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22 febbraio _ Cattedra di San Pietro- San Leone Magno Papa: « …sulla fede salda di Cristo »

22 febbraio 2008 – Cattedra di San Pietro 

 

Liturgia delle ore – Ufficio delle letture 

 

Seconda Lettura
Dai «Discorsi» di san Leone Magno, papa
(Disc. 4 nell’anniversario della sua elezione, 2-3); PL 54, 149-151)

La Chiesa di Cristo s’innalza sulla salda fede di Pietro


Tra tutti gli uomini solo Pietro viene scelto per essere il primo a chiamare tutte le genti alla salvezza e per essere il capo di tutti gli apostoli e di tutti i Padri della Chiesa. Nel popolo di Dio sono molti i sacerdoti e i pastori, ma la vera guida di tutti è Pietro, sotto la scorta suprema di Cristo. Carissimi, Dio si è degnato di rendere quest’uomo partecipe del suo potere in misura grande e mirabile. E se ha voluto che anche gli altri principi della Chiesa avessero qualche cosa in comune con lui, è sempre per mezzo di lui che trasmette quanto agli altri non ha negato.
A tutti gli apostoli il Signore domanda che cosa gli uomini pensino di lui e tutti danno la stessa risposta fino a che essa continua ad essere l’espressione ambigua della comune ignoranza umana. Ma quando gli apostoli sono interpellati sulla loro opinione personale, allora il primo a professare la fede nel Signore è colui che è primo anche nella dignità apostolica. 
Egli dice: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente»; e Gesù gli risponde: «Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l’hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli» (Mt 16, 16-17). Ciò significa: tu sei beato perché il Padre mio ti ha ammaestrato, e non ti sei lasciato ingannare da opinioni umane, ma sei stato istruito da un’ispirazione celeste. La mia identità non te l’ha rivelata la carne e il sangue, ma colui del quale io sono il Figlio unigenito. Gesù continua: «E io ti dico»: cioè come il Padre mio ti ha rivelato la mia divinità, così io ti manifesto la tua dignità. «Tu sei Pietro». Ciò significa che se io sono la pietra inviolabile, «la pietra angolare che ha fatto dei due un popolo solo» (cfr. Ef 2, 14. 20), il fondamento che nessuno può sostituire, anche tu sei pietra, perché la mia forza ti rende saldo. Così la mia prerogativa personale è comunicata anche a te per partecipazione. «E su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa» (Mt 16, 18). Cioè, su questa solida base voglio costruire il mio tempio eterno. La mia Chiesa destinata a innalzarsi fino al cielo, dovrà poggiare sulla solidità di questa fede. 
Le porte degli inferi non possono impedire questa professione di fede, che sfugge anche ai legami della morte. Essa infatti è parola di vita, che solleva al cielo chi la proferisce e sprofonda nell’inferno chi la nega. E’ per questo che a san Pietro viene detto: «A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherei sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli» (Mt 16, 19). Certo, il diritto di esercitare questo potere è stato trasmesso anche agli altri apostoli, questo decreto costitutivo è passato a tutti i principi della Chiesa. Ma non senza ragione è stato consegnato a uno solo ciò che doveva essere comunicato a tutti. Questo potere infatti è affidato personalmente a Pietro, perché la dignità di Pietro supera quella di tutti i capi della Chiesa.
 

Publié dans:liturgia |on 21 février, 2008 |Pas de commentaires »

Gli interrogativi più profondi dell’uomo

Liturgia delle ore: sabato 16 febbraio 2008 

 

 

Seconda Lettura 

Dalla costituzione pastorale «Gaudium et spes» del Concilio ecumenico Vaticano II sulla Chiesa nel mondo contemporaneo (Nn. 9-10)

