Archive pour la catégorie 'Maria Vergine'

Lodi in onore della Santa Vergine, Composte da San Proclo, Arcivescovo di Costantinopoli, nel 416 …

dal sito: 

http://www.ortodossia.info/sito-provvisorio/Teologia8.htm

Lodi in onore della Santa Vergine,

Composte da San Proclo, Arcivescovo di Costantinopoli, nel 416 …

costituiscono un capolavoro teologico. Senza limitarsi al panegirico, l’autore ci descrive il contributo di Maria all’incarnazione di suo Figlio. 

“Tutte le feste in onore dei Santi sono meravigliose e possono essere paragonate allo scintillio delle stelle. Le stelle, poste a una determinata distanza e in un determinato ordine sono riconoscibili e illuminano interamente il mondo terrestre: la stessa stella si vede in India, non è fuori dalla vista egli Sciti, brilla sopra la terra e illumina il mare, guidando i navigatori; anche se non conosciamo il loro nome a causa del numero, siamo meravigliati alla bellezza e dallo scintillio” 

“Lo stesso vale per ciascun santo: benché le spoglie siano racchiuse una cassa, il loro irraggiamento è illimitato. Tutte le memorie dei Santi sono gloriose, ma niente può eguagliare la gloria e il vero trionfo della Santa Vergine Maria, niente può esservi paragonato; Ella ha portato nelle sue viscere Colui che si è incarnato”. 

Chi avrebbe potuto ostacolare l’ineluttabile edificazione del Dio-Verbo? la durezza della carne? – Ma è l’attributo della materia, e il Verbo, per Se-stesso, è esente da ogni imperfezione. La stravaganza di una tale umiliazione? – Ma la Divinità è senza limiti. Il concepimento? – Ma Colui che creò la Vergine non si è profanato, come Colui che Ella ha portato nelle sue viscere. La nascita? – Ma la natura divina non ha subito modificazioni. La Madre secondo la carne? – Ma Colui che è nato non ha cessato, per la sua Divinità, di essere senza Madre. La mangiatoia? – Ma il Figlio non ha abbandonato il seno del Padre. La grotta? – Ma la Santa Trinità non ha mai abbandonato il suo Trono. Non c’è niente al mondo che possa essere paragonato alla Madre di Dio, Maria.” 

“Uomo, percorri nel tuo spirito tutta la creazione e vedi se c’è qualcosa che possa eguagliare o sorpassare la Santa Vergine, Madre di Dio. Percorri la terra, visita il mare, esamina l’aria, penetra col tuo spirito nei cieli, vaglia tutte le forze invisibili e dì se trovi nell’universo un miracolo simile a questo”. 

“I cieli rivelano la gloria di Dio (SaI 18,2). Gli angeli servono Dio con amore, gli arcangeli lo salutano con emozione, i cherubini si spaventano, non potendo vedere la sua gloria, i serafini volano intorno senza accostarsi e cantano fremendo: Santo, Santo, Santo, Signore Sabaoth, il cielo e la terra sono pieni della tua gloria, le acque sono tranquille alla tua voce, le nuvole hanno servito da carro durante i sussulti della Risurrezione; il sole fremette, non avendo potuto sopportare la bestemmia fatta al Creatore; le porte dell’inferno furono distrutte con un sol sguardo; la montagna che ha ricevuto la discesa di Dio, si mise a fumare (Es 19,18); il roveto si incendiò non avendo potuto sopportare la visione; il Giordano spaventato si volse indietro; il mare colpito dal bastone, si divise in due, obbedendo al profeta del Signore; il bastone di Aronne fiorì dinanzi alla forza del presagio, trasgredendo le leggi della natura; il fuoco di Babilonia si velò dinanzi alla Trinità”. 

“Soppesa i miracoli e ammira la superiorità della Vergine. Ella accoglie inesplicabilmente nel suo palazzo Colui che ogni creatura glorifica con timore e tremore. Maria è glorificata come la madre, la serva, la nube, il palazzo e il tabernacolo del Signore. La madre, perché ha messo al mondo Colui che ha voluto nascere. La serva, poiché in essa si manifesta la natura e si annuncia la grazia. La nube, perché ha concepito per mezzo dello Spirito Santo, senza essere consumata da Colui che è nato in Lei. Il palazzo, perché Dio il Verbo è rimasto in Lei, come in un palazzo nuziale. il tabernacolo, perché ha portato, non la legge, ma il Legislatore.” 

Così intoniamo: “Tu sei benedetta fra tutte le donne. Tu sei la sola che abbia guarito la tristezza di Eva, la sola che abbia portato il prezzo della Redenzione dell’universo, la sola che abbia ricevuto per conservarlo, il Tesoro più prezioso, la sola che abbia messo al mondo l’Emmanuele, come Lui stesso ha voluto. 

Tu sei benedetta fra tutte le donne e il frutto delle tue viscere è benedetto. 

Più di tutte le lodi, risuona la voce del profeta: Ecco la Vergine concepirà e partorirà un figlio e gli si darà il nome Emmanuele, che significa: Dio con noi. 

Dio con noi, e l’errore è annullato, 

Dio con noi, e i demoni fuggono, 

Dio con noi, e il diavolo è coperto di vergogna, 

Dio con noi, e la fonti non cessano di zampillare, 

Dio con noi, e la morte è diventata un sonno”.   

Publié dans:Maria Vergine |on 22 février, 2008 |Pas de commentaires »

In 70mila a Lourdes per i 150 anni della prima apparizione

dal sito:

http://www.asianews.it/index.php?l=it&art=11487&theme=3&size=A

 

11/02/2008 10:47
FRANCIA


In 70mila a Lourdes per i 150 anni della prima apparizione

La straordinaria affluenza fa prevedere che nel corso dell’anno giubilare i pellegrini potrebbero essere otto milioni. Con loro, in autunno anche Benedetto XVI. Televisioni e giornali di tutto il mondo, Asia compresa, si stanno interessando all’evento.

