Parola di Dio, parola d’amore
http://www.sanpaolo.org/fa_oggi/0904f_o/0904fo08.htm
Parola di Dio, parola d’amore
di don Renzo Bonetti
Uno degli elementi indispensabili affinché la famiglia possa gustare e quindi avvicinarsi con frutto alla Parola è quello di farla sentire viva. Troppo spesso nella pastorale si è dato spazio a corsi e incontri orientati a una formazione « tecnica » che offrono informazioni esegetiche, storiche e strutturali senza riuscire a comunicare il linguaggio dell’amore.
Mentre si trovava in carcere, San Paolo scrive la seconda lettera all’amico Timoteo e dice: «La parola di Dio non è incatenata!» (2Tm 2,9). San Paolo infatti aveva già formato delle persone fidate, tra queste Timoteo, in grado di continuare l’annuncio del Vangelo e, mentre lui era in catene, la Parola poteva continuare a correre.
Quante Bibbie sono presenti nelle case di molte famiglie e non vengono mai aperte, impolverate negli scaffali come un libro qualunque, o dimenticate nel buio di un cassetto? Oggi la Parola è incatenata dentro le nostre case come un tesoro nascosto che non viene svelato proprio perché non siamo riusciti a formare dei « Timoteo » in grado di far correre la Parola di Dio oltre le mura delle nostre Chiese. Nella mia esperienza di parroco posso dire che ogni famiglia cristiana può imparare a vivere una relazione personale con la Parola di Dio e poter ottenere frutti spirituali in grado di trasformarne in positivo le relazioni e la vita concreta di ogni giorno.
Uno degli elementi indispensabili affinché la famiglia possa gustare e quindi avvicinarsi con frutto alla Parola è quello di farla sentire viva. Troppo spesso nella nostra pastorale si è dato spazio a corsi e incontri orientati a una formazione « tecnica » sulla Parola di Dio andando a dare delle informazioni esegetiche, storiche e strutturali per altro importanti, ma trascurando quasi completamente il vero motivo per cui la Parola esiste: «Dio oggi vuole parlare a te, alla tua famiglia. Sì, il Vivente, il Risorto sta cercando te attraverso la sua Parola». È evidente che l’accostarsi alla Parola non può essere staccato da un cammino di fede attraverso il quale ogni famiglia è condotta a Gesù, altrimenti rimane parola vuota, sterile, insapore. La differenza è sostanziale;
se noi ci fermiamo alle parole della Parola come un libro sapiente tramandato di generazione in generazione fino a oggi, offriamo un pane raffermo da millenni, ammuffito e che non è in grado di nutrire le nostre anime. Se invece aiutiamo le famiglie a sperimentare che lo stesso Spirito Santo che ha ispirato la Bibbia agisce ancora oggi efficacemente rendendo viva la Parola, offriamo un pane fragrante, ancora caldo, appetitoso che ci fa crescere fino alla statura di Cristo. Educare quindi ogni persona a leggere la Bibbia solo dopo aver invocato con fede lo Spirito Santo che è Colui che svela quello che oggi il Signore vuole dire a ciascuno di noi.
Dio parla la nostra lingua
Altro aspetto fondamentale è far scoprire a ogni famiglia che il linguaggio biblico è il linguaggio dell’Amore, è cioè lo stesso linguaggio che ogni coppia di sposi usa quotidianamente nella relazione sponsale e con i figli. Prendere coscienza di questo significa annullare la distanza tra la famiglia e Dio; è scoprire con stupore che Dio parla la nostra stessa lingua. La Bibbia inizia con la creazione uomo-donna e dice «è cosa molto buona» e si conclude con le «nozze dell’Agnello». Se il Dio che crea l’uomo e la donna a sua immagine e somiglianza, desidera rivelarsi al mondo attraverso ogni coppia di sposi, è altrettanto vero che ogni coppia di sposi scopre la propria origine e identità rispecchiandosi in Dio Trinità e nella sua Parola. La coppia-famiglia «scaturisce» dalla Parola di Dio e ne è l’immagine permanente: «Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò». (Gn 1,27)
Coppia-famiglia è la parola mediante la quale Dio spiega e costruisce il suo rapporto con il popolo di Israele e, proprio attraverso questo linguaggio, il popolo capisce la sua identità e la qualità della sua relazione con Dio. «La relazione d’amore tra Dio e gli uomini, contenuto fondamentale della Rivelazione e dell’esperienza di fede di Israele, trova una sua significativa espressione nell’alleanza sponsale, che si instaura tra l’uomo e la donna». (Familiaris Consortio 12).
