PROPOSTE DI PREGHIERA CONTEMPLATIVA / 1: IL SILENZIO
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PROPOSTE DI PREGHIERA CONTEMPLATIVA / 1: IL SILENZIO
L’orazione è silenzio, simbolo del mondo futuro e silenzioso amore.
Nell’orazione le parole non sono discorsi, ma ramoscelli che alimentano il fuoco dell’amore.(CCC 2717)
Con Gesù nel deserto
Immersi in una vita febbrile, travagliata e a volte deludente, cerchiamo l’aria pura dei monti, il sussurro dei fiumi e il sole del mare. Contemplando il creato sogniamo sempre qualcosa di più: ristoro e pace. Non ti gira mai per la testa di passare qualche momento presso un monastero di clausura, dove regnano silenzio, lavoro sereno, preghiera e il canto gregoriano?
Ma pur vivendo nel mondo voglio presentarti una serie di proposte di preghiera contemplativa perché tu possa trovare tempi di sollievo e di pace.
Se voglio entrare nell’orazione contemplativa, la prima cosa che mi viene richiesta è il silenzio. Silenzio dentro e fuori di me. Silenzio come deserto, come abbandono, come tentazione. Con Gesù nel deserto, con lui nel tuo deserto, per uscirne vittorioso.
Entro nel silenzio, mi creo il deserto: deserto senz’acqua: lontano dal mondo, dalle preoccupazioni. Solo, nella solitudine, fuori da ogni disturbo. Niente radio, niente telefono, niente televisione, niente lavori. Nell’oscurità di una chiesa. Davanti a un tabernacolo. In ginocchio o comodo in un banco. Pur in casa tua, davanti a un crocifisso,in ginocchio o seduto. Per venti minuti, o per dieci, e in seguito se ci riesco, per un tempo assai prolungato.
Mi metto in ascolto di Dio, voglio parlare con lui: noi due, soli e nessun altro.
Non importa se nel tuo silenzio, se in questo tuo deserto senti ruggire le bestie selvatiche, se il serpente striscia dietro di te: fissa il tuo sguardo in Colui che tu ami, stringi forte la sua mano. Tu sai che all’inizio della creazione Dio parlava in mezzo alle grandi acque, in un mondo informe e sconvolto e nel buio più assoluto. Allora, Dio disse: Sia la luce (Genesi 1,3).
Silenzio e deserto come tentazione, come croce tua e dei tuoi, come desolazione dell’anima, dove tutto tace o tutto disturba. Silenzio come morte: i tre giorni di Gesù nel sepolcro.
Dio parla nel deserto. Nel silenzio del tuo deserto, quando provi amarezza di te stesso, Egli si accorge di te. Lì trovi la grandezza di Dio e la tua. Lì puoi adorare.
Lo Spirito Santo può nascondersi, ma non nel deserto. Nel silenzio del deserto Egli non tace. È proprio qui che lo Spirito ti fa partecipare all’orazione di Gesù nel deserto.
« Metto la mia mano nella mano del Signore »
Sto cantando per te, Signore mio, una breve canzone, come una cantilena di barcaioli, tutta mia ma già tua. Un canto di lode. Note meste eppure piene di gioia. Il mio cuore è calmo. Sento che mi sei vicino. Entra, ti lascio padrone. Ora stendo la mia mano in cerca della tua. Chiudo gli occhi e lo trovo, perché tu, Gesù, ti lasci trovare sempre. Sono tuo. Mi scaldi, mi stringi, mi salvi. Mi sento sicuro come un bimbo che mette la sua piccola mano in quella grande e robusta di suo padre. Tu sei il mio Dio e io sono il tuo fratello, quello che tu ami. Tu mi stringi fortemente e non mi lasci e io sento che ho trovato l’amato del mio cuore (Ct 3,4).
La mia mano nella tua, mio Dio e Signore Gesù, mentre il canto diventa solo un sussurro, come la voce della mamma che addormenta la sua creatura.
Il mio cuore veglia e ti presenta mille e mille fratelli e sorelle: prendili tutti per mano, perché io non voglio essere solo. Ora sento che mi stringi forte e che mi strappi da me stesso. Tu mi inviti, mi sostieni e mi costringi allo stesso tempo, come hai fatto con il nostro padre Abramo: Vattene dal tuo paese verso il paese che io ti indicherò (Gn 12,1).
Tra il sonno e la veglia sto entrando nel deserto pieno di silenzi, di amarezze e di tentazioni, come all’alba dei tempi quando « la terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso » (Gn 1,2).
Non fuggo lontano da te perché sento la tua lunga mano che mi rassicura e sento aleggiare lo Spirito su di me e su tutto il creato. « Il Signore mi tiene senza fine, notte e dì ».