Gli interrogativi più profondi dell’uomo


Il mondo si presenta oggi potente a un tempo e debole, capace di operare il meglio e il peggio, mentre gli si apre dinanzi la strada della libertà o della schiavitù, del progresso o del regresso, della fraternità o dell’odio. Inoltre l’uomo si rende conto che dipende da lui orientare bene le forze da lui stesso suscitate e che possono schiacciarlo o servirgli. Per questo si pone degli interrogativi.
In verità gli squilibri di cui soffre il mondo contemporaneo si collegano con quel più profondo squilibrio che è radicato nel cuore dell’uomo. E’ proprio all’interno dell’uomo che molti elementi si contrastano a vicenda. Da una parte, infatti, come creatura, esperimenta in mille modi i suoi limiti; dall’altra parte si accorge di essere senza confini nelle sue aspirazioni e chiamato a una vita superiore. Sollecitato da molte attrattive, è costretto sempre a sceglierne qualcuna e a rinunziare alle altre. Inoltre, debole e peccatore, non di rado fa quello che non vorrebbe e non fa quello che vorrebbe (cfr. Rm 7, 14 segg.). Per cui soffre in se stesso una divisione, dalla quale provengono anche tante e così gravi discordie nella società. Certamente moltissimi, che vivono in un materialismo pratico, sono lungi dall’avere la chiara percezione di questo dramma, o per lo meno, se sono oppressi dalla miseria, non hanno modo di rifletterci. Molti credono di trovare pace in una interpretazione della realtà proposta in assai differenti maniere. Alcuni poi dai soli sforzi umani attendono una vera e piena liberazione della umanità, e sono persuasi che il futuro regno dell’uomo sulla terra appagherà tutti i desideri del loro cuore. Né manca chi, disperando di dare uno scopo alla vita, loda l’audacia di quanti, stimando vuota di ogni senso proprio l’esistenza umana, si sforzano di darne una spiegazione completa solo col proprio ingegno. Con tutto ciò, di fronte all’evoluzione attuale del mondo, diventano sempre più numerosi quelli che si pongono o sentono con nuova acutezza gli interrogativi capitali: cos’è l’uomo? Qual è il significato del dolore, del male, della morte che malgrado ogni progresso continuano a sussistere? Cosa valgono queste conquiste a così caro prezzo raggiunte? Che reca l’uomo alla società, e cosa può attendersi da essa? Cosa ci sarà dopo questa vita?
Ecco, la Chiesa crede che Cristo, per tutti morto e risorto, dà all’uomo, mediante il suo Spirito, luce e forza perché l’uomo possa rispondere alla suprema sua vocazione; né è dato in terra un altro nome agli uomini in cui possano salvarsi (cfr. At 4, 12). Crede ugualmente di trovare nel suo Signore e Maestro la chiave, il centro e il fine di tutta la storia umana. Inoltre la Chiesa afferma che al di sopra di tutti i mutamenti ci sono molte cose che non cambiano; esse trovano il loro ultimo fondamento in Cristo, che è sempre lo stesso: ieri, oggi e nei secoli (cfr. Eb 13, 8). 

Publié dans:dalla Chiesa, liturgia |on 16 février, 2008 |Pas de commentaires »

Accogliamo la luce viva ed eterna

dal mio libro della Liturgia delle ore, seconda lettura dell?ufficio delle Letture di oggi: 

 

Seconda Lettura

Dai «Discorsi» di san Sofronio, vescovo
(Disc. 3, sull’«Hypapante» 6, 7; PG 87, 3, 3291-3293)