Quanta attenzione ha Dio nell’usare un linguaggio nuziale per esprimere il tipo di relazione che desidera vivere con il suo popolo! Lungo tutta la Bibbia emerge continuamente questo linguaggio che trova il suo vertice nel meraviglioso poema nuziale che è il Cantico dei Cantici; la coppia si scopre con stupore a casa con Dio. Da questa presa di coscienza ogni famiglia, può iniziare un graduale innamorarsi della Parola perché scopre che Dio non è un estraneo alla vita di coppia ma vive dentro alla stessa e, contemporaneamente, ogni coppia diviene frammento espressivo di un Dio innamorato dell’umanità.
Per completare questa breve riflessione sulla relazione Parola-famiglia, è bello sottolineare come tutta la storia della salvezza avviene per iniziativa di Dio che non agisce in modo autonomo e staccato dall’uomo, ma la porta a compimento attraverso generazioni di famiglie, come ben sottolinea San Matteo nel suo Vangelo: «Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe… Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo» (Mt 1,1.1,16).
Gesù stesso vive in una famiglia e si rivela continuando a usare lo stesso linguaggio nuziale tipico dell’Antico Testamento definendosi lo « Sposo » e parlando del regno di Dio paragonandolo a un « banchetto di nozze ».
È la nuova Alleanza promessa che si realizza in Gesù: «Ti farò mia sposa per sempre, ti farò mia sposa nella giustizia e nel diritto, nella benevolenza e nell’amore, ti fidanzerò con me nella fedeltà e tu conoscerai il Signore» (Os 2,21-22). È Gesù lo Sposo, la Parola fatta Carne che ci rivela a quale amore sono chiamati gli sposi: «Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua donna e i due formeranno una carne sola. Questo mistero è grande; lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa!» (Ef 5,32-32). «La comunione tra Dio e gli uomini trova il suo compimento definitivo in Gesù Cristo, lo Sposo che ama e si dona come Salvatore dell’umanità, unendola a Sé come suo corpo» (F.C. 13).
Affinché la Parola possa correre nelle nostre famiglie cristiane, è necessario quindi fare delle proposte che tengano conto sempre di questi due aspetti: da un lato fare esperienza di una Parola viva attraverso la quale Gesù stesso si rende presente, dall’altro aiutare ogni coppia di sposi a scoprire che la Bibbia usa il linguaggio dell’Amore che essi conoscono bene perché lo vivono ogni giorno.
Fatte queste premesse vogliamo ora scendere su aspetti più pratici facendo delle proposte che partono dall’esperienza concreta vissuta tenendo presente quanto esposto fin qui. Quello che espongo è stato sperimentato nella mia parrocchia ottenendo frutti spirituali importanti in grado di rinnovare il vissuto di molte famiglie.
