8 GENNAIO 2017 | BATTESIMO DI GESÙ – ANNO A | OMELIA

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8 GENNAIO 2017 | BATTESIMO DI GESÙ – ANNO A | OMELIA

FIGLI DI DIO

Con questa Domenica che ci ricorda il battesimo di Gesù al Giordano – si conclude il periodo natalizio e incomincia quello che ci ricorda la vita pubblica di Gesù.
Il battesimo di Gesù è appunto l’avvenimento che dà inizio alla missione del Signore, alla sua predicazione in mezzo al popolo

1. Il battesimo di Gesù e il nostro battesimo
La festa di oggi non riguarda soltanto Gesù, ma riguarda anche tutti noi, ognuno di noi.
Infatti, se Gesù si è fatto battezzare da Giovanni il Battista, non l’ha fatto per se stesso. Il battesimo di Giovanni era un rito di penitenza e di purificazione dai peccati. Ora, che bisogno aveva del battesimo Gesù, l’Agnello immacolato, colui che non solo è senza peccato, ma che è venuto a togliere i peccati del mondo?
Certamente Gesù non aveva bisogno dl battesimo, ma allora perché si è fatto battezzare?
Dobbiamo rispondere che si è fatto battezzare perché si è reso solidale con noi, si è talmente immedesimato con noi da prendere su di sé i nostri peccati.
Dunque Gesù, immergendo il suo corpo santissimo nel Giordano, immergeva insieme tutti noi, e tutti i nostri peccati.
Non possiamo dunque rimanere indifferenti o estranei all’avvenimento riferito dal Vangelo di oggi.
In certo senso, il battesimo di Gesù al Giordano è il nostro battesimo. Ognuno di noi è coinvolto in questo avvenimento, ognuno di noi può dire: « Il Signore mi ha tanto amato che si è fatto battezzare per me, per i miei peccati ».
Non per nulla, secondo alcuni teologi, per es. San Tommaso d’Aquino, è proprio al momento del battesimo al Giordano che Gesù ha istituito il sacramento del battesimo, dando alle acque il potere di lavare i peccati e di far rinascere alla vita divina della grazia.
Gesù si è immerso nelle acque, non per fasi santificare dalle acque, ma per santificare le acque.

2. Si aprì il cielo…
Noi dunque possiamo meditare i particolari del racconto evangelico, come se ci riguardassero personalmente: perché possiamo dire, in un certo senso, che in Gesù ognuno di noi veniva battezzato.
Il Vangelo di San Luca ricorda un particolare che deve attirare la nostra attenzione. Dice: « Si aprì il cielo e discese su Gesù lo Spirito Santo in forma di colomba. E si udì la voce del Padre: « Questo è il mio Figlio prediletto ».
Si aprì il cielo. Il cielo talvolta ci sembra chiuso. Dio non ci parla, Dio tace.
Il silenzio di Dio! Perché Dio non interviene, non si fa sentire, perché sembra lasciarci soli? Forse che ci abbia dimenticati… Talvolta proviamo un senso di vuoto… abissale…

3. Dio parla
Ma non è così. Il cielo non è chiuso su di noi. Il cielo si è aperto nel giorno del nostro battesimo. Dio non tace. Egli ha parlato.
Mediante la fede infusa in noi il giorno del battesimo ci ha rivelato il mistero della sua vita intima, il suo segreto.
Ci ha rivelato che Egli è Padre, e che ha un Figlio uguale a Lui, eterno come Lui, nato dal Padre prima di tutti i secoli, Dio da Dio, Luce da Luce. Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del padre.
E ci ha rivelato che il Padre e il Figlio sono legati da un comune soffio di amore, lo Spirito Santo, che è la terza Persona della SS. Trinità, che è Signore e dà la vita, che procede dal Padre e dal Figlio e con il Padre e il Figlio deve essere adorato e glorificato.
E ci ha rivelato che il Figlio, è disceso dal cielo, si è fatto uomo, è nato dalla Vergine Maria. Sono i due misteri principali della fede: Trinità e Incarnazione.

