Archive pour la catégorie 'Natale 2007 – Epifania 2008'

Il presepio di San Pietro, difesa della famiglia

dal sito:

http://www.zenit.org/article-12958?l=italian

Il presepio di San Pietro, difesa della famiglia

Sottolinea il ruolo del padre nella storia di Cristo

Di Carrie Gress


CITTA’ DEL VATICANO, giovedì, 20 dicembre 2007 (ZENIT.org).- Il presepio di San Pietro ricorda l’importanza del padre nella famiglia, afferma l’esperta d’arte cristiana Elizabeth Lev. 

Il presepe di quest’anno, che verrà svelato la Vigilia di Natale, offrirà un nuovo punto di vista, come ha sottolineato la settimana scorsa il Segretario di Stato vaticano. Più che una mangiatoia o una stalla, il presepe mostrerà la casa di San Giuseppe, riflettendo la storia della nascita di Cristo riportata nel Vangelo di San Matteo anziché il tipico brano di San Luca. 

Parlando a ZENIT, Elizabeth Lev ha affermato che “questo presepe non è tanto una rottura con la tradizione, quanto la presentazione di un nuovo aspetto del presepio, che rivela un nuovo lato”. 

“Cerca di rappresentare l’esperienza di Giuseppe, il suo sogno di ciò che accadrà sapendo che nascerà Gesù e che Maria è incinta. Non aveva alcuna idea del modo in cui sarebbe andata mentre si preparava ad assumere questo compito affidatogli da Dio attraverso il messaggio di un angelo. E’ quindi ciò che immagina a casa sua nel suo contesto lavorativo prima che questo avvenga”. 

“Ciò pone Giuseppe e l’accettazione della sua chiamata nella storia”, ha aggiunto la Lev. “Giuseppe non è mai il protagonista del presepe, ma il suo ruolo è fondamentale. Non si tratta quindi di uno sconvolgimento della tradizione biblica, ma si mostra un aspetto diverso, guardando ad esso in una luce differente”. 

“Nelle rappresentazioni della natività c’è sempre una figura materna, ma questo presepe rimarca l’importanza della figura paterna, il fatto che il padre è fondamentale. Ricorda che il Bambino non è nato solo a una madre, fornendo una fonte di meditazione durante questo periodo in cui affrontiamo la battaglia contro il matrimonio e la famiglia”. 

“E’ una buona via per la Chiesa di ricordarci, in modo non aggressivo e non politico, le basi della nostra comprensione della famiglia attraverso la Sacra Famiglia”. 

“E’ un presepio molto vicino a Joseph Ratzinger, un presepio che insegna”, ha concluso. Quest’anno i personaggi vengono disposti in modo tale da farci pensare “a ciò che significa questa nascita importantissima, alle circostanze in cui Gesù è nato, ricordandoci anche il ruolo essenziale di Giuseppe”. 


[Traduzione di Roberta Sciamplicotti] 

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Natività

Natività dans immagini sacre

http://santiebeati.it/immagini/?mode=view&album=20650&pic=20650AA.JPG&dispsize=Original&start=0

di Guido Gozzano: E’ nato! Alleluia!

dal sito: 

http://spazioinwind.libero.it/maestrasabry/risorse/natale.htm

 

  

E’ nato! Alleluia! 

di Guido Gozzano

 

 

E’ nato il sovrano bambino, 

è nato! Alleluia, alleluia! 

La notte che già fu sì buia 

risplende di un astro divino. 

Orsù, cornamuse, più gaie 

suonate! Squillate, campane! 

Venite, pastori e massaie, 

o genti vicine e lontane! 

Non sete, non molli tappeti, 

ma come nei libri hanno detto 

da quattromill’anni i profeti, 

un poco di paglia ha per letto. 

Da quattromill’anni s’attese 

a quest’ora su tutte le ore. 

E’ nato, è nato il Signore! 

E’ nato nel nostro paese. 

Risplende d’un astro divino 

la notte che già fu sì buia. 

E’ nato il Sovrano Bambino, 

è nato! Alleluia, alleluia!  

  

 

Publié dans:Natale 2007 - Epifania 2008 |on 19 décembre, 2007 |Pas de commentaires »

Sul Natale: recenzione da un libro di J. Ratzinger ora Papa Benedetto XVI

dal sito:

http://www.zammerumaskil.com/spiritualita/sul-natale.html

  

