Archive pour la catégorie 'Maria Vergine'

il « Tota Pulchra », testo latino, testo italiano e da You Tube il testo cantato:

il « Tota Pulchra », testo latino, testo italiano e da You Tube il testo cantato:

http://www.youtube.com/watch?v=N-uJEr669ts

Canto Mariano del « Tota Pulchra »


Tota Pulchra es Maria       
Tota pulchra es, María !
Tota pulchra es, María !
Et mácula originális non est in te.
Et mácula originális non est in te.
Tu glória Jerúsalem,
tu laetítia Israël,
tu honorificéntia pópuli nostri,
tu advocáta peccátorum.
O María, o María !
Virgo prudentíssima
mater clementíssima,
ora pro nobis,
intercéde pro nobis
ad Dóminum Jesum Christum !

Sei tutta bella, o Maria !
E il peccato originale non è in te.
Tu sei la gloria di Gerusalemme,
tu sei la letizia di Israele,
tu sei l’onore del nostro popolo,
tu sei l’avvocata dei peccatori.
O Maria, o Maria !
Vergine prudentissima,
Madre clementissima,
prega per noi
e intercedi per noi
presso il Signore nostro Gesù Cristo !  

Publié dans:Maria Vergine, musica sacra |on 8 décembre, 2008 |Pas de commentaires »

LUNEDÌ 8 DICEMBRE – IMMACOLATA CONCEZIONE DI MARIA – DISCORSI DI SANT’ANSELMO

LUNEDÌ 8 DICEMBRE 2008

IMMACOLATA CONCEZIONE DI MARIA (Solennità)

UFFICIO DELLE LETTURE

Seconda Lettura
Dai «Discorsi» di sant’Anselmo, vescovo (Disc. 52; PL 158, 955-956)

O Vergine, per la tua benedizione è benedetta ogni creatura
Cielo, stelle, terra, fiumi, giorno, notte e tutte le creature che sono sottoposte al potere dell’uomo o disposte per la sua utilità si rallegrano, o Signora, di essere stati per mezzo tuo in certo modo risuscitati allo splendore che avevano perduto, e di avere ricevuto una grazia nuova inesprimibile. Erano tutte come morte le cose, poiché avevano perduto la dignità originale alla quale erano state destinate. Loro fine era di servire al dominio o alle necessità delle creature cui spetta di elevare la lode a Dio. Erano schiacciate dall’oppressione e avevano perso vivezza per l’abuso di coloro che s’erano fatti servi degli idoli. Ma agli idoli non erano destinate. Ora invece, quasi risuscitate, si rallegrano di essere rette dal dominio e abbellite dall’uso degli uomini che lodano Dio.
Hanno esultato come di una nuova e inestimabile grazia sentendo che Dio stesso, lo stesso loro Creatore non solo invisibilmente le regge dall’alto, ma anche, presente visibilmente tra di loro, le santifica servendosi di esse. Questi beni così grandi sono venuti dal frutto benedetto del grembo benedetto di Maria benedetta.
Per la pienezza della tua grazia anche le creature che erano negl’inferi si rallegrano nella gioia di essere liberate, e quelle che sono sulla terra gioiscono di essere rinnovate. Invero per il medesimo glorioso figlio della tua gloriosa verginità, esultano, liberati dalla loro prigionia, tutti i giusti che sono morti prima della sua morte vivificatrice, e gli angeli si rallegrano perché è rifatta nuova la loro città diroccata.
O donna piena e sovrabbondante di grazia, ogni creatura rinverdisce, inondata dal traboccare della tua pienezza. O vergine benedetta e più che benedetta, per la cui benedizione ogni creatura è benedetta dal suo Creatore, e il Creatore è benedetto da ogni creatura.
A Maria Dio diede il Figlio suo unico che aveva generato dal suo seno uguale a se stesso e che amava come se stesso, e da Maria plasmò il Figlio, non un altro, ma il medesimo, in modo che secondo la natura fosse l’unico e medesimo figlio comune di Dio e di Maria. Dio creò ogni creatura, e Maria generò Dio: Dio, che aveva creato ogni cosa, si fece lui stesso creatura di Maria, e ha ricreato così tutto quello che aveva creato. E mentre aveva potuto creare tutte le cose dal nulla, dopo la loro rovina non volle restaurarle senza Maria.
Dio dunque è il padre delle cose create, Maria la madre delle cose ricreate. Dio è padre della fondazione del mondo, Maria la madre della sua riparazione, poiché Dio ha generato colui per mezzo del quale tutto è stato fatto, e Maria ha partorito colui per opera del quale tutte le cose sono state salvate. Dio ha generato colui senza del quale niente assolutamente è, e Maria ha partorito colui senza del quale niente è bene.
Davvero con te è il Signore che volle che tutte le creature, e lui stesso insieme, dovessero tanto a te.

8 dicembre – Immacolata Concezione di Maria

dal sito:

http://www.donatocalabrese.it/maria/agenda.htm

8 dicembre

Immacolata Concezione  di Maria

   Sin dall’antichità cristiana, Maria è stata particolarmente venerata per il suo singolare privilegio di essere la Madre di Gesù.

   I Padri della Chiesa abbondano nell’esaltare la Tuttasanta con epiteti di straordinaria poesia. Ma,  la maturazione del dogma dell’Immacolata Concezione, è passata attraverso un lungo itinerario storico teologico nel quale, stavolta, la gente semplice, il popolo cristiano, con il suo « sensus fidelium »  ha saputo essere elemento trainante alla Teologia. 

