e con il consenso di tuo Padre e dello Spirito Santo. Ora, mio Signore, ascolta la mia preghiera e la mia richiesta, presta l’orecchio alle parole che la mia bocca sta per pronunciare»”.10
Nella nostra tradizione latina, questo evento è stato registrato sia negli Esercizi Spirituali di Sant’Ignazio di Loyola, che nella prima meditazione della quarta settimana che pone la contemplazione su “Come Cristo nostro Signore apparve alla Madonna” (n. 218-219; 299); sia nella pietà popolare, nella nota processione dell’Incontro del Risorto con la Madre, all’alba della domenica di Pasqua (il Salubong della tradizione filippina).
Il significato di questo straordinario mistero glorioso viene spiegato dal Santo Padre con queste parole: “Presente sul Calvario durante il Venerdì Santo (cfr Gv 19,25) e nel cenacolo a Pentecoste (cfr At 1,14), la Vergine Santissima è probabilmente stata testimone privilegiata anche della risurrezione di Cristo, completando in tal modo la sua partecipazione a tutti i momenti essenziali del Mistero pasquale. Accogliendo Gesù risorto, Maria è inoltre segno di anticipazione dell’umanità che spera nel raggiungimento della sua piena realizzazione mediante la risurrezione dai morti. Nel tempo pasquale la comunità cristiana, rivolgendosi alla Madre del Signore, la invita a gioire: «Regina Coeli, laetare, Alleluia!», «Regina dei cieli, rallegrati, Alleluia!». Ricorda così la gioia di Maria per la risurrezione di Gesù, prolungando nel tempo il «rallegrati» rivoltole dall’Angelo all’annunciazione, perché divenisse «causa di gioia» per l’intera umanità”.11
Gioia e speranza sono esperienze vissute da Maria, che, come madre, modello e maestra della Chiesa, insegna a tutti i suoi figli.
Il poeta Charles Péguy riassume bene questo in una sua preghiera alla Vergine: “A colei che è infinitamente ricca. / Perché è anche infinitamente povera. / [...] A colei che è infinitamente giovane. / Perché è anche infinitamente madre. / [...] A colei che è infinitamente gioiosa. / Perché è anche infinitamente dolorosa. / Settanta e sette volte settanta volte dolorosa. / A colei che è infinitamente commovente. / Perché è infinitamente commossa. / A colei che è tutta Grandezza e tutta Fede. / Perché è anche tutta Carità. / A colei che è tutta Fede e tutta Carità. / Perché è anche tutta Speranza”.12

4. Le sette gioie di Maria e la nostra speranza

La celebrazione di Maria è una caratteristica della Chiesa indivisa. Filippo il Cancelliere (sec. XIII) ha un opuscolo dedicato alle sette gioie della Beata Vergine. In realtà, si tratta di sette invocazioni a Maria, madre e maestra della nostra gioia e della nostra speranza. Eccole, in un nostro adattamento.
1. Ave, Maria, piena di grazia, tempio della Trinità, ornamento della suprema bontà e misericordia. Per questa tua gioia noi ti preghiamo di meritare che Dio Trinità abiti sempre nel nostro cuore e ci accolga nella terra dei viventi.
2. Ave, Maria, Stella del mare. Come il fiore non perde la bellezza a causa del profumo che emana, così tu non perdi il candore della verginità per la nascita del Creatore. O Madre pia, per questa tua seconda gioia, sii nostra maestra nell’accogliere Gesù nella nostra vita.
3. Ave, Maria, la stella che vedi fermarsi sul bambino Gesù ti invita a rallegrarti perché tutte le genti adorano il tuo Figlio. O stella del mondo, fa’ che anche noi possiamo offrire a Gesù l’oro della purezza della nostra mente, la mirra della castità della nostra carne, l’incenso della preghiera e dell’adorazione continua.
4. Ave, Maria, una quarta gioia ti è concessa: la risurrezione di Gesù il terzo giorno. Questo evento rafforza la fede, fa rinascere la speranza, concede la grazia. O Vergine, madre del Risorto, effondi preghiere a tutte le ore affinché, grazie a questa gioia, al termine della nostra vita, siamo riuniti ai cori beati dei cittadini del cielo.
5. Ave, Maria, hai ricevuto una quinta gioia, quando hai visto il Figlio salire alla gloria. Attraverso questa gioia imploriamo di non sottometterci alle potenze del demonio, ma di salire al cielo, dove finalmente possiamo godere con te e con il Figlio tuo.
6. Ave, Maria, piena di grazia. La sesta gioia te la dona lo Spirito Santo Paraclito, quando discende dall’alto a Pentecoste sotto forma di lingue di fuoco. Per questa tua gioia noi speriamo che il Santo Spirito bruci col suo fuoco di grazia i peccati causati dalla nostra cattiva lingua.
7. Ave, Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Alla settima gioia Cristo ti ha invitato quando ti ha chiamato da questo mondo al cielo, innalzandoti al di sopra di tutti i cori celesti. O Madre e Maestra, intercedi per noi affinché anche noi siamo innalzati al sommo delle virtù della fede, della speranza, della carità per poter un giorno essere uniti ai cori dei beati nella gioia eterna.
Preghiamo
Signore Gesù Cristo, che ti sei degnato di rallegrare la gloriosa Vergine Maria con questa gioia settiforme, concedimi di celebrare devotamente queste medesime gioie, affinché, mediante la tua materna intercessione e i suoi meriti gloriosi, io possa essere sempre liberato da ogni tristezza presente e meritare di gioire eternamente della tua gloria, insieme a lei e a tutti i tuoi santi. Amen.

Angelo Amato, SDB

Publié dans:meditazioni, preghiere |on 23 septembre, 2014 |Pas de commentaires »
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