Sul Natale

Scritto da Administrator    

E’ sempre un immenso piacere ed un onore recensire un testo di J. Ratzinger, ora nostro caro Papa Benedetto XVI.
Un piacere perché la semplicità con cui viene unita la riflessione teologica, quella biblica e la sapienza di chi proclama a beneficio di chi ascolta è straordinaria.
E’ un testo edito da
Lindau che raccoglie diverse omelie sul tema del Natale e sull’Epifania proclamate sia dal Duomo di Monaco di Baviera che dalla collegiata di Berchtesgaden dell’allora Card. Ratzinger. Citiamo dal libro:
« … mi viene in mente a questo proposito una storiella rabbinica da Elie Wiesel. Essa racconta di un ragazzo, chiamato Jeschiel, che un giorno si precipita piangendo nella camera di suo nonno, il famoso rabbino Baruch.
Le lacrime gli scorrono sulle gaunce ed egli si lamenta dicendo: « Il mio amico mi ha piantato in asso. E’ stato proprio ingiusto  e sgarbato con me ». « Senti, non puoi spiegarmi meglio come sono andate le cose? », gli chiedeil rabbino. « Si », isponde il ragazzo. « Stavamo giocando a nascondino, e mi ero nascosto così bene che il mio amico non riusciva a trovarmi. Allora ha smesso di cercarmi e se n’è andato. Che razza di modo di comportarsi! ».
Il più bello dei nascondigli ha perso tutto il suo fascino perché l’amico smette di giocare. Il rabbino accarezza il fanciullo sulle gaunce, anche a lui salgono le lacrime agli occhi e dice: « Sì, è davvero un modo di comportarsi che nonva. E guarda: con Dio è la stessa cosa. Si è nascosto, e noi non andiamo a cercarlo. Pensa un pò: Dio si nasconde e noi uomini non lo cerchiamo neppure! »
Ratzinger parte anche da qui per entrare a piene mani nel mistero di un Dio nascosto in un bambino, in una carne che attende di essere ri-trovato. Cercato. Desiderato. Riconosciuto.
Questo è il compito anzitutto della Chiesa e dei credenti.
Se essi si concentreranno nel cercare e trovare il Dio nascosto faranno esperienza della gioia e la doneranno in una « misura, abbondante, pigiata e scossa ».
Il testo e le omelie dicono molto, molto di più e aprono il cuore a quel cibo unico che solo sazia e che fa fare festa nel Natale.
Un testo per aiutare l’adorazione e la carità che si fa storia.
Un testo che ha già ben chiari i contorni dannosi del relativismo e dell’amore straordinario e appassionato alla Chiesa.

Un ottimo regalo per il Santo Natale. Lo consigliamo. 

Edito da Lindau è acquistabile anche on-line, qui

L’AVVENTO CON SANT’AGOSTINO, 3° settimana – martedì, Dai « Discorsi » di Sant’Agostino Vescovo

dal sito: 

http://www.sant-agostino.it/varie/avvento/avvento.htm

L’AVVENTO CON SANT’AGOSTINO 

3° settimana – martedì 

Dai « Discorsi » di Sant’Agostino Vescovo (Serm. 380, 1-2) 

Le due nascite del Signore 

Conosciamo due nascite del Signore: una divina e una umana, mirabili entrambe; nella prima non v’è madre, nell’altra non v’è padre; la nascita eterna fu volta a creare la nascita nel tempo, la nascita nel tempo a donare la nascita eterna. Di lui infatti scrive Giovanni l’Evangelista: In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio; e ancora: Tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto (Gv 1, 1.3). Uguale al Padre nella sua grandezza in quanto Dio, creatore del tempo in quanto fuori dal tempo, giudice del tempo in quanto prima del tempo, egli si fece così piccolo da nascere da una donna; ma conservò la sua grandezza, non separandosi dal Padre. A lui resero ossequio e testimonianza tutti i Profeti, quelli venuti prima della sua nascita ad annunciarla, come lampade che precedono il giorno, e quelli venuti dopo la sua nascita, che aderirono a lui con la fede. Si doveva preannunciare che sarebbe venuto, che avrebbe fatto miracoli, e i miracoli dovevano rivelarlo Dio a chi ben intende; ma a chi lo guardava doveva anche mostrarsi uomo nel suo aspetto di uomo: piccolo per i piccoli, umile per i superbi. Con il suo farsi piccolo insegnò all’uomo a riconoscersi piccolo e a non credersi grande per essersi gonfiato, senza essere realmente cresciuto. La superbia non è grandezza, ma boria. Egli volle guarire il genere umano dalla vanagloria, facendosi lui stesso medico e medicina; non diede una medicina, ma si fece lui medicina. Per questo apparve uomo tra gli uomini, mostrandosi uomo a chi lo vedeva, riservandosi Dio per chi aveva fede. La vita dell’uomo Gesù fece guarire i malati, ma solo uomini forti sono in grado di contemplare la sua divinità. Poiché allora gli uomini non erano in grado di vedere Dio nell’uomo, non potevano vedere in lui che l’uomo. Ma in un uomo non si deve riporre la speranza. E allora? Un uomo lo si può guardare, non lo si deve seguire. Gli uomini dovevano seguire Dio che non potevano vedere, non l’uomo che potevano vedere. Ecco dunque che Dio si è fatto uomo per rivelarsi all’uomo in modo che lo potesse vedere e seguire. E se Dio si è fatto uomo per te, uomo, ti devi credere davvero cosa grande; ma ti devi abbassare per poter salire, perché anche Dio si è fatto uomo abbassandosi. Attàccati alla medicina che ti cura, imita chi si è fatto tuo maestro, riconosci il tuo Signore, abbraccia in lui il fratello, riconosci il tuo Dio.  

