Archive pour le 23 juin, 2016

Saints Peter and Paul Cathedral in Kazan, Russia

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L’ASCESI, UN MEZZO DA AMARE – Paul Evdokimow

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L’ASCESI, UN MEZZO DA AMARE

Paul Evdokimow *

Paul Evdokimov è morto il 16 settembre 1970. Nato a Pietroburgo nel 1901, aveva iniziato gli studi di teologia a Kiev. La rivoluzione del 1917 lo costringe all’esilio e termina gli studi in Francia. Intellettuale di gran classe, dottore in filosofia ed in teologia, professore presso l’Istituto Saint-Serge, resta laico, ed è in qualità di laico, cosciente del sacerdozio comune dei fedeli, che mette al servizio della Chiesa una conoscenza profonda della tradizione ed un acuto senso dei segni del tempo e delle sue istanze. Già prima del 1940 è noto come pioniere dell’ecumenismo e, nel 1962, sarà inviato in qualità di ‘osservatore’ al Concilio Vaticano II. Le sue opere, segnatamente sulla teologia dello Spirito Santo, hanno stabilito la convergenza e l’accordo possibili fra le posizioni cattoliche e quelle ortodosse.

Le forme particolari dell’ascesi riflettono l’epoca che attua tale ascesi e si adattano alla sua mentalità. Nelle condizioni della vita moderna, sotto il peso del sovraffaticamento e dell’usura nervosa, la sensibilità si trasforma. La medicina protegge la vita e la prolunga, diminuendone al tempo stesso la resistenza alle sofferenze ed alle privazioni. L’ascesi cristiana non è mai stata fine a se stessa, è soltanto un mezzo, un metodo a servizio della vita, e come tale cercherà di assuefarsi alle nuove necessità. Un tempo l’ascesi dei Padri del deserto imponeva digiuni e privazioni intense ed estenuanti; oggi la lotta si sposta. L’uomo non ha bisogno di un dolorismo supplementare; cilicio, catene, flagellazioni, rischierebbero di sfibrarlo inutilmente. La mortificazione del nostro tempo consisterà nella liberazione dal bisogno di stupefacenti: fretta, rumore, eccitanti, droga, alcoli di tutti i generi. L’ascesi consisterà più che altro nel riposo imposto, nella disciplina della quiete e del silenzio, dove l’uomo ritrova la facoltà di concentrarsi per la preghiera e la contemplazione, perfino in mezzo a tutti i rumori del mondo, nella metropolitana, fra la folla, ai crocicchi di una città; ma più di ogni altra cosa, l’ascesi consisterà nella facoltà di comprendere la presenza degli altri, gli amici di ciascun incontro. Il digiuno, all’opposto della macerazione inflitta, sarà la rinuncia gioiosa al superfluo, la sua spartizione con i poveri, un equilibrio sorridente, spontaneo, pacato. Al di là della ascesi fisica e psicologica del Medio Evo si dovrebbe ricercare l’ascesi escatologica tipica dei primi secoli, cioè quell’atto di fede che faceva dell’essere umano nella sua complessità l’attesa gioiosa della Parusia, l’attesa non tanto cronologica, quanto qualitativa, che sa discernere il termine ultimo ed unico; I quanto, secondo il Vangelo, il tempo è breve e «lo  Spirito e la Sposa dicono: Vieni! ». In questo modo, l’ascesi si trasforma in attenzione ai chiami del Vangelo, alla scala delle beatitudini; cercherà umiltà e la purezza del cuore, al fine di liberare il proprio prossimo e restituirlo a Dio. In un mondo affaticato, schiacciato dalle preoccupazioni e dagli affanni, che vive a ritmi 3mpre più frenetici, il compito è di trovare e vivere «l’iniziativa spirituale» che conduce a sedersi alla tavola dei pec3tori, a benedire ed a spezzare il pane insieme con loro… Nessuna ascesi, priva dell’amore, avvicina a Dio: «Noi saremo giudicati per il male che abbiamo compiuto, ma soprattutto per il bene che abbiamo omesso e perché non amiamo il nostro prossimo», dice san Massimo. Oggi l’ascesi nella vita spirituale protegge lo spirito dal dominio del mondo e raccomanda di «vincere il male creando il bene». Ne consegue che l’ascesi non rimane nient’altro che un mezzo, che una strategia. L’uomo può suscitare un’atmosfera morbosa, allucinante, in cui vede ovunque il male ed il peccato. Ora, l’ascesi evangelica trascina non tanto per eccesso di paura, quanto per eccesso d’amore traboccante di tenerezza cosmica. Santa Dorotea offre una bella immagine della salvezza sotto forma di un cerchio il cui centro è Dio e la cui circonferenza è formata a tutti gli uomini. Più ci si avvicina al centro – Dio – più i raggi del cerchio, il prossimo, si avvicinano gli uni agli altri. Sant’Isacco diceva al suo discepolo: «Ecco, fratello, un comandamento che ti affido: la misericordia trabocchi sempre dalla tua bilancia, fino al momento in cui sentirai in te tesso la misericordia che Dio prova per te e per il mondo».  * L’Orthodoxie, in «Unité chrétienne: Pages Documentaires», Lione, nov. 1970, pp. 34-35 e 41.