4. Dio vuole farci entrare nella sua vita.
Dunque Dio si è rivelato. Ma ha parlato non soltanto per farci conoscere il mistero, ma anche per farci entrare nel mistero, per associarci alla sua vita.
Nel battesimo noi riceviamo il perdono di tutti i peccati e mediante la grazia santificante (che è simboleggiata dalla veste candida)) siamo elevati al livello della vita divina della SS. Trinità.
In certo senso, anche su di noi è disceso lo Spirito Santo, anche su di noi è risuonata la voce del Padre: « Questo è mio figlio prediletto ».
Infatti nel battesimo diventiamo figli adottivi di Dio, fratelli di Gesù, e templi vivi dello Spirito Santo, che abita nel profondo della nostra anima.
E così, divenuti figli di Dio e animati dallo Spirito Santo, possiamo rivolgerci a Dio con piena fiducia, sapendo che Egli è un Padre che ci ama, che ci è vicino, che ci vuole felici, non ci abbandona mai e ci ha preparato un posto in Paradiso.
Possiamo rivolgerci a Lui dicendo: Padre nostro. Ci pensiamo? Chiamare Dio, l’Eterno, l’Infinito, il Creatore dell’universo, chiamarlo Padre, Padre nostro…E tutto questo avviene per il dono della grazia santificante, che ci è data nel battesimo.
Giustamente San Leone Magno esclama: « Riconosci, o cristiano la tua dignità! ».
C’è una cerimonia nel battesimo quanto mai ricca di significato e di poesia: dopo che il bambino è stato purificato nell’acqua battesimale, il sacerdote prende una piccola veste tutta bianca e la depone sul novello battezzato.
Poi pronuncia queste splendide parole: « Prendi questa veste candida e immacolata: e portala senza macchia al tribunale di Nostro Signore Gesù Cristo, perché tu abbia la vita eterna ».
Difficilmente si potrebbe immaginare un simbolo più gentile e sublime della grazia, che adorna la nostra anima di candore, rendendola divinamente bella e candidata al cielo.
Che importa se l’occhio materiale, abbagliato dalle cose sensibili, non riesce a contemplare questa intima bellezza e il fulgore divino della grazia?
Talvolta anche il diamante è nascosto sotto una rude incrostazione, ma lo sguardo e il cuore dell’esperto cercatore non si fermano all’incrostazione.
E’ ciò che deve fare la nostra anima: deve scendere nelle profondità, per scoprire lo splendore della grazia santificante.
S. Agostino paragona gli effetti del battesimo… alla transustanziazione eucaristia. Dice infatti: « I battezzati sono divenuti corpo mistico di Gesù, come il pane e il vino, dopo la consacrazione, diventano il suo corpo reale.
Il battesimo rappresenta e suppone una certa estensione e quasi un prolungamento dell’Incarnazione di Gesù, un’applicazione dell’unione ipostatica, fatta all’anima.
In certo modo, siamo una … continuata incarnazione di Gesù. E’ meraviglioso, splendido, divino!
L’ Armonia del 31 maggio 1931, narra questo episodio capitato al Card. Schuster, pochi giorni prima, nella sua visita pastorale a Monza.
In un collegio, dopo una mattinata laboriosissima, l’Arcivescovo, impartita la S. Cresima, posò per una foto di gruppo. Volle presenziare anche alla colazione dei convittori.
Si mise a conversare con alcuni, e riferendosi alla fotografia, disse che verrà un tempo in cui non solo l’immagine esteriore, ma anche l’interiore sarà carpita dall’obiettivo… e sorridendo domandò a un bimbo:
- Che cosa si vedrebbe in te?
- Si vedrebbe Gesù! Cari Fratelli e Sorelle, facciamo in modo che nella nostra anima in grazia si veda sempre lo splendido Volto di Gesù, Verbo Incarnato.

Allora anche la Madonna sarà felice nel vedere in noi… altrettanti Gesù…

Don Severino GALLO sdb (+)

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