Accogliamo la luce viva ed eterna


Noi tutti che celebriamo e veneriamo con intima partecipazione il mistero dell’incontro del Signore, corriamo e muoviamoci insieme in fervore di spirito incontro a lui. Nessuno se ne sottragga, nessuno si rifiuti di portare la sua fiaccola. Accresciamo anzi lo splendore dei ceri per significare il divino fulgore di lui che si sta avvicinando e grazie al quale ogni cosa risplende, dopo che l’abbondanza della luce eterna ha dissipato le tenebre della caligine. Ma le nostre lampade esprimano soprattutto la luminosità dell’anima, con la quale dobbiamo andare incontro a Cristo. Come infatti la Madre di Dio e Vergine intatta portò sulle braccia la vera luce e si avvicinò a coloro che giacevano nelle tenebre, così anche noi, illuminati dal suo chiarore e stringendo tra le mani la luce che risplende dinanzi e tutti, dobbiamo affrettarci verso colui che è la vera luce.
La luce venne nel mondo (cfr. Gv 1, 9) e, dissipate le tenebre che lo avvolgevano, lo illuminò. Ci visitò colui che sorge dall’alto (cfr. Lc 1, 78) e rifulse a quanti giacevano nelle tenebre. Per questo anche noi dobbiamo ora camminare stringendo le fiaccole e correre portando le luci. Così indicheremo che a noi rifulse la luce, e rappresenteremo lo splendore divino di cui siamo messaggeri. Per questo corriamo tutti incontro a Dio. Ecco il significato del mistero odierno.
La luce vera che illumina ogni uomo che viene in questo mondo (cfr. Gv 1, 9) è venuta. Tutti dunque, o fratelli, siamone illuminati, tutti brilliamo. Nessuno resti escluso da questo splendore, nessuno si ostini a rimanere immerso nel buio. Ma avanziamo tutti raggianti e illuminati verso di lui. Riceviamo esultanti nell’animo, col vecchio Simeone, la luce sfolgorante ed eterna. Innalziamo canti di ringraziamento al Padre della luce, che mandò la luce vera, e dissipò ogni tenebra, e rese noi tutti luminosi. La salvezza di Dio, infatti, preparata dinanzi a tutti i popoli e manifestata a gloria di noi, nuovo Israele, grazie a lui, la vedemmo anche noi e subito fummo liberati dall’antica e tenebrosa colpa, appunto come Simeone, veduto il Cristo, fu sciolto dai legami della vita presente.
Anche noi, abbracciando con la fede il Cristo che viene da Betlemme, divenimmo da pagani popolo di Dio. Egli, infatti, è la salvezza di Dio Padre. Vedemmo con gli occhi il Dio fatto carne. E proprio per aver visto il Dio presente fra noi ed averlo accolto con le braccia dello spirito, ci chiamiamo nuovo Israele. Noi onoriamo questa presenza nelle celebrazioni anniversarie, né sarà ormai possibile dimenticarcene. 

 

il Papa giovedì non va alla Sapienza, vorrei chiedervi di pregare per questa pagina nera per la democrazia in Italia e a Roma

dopo aver saputo che il Papa non andrà giovedì alla Sapienza di Roma posto solo i Vespri di questa sera e vorrei chiedervi di pregare per questa pagina nera per la democrazia in italia e a Roma  Vespri di oggi 15.1.08 

V. O Dio, vieni a salvarmi.
R. Signore, vieni presto in mio aiuto.
Gloria al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.

Inno

Accogli, o Padre buono,
il canto dei fedeli
nel giorno che declina.
Tu al sorger della luce
ci chiamasti al lavoro
nella mistica vigna;
or che il sole tramonta,
largisci agli operai
la mercede promessa.

Da’ ristoro alle membra
e diffondi nei cuori
la pace del tuo Spirito.

La tua grazia sia pegno
della gioia perfetta
nella gloria dei santi.

A te sia lode, o Padre,
al Figlio e al Santo Spirito
nei secoli dei secoli. Amen.

1 Antifona

Esalta, o Dio, il tuo Cristo
e noi canteremo la sua vittoria.

SALMO 19   Preghiera per la vittoria del Re-Messia


Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato (At 2, 21)

Ti ascolti il Signore nel giorno della prova, *
ti protegga il nome del Dio di Giacobbe. 
Ti mandi l’aiuto dal suo santuario *
e dall’alto di Sion ti sostenga. 
Ricordi tutti i tuoi sacrifici *
e gradisca i tuoi olocausti. 
Ti conceda secondo il tuo cuore, *
faccia riuscire ogni tuo progetto. 

Esulteremo per la tua vittoria, †
spiegheremo i vessilli in nome del nostro Dio; *
adempia il Signore tutte le tue domande. 

Ora so che il Signore salva il suo consacrato; †
gli ha risposto dal suo cielo santo *
con la forza vittoriosa della sua destra. 

Chi si vanta dei carri e chi dei cavalli, *
noi siamo forti nel nome del Signore nostro Dio. 
Quelli si piegano e cadono, *
ma noi restiamo in piedi e siamo saldi. 

Salva il re, o Signore, *
rispondici, quando ti invochiamo.

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo. 
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.

1 Antifona

Esalta, o Dio, il tuo Cristo
e noi canteremo la sua vittoria.
 
2 Antifona


Cantiamo e inneggiamo
alla tua potenza, Signore.

SALMO 20, 2-8. 14   Ringraziamento per la vittoria del Re-Messia
Nella risurrezione ha ricevuto la vita e la gloria per i secoli dei secoli (sant’Ireneo).