Per avvicinare le persone alla Bibbia è utile proporre dei brevi corsi di formazione durante i quali i partecipanti possano essere introdotti all’uso della Parola attraverso semplici insegnamenti orientati soprattutto a innamorarsi della Parola. L’uso di gesti semplici che aiutino i partecipanti a comprendere l’importanza della Parola e li portino a venerarla, magari sottolineando quei gesti liturgici di venerazione che vengono comunemente fatti nella liturgia: il bacio, l’inchino, l’incenso. In questi corsi è importante unire in modo inscindibile la Parola a chi la pronuncia: Gesù vivo. È fondamentale quindi vivere in un clima di preghiera, invocare insieme lo Spirito Santo, fare esperienza concreta dell’incontro con Gesù nella sua Parola. Lo scopo di questi corsi non è quello di dare chissà quale formazione biblica, ma suscitare il desiderio di continuare ad avvicinarsi alla Parola nel concreto di tutti i giorni. Interessante a questo scopo è il corso « Emmaus » proposto dalla Scuola di Evangelizzazione Sant’Andrea (www.nuovaevangelizzazione.it) attraverso il quale è possibile toccare tutti i punti sopra descritti. Mi piace sottolineare che gli insegnamenti non sono presentati da esperti biblisti, ma da laici che hanno fatto l’esperienza del proprio incontro personale con la Parola e la condividono con semplicità.
Un posto dentro la casa
Lo scopo di questi corsi è quello di suscitare nei partecipanti il desiderio di continuare a leggere la Parola di Dio nel concreto di tutti i giorni e pertanto si danno anche delle indicazioni pratiche per poterlo fare.
Suggerire a ogni famiglia di trovare un posto fisico nella propria casa dove collocare la Bibbia, un posto ben in vista e con il giusto decoro (un fiore, un lume, ecc.) a sottolinearne l’importanza. Con questo semplice segno si aiutano tutti i componenti della famiglia ad avere lo sguardo fisso su Gesù Parola e si educano i figli a questa Presenza.
Evitare di suggerire, soprattutto ai principianti, una lettura sequenziale a partire dalla Genesi, ma educare ad avvicinarsi alla Parola a partire dal Nuovo Testamento nella consapevolezza che Gesù è il vertice della Bibbia e tutto l’Antico Testamento guarda a Lui. Tra i libri dell’Antico Testamento è bene iniziare dai libri Sapienziali che sono i più semplici. La proposta più efficace è forse quella di suggerire le letture della liturgia del giorno che uniscono Nuovo ed Antico Testamento, facendone cogliere i legami, e, inoltre, aiutano a vivere la comunione con tutta la Chiesa nel tempo liturgico proprio. Ho visto molte famiglie aiutate ad avvicinarsi alla Parola attraverso la « Liturgia delle ore » recitata assieme; la ricchezza dei Salmi e la semplicità delle « letture brevi » (oltre al fatto che la « Liturgia delle ore » è preghiera e quindi apre a una relazione con Dio) costituiscono un modo semplice ed efficace affinché la Parola porti frutti spirituali preziosi nelle nostre case.
Con una struttura simile alla « Liturgia delle ore », possono essere utili alcuni libri di preghiera preparati appositamente per la famiglia con salmi e « letture brevi » tratti dalla Bibbia. Anche questo strumento può essere molto efficace perché semplice e a misura di famiglia (per esempio: Renzo Bonetti Anima mia benedici il Signore della San Paolo).
Prima di leggere la Parola è fondamentale l’invocazione dello Spirito Santo, è Lui che parla al cuore, è Lui che la rende viva, è Lui che la svela. Richiamare spesso questo aspetto è fondamentale per evitare che si accendano fuochi di paglia che non durano nel tempo; è lo Spirito il vero fuoco capace di accendere i cuori.
Dopo la lettura è importante educare a una risposta nella preghiera e nell’impegno concreto della vita; in questo modo si costituisce una relazione con Dio che è il motivo per cui la Parola ci è stata donata. Sono aspetti importanti affinché l’approccio con la Parola non sia mai spogliato dalla fede e dalla relazione con Dio, altrimenti si rischia che la Parola rimanga sterile e vuota, incapace di portare i frutti per i quali ci è stata donata.
È importante anche educare all’atteggiamento con cui ci si avvicina e si legge la Parola. Viviamo in un mondo in cui siamo abituati a esprimere opinioni, ognuno può dire tutto e il contrario di tutto, e ogni persona è condizionata da questo a tal punto che si rischia di metterci in ascolto della Parola in modo selettivo dicendo: sono d’accordo o non sono d’accordo.