   Questa fede popolare verso l’Immacolata Concezione di Maria si esprime nel XVII secolo con l’istituzione di varie confraternite sotto il titolo di « Immacolata Concezione » e con la dedica di cappelle ed altari all’Immacolata.

   Perfino negli ambienti universitari spagnoli e poi italiani si diffonde il giuramento di difendere l’Immacolata Concezione fino all’effusione del sangue. Un gesto che si diffonde, molto presto, tra gli ordini religiosi, le confraternite, i santi, e tutto il popolo cristiano.

   Nonostante i critici il pensiero dell’Immacolato concepimento di Maria, nel seno della madre, ha trovato sempre, lungo i secoli, personaggi, teologi e santi straordinari pronti a difenderlo. Tra di loro ricordiamo S. Alfonso Maria dei Liguori, colui che ha scritto la più celebre opera Mariana: « Le Glorie di Maria », un libro che tuttora rappresenta un best seller nella vasta bibliografia cattolica.

   Ad incrementare il culto del popolo cristiano verso l’Immacolata Concezione fu soprattutto la predicazione popolare, specie dei Francescani. (Anche loro, nel 1621, giurano la fedeltà alla Madre di Dio invocata come « Immacolata Concezione ». Non bisogna dimenticare, del resto, che proprio uno di loro è stato, secoli prima, un grande propugnatore di questa dottrina. Ci riferiamo a Giovanni Duns Scoto.

   Ma tornando ai grandi predicatori ed ai Santi ed agli uomini di pensiero che hanno grandemente decantato le Grandezze di Maria « Immacolata Concezione », alcuni di loro sono celeberrimi. Basta pensare a S. Leonardo da Porto Maurizio, San Piero Canisio, S. Roberto Bellarmino, ed il Bossuet. E poi ancora, nel corso di questi duemila anni di storia, alcuni interventi straordinari avvenuti nel mondo, come la visione di Helsin, abate inglese salvato da naufragio perché celebrasse l’Immacolata Concezione (1070), le rivelazioni di S. Brigida nel 1373 e le apparizioni della Vergine a santa Caterina Labouré in rue du Bac, Parigi.

   Un altro grandissimo contributo al culto verso l’Immacolata Concezione, è la festa introdotta dall’Oriente in Italia meridionale nel IX secolo e in Inghilterra nel XI secolo. Una festa che si diffonde dappertutto per cui Papa Clemente XI la estende, quindi, alla Chiesa universale.

   Dopo un lungo cammino teologico e popolare, si arriva alla definizione del dogma. A promulgarlo è un Santo Pontefice, purtroppo non capito dalla critica storica condizionata dalla politica: Pio IX. È un uomo di fede e non un uomo politico. E come uomo di fede e di fede vera, è innamorato di Maria. È Lui, l’8 dicembre 1854, con la bolla « Ineffabilis Deus », a definire il dogma dell’Immacolata Concezione di Maria, provocando nel popolo cristiano lo stesso entusiasmo e la medesima gioiosa accoglienza avuta dal Concilio di Efeso, allorquando venne definito il dogma di Maria « Teotokos », « Madre di Dio ».

In questi tempi di smarrimento dei valori morali, lo sguardo a Maria Immacolata, può essere per noi bagno di rigenerazione nell’Immacolatezza di una « Donna » tanto grande che « chi vuol grazia ed a Lei non ricorre, sua disianza vuol volare senz’ali »(Dante Alighieri, Divina Commedia, Paradiso, Inno alla Vergine).

Publié dans:Maria Vergine |on 7 décembre, 2008 |Pas de commentaires »

BENEDETTO XVI A LOURDES – 14 SETTEMBRE 2008 (il « si » di Maria)

dal sito:

http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/angelus/2008/documents/hf_ben-xvi_ang_20080914_lourdes_it.html

BENEDETTO XVI A LOURDES (il « si » di Maria)

ANGELUS

Prairie, Lourdes
Domenica, 14 settembre 2008
 

Cari pellegrini, cari fratelli e sorelle!

Ogni giorno, la preghiera dell’Angelus ci offre la possibilità di riflettere qualche istante, in mezzo alle nostre attività, sul mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio. A mezzogiorno, quando le prime ore del giorno cominciano a far gravare su di noi il loro peso di fatica, la nostra disponibilità e la nostra generosità sono rinnovate dalla contemplazione del “sì” di Maria. Questo “sì” limpido e senza riserve si radica nel mistero della libertà di Maria, libertà piena ed integra davanti a Dio, svincolata da ogni complicità col peccato, grazie al privilegio della sua Immacolata Concezione.

Questo privilegio concesso a Maria, che la distingue dalla nostra comune condizione, non l’allontana, ma al contrario la avvicina a noi. Mentre il peccato divide, ci allontana gli uni dagli altri, la purezza di Maria la rende infinitamente prossima ai nostri cuori, attenta a ciascuno di noi e desiderosa del nostro vero bene. Potete vederlo qui a Lourdes, come in tutti i Santuari mariani, folle immense accorrono ai piedi di Maria per confidarle ciò che ciascuno ha di più intimo, ciò che a ciascuno sta particolarmente a cuore. Ciò che molti, per imbarazzo o per pudore, non osano a volte confidare neppure ai loro intimi, lo confidano a Colei che è la Tutta pura, al suo Cuore immacolato: con semplicità, senza orpelli, nella verità. Davanti a Maria, in virtù proprio della sua purezza, l’uomo non esita a mostrarsi nella sua debolezza, a consegnare le sue domande e i suoi dubbi, a formulare le sue speranze e i suoi desideri più segreti. L’amore materno della Vergine Maria disarma ogni forma d’orgoglio; rende l’uomo capace di guardarsi quale egli è e gli ispira il desiderio di convertirsi per dare gloria a Dio.