 

Lourdes (AsiaNews/Agenzie) – Ha già suscitato l’interesse di una televisione indiana e di una coreana, oltre che di giornali giapponesi, e tra gli otto milioni di pellegrini attesi nel corso dell’anno, ci sono anche tailandesi e cinesi. Promette di superare le previsioni il giubileo delle apparizioni della Vergine a Lourdes, cominciato l’8 dicembre dell’anno passato e che andrà avanti fino allo stesso giorno di questo 2008. 

  

Lo confermano gli almeno 70mila i fedeli arrivati nella città francese per partecipare, oggi, alla messa che il vescovo di Tarbes e Lourdes, Jacques Perrier  celebrerà insieme con 29 vescovi e 800 sacerdoti nel 150mo anniversario della prima delle 18 apparizioni, proseguite fino al 16 luglio 1858. 

  

Della celebrazione di oggi ha parlato anche Benedetto XVI, che peraltro ha già annunciato la il suo desiderio di venire personalmente al santuario. Si parla dell’autunno, forse in settembre. Ieri, all’Angelus, ricordando le apparizioni, il Papa ha detto che “il messaggio che la Madonna continua a diffondere a Lourdes richiama le parole che Gesù pronunciò proprio all’inizio della sua missione pubblica e che noi riascoltiamo più volte in questi giorni di Quaresima: ‘Convertitevi e credete al Vangelo’, pregate e fate penitenza”. 

  

Il numero dei fedeli presenti oggi supera largamente ogni previsione e già ieri la trasmissione da parte di numerose catene televisive europee della messa domenicale del vescovo conferma l’interesse che l’avvenimento sta suscitando anche nel mondo dell’informazione. Solo oggi, spiega David Torchala del servizio stampa del santuario, “riceveremo un quarto dei giornalisti che normalmente arrivano in un anno”. 

  

La città si sta preparando: lavori sono in corso per rendere più facilmente accessibile il santuario anche da chi non può camminare ed è stato creato un “itinerario” che tocca alcuni dei luoghi legati anche alla vita di Bernadette Soubirous. Da parte sua mons. Perrier ha indicato 12 temi che, grazie a diverse iniziative, illustreranno la missione della Chiesa in campi nei quali Lourdes ha competenza grazie al suo messaggio iniziale ed alla sua esperienza di un secolo e mezzo. Le “Dodici missioni di Lourdes” saranno: la Chiesa in missione con i volontari, al servizio degli altri; la Chiesa in missione con Maria; la Chiesa in missione verso i giovani; la Chiesa in missione per l’unità dei cristiani; la Chiesa in missione per chiamare alla conversione; la Chiesa in missione verso i malati; la Chiesa in missione tra gli handicappati; la Chiesa in missione tra le nazioni; la Chiesa in missione per la pace; la Chiesa in missione nutrita dall’Eucaristia; la Chiesa in missione per l’incontro interreligioso; la Chiesa in missione tra gli esclusi. 

  

 

Maria « Salus Infirmorum » perché « Immacolata Concezione »

dal sito:

http://www.healthpastoral.org/text.php?cid=327&sec=4&docid=1&lang=it

Maria « Salus Infirmorum » perché « Immacolata Concezione »

« Nella memoria della Beata Maria Vergine di Lourdes, il cui Santuario ai piedi dei Pirenei è diventato come un tempio dell’umana sofferenza, ci accostiamo – come Ella fece sul Calvario ove sorgeva la croce del Figlio – alle croci del dolore e della solitudine di tanti fratelli e sorelle per recare loro conforto, per condividerne la sofferenza e presentarla al Signore della vita, in comunione con tutta la Chiesa.

La Vergine, « Salute degli Infermi » e « Madre dei Viventi », sia il nostro sostegno e la nostra speranza… » [1].

La scelta personale del Santo Padre di legare la Celebrazione della Giornata Mondiale del Malato alla memoria liturgica della Beata Maria Vergine di Lourdes, stimola a ricercare la motivazione di tale atto. Essa non può essere semplicemente emozionale, o di altro genere temporale, ma soltanto teologale.

E così lo è infatti, a nostro modesto avviso.

L’affidamento finale alla « Salus Infirmorum » e alla « Madre dei Viventi », non può non dirci che per il Papa, Lourdes è segno costante della rivelazione della irruzione nella nostra storia di Popolo in cammino, di Maria Immacolata Concezione. Di Colei, cioè, che la Bontà infinita di Dio ha stabilito che « come una donna aveva contribuito a dare la morte, una donna contribuisse a dare la vita… la quale ha dato al mondo la Vita stessa che tutto rinnova, e da Dio è stata arricchita di doni consoni a tanto ufficio » [2].

Di Colei che ha già avuto realizzata nella sua Persona la sanità globale e totale del corpo e dell’anima per i meriti del Figlio Gesù, ed è « …immagine e inizio della Chiesa che dovrà avere il suo compimento nell’età futura, così sulla terra brilla ora innanzi al peregrinante Popolo di Dio quale segno di sicura speranza e di consolazione, fino a quando non verrà il giorno del Signore » [3].

Maria quindi è Salus Infirmorum perché Immacolata Concezione.

Così da sempre

Nella comunità dei credenti è così venerata ed amata fin dai tempi antichi. Anche se il titolo odierno si affermerà nei secoli successivi.

In Roma fin dalla seconda meta del III secolo, la Beata Vergine Maria è salutata « auxilium et solamen nostrae infirmitatis » [4]. Papa Stefano I scrivendo nel 256 al Vescovo di Leon e Astorga, Basilide, evidenzia che « ante lavacrum salutare lapsi omnes sunt et quidem primum fideles absolvuntur passione Christi, dein meritis beatae Deiparae: ille ad unitatem filiorum Dei reducit, haec vero sanitatem ac uniuscuisque sanctitatem redonat » [5]. Così diversi altri Pontefici si esprimono nei secoli che seguono [6].