Signore, il re gioisce della tua potenza, *
quanto esulta per la tua salvezza! 
Hai soddisfatto il desiderio del suo cuore, *
non hai respinto il voto delle sue labbra. 
Gli vieni incontro con larghe benedizioni; *
gli poni sul capo una corona di oro fino. 
Vita ti ha chiesto, a lui l’hai concessa, *
lunghi giorni in eterno, senza fine. 
Grande è la sua gloria per la tua salvezza, *
lo avvolgi di maestà e di onore; 
lo fai oggetto di benedizione per sempre, *
lo inondi di gioia dinanzi al tuo volto. 

Perché il re confida nel Signore: *
per la fedeltà dell’Altissimo non sarà mai scosso. 

Alzati, Signore, in tutta la tua forza; *
canteremo inni alla tua potenza.

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo. 
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.

2 Antifona

Cantiamo e inneggiamo
alla tua potenza, Signore.

3 Antifona

Hai fatto di noi, Signore,
un popolo regale,
sacerdoti per il nostro Dio.

CANTICO Ap 4, 11; 5, 9. 10. 12   Inno dei salvati

Tu sei degno, o Signore e Dio nostro, 
di ricevere la gloria, *
l’onore e la potenza, 
perché tu hai creato tutte le cose, †
per la tua volontà furono create, *
per il tuo volere sussistono. 
Tu sei degno, o Signore,
di prendere il libro *
e di aprirne i sigilli, 

perché sei stato immolato †
e hai riscattato per Dio con il tuo sangue *
uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione 

e li hai costituiti per il nostro Dio 
un regno di sacerdoti *
e regneranno sopra la terra. 

L’Agnello che fu immolato è degno di potenza, †
ricchezza, sapienza e forza, *
onore, gloria e benedizione.

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo. 
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.

3 Antifona

Hai fatto di noi, Signore,
un popolo regale,
sacerdoti per il nostro Dio.

Lettura Breve   1 Gv 3, 1a.2

Quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è.

Responsorio

R. La tua parola, Signore, * rimane in eterno.
V. La tua fedeltà per ogni generazione:
rimane in eterno.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
La tua parola, Signore, rimane in eterno. Antifona al Magnificat

Il mio Spirito esulta
in Dio, mio Salvatore.

CANTICO DELLA BEATA VERGINE (Lc 1, 46-55)

Esultanza dell’anima nel Signore

L’anima mia magnifica il Signore *
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva. *
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente *
e Santo è il suo nome:

di generazione in generazione la sua misericordia *
si stende su quelli che lo temono.

Ha spiegato la potenza del suo braccio, *
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;

ha rovesciato i potenti dai troni, *
ha innalzato gli umili;

ha ricolmato di beni gli affamati, *
ha rimandato i ricchi a mani vuote.

Ha soccorso Israele, suo servo, *
ricordandosi della sua misericordia,

come aveva promesso ai nostri padri, *
ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre.

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, e ora e sempre *
nei secoli dei secoli. Amen.

Antifona al Magnificat


Il mio Spirito esulta
in Dio, mio Salvatore.

Intercessioni
Preghiamo Cristo Signore nostro, sempre presente in mezzo al popolo, che si è acquistato a prezzo del suo sangue: 
Ascoltaci, Signore, a gloria del tuo nome.

Re delle genti, illumina i popoli e coloro che li guidano,
- perché operino concordemente al bene comune nello spirito del Vangelo.
Tu che hai spezzato le antiche catene,
- libera i redenti da ogni forma di schiavitù.

Fa’ che i nostri giovani si impegnino al servizio del bene:
- corrispondano generosamente alle esigenze della vocazione cristiana.

Fa’ che la vita dei fanciulli sia modellata sulla tua:
- crescano in sapienza e grazia davanti a Dio e agli uomini.

Accogli i nostri fratelli defunti nella pace della tua dimora,
- dove un giorno speriamo di ritrovarci per regnare sempre con te.

Padre nostro.
Padre nostro, che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
 
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Orazione

Ti rendiamo grazie, Dio onnipotente, che ci hai guidati attraverso le fatiche di questo giorno; fa’ che le nostre mani alzate nella preghiera vespertina siano un sacrificio a te gradito. Per il nostro Signore. Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna.
R. Amen. 