Maria ci mostra così la giusta maniera di avanzare verso il Signore. Ci insegna ad avvicinarci a Lui nella verità e nella semplicità. Grazie a lei, scopriamo che la fede cristiana non è un peso, ma è come un’ala che ci permette di volare più in alto per rifugiarci tra le braccia del Signore.

La vita e la fede del popolo credente rivelano che il privilegio dell’Immacolata Concezione fatto a Maria non è una grazia solo personale, ma per tutti, una grazia fatta all’intero Popolo di Dio. In Maria la Chiesa può già contemplare ciò che essa è chiamata a divenire. In lei ogni credente può fin d’ora contemplare il compimento perfetto della sua personale vocazione. Possa ciascuno di noi rimanere sempre in azione di grazie per ciò che il Signore ha voluto rivelare del suo piano di salvezza attraverso il mistero di Maria. Mistero nel quale siamo implicati nel modo più toccante, poiché dall’alto della Croce, che noi ricordiamo ed esaltiamo proprio oggi, ci è rivelato dalla bocca stessa di Gesù che sua Madre è nostra Madre. In quanto figli e figlie di Maria, possiamo trarre profitto di tutte le grazie che sono state fatte a lei, e la dignità incomparabile che le procura il privilegio dell’Immacolata Concezione ricade su di noi, suoi figli.

Qui, vicino alla grotta, e in comunione particolare con tutti i pellegrini presenti nei santuari mariani e con tutti i malati nel corpo e nell’anima che cercano conforto, benediciamo il Signore per la presenza di Maria in mezzo al suo popolo e a lei indirizziamo con fede la nostra preghiera:

“Santa Maria, tu che qui ti sei mostrata centocinquant’anni fa alla giovane Bernadette, tu sei veramente “di speranza fontana vivace” (Dante, Par., XXXIII, 12).

Pellegrini fiduciosi qui giunti da ogni parte, noi veniamo ancora una volta ad attingere la fede ed il conforto, la gioia e l’amore, la sicurezza e la pace, alla sorgente del tuo Cuore immacolato: “Monstra Te esse Matrem!” Mostrati come Madre per tutti, o Maria! E donaci il Cristo, speranza del mondo! Amen.

Publié dans:Maria Vergine, Papa Benedetto XVI |on 7 décembre, 2008 |Pas de commentaires »

Preghiera alla Madonna della Mercede Madonna Mercede S. Erasmo

dal sito:

http://www.plebanadinervi.it/main.php?chg_node=49&idd=95

Preghiera alla Madonna della Mercede Madonna Mercede S. Erasmo

Maria, con il tuo libero “sì” alla proposta di Dio, tu hai generato Colui che doveva essere il redentore degli uomini.

Tu sei Madre di misericordia perché la redenzione che Cristo ha operato è l’immagine più viva del nostro Dio ricco di misericordia.

Guarda, o Madre, noi, tuoi figli: abbiamo ancora oggi bisogno di misericordia e di redenzione. Restano da spezzare troppe catene – non solo spirituali e morali, ma anche fisiche – per liberare bambini, uomini e donne da tragiche schiavitù.

Il tuo Figlio ci ha detto: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici” (Gv 15, 13).

Aiutaci ad essere figli “liberi per liberare” nel dono di se stessi, ad immagine del Figlio che ci ha chiamati “amici”.

Aiutaci a cercare sempre la beata “libertà dei figli di Dio” perché risplenda sempre più sul nostro volto l’immagine di Colui che abita in noi.

Rivolgi a noi, tuoi figli, il tuo sguardo di Madre, perché avvertiamo la nostra responsabilità verso ogni fratello e, liberi nell’amore che raggiunge ogni uomo, insieme, possiamo godere della gioia della salvezza ritrovata. Amen.

Publié dans:Maria Vergine, preghiere |on 25 septembre, 2008 |Pas de commentaires »

Beata Vergine Maria della Mercede (memoria facoltativa)

dal sito:

http://www.santiebeati.it/dettaglio/71800

Beata Vergine Maria della Mercede (memoria facoltativa)