Non di meno troviamo nei SS. Padri della Chiesa, Latini e Orientali, i quali benché non esprimono la dottrina della Immacolata Concezione ,[7] approfondita e maturata nel tempo, ritengono Maria Madre di Dio, la « piena di grazia » (Lc 1, 28), difesa della salute dell’Uomo [8]. Così Pietro Crisologo afferma che « …la Vergine è veramente divenuta madre dei viventi per mezzo della grazia, Lei che era madre di coloro che per natura erano destinati alla morte » [9]. Nel V secolo Sedulio scrive che « una sola è stata la donna a causa della quale si aperse la porta alla morte; e una sola è pure la donna attraverso la quale ritorna la vita » [10]. Ed è di Venanzio Fortunato questo meraviglioso inno: « O eccellente bellezza, o donna che sei l’immagine della salvezza, potente a causa del frutto del tuo parto e che piaci per la tua verginità, per mezzo tuo la salvezza del mondo si è degnata di nascere e di restaurare il genere umano che la superba Eva ha messo al mondo » [11].

Chiudiamo questo breve excursus tra i Padri Latini con Fulgenzio di Ruspe che scrive: « … la bontà divina ha attuato questo piano per redimere il genere umano: per mezzo di un uomo, nato da una sola donna, gli uomini hanno avuto restituita la vita » [12].

Più ricchezza di testi negli scritti dei Padri e della Liturgia della Chiesa Orientale. Cirillo di Gerusalemme: « Per mezzo della Vergine Eva entrò la morte; bisognava che per mezzo di una vergine, anzi da una vergine, venisse pure la vita… « [13].

Lo Pseudo-Gregorio Nisseno: « … dalla Vergine Santa è fiorito l’albero della vita e della grazia… La Vergine Santa è divenuta infatti sorgente di vita per noi… In Maria sola, immacolata e sempre vergine, fiorì per noi il germoglio della vita, giacché ella sola fu così pura nel corpo e nell’anima, che con mente serena rispose all’angelo… » [14].

Romano il Melode: « Gioacchino ed Anna furono liberati dall’obbrobrio della sterilità, e Adamo ed Eva dalla corruzione della morte, o Immacolata, per la tua natività. Questa festeggia, oggi, il tuo popolo, riscattato dalla schiavitù dei peccati, a te esclamando: « La sterile partorisce la Madre di Dio e nutrice della nostra vita «  »[15].

Proclo di Costantinopoli: « E’ stata sanata Eva… Perciò diciamole: « Benedetta tu fra le donne » (Lc 1, 42), la sola che medicasti il dolore di Eva, la sola che rasciugasti le lacrime della travagliata… » [16].

Nella Liturgia della Chiesa Orientale dal I al VI secolo, c’è abbondanza di testi. Ne riportiamo solo alcuni:

« Per Eva la corruzione, per te l’incorruttibilità; per quella la morte, per te invece la vita… il Medico, Gesù, è da te per noi apparso, per guarire tutti, come Dio, e salvare… Salve, Immacolata e Pia, salve baluardo del mondo… » [17].

« Immacolata Madre di Cristo, vanto degli ortodossi, te magnifichiamo… Vita sei, o Casta, avendo dato la vita a coloro che ti magnificano… » [18]. « Ave, per te il dolore s’estingue… Ave, « tesoro » inesausto di vita… Ave, tu farmaco delle mie membra, Ave, salvezza dell’anima mia » [19]. « …O Vergine, fanciulla immacolata, salva coloro che cercano rifugio in te » [20]. « Immacolata Madre di Dio (…) noi che abbiamo acquisito la tua protezione, o Immacolata, e che siamo liberati per le tue preghiere dai pericoli e custoditi in ogni tempo dalla croce del tuo Figlio, noi tutti come si deve con pietà, ti magnifichiamo… Nostro rifugio e nostra forza sei tu, o Madre di Dio, soccorso potente del mondo. Con le tue preghiere proteggi i tuoi servi da ogni necessità, o sola benedetta » [21].

Terminiamo questa rapida visita alle testimonianze dei primi secoli della Chiesa, con un tropario dell’innografia greca che sta come sintesi: « Santissima Madre di Dio, non mi abbandonare durante il tempo della mia vita e non mi affidare ad alcuna protezione umana; ma tu stessa prenditi cura di me ed abbi pietà di me » [22].

Oggi a Lourdes

Giovedì 11 febbraio del 1858, a Lourdes la Beata Vergine Maria affida alla piccola Bernadette Soubirous il messaggio di speranza e di luce per l’umanità malata e sofferente nello spirito e nel corpo. Ed è ancora un giovedì, quello dell’11 febbraio 1993, che il Santo Padre invia a Lourdes quale suo Personale Rappresentante, il Cardinale Fiorenzo Angelini per celebrare la Prima Giornata Mondiale del Malato. Coincidenza fortuita ma felice, che scandisce nel tempo le scelte di Dio.

Questo forse non è un segno. Eppure ci dà l’occasione di rilevare quanto sia conforme al Messaggio della Bianca Signora della Grotta di Massabielle l’ispirata parola del Pastore Supremo della Chiesa di suo Figlio Gesù.

Dei colloqui avuti con la celeste visione, e riferiti da Bernadette, colpisce il rapporto personale che la Vergine Maria stabilì con lei. « Mi guarda come una persona guarda un’altra persona. Mi dà del lei. Mi parla in dialetto » .[23]

Stupenda lezione dal Cielo. Tutte le creature umane, anche le più piccole e le più povere, le più semplici e incolte, hanno diritto ad essere rispettate come persone. E questo il tema ricorrente che Giovanni Paolo II fa risuonare nella Lettera istitutiva della Giornata Mondiale del Malato, [24] e nel Messaggio per la sua Prima Celebrazione .[25]

Il Papa che fin dal primo momento del suo servizio pastorale ha messo al centro l’Uomo, si fa anima e voce di quello più solo e sofferente, invocando, esigendo rispetto e valutazione di persona, intoccabile nei suoi diritti inalienabili.