Publié dans:liturgia, Papa Benedetto XVI, preghiere |on 15 janvier, 2008 |Pas de commentaires »

Dai «Discorsi» di san Gregorio Nazianzeno: Il battesimo di Gesù

UFFICIO DELLE LETTURE DI QUESTA MATTINA

Seconda Lettura
Dai «Discorsi» di san Gregorio Nazianzeno, vescovo
(Disc. 39 per il Battesimo del Signore, 14-16. 20; PG 36, 350-351. 354. 358-359)

Il battesimo di Gesù

Cristo nel Battesimo si fa luce, entriamo anche noi nel suo splendore; Cristo riceve il battesimo, inabissiamoci con lui per poter con lui salire alla gloria.
Giovanni dà il battesimo, Gesù si accosta a lui, forse per santificare colui dal quale viene battezzato nell’acqua, ma anche di certo per seppellire totalmente nelle acque il vecchio uomo. Santifica il Giordano prima di santificare noi e lo santifica per noi. E poiché era spirito e carne santifica nello Spirito e nell’acqua.
Il Battista non accetta la richiesta, ma Gesù insiste. 
«Sono io che devo ricevere da te il battesimo» (Mt 3, 14), così dice la lucerna al sole, la voce alla Parola, l’amico allo Sposo, colui che è il più grande tra i nati di donna a colui che è il primogenito di ogni creatura, colui che nel ventre della madre sussultò di gioia a colui che, ancora nascosto nel grembo materno, ricevette la sua adorazione, colui che precorreva e che avrebbe ancora precorso, a colui che era già apparso e sarebbe nuovamente apparso a suo tempo.
«Io devo ricevere il battesimo da te» e, aggiungi pure, «in nome tuo». Sapeva infatti che avrebbe ricevuto il battesimo del martirio o che, come Pietro, sarebbe stato lavato non solo ai piedi.
Gesù sale dalle acque e porta con sé in alto tutto intero il cosmo. Vede scindersi e aprirsi i cieli, quei cieli che Adamo aveva chiuso per sé e per tutta la sua discendenza, quei cieli preclusi e sbarrati come il paradiso lo era per la spada fiammeggiante.
E lo Spirito testimonia la divinità del Cristo: si presenta simbolicamente sopra Colui che gli è del tutto uguale. Una voce proviene dalle profondità dei cieli, da quelle stesse profondità dalle quali proveniva Chi in quel momento riceveva la testimonianza.
Lo Spirito appare visibilmente come colomba e, in questo modo, onora anche il corpo divinizzato e quindi Dio. Non va dimenticato che molto tempo prima era stata pure una colomba quella che aveva annunziato la fine del diluvio.
Onoriamo dunque in questo giorno il battesimo di Cristo, e celebriamo come è giusto questa festa.
Purificatevi totalmente e progredite in questa purezza. Dio di nessuna cosa tanto si rallegra, come della conversione e della salvezza dell’uomo. Per l’uomo, infatti, sono state pronunziate tutte le parole divine e per lui sono stati compiuti i misteri della rivelazione.
Tutto è stato fatto perché voi diveniate come altrettanti soli cioè forza vitale per gli altri uomini. Siate luci perfette dinanzi a quella luce immensa. Sarete inondati del suo splendore soprannaturale. Giungerà a voi, limpidissima e diretta, la luce della Trinità, della quale finora non avete ricevuto che un solo raggio, proveniente dal Dio unico, attraverso Cristo Gesù nostro Signore, al quale vadano gloria e potenza nei secoli dei secoli. Amen. 

inno delle lodi mattutine di domani: Battesimo del Signore

 dal sito: http://www.maranatha.it/Ore/nat/batteslodPage.htm 

DOMENICA DOPO L’EPIFANIA
BATTESIMO DEL SIGNORE (f)
LODI MATTUTINE 
nel sito Maranatha tutta la preghiera delle Lodi: 

Inno
Unico Figlio del Padre,
tu vieni a noi dal cielo,
primo tra molti fratelli.
Nelle acque del Battesimo
tu purifichi e consacri
coloro che in te credono.

La tua vittoria pasquale
riscatta le creature,
infonde la vita nuova.

O redentore degli uomini,
spezza i sigilli del male,
concedi al mondo la pace.

Rimani sempre con noi,
irradia nei nostri cuori
il dono della tua luce.

Sia gloria a Cristo Signore,
al Padre e al Santo Spirito,
ora e nei secoli eterni. Amen.
  

Oppure:
Iesus refúlsit ómnium
pius redémptor géntium;
totum genus fidélium
laudis  celébret cánticum.
  
