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LA GIORNATA DELLA MEMORIA È IMPORTANTE PERCHÉ…
Sulla giornata della memoria avevo scritto un post e ne era seguita anche una discussione su facebook nella quale era intervenuta Chiara con una critica che rispetto e ho accolto, pur ritenendo che il mio post, certamente parziale come parziali sono le opinioni di tant* tra noi, avesse una ragione precisa per essere scritto, invitandola a raccontarmi il suo punto di vista che volentieri ospito su questo blog. Perciò, segnalandovi anche quello che a tal proposito ha scritto Elena Loewenthal, ecco quello che Chiara pensa su questa giornata. Buona lettura!
Riflessioni sull’importanza della Giornata della Memoria di Chiara Lavra Oggi è la Giornata della Memoria, un giorno per riflettere su uno dei crimini più atroci dell’umanità, avvenuto in tempi abbastanza recenti, ma purtroppo sempre più lontani dalla nostra memoria. Provo a spiegare perché per me oggi è importante ricordare. Cito gli articoli della costituzione italiana, perché spiegano l’importanza dell’istituzione della Giornata della Memoria per gli italiani. Legge 20 luglio 2000, n. 211 “Istituzione del “Giorno della Memoria” in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti” pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 177 del 31 luglio 2000 Art. 1. 1. La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonchè coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati. Art. 2. 1. In occasione del “Giorno della Memoria” di cui all’articolo 1, sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinchè simili eventi non possano mai più accadere.
Innanzitutto vorrei sottolineare appunto che proprio qui in Italia cittadini italiani, più italiani di me e di molti di voi, sono stati vittime delle leggi razziali, hanno perso ogni diritto, furono arrestati e deportati nei campi di sterminio, solo in quanto ebrei. E tutto questo mentre quasi tutti stavano a guardare. Per questo è un obbligo di ogni italiano ricordare la responsabilità degli italiani e del nazifascismo, oltre che un obbligo morale di ogni essere umano in quanto tale. L’unicità dell’Olocausto, che a mio avviso non può essere paragonato a nessun’altro crimine commesso dall’umanità è dovuta a diverse peculiarità. La soluzione finale nasce dalla volontà di eliminare tutti gli ebrei d’Europa, ossia dalla volontà di sterminare un intero popolo. Tutto ciò è avvenuto da parte di popoli che si definivano “civilizzati”, con alle spalle una lunga storia e una certa cultura, popoli che avevano rimosso la memoria della diaspora. Si è cercato persino di giustificare questo progetto con teorie pseudoscientifiche sulla superiorità della razza ariana, facendole passare per teorie inconfutabili. Un’altra caratteristica è il fatto che gli ebrei, come tali, non avevano un loro Stato che potesse proteggerli, o almeno ognuno di loro pensava di averlo, ma ogni Stato che avrebbe dovuto proteggerli li ha rinnegati, li ha traditi. Non si era mai vista una cosa simile, perché di solito i genocidi precedenti furono perpetrati oltre che per motivazioni razziali, anche per questioni politiche (come la conquista di un territorio) oppure furono commessi nel contesto di una guerra tra due fazioni opposte o come atti di vendetta (per esempio per l’uccisione di un leader), ecc. Un’altra caratteristica è il fatto che gli internati venivano privati della dignità e in generale di qualsiasi diritto fondamentale di un individuo, quindi sono stati uccisi una prima volta e una seconda, fisicamente. Primo Levi in questo è molto esplicativo, avendolo vissuto in prima persona.
“L’annullamento della personalità, il degrado dell’essere umano alla condizione di animale, la privazione della dignità: che cos’è tutto questo se non una morte anticipata, una morte ancora più grave, non fisica, bensì spirituale. L’essere umano è da considerarsi tale in quanto insieme di domande, di memorie, di emozioni, di sentimenti, di pensieri, tutti fattori che all’interno del Lager venivano ridotti al minimo e dai meno forti addirittura abbandonati, per lasciare posto agli istinti animali, dettati dalla sopravvivenza. Questa è la cosa più terribile che veniva attuata, perché, anche nella schiavitù, un uomo ha la capacità di rimanere tale, di rimanere se stesso, pur subendo angherie, sopraffazioni. Nei Lager no, il target primario era l’annullamento totale, del corpo e dell’anima: a queste persone non era neanche consentito morire da esseri umani, ma da animali”.
Ma, ritornando all’importanza della memoria, del ricordare oggi questa tragedia. Perché ricordare? Perché è importante sapere la verità, è importante sapere quello che è successo, quello di cui è stato capace l’uomo, perché se è successo una volta potrebbe accadere di nuovo. La negazione dell’Olocausto o la sua giustificazione nascono proprio dalla volontà di negare il male di cui può essere capace l’uomo, il male e l’indifferenza (che è complicità) di cui sono stati capaci i nostri avi, con il rischio che tutto ciò possa ripetersi. Coloro che non vogliono ricordare rifiutano questa realtà; coloro che giustificano lo sterminio, mediante accuse agli ebrei basate su falsità e pregiudizi vecchi e nuovi, non vogliono accettare che essi sono stati uccisi solo in quanto ebrei. Hanno bisogno di trovare un motivo, come se ci fosse davvero qualche motivazione che possa giustificare lo sterminio di milioni di persone inermi. Qualcuno dice che bisogna ricordare gli altri genocidi della storia. Giusto, ma ciò non deve essere un pretesto per minimizzare ciò che è accaduto o per nascondere una parte della verità. Gli altri genocidi possono essere ricordati in altri giorni e con altre iniziative e progetti, proprio perché sono accaduti in altre circostanze e in altri modi. Il volerli ricordare proprio oggi denota una certa incapacità di analizzare i fatti storici singolarmente, a seconda del periodo e del contesto. In questo modo si tende a banalizzare e ridurre la portata di questa tragedia, rischiando di perdere la memoria dell’Olocausto, un rischio che non dobbiamo correre, soprattutto quando i sopravvissuti non ci saranno più. A maggior ragione qui, in Italia, dove c’è stata una responsabilità enorme per ciò che è successo. E’ importante ricordare i “Giusti” che hanno lottato contro la deportazione, coloro che pur non essendo ebrei hanno aiutato un’altra persona o diverse persone a salvarsi. Su questo insisto, perché loro sono un esempio per tutti noi, sono la dimostrazione che un’ideologia terribile come quella nazista ha potuto prevalere solo in quanto quei giusti non erano abbastanza numerosi. E qui nasce la responsabilità individuale, un uomo libero per me è una persona che si sente responsabile dei propri pensieri e delle proprie azioni, consapevole che l’indifferenza non è altro che complicità. Un totalitarismo trova terreno fertile quando prevale la mancanza di responsabilità, la passività, l’ignavia, l’incapacità di avere un pensiero indipendente.