Penitenza e preghiera per i peccatori chiese la Madonna a Bernadette. E le fece sentire tutto il peso della Passione del Figlio. Durante la visione del 25 febbraio ne prova gli effetti. Riferirà Marie Pailhes, che le era accanto, che « sembrava che portasse tutte le sofferenze del mondo » [26].

Bernadette portò nel suo corpo, fino alla morte le sofferenze della Passione, invisibili, ma lancinanti. « Sono macinata come un chicco di grano », dirà un giorno sul finire della vita [27]. E Giovanni Paolo II scrive nella Lettera istitutiva: « Lourdes (…) è luogo e insieme simbolo di speranza e di grazia nel segno dell’accettazione e dell’offerta della sofferenza salvifica ». Ed è luogo che dona il messaggio che « più forte della morte è l’amore », come annuncia la XV stazione della Via Crucis, con la grande pietra tombale che fu spazzata via la mattina della Risurrezione.

All’Omelia tenuta nella Basilica S. Pio X, la mattina del giorno 11, ai 25.000 fedeli presenti il Cardinale Inviato dal Santo Padre ha affermato che: « …deve essere quella odierna una Giornata in cui spiritualmente rinnoviamo le promesse del nostro Battesimo che si riassumono nella volontà di seguire fedelmente Cristo, incarnatosi « non per essere servito, ma per servire » (Mc 20, 28) e per sanare ogni malattia del corpo e dello spirito ».

L’acqua che sgorga dalla rupe di Massabielle, che la dolce e bianca Signora indicò a Bernadette, è « segno del Cristo, dal cui costato scaturiscono acqua e sangue per lavarci dal peccato. E’ nel ricordo del Battesimo e nella celebrazione della Riconciliazione che quest’acqua acquista significato pieno » [28].

Il Messale della Parrocchia di Lourdes proponeva quel giorno, per la Celebrazione dell’Eucaristia, la lettura di questo brano della Passione e lei, Bernadette, non lo sapeva. La Madonna l’aveva guidata a rappresentare e a vivere la Passione del Figlio per i peccatori. Ed è solo nel giorno dell’Annunciazione, giovedì 25 marzo, che la « Signora vestita di bianco (…), con una fascia azzurra e una rosa gialla su ognuno dei piedi, dello stesso colore della corona del suo rosario » [29], che rivela il suo nome:  » IO SONO L’IMMACOLATA CONCEZIONE ». Come non pensare ad una scelta determinata di mettere in strettissimo rapporto con il momento dell’Incarnazione il suo essere « piena di grazia » e la discesa a Lourdes, tra il Popolo in cammino, stanco, sfiduciato, ammalato, sbandato?

Folle immense di pellegrini in questi 135 anni sono accorsi in questa  » Città del sì alla volontà di Dio » ad implorare luce, speranza, salute del Corpo e dell’anima.

A Lourdes abbiamo trovato la conferma che Maria è la Salus Infirmorum perché Immacolata Concezione.

P. Felice Ruffini, M.I.

Sottosegretario del Pontificio Consiglio

della Pastorale per gli Operatori Sanitari.

Publié dans:Maria Vergine |on 11 février, 2008 |Pas de commentaires »

Maria nel progetto di Dio

dal sito:

http://www.mariedenazareth.com/212.0.html?&L=4 

Maria nel progetto di Dio 

Cristo è “l’Unico mediatore tra Dio e l’uomo” (Giovanni Paolo II) ed a Lui solo si deve il Compimento delle Scritture, perché, in seguito alla caduta di Adamo, Egli è il Redentore dell’uomo e di ogni uomo, ma Maria, nel progetto di Dio, è la creatura umana, scelta tra tutte, per essere proprio colei, attraverso la quale, il piano della Redenzione divina nella creazione, diventi possibile. Così, come si evince dall’insieme delle Scritture (nei libri dell’Antica Alleanza, poi in quelli della Nuova Alleanza), la Vergine Maria è, da sempre, costantemente presente nel progetto di Dio: 

  • creatura tra le creature, persona umana, ma immacolata all’atto del suo concepimento, Maria è la Vergine fecondata che è stata annunciata sin dall’origine, dalla Prima Alleanza, dai profeti, molto prima della venuta del Messia, in vista dell’incarnazione, nel suo seno, dell’Agnello di Dio, Salvatore del mondo;attraverso il suo “fiat” alla volontà di Dio al momento del compimento dei tempi, ella è divenuta la Sposa perfetta dello Spirito Santo che l’ha coperta con la Sua ombra: ed il Verbo di Dio si fece carne in lei; 

  • nel suo accompagnamento materno durqnte l’infanzia di Cristo, per trenta anni, poi nel suo accompagnamento spirituale silenzioso e fedele lungo tutti i tre anni della vita pubblica di Gesù, durante i quali Gesù andava predicando la Buona Novella della Salvezza, e accompagnando il Suo ministero di guarigione per le strade della Palestina, Maria ha vissuto nella sua carne e partecipato, più di tutte le creature umane, ad ogni singola tappa della vita del Cristo sulla terra; 

  • lei è la Madre che si recherà ai piedi della Croce sul calvario dove Gesù, alla soglia della sua morte, le affiderà, nella persona di Giovanni, il discepolo prediletto, la maternità su tutto il genere umano; lei è la Prima Chiesa; 

  • Madre di tutti i figli del Padre, che vogliono affidarsi a Lei, Lei è la Madre della Chiesa che accompagna nel corso del suo pellegrinaggio sulla terra; 

  • È ancora Lei che, oggi e sempre, può cantare di fronte a tutti i popoli della terra: “D`ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.”… 

“Celata” nell’ombra del luminoso gesto divino… 

In una parola, Maria la Vergine è scelta da prima dell’inizio del mondo, per essere, di volta in volta, Figlia del Padre, Madre del Figlio e Sposa dello Spirito Santo e tutta l’economia della salvezza dell’uomo in Gesù Cristo è dipesa, un giorno tra i giorni del nostro tempo umano, dal sì a Dio di questa giovane vergine di Galilea. 