è Natale

è Natale dans Natale 2007 -  Epifania 2008

Sacra Famiglia nelle stampe del XVIII e XIX secolo

http://www.comune.brisighella.ra.it/index.php/articles/c_11/?sort=hits

Publié dans:Natale 2007 - Epifania 2008 |on 17 décembre, 2007 |Pas de commentaires »

Papa: se non è attesa di Gesù, anche la gioia del Natale può essere sbagliata

dal sito:

 

http://www.asianews.it/index.php?l=it&art=11049&theme=3&size=A 

 

 

16/12/2007 11:44
VATICANO
Papa: se non è attesa di Gesù, anche la gioia del Natale può essere sbagliata

All’Angelus Benedetto XVI ricorda che la felicità dell’Avvento è quella dell’attesa per la venuta del Salvatore, della quale è esempio Madre Teresa, e non quella frutto di una cultura che ha fatto della felicità un idolo e trova un suo effetto emblematico nella ricerca del piacere ad ogni costo.

 

Città del Vaticano (AsiaNews) - Anche la felicità del Natale può essere “sbagliata”, se essa è quella che trae origine da quella cultura che “della felicità fa un idolo”, invece di essere la gioia della speranza che si fa certezza per la nascita del Salvatore. L’odierna domenica, che è chiamta “gaudete”, cioè “gioite” ha offerto a Benedetto XVI occasione per invitare ad una riflessione sul senso cristiano dell’attesa del Natale. 

“Il mistero di Betlemme – ha detto il Papa alle 30mila persone presenti in piazza San Pietro per la recita dell’Angelus – ci rivela il Dio-con-noi, il Dio a noi prossimo, non semplicemente in senso spaziale e temporale; Egli ci è vicino perché ha ‘sposato’, per così dire, la nostra umanità; ha preso su di sé la nostra condizione, scegliendo di essere in tutto come noi, tranne che nel peccato, per farci diventare come Lui. La gioia cristiana scaturisce pertanto da questa certezza: Dio è vicino, è con me, è con noi, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, come amico e sposo fedele. E questa gioia rimane anche nella prova, nella stessa sofferenza, e rimane non in superficie, bensì nel profondo della persona che a Dio si affida e in Lui confida”. 

  

“Alcuni – ha proseguito – si domandano: ma è ancora possibile oggi questa gioia? La risposta la danno, con la loro vita, uomini e donne di ogni età e condizione sociale, felici di consacrare la loro esistenza agli altri! La beata Madre Teresa di Calcutta non è stata forse, nei nostri tempi, una testimone indimenticabile della vera gioia evangelica? Viveva quotidianamente a contatto con la miseria, il degrado umano, la morte. La sua anima ha conosciuto la prova della notte oscura della fede, eppure ha donato a tutti il sorriso di Dio”. Di Madre Teresa Benedetto XVI ha citato anche una frase, là dove diceva: “Noi aspettiamo con impazienza il paradiso, dove c’è Dio, ma è in nostro potere stare in paradiso fin da quaggiù e fin da questo momento. Essere felici con Dio significa: amare come Lui, aiutare come Lui, dare come Lui, servire come Lui”. 

  

“La gioia – ha detto ancora il Papa – entra nel cuore di chi si pone al servizio dei piccoli e dei poveri. In chi ama così, Dio prende dimora, e l’anima è nella gioia. Se invece si fa della felicità un idolo, si sbaglia strada ed è veramente difficile trovare la gioia di cui parla Gesù. E’ questa, purtroppo, la proposta delle culture che pongono la felicità individuale al posto di Dio, mentalità che trova un suo effetto emblematico nella ricerca del piacere ad ogni costo, nel diffondersi dell’uso di droghe come fuga, come rifugio in paradisi artificiali, che si rivelano poi del tutto illusori. Cari fratelli e sorelle, anche a Natale si può sbagliare strada, scambiare la vera festa con quella che non apre il cuore alla gioia di Cristo”. 

  

Del senso dell’attesa del Natale, Benedetto XVI aveva parlato già stamattina, quando si è recato in visita pastorale alla parrocchia romana di Santa Maria del Rosario ai Martiri Portuensi alla 

Magliana, nel settore ovest della diocesi. “La liturgia dell’Avvento – aveva detto – ci ripete costantemente che dobbiamo destarci dal sonno dell’abitudine e della mediocrità, dobbiamo abbandonare la tristezza e lo scoraggiamento; occorre che rinfranchiamo i nostri cuori perché ‘il Signore è vicino’ “. 