È importante aiutare le famiglie a rapportarsi con la Parola come Verità: la conseguenza è che non possiamo discuterla ma solo accoglierla. «Che cosa vuoi dirmi oggi Signore?», questo è l’unico atteggiamento che può portare molto frutto. Occorre suggerire di ripetere durante il giorno la frase che si è ascoltata, con cui lo Spirito ha segnato il proprio cuore, affinché la Parola continui ad affiorare e trasformarci, relazione continua con Gesù Parola.
Mi sembra importante sottolineare che la Parola è per tutti in famiglia; anche i bambini, che molte volte tendiamo a escludere pensando che siano troppo piccoli, possono avvicinarsi con frutto alla Parola se aiutati dai genitori, che possono selezionare brani semplici e legati ad aspetti che la famiglia sta vivendo. Lo Spirito soffia dove vuole e non sai da dove viene e dove va: quante volte ho sentito esperienze di sposi edificati nella fede dalle riflessioni e dalla preghiera dei figli anche piccoli! Coinvolgere i bambini in questa esperienza significa accogliere l’invito di Gesù: «Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite, perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio». (Mc 10,14).
Quello di coinvolgere i bambini all’ascolto della Parola non è solo un invito, ma un ordine da parte di Dio: «Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo. Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze. Questi precetti che oggi ti do, ti stiano fissi nel cuore; li ripeterai ai tuoi figli, ne parlerai quando sarai seduto in casa tua, quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai» (Dt 6,4-7).
Se è importante coinvolgere tutta la famiglia all’ascolto della Parola, altrettanto importante è che la coppia viva dei momenti propri di ascolto della Parola per poi poterla ripetere ai propri figli, per parlarne in casa propria, ma soprattutto per scoprire nella Parola la propria vocazione, la specificità della propria chiamata. Almeno una volta alla settimana è importante per ogni coppia di sposi trovare un tempo prolungato di ascolto e di meditazione della Parola di Dio per comprendere quale amore sono chiamati a vivere tra di loro, lo stesso tipo di amore che intercorre tra Dio e l’umanità, tra Cristo e la Chiesa. «Lo Spirito che il Signore effonde rende l’uomo e la donna capaci di Amarsi come Cristo ci ha Amati» (Familiaris Consortio 13).
«Crescete e moltiplicatevi!»
La Parola rivela agli sposi il compito al quale sono chiamati. Dio dopo aver creato l’uomo e la donna a propria immagine, affida loro il grande mandato: «Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra» (Gn 1,28). È evidente che questo mandato va ben oltre la fecondità fisica e risuona così: «Crescete e moltiplicate l’immagine di Dio sulla terra, fate figli di Dio». Bene ribadisce questa missione degli sposi il Catechismo della Chiesa Cattolica al n° 1534: «Due altri sacramenti, l’Ordine e il Matrimonio, sono ordinati alla salvezza altrui. Se contribuiscono alla salvezza personale, questo avviene attraverso il servizio degli altri. Essi conferiscono una missione particolare nella Chiesa e servono all’edificazione del popolo di Dio».
Quando una coppia di sposi ascolta con fede e amore la Parola, questa genera in loro la consapevolezza della chiamata ad essere « padri e madri » spirituali per tanti figli che cercano un Padre e desiderano fare l’esperienza di essere « figli amati ». Ecco che la famiglia apre la porta della propria casa per accogliere altri figli con i quali condividere la Parola, la Parola che si è fatta carne in Gesù, in quel Gesù che abita stabilmente e indissolubilmente ogni coppia di sposi che ha celebrato il sacramento del Matrimonio.
È una ministerialità che non è dettata dall’emergenza pastorale di evangelizzazione, ma che si fonda sul sacramento stesso del matrimonio. Questa missione apostolica della famiglia, riceve dalla grazia sacramentale del matrimonio una nuova forza per trasmettere la fede, per santificare e trasformare l’attuale società secondo il disegno di Dio: « Crescete e moltiplicatevi! ».