  

Ma Maria non appare frequentemente in primo piano nei testi sacri; umile, discreta, dolce e amorosa, lei è come nascosta all’ombra del luminoso gesto divino, come la “Donna rivestita di Sole” dello Sposo, come la luna che riflette il chiarore dell’Astro divino. E non è che a poco a poco, alla luce degli approfondimenti teologici e della proclamazione dei dogmi (1), che la Chiesa comprende meglio e scopre, più esattamente, il significato e l’ampiezza del ruolo di Colei alla quale il papa, Giovanni Paolo II, all’alba del terzo millennio, ha consacrato il mondo intero ed il suo avvenire (2). 

___________ 

(1) quello dell’Immacolata Concezione nel 1854, quello dell’Assunzione nel 1950, per citare i più recenti 

(2) “L’Atto di affidamento del Giubileo dell’Anno 2000”.

Publié dans:Maria Vergine |on 9 février, 2008 |Pas de commentaires »

Madonna di Guadalupe

Madonna di Guadalupe dans Maria Vergine

http://santiebeati.it/immagini/?mode=view&album=81100&pic=81100D.JPG&dispsize=Original&start=0

Publié dans:Maria Vergine |on 12 décembre, 2007 |Pas de commentaires »

oggi: Beata Maria Vergine di Guadalupe

dal sito: 

http://www.santiebeati.it/dettaglio/81100

oggi: Beata Maria Vergine di Guadalupe 12 dicembreMemoria Facoltativa 

L’apparizione, il 9 dicembre 1531, della « Morenita » all’indio Juan Diego, a Guadalupe, in Messico, è un evento che ha lasciato un solco profondo nella religiosità e nella cultura messicana. L’evento guadalupano fu un caso di “inculturazione” miracolosa: meditare su questo evento significa oggi porsi alla scuola di Maria, maestra di umanita’ e di fede, annunciatrice e serva della Parola, che deve risplendere in tutto il suo fulgore, come l’immagine misteriosa sulla tilma del veggente messicano, che la Chiesa ha di recente proclamato santo. 