24 settembre

Etimologia: Maria = amata da Dio, dall’egiziano; signora, dall’ebraico

La Beata Vergine Maria è considerata a tutti gli effetti l’ispiratrice della fondazione, da parte di s. Pietro Nolasco (1180-1245), dell’antico Ordine della Mercede; il titolo con cui viene onorata è strettamente correlato alla storia di quest’Ordine, che da lei prese la denominazione.
S. Pietro Nolasco nacque a Mais Saintes Puellas (Tolosa, Francia) verso il 1180 e fin da adolescente si stabilì con la famiglia a Barcellona in Spagna.
La prima notizia della sua presenza a Barcellona si ha nel 1203, quando profondamente addolorato nel vedere lo stato miserevole dei cristiani fatti schiavi dai Mori, padroni allora di gran parte della Spagna, egli si trasformò in mercante, per insinuarsi facilmente tra i maomettani ed a Valenza liberò con suo denaro trecento schiavi.
Esaurite le sua ricchezze, si unì ad altri generosi e nobili giovani, per raccogliere offerte e quindi ripetere ogni anno il riscatto di gruppi di schiavi; ma per quanta solerzia impiegassero in questa meritoria opera, vedevano il numero degli schiavi aumentare sempre più.
Bisogna dire che in precedenza vari re e Ordini militari si erano occupati del riscatto degli schiavi, in Francia per esempio era sorto l’Ordine dei Trinitari che se ne interessava, ma molto limitatamente, mentre gli Ordini militari si erano presto estinti.
La situazione degli schiavi, trasportati nei Paesi arabi dai musulmani, era diventata angosciante per Pietro Nolasco e i suoi compagni, che nei 15 anni trascorsi, avevano operato altri cinque grandi riscatti detti “redenzioni” per migliaia di cristiani.
Pietro ad un certo punto valutò la possibilità di ritirarsi a vita contemplativa, sentendosi impotente ad arginare la situazione, alimentata in continuazione dai Mori di Spagna.
E in una di queste veglie di preghiera, la notte fra il 1° e il 2 agosto 1218, la Vergine Maria gl’ispirò, illuminando la sua intelligenza, di fondare un Ordine religioso che si dedicasse alle opere di misericordia e specialmente alla redenzione degli schiavi, anche a costo della propria vita.
Dopo averne parlato con il giovane re d’Aragona, Giacomo I e con il vescovo di Barcellona, Berenguer, il 10 agosto 1218, Pietro Nolasco costituì ufficialmente il nuovo ‘Ordine Religioso Redentore’, nella cattedrale di Santa Croce di Barcellona, prendendo la Regola di S. Agostino.
Inoltre il vescovo consegnò ai giovani laici del gruppo, la veste di lana bianca in omaggio alla purezza immacolata della Vergine Maria, sotto il cui patrocinio sorgeva l’Ordine; re Giacomo I consegnò loro lo scudo del suo regno d’Aragona come distintivo (quattro sbarre rosse in campo oro) e il vescovo autorizzò di poter portare sopra l’abito la Croce, segno della sua cattedrale.
In quel memorabile giorno il re Giacomo I ‘il Conquistatore’ (1208-1276) regnante dal 1213, donò all’Ordine l’Ospedale di S. Eulalia in Barcellona, che divenne il primo convento dei religiosi (che erano tutti laici, compreso Pietro Nolasco), fungendo anche come casa d’accoglienza per gli schiavi liberati e sede delle opere di misericordia a favore degli infermi e poveri.
Sotto la guida del fondatore, si mise in moto tutta una organizzazione a favore della libertà dei cristiani messi in schiavitù, che oltre ad aver persa la libertà, erano in pericolo per le pressioni e sofferenze inflitte, di abiurare la propria fede e passare all’islamismo.
La ‘redenzione’ avveniva con il pagamento di un riscatto in denaro o altri generi, fatto al padrone mediante una terza persona, la somma variava secondo l’età, le condizioni sociali, economiche e fisiche dei riscattandi.
Il denaro veniva raccolto dai religiosi con il contributo di ogni ceto sociale dell’epoca, compreso le famiglie che avevano qualche loro componente schiavo in terra araba, vittima delle scorrerie saracene che funestarono dall’inizio del XIII secolo, le coste di Spagna, Francia, Sardegna, Sicilia e Italia Meridionale.
Le ‘redenzioni’ venivano accuratamente preparate, precedute da una cerimonia religiosa prima dell’imbarco; le spedizioni erano dense di pericoli, per i pirati che infestavano il Mediterraneo, i naufragi frequenti, la possibilità di un tradimento degli arabi, che impadronitisi del denaro, trattenevano anche i Mercedari come schiavi, in attesa di un altro riscatto.
Innumerevoli furono i religiosi che incontrarono la morte anche atroce, nell’espletare queste missioni redentrici; si calcola che con questo sistema siano stati liberati circa 52.000 schiavi cristiani nei primi 130 anni della costituzione dell’Ordine Religioso. Al ritorno positivo delle spedizioni, veniva cantato in cattedrale un solenne ‘Te Deum’ di ringraziamento, unitamente agli schiavi liberati.
Caratteristica eroica dei Mercedari durante le redenzioni, era quella di proporsi al posto di uno schiavo, se il denaro non bastava e rimanere prigionieri fino all’arrivo della somma dall’Europa, cosa che non sempre avveniva in tempo specie per gli agguati dei pirati, allora il religioso veniva ucciso barbaramente per vendetta.
L’Ordine fu approvato da papa Gregorio IX il 17 gennaio 1235, in seguito i componenti furono anche sacerdoti e non più solo laici come agli inizi, a cui si aggiunsero la Confraternita e il Terz’Ordine della Mercede. Nel 1265 con s. Maria di Cervellon si aggregò il ramo femminile delle Monache Mercedarie, a cui seguirono in tempi più moderni altre Congregazioni religiose femminili della stessa spiritualità della Mercede.
I Mercedari furono presenti come cappellani con Cristoforo Colombo, quando fu scoperto il Continente Americano; il primo convento fu fondato nel 1514 a Santo Domingo.
L’Ordine Religioso Redentore come si è detto era sotto la protezione della Madonna che ne fu l’ispiratrice; nel 1272 i redattori delle Costituzioni stabilirono che l’Ordine assumesse la denominazione di “S. Maria della Mercede”, titolo attribuitale perché della Mercede o della Misericordia deriva da quanto diceva il re Alfonso X ‘il Savio’ (1221-1284) “Redimere gli schiavi è opera di grande ‘Merced’ “, ossia di Misericordia.
La Vergine è considerata dai religiosi Mercedari, Madre sia di sé stessi, quanto degli schiavi per la cui salvezza eterna i religiosi si devono preoccupare.
È chiaro che oggi per schiavitù s’intende tutti quei pericoli ed affanni che contraddistinguono il peregrinare degli uomini, anelanti alla salvezza eterna, non solo di quella fisica e Maria Corredentrice del genere umano, con amore continua la sua opera come nostra avvocata e ministra della salvezza.
La Chiesa ha voluto valorizzare questo titolo prettamente mariano, stabilendo un ricordo particolare nella liturgia il 24 settembre.