Denis ter ævi círculis
iam parte vivens córporis,
lympham petit baptísmatis
cunctis carens contágiis.
  

Felix Ioánnes mérgere
illum treméscit flúmine,
potest suo qui sánguine
peccáta mundi térgere.
  
Vox ergo Prolem de polis
testátur excélsi Patris,
fluítque virtus Spíritus
sancti datrix charísmatis.
  

Nos, Christe, voce súpplici
precámur, omnes prótege,
ac mente fac nitéscere
tibíque mundos vívere.
  
O Christe, vita, véritas,
tibi sit omnis glória,
quem Patris atque Spíritus
splendor revélat cælitus.
Amen. 

  

Publié dans:Inni, liturgia |on 12 janvier, 2008 |Pas de commentaires »

Dai «Discorsi» di san Proclo, vescovo di Costantinopoli

Dal mio Libro della Liturgia delle Ore: 

Dai «Discorsi» di san Proclo, vescovo di Costantinopoli
(Disc. per l’Epifania, 7, 1-3; PG 65, 758-759)
La santificazione delle acque


Cristo apparve al mondo e, mettendo ordine nel mondo in disordine, lo rese bello. Prese su di sé il peccato del mondo e scacciò il nemico del mondo; santificò le sorgenti delle acque ed illuminò le anime degli uomini. A miracoli aggiunse miracoli sempre più grandi.
Oggi la terra e il mare si sono divisi tra loro la grazia del Salvatore, il mondo intero è ripieno di letizia, perché il giorno presente ci mostra un numero maggiore di miracoli che nella festa precedente. Infatti nel giorno solenne del trascorso Natale del Signore la terra si rallegrava, perché portava il Signore in una mangiatoia; nel presente giorno dell’Epifania il mare trasalisce di gioia; tripudia perché ha ricevuto in mezzo al Giordano le benedizioni della santificazione.
Nella passata solennità ci veniva presentato come un piccolo bambino, che dimostrava la nostra imperfezione; nella festa odierna lo si vede uomo maturo che lascia intravedere colui che, perfetto, procede dal perfetto. In quella il re ha indossato la porpora del corpo; in questa la fonte circonda il fiume e quasi lo riveste. Suvvia dunque! Vedete gli stupendi miracoli: il sole di giustizia che si lava nel Giordano, il fuoco immerso nelle acque e Dio santificato da un uomo.
Oggi ogni creatura canta inni e grida: «Benedetto colui che viene nel nome del Signore» (Sal 117, 26). Benedetto colui che viene in ogni tempo, perché non venne ora per la prima volta… E chi è costui? Dillo chiaramente tu, o beato Davide: «E’ il Signore Dio e brillò per noi» (Sal 117, 27). E non solamente il profeta Davide dice questo, ma anche l’apostolo Paolo gli fa eco con la sua testimonianza e prorompe in queste parole: «Apparve la grazia salvatrice di Dio a tutti gli uomini per ammaestrarci» (Tt 2, 11). Non ad alcuni, ma «a tutti». A tutti infatti, giudei e greci, dona la grazia salvatrice del battesimo, offrendo a tutti il battesimo come un comune beneficio.
Su, guardate lo strano diluvio, più grande e più prezioso del diluvio che venne al tempo di Noè. Allora l’acqua del diluvio fece perire il genere umano; ora invece l’acqua del battesimo, per la potenza di colui che è stato battezzato, richiama alla vita i morti. Allora la colomba, recando nel becco un ramoscello di ulivo, indicò la fragranza del profumo di Cristo Signore; ora invece lo Spirito Santo, scendendo in forma di colomba, ci mostra il Signore stesso, pieno di misericordia verso di noi.

Publié dans:liturgia |on 9 janvier, 2008 |Pas de commentaires »

Colui che ha voluto nascere per noi, non ha voluto essere ignorato da noi.

Seconda lettura dall’Ufficio delle Letture di ieri 7.1.08, dal mio libro della Liturgia delle Ore: 

Seconda Lettura
Dai «Discorsi» di san Pietro Crisòlogo, vescovo
(Disc. 160; Pl 52, 620-622)

Colui che ha voluto nascere per noi, non ha voluto essere ignorato da noi.