Martirologio Romano: Beata Maria Vergine di Guadalupe in Messico, il cui materno aiuto il popolo dei fedeli implora umilmente numeroso sul colle Tepeyac vicino a Città del Messico, dove ella apparve, salutandola con fiducia come stella dell’evangelizzazione dei popoli e sostegno degli indigeni e dei poveri.  Con gli oltre venti milioni di pellegrini che lo visitano ogni anno, il santuario di Nostra Signora di Guadalupe, in Messico, e’ il più frequentato e amato di tutto il Centro e Sud America. Sono pellegrini di ogni razza e d’ogni condizione – uomini, donne, bambini, giovani e anziani – che vi giungono dalle zone limitrofe alla capitale o dai centri più lontani, a piedi o in bicicletta, dopo ore o, più spesso, giorni di cammino e di preghiera.
L’apparizione, nel XVI secolo, della “Virgen Morena” all’indio Juan Diego e’ un evento che ha lasciato un solco profondo nella religiosità e nella cultura messicana. La basilica ove attualmente si conserva l’immagine miracolosa e’ stata inaugurata nel 1976. Tre anni dopo e’ stata visitata dal papa Giovanni Paolo II, che dal balcone della facciata su cui sono scritte in caratteri d’oro le parole della Madonna a Juan Diego: “No estoy yo aqui que soy tu Madre?”, ha salutato le molte migliaia di messicani confluiti al Tepeyac; nello stesso luogo, nel 1990, ha proclamato beato il veggente Juan Diego, che e’ stato infine dichiarato santo nel 2002.
Che cosa era accaduto in quel lontano secolo XVI in Messico? Con lo sbarco degli spagnoli nelle terre del continente latino-americano aveva avuto inizio la lunga agonia di un popolo che aveva raggiunto un altissimo grado di progresso sociale e religioso. Il 13 agosto 1521 aveva segnato il tramonto di questa civiltà, quando Tenochtitlan, la superba capitale del mondo atzeco, fu saccheggiata e distrutta. L’immane tragedia che ha accompagnato la conquista del Messico da parte degli spagnoli, sancisce per un verso la completa caduta del regno degli aztechi e per l’altro l’affacciarsi di una nuova cultura e civiltà originata dalla mescolanza tra vincitori e vinti. E’ in questo contesto che, dieci anni dopo, va collocata l’apparizione della Madonna a un povero indio di nome Juan Diego, nei pressi di Città del Messico. La mattina del 9 dicembre 1531, mentre sta attraversando la collina del Tepeyac per raggiungere la citta’, l’indio e’ attratto da un canto armonioso di uccelli e dalla visione dolcissima di una Donna che lo chiama per nome con tenerezza. La Signora gli dice di essere « la Perfetta Sempre Vergine Maria, la Madre del verissimo ed unico Dio » e gli ordina di recarsi dal vescovo a riferirgli che desidera le si eriga un tempio ai piedi del colle. Juan Diego corre subito dal vescovo, ma non viene creduto.
Tornando a casa la sera, incontra nuovamente sul Tepeyac la Vergine Maria, a cui riferisce il suo insuccesso e chiede di essere esonerato dal compito affidatogli, dichiarandosene indegno. La Vergine gli ordina di tornare il giorno seguente dal vescovo, che, dopo avergli rivolto molte domande sul luogo e sulle circostanze dell’apparizione, gli chiede un segno. La Vergine promette di darglielo l’indomani. Ma il giorno seguente Juan Diego non puo’ tornare: un suo zio, Juan Bernardino, è gravemente ammalato e lui viene inviato di buon mattino a Tlatelolco a cercare un sacerdote che confessi il moribondo; giunto in vista del Tepeyac decide percio’ di cambiare strada per evitare l’incontro con la Signora. Ma la Signora è la’, davanti a lui, e gli domanda il perche’ di tanta fretta. Juan Diego si prostra ai suoi piedi e le chiede perdono per non poter compiere l’incarico affidatogli presso il vescovo, a causa della malattia mortale dello zio. La Signora lo rassicura, suo zio e’ gia’ guarito, e lo invita a salire sulla sommita’ del colle per cogliervi i fiori. Juan Diego sale e con grande meraviglia trova sulla cima del colle dei bellissimi « fiori di Castiglia »: è il 12 dicembre, il solstizio d’inverno secondo il calendario giuliano allora vigente, e né la stagione nè il luogo, una desolata pietraia, sono adatti alla crescita di fiori del genere. Juan Diego ne raccoglie un mazzo che porta alla Vergine, la quale pero’ gli ordina di presentarli al vescovo come prova della verita’ delle apparizioni. Juan Diego ubbidisce e giunto al cospetto del presule, apre il suo mantello e all’istante sulla tilma si imprime e rende manifesta alla vista di tutti l’immagine della S. Vergine. Di fronte a tale prodigio, il vescovo cade in ginocchio, e con lui tutti i presenti. La mattina dopo Juan Diego accompagna il presule al Tepeyac per indicargli il luogo in cui la Madonna ha chiesto le sia innalzato un tempio. Nel frattempo l’immagine, collocata nella cattedrale, diventa presto oggetto di una devozione popolare che si è conservata ininterrotta fino ai nostri giorni. La Dolce Signora che si manifesto’ sul Tepeyac non vi apparve come una straniera. Ella infatti si presenta come una meticcia o morenita, indossa una tunica con dei fiocchi neri all’altezza del ventre, che nella cultura india denotavano le donne incinte. E’ una Madonna dal volto nobile, di colore bruno, mani giunte, vestito roseo, bordato di fiori. Un manto azzurro mare, trapuntato di stelle dorate, copre il suo capo e le scende fino ai piedi, che poggiano sulla luna. Alle sue spalle il sole risplende sul fondo con i suoi cento raggi. L’attenzione si concentra tutta sulla straordinaria e bellissima icona guadalupana, rimasta inspiegabilmente intatta nonostante il trascorrere dei secoli: questa immagine, che non e’ una pittura, nè un disegno, nè e’ fatta da mani umane, suscita la devozione dei fedeli di ogni parte del mondo e pone non pochi interrogativi alla scienza, un po’ come succede ormai da anni col mistero della Sacra Sindone.
La scoperta piu’ sconvolgente al riguardo e’ quella fatta, con l’ausilio di sofisticate apparecchiature elettroniche, da una commissione di scienziati, che ha evidenziato la presenza di un gruppo di 13 persone riflesse nelle pupille della S. Vergine: sarebbero lo stesso Juan Diego, con il vescovo e altri ignoti personaggi, presenti quel giorno al prodigioso evento in casa del presule. Un vero rompicapo per gli studiosi, un fenomeno scientificamente inspiegabile, che rivela l’origine miracolosa dell’immagine e comunica al mondo intero un grande messaggio di speranza. Nostra Signora di Guadalupe, che appare a Juan Diego in piedi, vestita di sole, non solo gli annuncia che e’ nostra madre spirituale, ma lo invita – come invita ciascuno di noi – ad aprire il proprio cuore all’opera di Cristo che ci ama e ci salva. Meditare oggi sull’evento guadalupano, un caso di “inculturazione” miracolosa, significa porsi alla scuola di Maria, maestra di umanita’ e di fede, annunciatrice e serva della Parola, che deve risplendere in tutto il suo fulgore, come l’immagine misteriosa sulla tilma del veggente messicano, che la Chiesa ha recentemente proclamato santo. 

Autore:
Maria Di Lorenzo  

Publié dans:Maria Vergine |on 12 décembre, 2007 |Pas de commentaires »

La Madonna di Guadalupe, modello per i comunicatori,

dal sito:

http://www.zenit.org/article-12868?l=italian 

 

La Madonna di Guadalupe, modello per i comunicatori, afferma l’Arcivescovo Celli 

Nel giorno della festa della patrona delle Americhe 

 

Di Miriam Díez i Bosch

 

 CITTA’ DEL VATICANO, mercoledì, 12 dicembre 2007 (ZENIT.org).- La Madonna di Guadalupe, la cui festa si celebra il 12 dicembre, è un modello per i comunicatori, ha affermato il presule al quale Benedetto XVI ha affidato la pastorale dei mezzi di comunicazione. 

L’Arcivescovo Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali, è autore di un messaggio ispirato all’imperatrice delle Americhe nel quale suggerisce ai comunicatori di adattarsi, come lei, alla mentalità dei loro interlocutori.  

« Siamo docili come lo è stata Maria di Guadalupe, segnalata da Giovanni Paolo II come modello di evangelizzazione perfettamente inculturata », esorta. 

« Ella si adatta alla mentalità del suo interlocutore, alla sua cultura, al suo ritmo », suggerisce in un videomessaggio il presidente del dicastero vaticano dedicato a promuovere la comunicazione. 

Contemplando la « Guadalupana », l’Arcivescovo sottolinea come « il suo messaggio non è fatto solo di parole. E’ gesto, è forma, è immagine, è linguaggio, è idioma. E’ una comunicazione amorosa e piena di accettazione per il mondo dell’altro, ed esercita allo stesso tempo un effetto dinamizzatore che cambia per sempre l’interlocutore ». 

Il messaggio ricorda che la bella e ormai tradizionale espressione, « continente della speranza », è stata illuminata dall’Enciclica Spes salvi, « nuovo dono con cui Papa Benedetto XVI alimenta la nostra coscienza cristiana ».  