Lo sguardo oltre le mura
Vorrei condividere come la graduale presa di coscienza di diverse coppie di sposi della mia parrocchia ha fatto volgere lo sguardo oltre le mura di casa, guardando al di là della propria famiglia, sciogliendo quelle catene che tenevano « legata » la Parola, facendo divenire ogni coppia di sposi « Timoteo » di cui oggi la Chiesa ha bisogno e di cui necessita per farla conoscere e correre.
Si tratta di un cammino, iniziato nel marzo del 2005, che abbiamo chiamato « Comunità familiari di Evangelizzazione ». Si tratta di piccole comunità di persone che si ritrovano settimanalmente nelle case di coppie di sposi, scelte e chiamate dal parroco che, per la grazia ricevuta con il sacramento del Matrimonio, garantiscono e rendono visibile la Presenza di Gesù. Sono comunità familiari perché vedono la presenza di tutto il popolo di Dio, chiamato a far « Famiglia di Dio », vivendo e portando il Vangelo nel proprio ambiente di vita.
Come le prime comunità
L’incontro di Comunità familiari di evangelizzazione rivive l’esperienza delle prime comunità cristiane che si riunivano nelle case ed «erano assidue nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli e nell’unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere» (At 2,42).
L’ascolto della Parola, in questi incontri, viene fatto attraverso un commento registrato del parroco, ma risultano molto importanti l’atteggiamento e i momenti che precedono e seguono l’ascolto della Parola. Prima dell’ascolto della Parola ci si prepara aprendo il cuore attraverso un momento di preghiera di lode spontanea con quale i partecipanti riconoscono Gesù presente nella loro vita.
Segue un momento di condivisione della fede molto semplice durante il quale si risponde alle domande: che cosa Gesù ha fatto per me? Che cosa io ho fatto per Gesù? Si ascolta quindi la Parola dopo aver invocato lo Spirito Santo con il « Veni Creator ». La coppia responsabile ricorda che questo è il momento in cui Gesù vuole parlare e incontrare ogni partecipante attraverso la sua Parola. Ognuno condivide, subito dopo, che cosa Gesù ha detto a lui e con sorpresa si vive l’esperienza di un Gesù che parla a ciascuno personalmente in modo diverso a seconda dei propri bisogni.
Questo è anche il momento in cui la Parola inizia a essere condivisa con i fratelli, condivisione che normalmente continua oltre il tempo dell’incontro e lo spazio della casa, nell’ambiente di vita di ciascuno; la Parola finalmente corre!
Si conclude con un momento di intercessione che, scaturito dalla Parola, guarda sia ai bisogni dei membri della Comunità familiari di evangelizzazione che ai bisogni della comunità parrocchiale e della Chiesa tutta senza dimenticare i « lontani » da Dio.
È un’esperienza di ascolto della Parola fatta in famiglia e vissuta in un contesto di fede viva nella presenza del Signore Gesù che sta portando molti frutti, basti pensare che più di cinquanta Comunità della mia parrocchia, si riuniscono settimanalmente nelle case e che tale esperienza viene vissuta in molte altre parrocchie di diverse diocesi d’Italia, con lo stesso risultato. (Per saperne di più vedere: www.parrocchiabovolone.it).
Concludo dicendo che la Parola è realmente in grado di rigenerare e ravvivare negli sposi il dono dello Spirito ricevuto il giorno delle nozze: «Essendo stati rigenerati non da un seme corruttibile, ma immortale, cioè dalla Parola di Dio viva ed eterna» (1 Pt 1,23). Si ravviva concretamente nelle famiglie che amano la Parola di Gesù l’unità, la fedeltà, la fecondità spirituale, la capacità di perdono. Vedo gioia nuova! Sono vere le parole di Gesù: «Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena» (Gv 15,11).
Don Renzo Bonetti