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SAN GIUSEPPE NEI QUATTRO VANGELI CANONICI

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SAN GIUSEPPE NEI QUATTRO VANGELI CANONICI
 
Vangelo di Matteo
 1,[1]Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. [16]Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo. [18]Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. [19]Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto. [20]Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: <<Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. [21]Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati>>. [22]Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: [23]Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele, che significa Dio con noi (Isaia 7,14). [24]Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa, [25]la quale, senza che egli la conoscesse, partorì un figlio, che egli chiamò Gesù.
 2,[13]Essi (I Magi) erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: <<Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo>>. [14]Giuseppe, destatosi, prese con sé il bambino e sua madre nella notte e fuggì in Egitto, [15]dove rimase fino alla morte di Erode, perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Dall’Egitto ho chiamato il mio figlio (Esodo 4,22). [16]Erode, accortosi che i Magi si erano presi gioco di lui, s’infuriò e mandò ad uccidere tutti i bambini di Betlemme e del suo territorio dai due anni in giù, corrispondenti al tempo su cui era stato informato dai Magi. [17]Allora si adempì quel che era stato detto per mezzo del profeta Geremia (31,15): [18]Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande; Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non sono più (Genesi 35,19). [19]Morto Erode, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto [20]e gli disse: <<Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e và nel paese d’Israele; perché sono morti coloro che insidiavano la vita del bambino>>. [21]Egli, alzatosi, prese con sé il bambino e sua madre, ed entrò nel paese d’Israele. [22]Avendo però saputo che era re della Giudea Archelào al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nelle regioni della Galilea [23]e, appena giunto, andò ad abitare in una città chiamata Nazareth, perché si adempisse ciò che era stato detto dai profeti: <<Sarà chiamato Nazareno (Nezer=germoglio Isaia 11,1=Libro dell’Emmanuele: Isaia 6-12)>>.
13,[55]Non è egli forse il figlio del carpentiere? Sua madre non si chiama Maria e i suoi fratelli Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? 
 
Vangelo di Marco
 6,[3]Non è costui il carpentiere, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non stanno qui da noi?>>. E si scandalizzavano di lui.
 
Vangelo di Luca
 1,[26]Nel sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazareth, [27]a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria.
 2,[1]In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. [2]Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio. [3]Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. [4]Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazareth e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, [5]per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. [6]Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. [7]Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo.[15]Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori dicevano fra loro: <<Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere>>. [16]Andarono dunque senz’indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. [17]E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. [18]Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano. [19]Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore. [20]I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro. [21]Quando furon passati gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù (Matteo 1,21), come era stato chiamato dall’angelo prima di essere concepito nel grembo della madre. [22]Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore, [23]come è scritto nella Legge del Signore: ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore; [24]e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o di giovani colombi, come prescrive la Legge del Signore.
[39]Quando ebbero tutto compiuto secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nazareth. [40]Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era sopra di lui. [41]I suoi genitori si recavano tutti gli anni a Gerusalemme per la festa di Pasqua. [42]Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono di nuovo secondo l’usanza; [43]ma trascorsi i giorni della festa, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. [44]Credendolo nella carovana, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; [45]non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. [46]Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava. [47]E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. [48]Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: <<Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo>>. [49]Ed egli rispose: <<Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?>>. [50]Ma essi non compresero le sue parole. [51]Partì dunque con loro e tornò a Nazareth e stava loro sottomesso. Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore. [52]E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.
3,[23]Gesù quando incominciò il suo ministero aveva circa trent’anni ed era figlio, come si credeva, di Giuseppe, figlio di Eli, …[31]figlio di Melèa, figlio di Menna, figlio di Mattatà, figlio di Natàm, figlio di Davide, [32]figlio di Iesse,… [33]figlio di Aminadàb, figlio di Admin, figlio di Arni, figlio di Esrom, figlio di Fares, figlio di Giuda… [34]figlio di Giacobbe, figlio di Isacco, figlio di Abramo…[38]figlio di Enos, figlio di Set, figlio di Adamo, figlio di Dio.
 4,[21]Allora cominciò a dire: <<Oggi si è adempiuta questa Scrittura (Isaia 61,1-2: Vocazione di un profeta ndr) che voi avete udita con i vostri orecchi>>. [22]Tutti gli rendevano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: <<Non è il figlio di Giuseppe?>>. [23]Ma egli rispose: <<Di certo voi mi citerete il proverbio: Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafarnao, fàllo anche qui, nella tua patria!>>. [24]Poi aggiunse: <<Nessun profeta è bene accetto in patria>>.
 
Vangelo di Giovanni
 1,[45]Filippo incontrò Natanaèle e gli disse: <<Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti, Gesù, figlio di Giuseppe di Nazareth>>.
 6,[42]E dicevano: <<Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui conosciamo il padre e la madre. Come può dunque dire: Sono disceso dal cielo?>>.
 

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