STUDI MARIANI / MARIA e i PADRI della CHIESA: LA SANTITA’ DI MARIA

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STUDI MARIANI / MARIA e i PADRI della CHIESA:  LA SANTITA’ DI MARIA

La più antica preghiera cristiana indirizzata alla Madonna è stata scoperta in Egitto. È diventata una delle più celebri antifone mariane:

« Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, o Santa Madre di Dio. Nelle nostre necessità non respingere le nostre suppliche, ma liberaci sempre da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta ». Risale all’inizio del terzo secolo ed in Egitto, proprio in questo periodo, viveva Origene (185-254), che era nato ad Alessandria, la grande metropoli, la seconda città dell’Impero Romano, per importanza e per numero di abitanti.

Un’intelligenza superiore Marco, discepolo di Pietro ed autore del secondo Vangelo, vi aveva annunciato la Buona Novella e fondato una comunità cristiana che non cessava di segnalarsi per la vitalità e la crescita. Origene era un personaggio di spicco di questa Chiesa. Dotato di una intelligenza straordinaria, è stato paragonato ad una specie di Platone dell’antichità cristiana. Nonostante la grande penuria di mezzi materiali che nell’antichità ostacolava l’attività scrittoria, egli ha composto un numero impressionante di libri, giunti a noi solo in parte. Per le sue doti di intelligenza e, soprattutto, di pietà, il suo vescovo Demetrio lo nominò direttore di una scuola di teologia, dove i catecumeni venivano preparati al Battesimo. Questa scuola si chiamava Didaskaleion. Origene possedeva una vasta cultura, che spaziava dalla filosofia alle lingue antiche. La sua passione era la Bibbia. Sin da bambino, accanto a suo padre, Leonide, un fervente cristiano che morirà martire, ne aveva imparato moltissimi brani a memoria.

Un metodo nuovo Origene commentò quasi tutti i Libri della Sacra Scrittura ed adoperò un metodo per interpretare la Bibbia che ebbe grande successo: l’allegoria. Per mezzo di questo metodo, il lettore, guidato dallo Spirito Santo, riesce a cogliere un significato nascosto, superiore, profondo in ogni parola della Bibbia. Nutriti da questo alimento, i cristiani si perfezionano sempre più e diventano, come Origene diceva, “spirituali”, per assomigliare sempre di più al Verbo divino. Nessuna meraviglia che Origene abbia visto nella Madonna il modello di tutti i cristiani che desiderano elevarsi dalla terra al cielo. In altre parole, Origene, commentando i passi del Vangelo che parlano della Madonna, ne ha messo in evidenza la sua eccellente santità. Valga ad esempio questa citazione, tratta dalle Omelie sul Vangelo di Luca, quando Origene interpreta allegoricamente le “montagne” della Giudea attraversate da Maria per andare a trovare sua cugina Elisabetta. “Era necessario anche che Maria, dopo il colloquio con l’angelo, salisse verso la montagna e dimorasse sulle vette. Per questo sta scritto: In quei giorni Maria si alzò e si recò alla montagna. Essa doveva ugualmente, poiché non era pigra nello zelo, affrettarsi sollecitamente e, ripiena di Spirito Santo, essere condotta sulle vette ed essere protetta dalla potenza di Dio, dalla cui ombra era stata ricoperta”. Le cime delle colline di Giuda sono il simbolo dei vertici nella vita spirituale. La Madonna, in quanto ripiena di Spirito Santo che è il promotore della santità, ne ha raggiunto dunque le sommità.