Autore: Antonio Borrelli

Publié dans:Maria Vergine |on 25 septembre, 2008 |Pas de commentaires »

Preghiera alla Beata Vergine Addolorata

dal sito: 

http://www.alleanzacattolica.org/indici/oremus/prom163_164.htm

Preghiera alla Beata Vergine Addolorata

Lasciami vivere accanto a te, Madre mia,

per tenere compagnia alla tua solitudine

e al tuo profondo dolore!

Lasciami risentire nella mia anima

il pianto doloroso dei tuoi occhi

e l’abbandono del tuo cuore!

Non voglio sul cammino della mia vita

gustare la letizia di Betlemme, adorando il Bambino Gesù,

nelle tue braccia verginali.

Non voglio godere nella tua umile casa di Nazareth

della cara presenza di Gesù Cristo.

Né voglio unirmi al coro degli angeli

nella tua gloriosa Assunzione!

Voglio nella mia vita

gli scherni e le beffe del Calvario;

voglio la lenta agonia del Figlio tuo,

il disprezzo, l’ignominia, l’infamia della Croce.

Voglio, o Vergine Addolorata, stare vicino a te, in piedi,

per fortificare il mio spirito con le tue lacrime,

consumare il mio sacrificio col tuo martirio,

sostenere il mio cuore con la tua solitudine,

amare il mio e tuo Dio

con l’immolazione di tutto il mio essere.

Beato Miguel A. Pro S.J.

***

Preghiera composta il 13-11-1927, testo in Archivio della Postulazione generale della Compagnia di Gesù, Contenitore Scritti P. Pro, III, 32, trad. it. in La Civiltà Cattolica, anno 139, n. 3320, 15-10-1988, p. 140.

Publié dans:Maria Vergine, preghiere |on 17 septembre, 2008 |Pas de commentaires »

Papa Benedetto al Santuario di Bonaria – Omelia, domenica 7 settembre 2008

dal sito:

http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/homilies/2008/documents/hf_ben-xvi_hom_20080907_cagliari_it.html

CELEBRAZIONE EUCARISTICA SUL SAGRATO DEL SANTUARIO
DI NOSTRA SIGNORA DI BONARIA

OMELIA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI

Domenica, 7 settembre 2008

Cari fratelli e sorelle!

Lo spettacolo più bello che un popolo può offrire è senzaltro quello della propria fede. In questo momento io tocco con mano una commovente manifestazione della fede che vi anima, e di questo voglio esprimervi subito la mia ammirazione. Ho accolto volentieri linvito a venire nella vostra bellissima Isola in occasione del centenario della proclamazione della Madonna di Bonaria quale vostra Principale Patrona. Oggi, insieme alla visione della natura stupenda che ci circonda, voi mi offrite quella della fervida devozione che nutrite verso la Vergine Santissima. Grazie per questa bella testimonianza!

Vi saluto tutti con grande affetto, incominciando dallArcivescovo di Cagliari, Monsignor Giuseppe Mani, Presidente della Conferenza Episcopale sarda, che ringrazio per le bellissime parole pronunciate allinizio della santa Messa anche a nome degli altri Vescovi, ai quali va il mio cordiale pensiero, e dellintera comunità ecclesiale che vive in Sardegna. Grazie soprattutto per limpegno con cui avete voluto preparare questa mia visita pastorale. E vedo che effettivamente tutto è stato preparato in modo perfetto. Saluto le Autorità civili ed in particolare il Sindaco, che mi rivolgerà il saluto suo e della Città. Saluto le altre Autorità presenti e ad esse esprimo la mia riconoscenza per la collaborazione generosamente offerta allorganizzazione della mia visita qui in Sardegna. Desidero quindi salutare i sacerdoti, in maniera speciale la Comunità dei Padri Mercedari, i diaconi, i religiosi e le religiose, i responsabili delle associazioni e dei movimenti ecclesiali, i giovani e tutti i fedeli, con un ricordo cordiale per gli anziani centenari, che ho potuto salutare entrando in chiesa, e quanti sono uniti a noi spiritualmente o attraverso la radio e la televisione. In modo del tutto speciale, saluto gli ammalati e i sofferenti, con un particolare pensiero per i più piccoli.