Benché nel mistero stesso dell’Incarnazione del Signore i segni della sua divinità siano stati sempre chiari, tuttavia la solennità odierna ci manifesta e ci svela in molte maniere che Dio è apparso in corpo umano, perché la nostra natura mortale, sempre avvolta nell’oscurità, non perdesse, per ignoranza, ciò che ha meritato di ricevere e possedere per grazia.
Infatti colui che ha voluto nascere per noi, non ha voluto rimanere a noi nascosto; e perciò si manifesta in questo modo, perché questo grande mistero di pietà non diventi occasione di errore. 
Oggi i magi, che lo ricercavano splendente fra le stelle, lo trovano che vagisce nella culla. Oggi i magi vedono chiaramente, avvolto in panni, colui che tanto lungamente si accontentarono di contemplare in modo oscuro negli astri. Oggi i magi considerano con grande stupore ciò che vedono nel presepio: il cielo calato sulla terra, la terra elevata fino al cielo, l’uomo in Dio, Dio nell’uomo, e colui che il mondo intero non può contenere, racchiuso in un minuscolo corpo.
Vedendo, credono e non discutono e lo proclamano per quello che è con i loro doni simbolici. Con l’incenso lo riconoscono Dio, con l’oro lo accettano quale re, con la mirra esprimono la fede in colui che sarebbe dovuto morire. 
Da questo il pagano, che era ultimo, è diventato primo, perché allora la fede dei gentili fu come inaugurata da quella dei magi.
Oggi Cristo è sceso nel letto del Giordano per lavare i peccati del mondo. Lo stesso Giovanni attesta che egli è venuto proprio per questo: «Ecco l’agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo» (Gv 1, 29). Oggi il servo ha tra le mani il padrone, l’uomo Dio, Giovanni Cristo; lo tiene per ricevere il perdono, non per darglielo.
Oggi, come dice il Profeta: «La voce del Signore è sulle acque» (cfr. Sal 28, 23). Quale voce? «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto» (Mt 3, 17).
Oggi lo Spirito Santo si libra sulle acque sotto forma di colomba, perché, come la colomba di Noè aveva annunziato che il diluvio universale era cessato, così, a indicazione di questa, si comprendesse che l’eterno naufragio del mondo era finito; e non portò come quella un ramoscello dell’antico ulivo, ma effuse tutta l’ubertosità del nuovo crisma sul capo del nuovo progenitore, perché si adempisse quanto il Profeta aveva predetto: «Perciò Dio, il tuo Dio, ti ha consacrato con olio di letizia a preferenza dei tuoi eguali» (Sal 44, 8).
Oggi Cristo dà inizio ai celesti portenti, cambiando le acque in vino; ma l’acqua doveva poi mutarsi nel sacramento del sangue, perché Cristo versasse, a chi vuol bere, puri calici dalla pienezza della sua grazia. Si adempiva così il detto del Profeta: «Com’è prezioso il mio calice che trabocca! » (cfr. Sal 22, 5). 

Publié dans:liturgia |on 8 janvier, 2008 |Pas de commentaires »

Martedì 1 Gennaio 2008 : MESSA DELLA SOLENNITÀ DI MARIA SS. MADRE DI DIO

dal sito:

http://www.vangelodelgiorno.org/

 

Martedì 1 Gennaio 2008 

 

MARIA SS. MADRE DI DIO 

 

Libro dei Numeri 6,22-27.

Il Signore aggiunse a Mosè:
« Parla ad Aronne e ai suoi figli e riferisci loro: Voi benedirete così gli Israeliti; direte loro:
Ti benedica il Signore e ti protegga.
Il Signore faccia brillare il suo volto su di te e ti sia propizio.
Il Signore rivolga su di te il suo volto e ti conceda pace.
Così porranno il mio nome sugli Israeliti e io li benedirò ».

Salmi 67(66),2-3.5.6.8.

Dio abbia pietà di noi e ci benedica, su di noi faccia splendere il suo volto;
perché si conosca sulla terra la tua via, fra tutte le genti la tua salvezza.
Esultino le genti e si rallegrino, perché giudichi i popoli con giustizia, governi le nazioni sulla terra.
Ti lodino i popoli, Dio, ti lodino i popoli tutti.
ci benedica Dio e lo temano tutti i confini della terra.

Lettera di san Paolo apostolo ai Galati 4,4-7.