« Prima che spiri la brezza del giorno
e si allunghino le ombre » (Ct 4,6).
Senza violenza alcuna su me stesso, così come sono, con le mie angosce e paure, con tutta l’irruenza dei miei desideri e le tante sconfitte quotidiane, « me ne andrò al monte del Signore e alla collina dell’incenso » (Cantico 4,6), prima che termini il giorno e che si allunghino le ombre della notte.
Questo è il momento del tuo arrivo, l’ora fissata per l’appuntamento. Respiro lungo, quasi ritmando una piccola melodia dentro di me.
Alla fine dell’espirazione faccio una pausa e sento che il mio cuore batte forte. Ora sto mettendo in libertà ogni sensazione, ogni preoccupazione, ogni pensiero.
Dolcemente lo faccio e lentamente, senza traumi. Mi libero e mi abbandono. Cerco la pace, entro nel silenzio. Ho tempo, non mi preoccupa il tempo. Mi preparo per te, per te che ama l’anima mia. Sono libero, mi trovo a mio agio, mi arrendo.
« Prima che spiri la brezza del giorno e si allunghino le ombre, ritorna, o mio diletto » (Cantico 2,17). « Lo Spirito e la Sposa dicono: Vieni » (Apocalisse 22,17). Ecco, ora posso uscire con te, posso seguirti. Tu mi conduci nel tuo monte santo per stare lì, noi due soli. « Io sono per il mio diletto e la sua brama è per me » (Cantico 7,11).
Mostrati a me, nella tua luce candidissima. Fa’ ch’io senta la tua voce piena di dolcezza. E se ho bisogno di toccarti, di aggrapparmi a te, non fuggire.
Dentro la mia tenda, lassù, nella montagna del Signore, dove sento fischiare il vento e ululare le bestie selvatiche, ormai tutto solo, intono il mio canto d’amore, in armonia con il creato, sapendo di destare la tua gelosia: « Vieni, mio diletto, tu mi hai rapito il cuore » (Cantico 4,9).
CONTEMPLAZIONE.
L’esercizio, della preghiera contemplativa, dono dello Spirito Santo, è lo sguardo di fede amorosa fissato su Gesù, , per conoscerlo, amarlo e seguirlo.
La contemplazione non è altro che un intimo rapporto di amicizia, un frequente trattenimento da solo a solo con Colui dal quale sappiamo d’essere amati (S.Teresa di Gesù).
In questa orazione cerco « l’amore dell’anima mia », come dice il Cantico dei Cantici (Ct 1,7). Questo Amore è Gesù stesso, il Dio incarnato nel grembo immacolato di Maria. In Lui incontro il Padre e lo Spirito Santo.
SILENZIO.
Star lontano dai rumori e soprattutto dalle chiacchiere. Silenzio profondo, senza distrazioni. In posizione comoda. In casa o in chiesa.
DESERTO.
Anche quando spiritualmente stai entrando in un deserto senza una fontanella d’acqua fresca e il tuo cuore è arido e ti senti abbandonato da tutti e da tutto, proprio allora tu puoi e devi cercare Gesù. Dove? Davanti al tabernacolo o ai piedi di un bel crocifisso venerato in molte chiese, o in casa tua, nella tua cameretta, dove tu puoi costruire un tempietto per ltuo Signore.
ABBANDONO.
Si tratta dell’esercizio di abbandonarsi in piena libertà e con cuore amante, a Colui che amiamo. Mettiti nelle mani di Dio, consegnati a Lui. Egli è pronto a darti tutte le garanzie e le sicurezze che vuoi. Gli doni pertanto il tuo presente e il possesso definitivo del tuo avvenire.
EFFUSIONE.
Non solo mi abbandono in Dio, ma su di lui effondo tutta l’anima mia in una calda dimostrazione di affetto. E tutto avviene perché è lo Spirito Santo che si effonde in noi con potenza e amore e si prende cura di riempire i nostri cuori della grazia dei suoi doni.
QUIETE.
Un allenamento che coinvolge i sensi del corpo e le facoltà dello spirito e che comprende l’attenzione al ritmo del proprio respiro.
Cerco la tranquillità e la distensione: via ogni agitazione. Solo riposo, calma, pace ma non apatia né indifferenza. Il motto che ci ammaestra in questo esercizio ci viene da Santa Teresa di Gesù: Nulla fi turbi.
Questi esercizi sono fondamentali per tutte le proposte di preghiera contemplativa che seguiranno dopo questa prima.
Si raccomanda soprattutto il silenzio. Inoltre quando trovo le espressioni p. e. « tu mi acaldi, mi stringi » e simili. Non ci riferiamo ai sensi fisici, ma a quelli dwlle virtù teologali, a meno che, per la grazia di Dio, arrivi all’estasi
D. Timoteo Munari sdb

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