La discepola perfetta Tra i Padri della Chiesa (anche se questo titolo solo parzialmente può essere attribuito ad Origene, in quanto ha insegnato delle dottrine poi considerate erronee dalla Chiesa), Origene è il primo che mette in evidenza questo elemento della teologia e della devozione mariana: la Madonna come perfetta discepola di Cristo. Quando pensiamo e parliamo della Madonna, infatti, noi possiamo avere due diversi approcci. Il primo consiste nell’esaltare i suoi privilegi e perciò ricorrere alla sua potente intercessione. Il secondo, invece, sottolinea le virtù morali e teologali della Madonna, che pertanto viene considerata un modello, supremo, da imitare. Entrambi gli atteggiamenti sono importanti ed utili. Origene, senza dimenticare il primo, ha evidenziato anche il secondo e gli siamo grati. Talvolta, però, e solo molto raramente, la sua presentazione delle virtù della Madonna non è convincente, anche per inappropriato uso dell’allegoria. Che cosa rappresenta la “spada che trafigge l’anima di Maria”, secondo la profezia di Simeone nel Tempio? Per Origene è il simbolo delle incertezze e delle inquietudini che agiteranno l’anima della Madonna. Ecco il suo commento all’episodio della Presentazione nel Tempio: “E anche l’anima tua – di te, che sai di aver generato senza intervento di uomo, in stato di verginità, di te che hai udito da Gabriele: lo Spirito Santo verrà su di te e la potenza dell’Altissimo ti adombrerà – sarà trafitta dalla spada dell’infedeltà, sarà ferita dalla punta aguzza del dubbio. Pensieri contradditori ti dilanieranno quando vedrai che colui che avevi sentito chiamare «figlio di Dio» e sapevi essere nato senza intervento di uomo, è crocifisso e sta per morire, tormentato dai supplizi degli uomini”.

Secondo Origene, la fede della Madonna ha conosciuto dunque il dubbio. La redenzione di Cristo è universale Perché Origene incorre in questo errore? Perché la riflessione teologica della Chiesa non aveva ancora approfondito adeguatamente l’Immacolata Concezione di Maria. Maria, agli occhi di Origene, necessitava della Redenzione di Cristo e dunque, affetta dal peccato, aveva mancato in qualcosa. “Se la Vergine non subì lo scandalo durante la passione del Signore, Gesù non morì per i suoi peccati”. Origene pone dunque un problema giusto: la Redenzione di Cristo è universale, tutte le creature ne hanno beneficiato, compresa sua Madre. La soluzione che dà è però inesatta. Occorrerà attendere l’intuizione di un altro acuto teologo, vissuto molti secoli dopo, Duns Scoto, un francescano. La Redenzione di Cristo nei confronti della Madonna precede la sua concezione. Il fuoco di Grazia che divampa dalla Passione di Cristo ha eccezionalmente forgiato la santità perfetta della Madonna, esente da ogni dubbio e tanto più da ogni peccato, già prima della sua venuta all’esistenza. A parte questa “nota stonata”, Origene canta sempre le lodi di Maria. Egli è, per esempio, il primo ad adoperare un termine che i nostri fratelli cristiani dell’Oriente, cattolici ed ortodossi, amano molto per parlare della Madonna: panaghía, cioè “tutta santa”. A chi obiettava che nel Vangelo alcune espressioni di Gesù sembrerebbero mostrare una certa freddezza di Gesù verso sua Madre, Origene oppone un argomento risolutore: “Se Maria è stata proclamata beata dallo Spirito Santo, per bocca di Elisabetta, come il Signore avrebbe potuto rinnegarla?”. E, soprattutto, Origene, commentando le parole del Signore sulla Croce “ecco tuo figlio”, invita tutti i discepoli a fare come Giovanni, ad assomigliare a Gesù, dunque a farsi santi, per essere accolti come figli di e da Maria. “Chiunque infatti è perfetto, non è più lui a vivere, ma in lui vive Cristo; perciò quando si parla di lui a Maria, si dice: «ecco il tuo figlio, cioè Gesù Cristo»”. Seguendo questo insegnamento impartito da Origene, la devozione a Maria si salda con la ragione più profonda dell’essere cristiani, puntare alla “perfezione”, secondo l’espressione amata dal dottore alessandrino, o, praticare “la misura alta della vita cristiana”, per dirla con le parole coniate da un altro grandissimo devoto della Madonna, il Papa Giovanni Paolo II. Insomma, Maria e la santità: un binomio inscindibile.

Roberto SPATARO

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