Ma quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge,
per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessimo l’adozione a figli.
E che voi siete figli ne è prova il fatto che Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida: Abbà, Padre!
Quindi non sei più schiavo, ma figlio; e se figlio, sei anche erede per volontà di Dio.

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 2,16-21.

Andarono dunque senz’indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia.
E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano.
Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore.
I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
Quando furon passati gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima di essere concepito nel grembo della madre.
 

Publié dans:liturgia |on 31 décembre, 2007 |Pas de commentaires »

Te Deum – Italiano-latino

dal mio libro della Liturgia delle ore, per il ringraziamento a Dio al Vespro di domani 31 dicembre 2008:

 

 

TE DEUM

 

 

Noi ti lodiamo, Dio * 

ti proclamiamo  Signore. 

O eterno Padre, * 

tutta la terra ti adora. 

  

A te cantano gli angeli * 

e tutte le potenze dei cieli: 

Santo, Santo, Santo * 

il Signore Dio dell’universo. 

  

I cieli e la terra * 

sono pieni della tua gloria. 

Ti acclama il coro degli apostoli * 

e la candida schiera dei martiri; 

  

le voci dei profeti si uniscono nella tua lode; * 

la santa Chiesa proclama la tua gloria, 

adora il tuo unico figlio, * 

e lo Spirito Santo Paraclito. 

  

O Cristo, re della gloria, * 

eterno Figlio del Padre, 

tu nascesti dalla Vergine Madre * 

per la salvezza dell’uomo. 

  

Vincitore della morte, * 

hai aperto ai credenti il regno dei cieli. 

Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre. * 

Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi. 

  

Soccorri i tuoi figli, Signore, * 

che hai redento col tuo sangue prezioso. 

Accoglici nella tua gloria * 

nell’assemblea dei santi. 

  

Salva il tuo popolo, Signore, * 

guida e proteggi i tuoi figli. 

Ogni giorno ti benediciamo, * 

lodiamo il tuo nome per sempre. 

  

Degnati oggi, Signore, * 

di custodirci senza peccato. 

Sia sempre con noi la tua misericordia: * 

in te abbiamo sperato. 

  

Pietà di noi, Signore, * 

pietà di noi. 

Tu sei la nostra speranza, * 

non saremo confusi in eterno. 

TE  DEUM  

Te Deum laudámus: * te Dóminum confitémur. 

Te ætérnum Patrem, * omnis terra venerátur. 

Tibi omnes ángeli, * 

tibi cæli et univérsæ potestátes: 

tibi chérubim et séraphim * 

incessábili voce proclamant:
 
 

Sanctus, * Sanctus, * Sanctus *
Dóminus Deus Sábaoth.
 

Pleni sunt cæli et terra * maiestátis glóriæ tuae.
Te gloriósus * Apostolórum chorus,
 

te prophetárum * laudábilis númerus,
te mártyrum candidátus * laudat exércitus.
Te per orbem terrárum *
 

sancta confitétur Ecclésia,
Patrem * imménsæ maiestátis;
venerándum tuum verum * et únicum Fílium;
Sanctum quoque * Paráclitum Spíritum.
 

  

Tu rex glóriæ, * Christe. 

Tu Patris * sempitérnus es Filius. 

Tu, ad liberándum susceptúrus hóminem, *
non horruísti Virginis úterum.
 

Tu, devícto mortis acúleo, * 

aperuísti credéntibus regna cælórum.
Tu ad déxteram Dei sedes, * in glória Patris.
Iudex créderis * esse ventúrus.
 

Te ergo, quæsumus, tuis fámulis súbveni, *
quos pretióso sánguine redemísti.
 

ætérna fac cum sanctis tuis * in glória numerári. 

  

Salvum fac pópulum tuum, Dómine, *
et bénedic hereditáti tuæ.
 

Et rege eos, * et extólle illos usque in ætérnum.
Per síngulos dies * benedícimus te;
 

et laudámus nomen tuum in sæculum, *
et in sæculum sæculi.
 

Dignáre, Dómine, die isto * 

sine peccáto nos custodíre. 

Miserére nostri, Dómine, * miserére nostri.
Fiat misericórdia tua, Dómine, super nos, *
 

quemádmodum sperávimus in te.
In te, Dómine, sperávi: * 
non confúndar in ætérnum. 

 

Publié dans:liturgia |on 30 décembre, 2007 |Pas de commentaires »
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