Per comunicare è necessario un incontro personale con Gesù Cristo, avverte l’Arcivescovo Celli, che segnala come nella Conferenza Generale dell’Episcopato Latinoamericano, celebrata nel maggio scorso ad Aparecida (Brasile), si è insistito sul discepolato e sul vivere personalmente l’incontro con Cristo. 

« Il primo passo del cammino segnalato dai Vescovi è un incontro personale con il Signore Gesù, un’esperienza di profonda amicizia con Lui, senza la quale la vita cristiana semplicemente non esiste », ricorda il presule.  

« Questo invito è rivolto in modo particolare ai comunicatori e ‘tessitori di reti’, per porre il volto di Cristo negli spazi della vita quotidiana della società », aggiunge. 

« Pensiamo a come possiamo, nei nostri campi d’azione specifici, favorire il fatto che i lettori, gli ascoltatori, i telespettatori, gli utenti… incontrino Gesù Cristo in ciò che comunichiamo », suggerisce.  

« Se riusciremo a far sì che i nostri interlocutori e destinatari incontrino il Signore nelle nostre opere di comunicazione, possiamo essere sicuri che Egli farà fruttare lo sforzo », assicura. 

In questo periodo d’Avvento, l’Arcivescovo esorta ad « essere come quegli angeli che vennero inviati ad annunciare ai pastori la grande gioia, l’avvenimento più grande della storia ». 

E’ possibile ascoltare il messaggio di monsignor Celli sul sito www.pccs.it.

 

 [Traduzione di Roberta Sciamplicotti] 

 

Publié dans:Maria Vergine |on 12 décembre, 2007 |Pas de commentaires »

La tomba di Maria a Gerusalemme

dal sito: 

http://198.62.75.5/www1/ofm/san/TSmary11.html

 

La tomba di Maria a Gerusalemme 

G.Claudio Bottini, ofm 

 

E’ proprio vero–come ripete la saggezza popolare–che ‘non tutti i mali vengono per nuocere’. Una violenta alluvione il 7 febbraio 1972 allagò completamente la chiesa che racchiude il sepolcro vuoto della Madonna presso il Getsemani, a pochi passi dal celebre Orto degli Ulivi. Fu un allagamento provvidenziale, perché costrinse i greci ortodossi e gli armeni ortodossi, attuali custodi del santuario, a smantellare le sovrastrutture, che nascondevano la tomba di Maria, e a intraprendere lavori di restauro.

Grazie all’ecumenismo fatto di gesti piccoli e silenziosi – a Gerusalemme è forse l’unico tipo di ecumenismo che non rischia di aggravare le divisioni già esistenti – l’abuna (= padre) greco Macarios e il sacrestano armeno Hagop invitarono padre Bellarmino Bagatti, il decano degli archeologi francescani in Terra Santa, a visitare e a studiare la tomba e il complesso sepolcrale e architettonico che la circondano. P. Bagatti, fedele al metodo, cui si è sempre ispirato, di accostare reperti archeologici e fonti letterarie, non si limitò ad esaminare il monumento, ma rilesse con attenzione la letteratura antica sulla morte e la sepoltura della Madonna.

Si sa che il Nuovo Testamento parla di Maria per l’ultima volta dopo l’Ascensione di Gesù presentandola circondata dagli apostoli e dalla primitiva comunità cristiana (Atti 1, 14). Nessun testo canonico ci dice come Maria trascorse gli ultimi anni e come lasciò la terra. Invece non pochi libri apocrifi, che vanno sotto il nome di ciclo sulla Dormizione della Madonna, molto diffusi nel mondo cristiano, tramandano tutta una serie di informazioni che, passate al vaglio della critica storica e teologica, si rivelano di primissima importanza. I diversi testi sugli ultimi giorni e sulla morte di Maria sembrano tutti riconducibili a un documento originario, ad un prototipo giudeocristiano redatto intorno al II secolo nell’ambito della Chiesa Madre di Gerusalemme, per la commemorazione liturgica annuale presso la tomba della Vergine. Nella redazione della Dormizione attribuita a Giovanni il teologo si legge:

‘…gli apostoli trasportarono la lettiga e deposero il suo corpo santo e prezioso in una tomba nuova del Getsemani’.

In un altro testo conservato in siriaco si trovano indicazioni topografiche ancora più precise:

‘Stamattina prendete la Signora Maria e andate fuori di Gerusalemme nella via che conduce al capo valle oltre il Monte degli Ulivi, ecco, vi sono tre grotte: una larga esterna, poi un’altra dentro e una piccola camera interna con un banco alzato di argilla nella parte di est. Andate e mettete la Benedetta su quel banco e mettetela lì e servitela finché io non ve lo dica’.

Con la verifica dei fatti Padre Bagatti ha dimostrato che l’accordo tra documento e monumento non poteva risultare maggiore.

Effettivamente la tomba di Maria al Getsemani è situata in una zona cimiteriale in uso nel I secolo. Essa corrisponde molto bene sia al tipo di tombe usate in Palestina in quel tempo, sia ai dati topografici indicati nelle differenti redazioni della Dormizione della Vergine, specialmente per ciò che riguarda la camera sepolcrale nuova e la sua posizione rispetto alle altre. Il fatto che si trovi accanto all’Orto degli Ulivi e alla Grotta dove Gesù era solito passare la notte (Giovanni 18, 2), fa pensare che l’anonimo discepolo proprietario della zona vi abbia accolto anche la sepoltura di Maria. La tomba, custodita e venerata dai giudeo-cristiani fin verso la fine del IV secolo, quando passò nelle mani dei gentilocristiani fu isolata dalle altre e racchiusa in una chiesa. La venerazione e il culto a Maria in questo luogo non sono venuti mai meno, nonostante tutte le trasformazioni, ed è intorno a questa tomba vuota che è nata e si è alimentata la fede del popolo cristiano nell’Assunzione di Maria al cielo. Per citare un esempio, così è espressa questa fede nel testo già ricordato di Giovanni il teologo: ‘Per tre giorni si udirono voci di Angeli invisibili che glorificavano Cristo, Dio nostro, nato da Lei. Dopo il terzo giorno le voci non si udirono più: tutti allora compresero che il puro e prezioso corpo di lei era stato trasportato in Paradiso’.