Siamo nel Giorno del Signore, la Domenica, ma data la particolare circostanza la liturgia della Parola ci ha proposto letture proprie delle celebrazioni dedicate alla Beata Vergine. Si tratta, in particolare, dei testi previsti per la festa della Natività di Maria, che da secoli è fissata all8 settembre, data in cui a Gerusalemme fu consacrata la basilica costruita sopra la casa di santAnna, madre della Madonna. Sono letture che in effetti contengono sempre il riferimento al mistero della nascita. Anzitutto, nella prima lettura, loracolo stupendo del profeta Michea su Betlemme, in cui si annuncia la nascita del Messia. Questi, ci dice loracolo, sarà discendente del re Davide, betlemmita come Lui, ma la sua figura eccederà i limiti dellumano: le sue origini dice sono dallantichità”, si perdono nei tempi più lontani, sconfinano nelleterno; la sua grandezza giungerà fino agli estremi confini della terra e tali saranno anche i confini della pace (cfr Mic 5,1-4a). Lavvento di questo Consacrato del Signore, che segnerà linizio della liberazione del popolo, viene definito dal profeta con unespressione enigmatica: quando colei che deve partorire partorirà” (Mic 5,2). Così, la liturgia che è scuola privilegiata delle fede ci insegna a riconoscere nella nascita di Maria un diretto collegamento con quella del Messia, Figlio di Davide.

Il Vangelo, una pagina dellapostolo Matteo, ci ha proposto proprio il racconto della nascita di Gesù. LEvangelista, però, lo fa precedere dal resoconto della genealogia, che egli colloca allinizio del suo Vangelo come un prologo. Pure qui il ruolo di Maria nella storia della salvezza risalta in tutta la sua evidenza: lessere di Maria è totalmente relativo a Cristo, in particolare alla sua incarnazione. Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo (Mt 1,16). Salta allocchio la discontinuità che vi è nello schema della genealogia: non si legge generò”, ma Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo. Proprio in questo si coglie la bellezza del disegno di Dio, che rispettando lumano lo feconda dallinterno, facendo sbocciare dallumile Vergine di Nazaret il frutto più bello della sua opera creatrice e redentrice. LEvangelista pone poi sulla scena la figura di Giuseppe, il suo dramma interiore, la sua fede robusta e la sua esemplare rettitudine. Dietro i suoi pensieri e le sue deliberazioni c’è lamore per Dio e la ferma volontà di obbedirgli. Ma come non sentire che il turbamento e quindi la preghiera e la decisione di Giuseppe sono mossi, al tempo stesso, dalla stima e dallamore per la sua promessa sposa? La bellezza di Dio e quella di Maria sono, nel cuore di Giuseppe, inseparabili; egli sa che tra di esse non può esservi contraddizione; cerca in Dio la risposta e la trova nella luce della Parola e dello Spirito Santo: Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele, che significa Dio con noi (Mt 1,23; cfr Is 7,14).

Possiamo così, ancora una volta, contemplare il posto che Maria occupa nel disegno salvifico di Dio, quel disegno che ritroviamo nella seconda lettura, tratta dalla Lettera ai Romani. Qui lapostolo Paolo esprime in due versetti di singolare densità la sintesi di ciò che è lesistenza umana da un punto di vista meta-storico: una parabola di salvezza che parte da Dio e a Lui nuovamente giunge; una parabola interamente mossa e governata dal suo amore. Si tratta di un disegno salvifico tutto permeato dalla libertà divina, che attende tuttavia dalla libertà umana un contributo fondamentale: la corrispondenza della creatura allamore del Creatore. Ed è qui, in questo spazio dellumana libertà, che percepiamo la presenza della Vergine Maria, senza che venga mai esplicitamente nominata: Ella infatti è, in Cristo, primizia e modello di coloro che amano Dio (Rm 8,28). Nella predestinazione di Gesù è inscritta la predestinazione di Maria, come pure quella di ogni persona umana. Nell’“eccomi del Figlio trova eco fedele l’“eccomi della Madre (cfr Eb 10,6), come anche l’“eccomi di tutti i figli adottivi nel Figlio, di tutti noi appunto.

Cari amici di Cagliari e della Sardegna, anche il vostro popolo, grazie alla fede in Cristo e mediante la spirituale maternità di Maria e della Chiesa, è stato chiamato ad inserirsi nella spirituale genealogia del Vangelo. In Sardegna il cristianesimo è arrivato non con le spade dei conquistatori o per imposizione straniera, ma è germogliato dal sangue dei martiri che qui hanno donato la loro vita come atto di amore verso Dio e verso gli uomini. È nelle vostre miniere che risuonò per la prima volta la Buona Novella portata dal Papa Ponziano e dal presbitero Ippolito e da tanti fratelli condannati ad metalla per la loro fede in Cristo. Così anche Saturnino, Gavino, Proto e Gianuario, Simplicio, Lussorio, Efisio, Antioco sono stati testimoni della totale dedizione a Cristo come vero Dio e Signore. La testimonianza del martirio conquistò un animo fiero come quello dei Sardi, istintivamente refrattario a tutto ciò che veniva dal mare. Dallesempio dei martiri prese vigore il vescovo Lucifero di Cagliari, che difese lortodossia contro larianesimo e si oppose, insieme ad Eusebio di Vercelli, anchegli cagliaritano, alla condanna di Atanasio nel Concilio di Milano del 335, e per questo ambedue, Lucifero ed Eusebio, vennero condannati allesilio, un esilio molto duro. La Sardegna non è mai stata terra di eresie; il suo popolo ha sempre manifestato filiale fedeltà a Cristo e alla Sede di Pietro. Sì, cari amici, nel susseguirsi delle invasioni e delle dominazioni, la fede in Cristo è rimasta nellanima delle vostre popolazioni come elemento costitutivo della vostra stessa identità sarda.