  

Prendendo poi spunto dal non lontano sito delle catacombe di Generosa, ove sono sepolti alcuni martiri, aveva commentato che “anche oggi, pur in forme diverse, il messaggio salvifico di Cristo viene contrastato e i cristiani, non meno di ieri, sono chiamati a rendere ragione della loro speranza, a offrire al mondo la testimonianza della Verità dell’Unico che salva e redime!”. 

  

Il saluto gioioso di numerosi bambini presenti in Piazza San Pietro ha concluso la recita della preghiera mariana. Anche oggi si è infatti rinnovata la tradizione che vere i ragazzi romani portare i “Bambinelli” dei presepi alla benedizione del Papa. “Siete tanti malgrado il freddo”, ha detto loro Benedetto XVI, riferendosi alla giornata assolata, ma decisamente fredda, di Roma.  

 

l’albero di Natale

l'albero di Natale dans Natale 2007 -  Epifania 2008 ChristmasTree
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Publié dans:Natale 2007 - Epifania 2008 |on 15 décembre, 2007 |Pas de commentaires »

19/12/2004 : Il Papa: l’albero di Natale insegni a “donare” se stessi

ho trovato questo articolo del 19/12/2004, dal sito: 

 

http://www.asianews.it/index.php?art=2144&l=it

 

  

Il Papa: l’albero di Natale insegni a “donare” se stessi
Un affettuoso saluto a 32 ragazzi superstiti della scuola di Beslan.

 

Città del Vaticano (AsiaNews) – Se il presepe è la raffigurazione della nascita di Gesù, l’albero di Natale, che durante l’inverno non muore, rimanda a Cristo, « albero della vita » e, per il fatto di avere ai suoi piedi i doni diviene simbolo del supremo dono di Dio all’umanità. Il Papa, che domenica scorsa, prima dell’Angelus, aveva parlato del presepe, oggi ha dedicato la riflessione prima della preghiera mariana all’albero di Natale, anch’esso simbolo di questi giorni di festa, con una sottolineatura al « senso » del dono. 

« Il messaggio dell’albero di Natale è pertanto che la vita resta « sempre verde » se si fa dono: non tanto di cose materiali, ma di sé stessi: nell’amicizia e nell’affetto sincero, nell’aiuto fraterno e nel perdono, nel tempo condiviso e nell’ascolto reciproco ». E simbolico, in tal senso, è stato il saluto affettuoso che, dopo l’Angelus, il Papa ha rivolto ad un gruppo di ragazzi di Beslan. « Con grande affetto – ha detto – accolgo i bambini e ragazzi di Beslan, ospiti con alcuni familiari dei Carmelitani Scalzi di Trento. Carissimi, il bene che state ricevendo da tanti amici vi aiuti a superare le ferite della terribile esperienza passata ». 

« La festa del Natale, forse la più cara alla tradizione popolare, – aveva detto Giovanni Paolo II, apparso in buone condizioni ai 20.000 fedeli presenti in Piazza San Pietro, accanto al grande albero di Natale, già addobbato ed al presepe ancora in allestimento – è ricchissima di simboli, legati alle diverse culture. Tra tutti, il più importante è certamente il presepe, come ho avuto modo di sottolineare domenica scorsa. Accanto al presepe, come in questa Piazza San Pietro, troviamo il tradizionale « albero di Natale ». Un’usanza anch’essa antica, che esalta il valore della vita perché nella stagione invernale, l’abete sempre verde diviene segno della vita che non muore. Di solito sull’albero addobbato e ai suoi piedi vengono posti i doni natalizi. Il simbolo diventa così eloquente anche in senso tipicamente cristiano: richiama alla mente l’ »albero della vita » (cfr Gn 2,9), figura di Cristo, supremo dono di Dio all’umanità ». 

« Il messaggio dell’albero di Natale è pertanto che la vita resta « sempre verde » se si fa dono: non tanto di cose materiali, ma di sé stessi: nell’amicizia e nell’affetto sincero, nell’aiuto fraterno e nel perdono, nel tempo condiviso e nell’ascolto reciproco. Ci aiuti Maria a vivere il Natale come occasione per assaporare la gioia di donare noi stessi ai fratelli, specialmente ai più bisognosi ». 

Publié dans:Natale 2007 - Epifania 2008 |on 15 décembre, 2007 |Pas de commentaires »

foto di un presepe che ho « rubacchiato » da un altro Blog

foto di un presepe che ho
http://nonnotavor.blog.kataweb.it/il_mio_weblog/2006/11/

Publié dans:Natale 2007 - Epifania 2008 |on 9 décembre, 2007 |Pas de commentaires »
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