Archive pour la catégorie 'Feste di Maria Dormizione'

ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA – LA DONNA DELLA LOTTA

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ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA – LA DONNA DELLA LOTTA

don Mario Simula

(Messa del Giorno) (15/08/2018)

E’ grandioso il segno che appare nel cielo. L’inattesa lucentezza di una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle. L’universo racchiuso, con la sovrabbondanza dei suoi doni, in un’unica meravigliosa Donna. Sintesi della bellezza. Speranza e futuro. Dolce come una madre incinta, e fiera come una combattente per amore e per l’amore.
Si rimane incantati nell’estasi, per la grandezza di una femminilità inimitabile. Apripista della dignità di ogni donna. Sintesi di ogni affermazione della maternità gridata e sofferta per le doglie e il travaglio del parto.
Questo segno misterioso è l’inizio di una battaglia per la Vita e a favore dell’Uomo e della Donna di tutti i tempi.
La Donna sta per partorire. Nel momento più sacro della storia di ogni umanità e di ogni segreto femminile, un drago rosso, simbolo del male, e della morte, si erge come ostacolo alla nascita. E’ minaccioso come chi sta aspettando il momento per poter divorare il bambino, appena la Donna lo avrà partorito.
Essa da alla luce un figlio maschio, re dell’universo e della storia. Un figlio che viene rapito verso Dio e verso il suo trono.
La Donna invece fugge nel deserto, custodita gelosamente nel rifugio che Dio le prepara.
Cosa significa questa visione di Giovanni? È l’incredibile narrazione della storia della salvezza come è pensata da Dio. La salvezza finalmente si compie e con essa esplode la forza e il regno del nostro Dio e tutta la potenza irresistibile di Cristo Risorto.
La Donna-Maria è direttamente coinvolta nel combattimento col Suo Figlio: una stessa sorte, fino alla vittoria finale dell’Assunzione, per la Vergine Madre. Sempre Partoriente. Sempre Madre. Sempre Vergine.
Meditando, mi chiedo: c’era stato qualche segnale che facesse pensare ad una tale sequenza di avvenimenti?
Nel segreto discreto di due case povere e sante, Dio sta tessendo la sua tela di amore.
La maternità di Elisabetta, donna anziana e sterile. Il Signore la visita con amorevole benevolenza e le dà la grazia della maternità.
La maternità di Maria, tripudio di gioia, costruito dalla irresistibile creatività dello Spirito Santo. Darà alla luce il Figlio di Dio.
Da Lei prenderà carne la Parola che è da sempre.
Manca l’incontro di queste donne, chiamate a far incontrare i bambini che hanno nel grembo; chiamate ad incontrarsi tra di loro per cantare l’inno di lode al Signore di ogni stupore e di ogni miracolo di Amore.
Maria corre dalla cugina verso Ain Karin. Supera la soglia di quella casa che diventerà, per un certo tempo, un paradiso.
I due bambini, nel grembo gonfio delle madri, diventano l’intreccio di una danza intrisa di alleluia. Il bambino di Elisabetta, sussulta di gioia, nell’utero santificato dalla grazia. Il Bambino di Maria porta la Grazia della tenerezza amorosa e dolcissima.
Le madri intonano i loro inni di gioia e di fede:
“A che debbo che la Madre del mio Signore venga a me?”, grida felice Elisabetta.
“L’anima mia magnifica il Signore. Lui ha fatto in me grandi cose. In me, serva e schiava. In me che sperimento l’unione inscrutabile con questo Figlio che sarà la gioia e la salvezza di ogni uomo e donna di tutti i tempi”. Canta Maria.
Il Verbo si fa “carne”, la mia carne, la carne del lebbroso e del disperato; la carne di ogni altra madre che non sa trattenere nel grembo il figlio; di ogni madre che ha il seno asciutto e non può vivere l’ebbrezza del latte; di ogni madre che avrebbe desiderato un figlio, ma il suo grembo è rimasto per sempre senza vita. Ma non il cuore.
Maria, donna del nostro Amore e del nostro desiderio. Madre nostra per dono del Figlio che rantola. Sarà coinvolta nella morte, nella dormizione come il Figlio appeso alla croce.
Non rimarrà sul patibolo. Conoscerà la gloria del suo Corpo e verrà Assunta in cielo. Lì Madre. Lì Gloria. Lì Sostegno a fianco di ognuno di noi, figli.
Oggi è questa solennità. Questo meraviglioso concerto di ebbrezza. Non è nel sepolcro, la Madre. E’ la primizia di ogni creatura che non conoscerà la morte definitiva. Sperimenterà, invece, la Risurrezione senza fine, come il Figlio le aveva confidato nei dialoghi intimi di Pasqua.
Signore Gesù, risorto e vincitore del male e della morte, sei stato verso di noi il Fratello di avventura più affascinante e unico.
E lo sei e lo sarai sempre. Ci hai dato la Tua Madre. Ci hai dato il suo dolore condiviso con Te. Ci hai dato la sua Croce accanto alla Tua. Ci hai dato la sua risurrezione come la Tua.
Hai fatto in modo che i vostri segreti diventassero i nostri. Certamente tante pagine sublimi del Vangelo sono passate attraverso il suo cuore di Madre che conservava ogni cosa della tua vita, come un diario vitale gelosamente custodito.
Oggi la Madre è con Te nella Gloria. Ci guarda con tenerezza, vigila con premura, ci prende per mano passo dopo passo, finché non faremo parte della stessa Famiglia, nella quale la beatitudine sarà vedere Dio, Faccia a faccia, così come Egli è, indescrivibile bellezza, infinita gioia, amore che nessuna acqua può spegnere.