Dopo i martiri, nel V secolo, arrivarono dallAfrica romana numerosi Vescovi che, non avendo aderito alleresia ariana, dovettero subire lesilio. Venendo nellisola, essi portarono con sé la ricchezza della loro fede. Furono oltre cento Vescovi che, sotto la guida di Fulgenzio di Ruspe, fondarono monasteri e intensificarono levangelizzazione. Insieme alle reliquie gloriose di Agostino, portarono la ricchezza della loro tradizione liturgica e spirituale, di cui voi conservate ancora le tracce. Così la fede si è sempre più radicata nel cuore dei fedeli fino a diventare cultura e produrre frutti di santità. Ignazio da Láconi, Nicola da Gésturi sono i santi in cui la Sardegna si riconosce. La martire Antonia Mesina, la contemplativa Gabriella Sagheddu e la suora della carità Giuseppina Nicóli sono lespressione di una gioventù capace di perseguire grandi ideali. Questa fede semplice e coraggiosa, continua a vivere nelle vostre comunità, nelle vostre famiglie, dove si respira il profumo evangelico delle virtù proprie della vostra terra: la fedeltà, la dignità, la riservatezza, la sobrietà, il senso del dovere.

E poi, ovviamente, lamore per la Madonna. Siamo infatti qui, oggi, a commemorare un grande atto di fede, che i vostri padri compirono affidando la propria vita alla Madre di Cristo, quando la scelsero come Patrona massima dellIsola. Non potevano sapere allora che il Novecento sarebbe stato un secolo molto difficile, ma certamente fu proprio in questa consacrazione a Maria che trovarono in seguito la forza per affrontare le difficoltà sopravvenute, specialmente con le due guerre mondiali. Non poteva essere che così. La vostra Isola, cari amici della Sardegna, non poteva avere altra protettrice che la Madonna. Lei è la Mamma, la Figlia e la Sposa per eccellenza: Sa Mama, Fiza, Isposa de su Segnore, come amate cantare. La Mamma che ama, protegge, consiglia, consola, dà la vita, perché la vita nasca e perduri. La Figlia che onora la sua famiglia, sempre attenta alle necessità dei fratelli e delle sorelle, sollecita nel rendere la sua casa bella e accogliente. La Sposa capace di amore fedele e paziente, di sacrificio e di speranza. A Maria in Sardegna sono dedicate ben 350 chiese e santuari. Un popolo di madri si rispecchia nellumile ragazza di Nazaret, che col suo sì” ha permesso al Verbo di diventare carne.

So bene che Maria è nel vostro cuore. Dopo centanni vogliamo questoggi ringraziarLa per la sua protezione e rinnovarLe la nostra fiducia, riconoscendo in Lei la Stella della nuova evangelizzazione, alla cui scuola imparare come recare Cristo Salvatore agli uomini e alle donne contemporanei. Maria vi aiuti a portare Cristo alle famiglie, piccole chiese domestiche e cellule della società, oggi più che mai bisognose di fiducia e di sostegno sia sul piano spirituale che su quello sociale. Vi aiuti a trovare le opportune strategie pastorali per far sì che Cristo sia incontrato dai giovani, portatori per loro natura di nuovo slancio, ma spesso vittime del nichilismo diffuso, assetati di verità e di ideali proprio quando sembrano negarli. Vi renda capaci di evangelizzare il mondo del lavoro, delleconomia, della politica, che necessita di una nuova generazione di laici cristiani impegnati, capaci di cercare con competenza e rigore morale soluzioni di sviluppo sostenibile. In tutti questi aspetti dellimpegno cristiano potete sempre contare sulla guida e sul sostegno della Vergine Santa. Affidiamoci pertanto alla sua materna intercessione.

Maria è porto, rifugio e protezione per il popolo sardo, che ha in sé la forza della quercia. Passano le tempeste e questa quercia resiste; infuriano gli incendi ed essa nuovamente germoglia; sopravviene la siccità ed essa vince ancora. Rinnoviamo dunque con gioia la nostra consacrazione ad una Madre tanto premurosa. Le generazioni dei Sardi, ne sono certo, continueranno a salire al Santuario di Bonaria per invocare la protezione della Vergine. Mai resterà deluso chi si affida a Nostra Signora di Bonaria, Madre misericordiosa e potente. Maria, Regina della Pace e Stella della speranza, intercedi per noi. Amen!

Publié dans:Maria Vergine, Papa Benedetto XVI |on 8 septembre, 2008 |Pas de commentaires »

Beata vergine Maria Regina – la memoria

dal sito: 

http://www.santiebeati.it/dettaglio/24150

Beata Vergine Maria Regina

22 agosto

La memoria odierna, di origine devozionale, fu istituita nel 1955 da Pio XII. Viene celebrata a pochi giorni dalla solennità dell’Asuunzione. Maria, partecipe della gloriosa regalità universale del Cristo, è proposta come modello e segno di speranza per i cristiani, che già rivestiti della dignità regale del Signore del Battesimo, sono chiamati a regnare eternamente con lui. (Mess. Rom.)

Etimologia: Maria = amata da Dio, dall’egiziano; signora, dall’ebraico

Martirologio Romano: Memoria della beata Maria Vergine Regina, che generò il Figlio di Dio, principe della pace, il cui regno non avrà fine, ed è salutata dal popolo cristiano come Regina del cielo e Madre di misericordia.