Oggi delle diverse chiese erette lungo i secoli sul luogo santo resta la cripta che attraverso un’ampia scala di quarantotto gradini conduce alla tomba per un dislivello di circa quindici metri rispetto alla strada. L’edicola che racchiude la cameretta funeraria con il banco roccioso ancora visibile è appena rischiarata dalla luce che filtra dall’esterno e dalle lampade ad olio. Nell’interno si respira l’atmosfera tipica delle chiese orientali caratterizzate dall’odore forte dell’incenso, dalle numerose immagini e dalle tante candele e lampade ad olio. Il pellegrino che vi entra con fede riesce a percepire anche l’eco delle preghiere incessanti che vi effondono cristiani di tutte le denominazioni, visitatori di ogni parte del mondo e persino i musulmani.

E commovente e istruttivo sostare accanto alla tomba di Maria rileggendo i deliziosi racconti popolari della Dormizione o contemplando l’icona che li traduce in immagini. La figura di Maria è quella stessa del Nuovo Testamento e della Tradizione divino-apostolica. Maria è insieme la Madre di Cristo Signore e la creatura che vive immersa nella realtà quotidiana, la Vergine-Sposa-Madre scelta da Dio e la donna partecipe del comune destino di lotta e di dolore che giunge alla piena glorificazione dopo le prove della vitaterrena e passando per il sonno della morte. Sul piano umano, moralee spirituale lei appare dopo e con Gesù modello e guida di autentica vita cristiana. Come l’Ascensione non èstata una partenza di Gesù, ma l’inizio di una presenza nuova nella sua Chiesa, così Maria nella sua Assunzione non si allontana dai nuovi figli che le sono donati dal Figlio primogenito. Il discepolo amato la chia-ma: ‘Sorella mia Maria, divenuta madre dei dodici rami’ e gli apostoli la salutano: ‘Maria, sorella nostra,madre di tutti i salvati’. Negli apocrifi della Dormizione Maria è proclamata anche ‘tempio di Dio e porta del cielo’, ‘signora e regina’ che esplica la sua mediazione e intercessione sia prima che dopo l’Assunzione. Tutto ciò immerso in un mondo carico di immagini e di simboli: dalla palma dell’immortalità che Gesù le consegna preannunciandole il passaggio alla vita eterna ai sette cieli che Maria attraversa per giungere presso il Figlio, dalle nubi sulle quali giungono gli apostoli dalle quattro parti del mondo, alla bambina luminosa simbolo dell’anima di Maria che Gesù prende fra le sue braccia, fino all’albero della vita, ai profumi, ai canti e alle luci del paradiso. Allora la preghiera che spontaneamente dal cuore affiora sulle labbra si confonde con quella dell’autore estasiato o del devoto traduttore dei manoscritti della Dormizione: ‘Celebrando misticamente la festa della sua gloriosa dormizione, troveremo misericordia e grazia in questo secolo e nel futuro, in virtù della bene-volenza e benignità del Signore nostro Gesù Cristo, al quale sia gloria e dominazione con il suo Padre, che è senza principio, e il santissimo e vi-vificante Spirito, ora e sempre, e nei secoli dei secoli. Amen’.

Publié dans:Maria Vergine |on 10 décembre, 2007 |Pas de commentaires »

Maria, “piena di grazia” nella sua Immacolata Concezione

San Sofronio di Gerusalemme (?-639), monaco, vescovo
Discorsi per l’Annunciazione, 2 ; PG 87, 3, 3241 

Maria, “piena di grazia” nella sua Immacolata Concezione 

“Ave piena di grazia, il Signore è con te”. E che cosa potrebbe esserci di più sublime di questa gioia, o Vergine Madre? O che cosa potrebbe esserci più eccellente di questa grazia che tu hai avuto in sorte da Dio? O che cosa si può escogitare di più grandioso e di più splendido di essa? Ogni cosa è ben lontana dalla grazia che si vede in te, ogni cosa è al di sotto della tua grazia; tutto sta al secondo posto, anche ciò che è più puro, e tutto ha uno splendore assolutamente inferiore.

“Il Signore è con te!” E chi oserebbe gareggiare con te? Dio viene date, e chi non ti cederebbe il passo e non ti darebbe anzi di buon grado il primato e la superiorità? Perciò guardando alle tue eminenti prerogative più eccellenti di quelle di tutte le creature, grido anch’io con grandissime lodi: “Ave, o piena di grazia, il Signore è con te”. Da te infatti il gaudio fu esteso non soltanto agli uomini ma anche alle virtù celesti…

Tu nel segreto del tuo grembo, hai Dio stesso che dimora in te secondo la carne e che procede da te come uno sposo (Sal 18,6): egli che ottiene per tutti il gaudio e distribuisce a tutti la luce divina. In te, o Vergine, Dio ha posto come in un cielo purisimo e limpido la sua tenda (Sal 75,3) ed esce da te come lo sposo dalla stanza nuziale. Imitando nella sua vita “la corsa del gigante, percorrerà la via” che sarà la salvezza per tutti i viventi e, protendendosi “dalla sommità del cielo ai cieli più alti” (Sal 18, 6-7) riempirà ogni cosa di divino calore e allo stesso tempo di vivificante splendore. 

Publié dans:Maria Vergine |on 7 décembre, 2007 |Pas de commentaires »

Immacolata Concezione della B.V. Maria, solennità

Immacolata Concezione della B.V. Maria, solennità dans Maria Vergine
http://santiebeati.it/immagini/?mode=view&album=20600&pic=20600BQ.JPG&dispsize=Original&start=40

Publié dans:Maria Vergine |on 7 décembre, 2007 |Pas de commentaires »
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