Publié dans:Feste di Maria Dormizione |on 13 août, 2018 |Pas de commentaires »

LA DORMIZIONE DI MARIA, FRAMMENTI DI CULTO BIZANTINO IN CALABRIA

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LA DORMIZIONE DI MARIA, FRAMMENTI DI CULTO BIZANTINO IN CALABRIA

La morte terrena di Maria, una disputa teologica che trova risoluzione in un territorio gravido d’influenze orientali

LUIGI MARIANO GUZZO

“Anche quest’anno mi hanno dovuto spiegare cosa si festeggia, perché me lo dimentico sempre. In fondo, Natale, Epifania, sono parole attraverso le quali si può arrivare, per intuito, a capire di cosa si tratta; Ferragosto molto meno”. Così si esprimeva qualche anno addietro Francesco Piccolo dalle pagine del supplemento culturale del Corriere della Sera (La Lettura, 12 agosto 2012, p. 2). Con una punta di ironia lo scrittore manifestava una evidente, ma trascurata, realtà: molti, in effetti, ignorano che il 15 agosto la Chiesa cattolica celebra la solennità dell’Assunzione di Maria in Cielo, cioè il passaggio della Madre di Gesù da questo mondo alla promessa Patria Celeste. E non è difficile, nelle nostre chiese, imbattersi nelle classiche iconografie religiose in cui la Madonna, avvolta in radiosi fasci di luce, viene presentata su un tappeto di nubi, tra angeli e cherubini che la sostengono.
L’Assunzione porta con sé una disputa teologica di non facile soluzione: Maria è morta come tutti gli esseri umani o è stata preservata da ciò? Una domanda la cui risposta per secoli e secoli ha diviso la cristianità occidentale da quella orientale, convinta quest’ultima che pur nell’incorruttibilità del corpo Maria prima di essere assunta in Cielo abbia fatto esperienza della morte. Tant’è che tuttora nelle comunità ortodosse, un giorno prima, il 14 agosto, viene celebrato il funerale di Maria. E ancora una volta parla l’iconografia della Madonna morta (o “che dorme”) così come è riprodotta nell’antichissimo culto tipicamente bizantino della Dormitio Virginis (“la dormizione della Vergine”) che, per l’appunto, corrisponde al culto latino dell’Assunzione di Maria. “Dormitio” che se, per alcuni, indica il sonno profondo e particolare in cui cadde la Vergine Maria prima dell’assunzione (e ciò per avvalorare buona parte di quella teologia cattolica che non ritiene si possa parlare di una vera e propria morte), per altri invece richiama alla concezione cristiana della morte per cui altro non è che il passaggio verso una nuova vita, quella vera ed eterna. Le due locuzioni di Madonna morta e di Madonna che dorme rappresentano il compromesso ma anche la continua tensione tra ispirazione bizantina e latina.
La statua della Madonna morta è possibile ammirarla in Calabria nella Cattedrale di Squillace. E, da un po’ di tempo, un’altra statua è stata pure ritrovata nella Chiesa matrice di Tiriolo, dedicata alla Madonna della Neve, grazie all’interessamento del parroco don Giovanni Marotta. Da Squillace a Tiriolo, insomma, nell’istmo della provincia di Catanzaro che divide le acque dei mari Jonio e Tirreno, la presenza di alcune icone che riproducono la “dormitio” di Maria sono la testimonianza del trascorso bizantino di parte del Sud della nostra penisola. È documentato, infatti, che dal 776 al 1096 le diocesi calabresi passarono sotto il patriarcato di Costantinopoli e quindi furono assoggettate al rito orientale. Ed in più Tiriolo molto probabilmente ricadeva proprio nella diocesi di Squillace. Di questi circa quattro secoli di rito bizantino in Calabria rimangono tradizioni, usanze e preghiere proprie della Chiesa ortodossa.
A Squillace la Madonna morta si è solennemente venerata fino al 1950: anno della proclamazione del dogma dell’Assunta da parte di Pio XII e a cui ha preso parte anche l’allora vescovo di Squillace e ausiliare di Catanzaro Armando Fares. Ad onor del vero il dogma dell’Assunzione gloriosa in Cielo di Maria in corpo e anima non si pronuncia sull’eventuale morte terrena della madre di Gesù. Ma Giovanni Paolo II, nel 1997, ha sottolineato che “il fatto che la Chiesa proclami Maria liberata dal peccato originale per singolare privilegio divino non porta a concludere che Ella abbia ricevuto anche l’immortalità corporale. […] L’esperienza della morte ha arricchito la persona della Vergine: passando per la comune sorte degli uomini Ella è in grado di esercitare con più efficacia la sua maternità spirituale verso coloro che giungono all’ora suprema della vita”.
Le parole di Papa Wojtyla sono un conforto per il culto che la pietà popolare calabrese riserva alla “dormitio” di Maria. Le icone di Squillace e di Tiriolo ricordano un passato glorioso, una fede intensa, una spiritualità vissuta sotto il Patriarcato di Costantinopoli. Un trascorso da non dimenticare soprattutto in questo 15 agosto, solennità di Maria Assunta in Cielo, per la Chiesa cattolica, e della “Dormitio Virginis”, per la Chiesa ortodossa. Una distinzione che però nella pietà popolare di morti borghi calabresi, come Squillace o Tiriolo, sembra sfumare. E che cos’è questo se non ecumenismo?

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