La festività odierna, parallela a quella di Cristo Re, venne istituita da Pio XII nel 1955. Si celebrava, fino alla recente riforma del calendario liturgico, il 31 maggio, a coronamento della singolare devozione mariana nel mese a lei dedicato. Il 22 agosto era riservato alla commemorazione del Cuore Immacolato di Maria, al cui posto subentra la festa di Maria Regina per avvicinare la regalità della Vergine alla sua glorificazione nell’assunzione al cielo. Questo posto di singolarità e di preminenza, accanto a Cristo Re, le deriva dai molteplici titoli, illustrati da Pio XII nella lettera enciclica “Ad Coeli Reginam” (11 ottobre 1954), di Madre del Capo e dei membri del Corpo mistico, di augusta sovrana e regina della Chiesa, che la rende partecipe non solo della dignità regale di Gesù, ma anche del suo influsso vitale e santificante sui membri del Corpo mistico.
Il latino « regina », come « rex », deriva da « regere », cioè reggere, governare, dominare. Dal punto di vista umano è difficile attribuire a Maria il ruolo di dominatrice, lei che si è proclamata la serva del Signore e ha trascorso tutta la vita nel più umile nascondimento. Luca, negli Atti degli apostoli, colloca Maria in mezzo agli Undici, dopo l’Ascensione, raccolta con essi in preghiera; ma non è lei che impartisce ordini, bensì Pietro. E tuttavia proprio in quella circostanza ella costituisce l’anello di congiunzione che tiene uniti al Risorto quegli uomini non ancora irrobustiti dai doni dello Spirito Santo. Maria è regina perché è madre di Cristo, il re. Ella è regina perché eccelle su tutte le creature, in santità: « In lei s’aduna quantunque in creatura è di bontade « , dice Dante nella Divina Commedia.
Tutti i cristiani vedono e venerano in lei la sovrabbondante generosità dell’amore divino, che l’ha colmata di ogni bene. Ma ella distribuisce regalmente e maternamente quanto ha ricevuto dal Re; protegge con la sua potenza i figli acquisiti in virtù della sua corredenzione e li rallegra con i suoi doni, poichè il Re ha disposto che ogni grazia passi per le sue mani di munifica regina. Per questo la Chiesa invita i fedeli a invocarla non solo col dolce nome di madre, ma anche con quello reverente di regina, come in cielo la salutano con felicità e amore gli angeli, i patriarchi, i profeti, gli apostoli, i martiri, i confessori, le vergini. Maria è stata coronata col duplice diadema della verginità e della maternità divina: « Lo Spirito Santo verrà su di te, e la virtù dell’Altissimo ti adombrerà. Per questo il Santo che nascerà da te sarà chiamato Figlio di Dio ».

Publié dans:Maria Vergine |on 22 août, 2008 |Pas de commentaires »

22 AGOSTO – BEATA VERGINE MARIA REGINA

22 AGOSTO – BEATA VERGINE MARIA REGINA

LITURGIA DELLE ORE – UFFICIO DELLE LETTURE

Seconda Lettura
Dalle «Omelie» di sant’Amedeo di Losanna, vescovo
(Om. 7; SC 72, 188. 190. 192. 200)

Regina del mondo e della pace
La santa Vergine Maria fu assunta in cielo. Ma il suo nome ammirabile rifulse su tutta la terra anche indipendentemente da questo singolare evento, e la sua gloria immortale si irradiò in ogni luogo prima ancora che fosse esaltata sopra i cieli. Era conveniente, infatti, anche per l’onore del suo Figlio, che la Vergine Madre regnasse dapprima in terra e così alla fine ricevesse la gloria nei cieli. Era giusto che la sua santità e la sua grandezza andassero crescendo quaggiù, passando di virtù in virtù e di splendore in splendore per opera dello Spirito Santo, fino a raggiungere il termine massimo al momento della sua entrata nella dimora superna.
Perciò quando era qui con il corpo, pregustava le primizie del regno futuro, ora innalzandosi fino a Dio, ora scendendo verso i fratelli mediante
l’amore. Fu onorata dagli angeli e venerata dagli uomini. Le stava accanto Gabriele con gli angeli e le rendeva servizio, con gli apostoli, Giovanni, ben felice che a lui, vergine, fosse stata affidata presso la croce la Vergine Madre. Quelli erano lieti di vedere in lei la Regina, questi la Signora, e sia gli uni che gli altri la circondavano di pio e devoto affetto.
Abitava nel sublime palazzo della santità, godeva della massima abbondanza dei favori divini, e sul popolo credente e assetato faceva scendere la pioggia delle grazie, lei che nella ricchezza della grazia aveva superato tutte le creature.
Conferiva la salute fisica e la medicina spirituale, aveva il potere di risuscitare dalla morte i corpi e le anime. Chi mai si partì da lei o malato, o triste, o digiuno dei misteri celesti? Chi non ritornò a casa sua lieto e contento dopo d’aver ottenuto dalla Madre del Signore, Maria, quello che voleva?
Maria era la sposa ricca di gioielli spirituali, la madre dell’unico Sposo, la fonte di ogni dolcezza, la delizia dei giardini spirituali e la sorgente della acque vive e vivificanti che discendono dal Libano divino, dal monte Sion fino ai popoli stranieri sparsi qua e là. Ella faceva scendere fiumi di pace e grazia. Perciò mentre la Vergine delle vergini veniva assunta in cielo da Dio e dal Figlio suo, re dei re, tra l’esultanza degli angeli, il giubilo degli arcangeli e le acclamazioni festose del cielo, si compì la profezia del salmista che dice al Signore: «Sta la regina alla tua destra in veste tessuta d’oro, in abiti trapunti e ricamati» (Sal 44, 10 volg.)

Publié dans:liturgia, Maria Vergine |on 22 août, 2008 |Pas de commentaires »
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