TU SEI BELLEZZA! (SAN FRANCESCO D’ASSISI)
http://www.ofm.org/01docum/mingen/2012_TU_SEI_BELLEZZA.pdf
TU SEI BELLEZZA! (SAN FRANCESCO D’ASSISI)
Fr. José Rodriguez Carballo, ofm
Ministro generale, OFM
Cari marciatori, carissimi amici tutti: Il Signore vi dia pace! Benvenuti alla Porziuncola, focolare del perdono e della misericordia, dove ci accoglie la Vergine fatta Chiesa, la madre del bell’amore (cf. Sir 24, 24), e della misericordia. Benvenuti a questo luogo così caro a Francesco perché dedicato a Maria, “porta santa sempre aperta” a Colui che è misericordia e perdona; luogo dell’anima, dove Francesco ha risvegliato la nostalgia del Paradiso; luogo pieno di bellezza perché povero e ci parla del grande amore di Francesco e Chiara per Cristo povero e crocifisso. Tu sei bellezza! È il moto della Marcia Francescana di quest’anno 2012. Tu sei bellezza! È l’esclamazione di Francesco dopo l’incontro con il Crocifisso sul monte della Verna. Tu sei Bellezza! È l’esclamazione di Chiara frutto della costante contemplazione del mistero dell’incarnazione e particolarmente della passione e morte del Signore Gesù. Tu sei bellezza, diciamo noi a una persona che amiamo. Che bellezza! Diciamo tutti di fronte a un paesaggio piacevole, a un fiore, a un fenomeno naturale straordinario e che si presenta bello al nostro sguardo, o di fronte a un quadro o a un pezzo musicale magistralmente interpretato. La bellezza rivela l’inesorabile nostalgia dell’uomo per la verità, la giustizia e il bene, cioè la nostalgia di Dio. Per questo l’esperienza della bellezza è fondamentale nella vita dell’uomo e della sua cultura. In questo contesto Dostoevskij afferma: “L’umanità non potrebbe vivere senza la bellezza”; e Benedetto XVI ne spiega la ragione in un discorso agli artisti quando afferma: “La esperienza del bello, di quello che è autenticamente bello, di quello che non è effimero ne superficiale, non è qualcosa di secondario nella ricerca di senso e della felicità, bensì ci porta ad affrontare in pienezza la vita quotidiana per liberarla dell’oscurità e trasfigurarla, per farla luminosa e bella”. La bellezza riempie di vita l’esistenza, ci pone in camino, e quando la stanchezza e la rutine fanno atto di presenza nella nostra vita, la bellezza ci ridona speranza e la forza di vivere fino in fondo la propria esistenza. Ecco perché la bellezza, come diceva Benedetto XVI nelle parole già ricordate, non è un elemento secondario nella vita di una persona; ecco perché abbiamo bisogno di cercare e di trovare la bellezza. Ma di quale bellezza parliamo? Sotto gli occhi di tutti sta l’inesausta ricerca della bellezza. Ma non tutti la cercano dove si può veramente trovare. Tante volte la bellezza è ambigua e il bello può essere un inganno. Quanti soldi si spendono nella lotta contro l’invecchiamento e tutto ciò che non è patinato, piacevole, di moda! Quanti soldi in creme, quanti sacrifici per mantenere la bellezza secondo i criteri di moda! Quanti sforzi per mantenere un’apparenza che passa! Quanti supermercati dell’effimero! Ma mille cornici non valgono il quadro. Se ne accorse un giorno sant’Agostino, il quale, dopo aver cercato la bellezza in tante cose, scoprì che l’autentica bellezza si trova solo in Dio: “Oh bellezza tanto antica e sempre nuova!”, esclamerà pieno di stupore, e per questo non abita nella superficie e non si compra nei supermercati consumistici, ma abita nella cella del cuore umano: “tu eri dentro di me e io ero fuori di me”. È di questa bellezza che noi parliamo: la bellezza che abita nel cuore di chi ama, la bellezza la cui fonte è Dio stesso, il bello e il buono (kalokagathia) per eccellenza, come ci ricorda Francesco nelle già citate Lodi al Dio altissimo. Cari giovani: Tutti cerchiamo la bellezza, in noi stessi e negli altri. Ma, qual’è la chiave che apre all’autentica bellezza? Pensando a Francesco e a Chiara una è la fonte della bellezza: l’amore. È l’amore che rende belli. San Giovani afferma: Dio è amore. Ecco perché Dio è anche la fonte della vera bellezza; ecco perché Dio è la Bellezza. Contrariamente alla ricerca di una bellezza meramente estetica, mendace e falsa, che ci imprigiona totalmente in noi stessi e ci rende più piccoli, l’incontro con la bellezza la cui fonte è l’amore ci mette in cammino, ci eleva dalle nostre miserie, ci strappa fuori dall’accomodamento del quotidiano, e ci fa uscire da noi stessi per aprirci nell’estasi dell’innalzarci verso l’alto. “L’incontro con la bellezza può diventare il dardo che ferisce l’anima ed in questo modo le apre gli occhi” (Benedetto XVI), e, per chi crede, l’incontro con la bellezza ci porta a Dio, del quale tutto, come dice san Francesco nel Cantico delle creature, porta significazione. In questo contesto dice san Bonaventura: “Francesco contemplava nelle cose belle il Bellissimo e, seguendo le orme impresse nelle creature, inseguiva dovunque il Diletto. Di tutte le cose si faceva una scala per salire ad afferrare Colui che è tutto desiderabile”. Dostoevskij scrisse: “la bellezza salverà il mondo”. È questa una frase molto citata ma pochi sanno che la bellezza della quale parla Dostoevskij è Cristo. Un Cristo che profeticamente i salmi descrivono come “il più bello tra i figli dell’uomo” e che, allo stesso tempo, viene contemplato da Isaia come Colui che “non ha apparenza né bellezza… il suo volto è sfigurato dal dolore”. È questo Cristo che hanno trovato Francesco e Chiara e del quale si sono profondamente innamorati, fino a consegnargli la propria vita. È questa bellezza che cantano Francesco e Chiara. La Pianticella di Francesco scrisse in una delle sue Lettere ad Agnese: “Nobilissima regina, guarda, considera, contempla, desiderando di imitarlo, il tuo sposo, il più bello tra i figli degli uomini, fattosi per la tua salvezza il più vile degli uomini, disprezzato, percosso e flagellato in tutto il corpo in molti modi, morente tra le angosce stesse della croce”(2LettCh 19). “Colui che è la Bellezza stessa si è lasciato colpire in volto, sputare addosso, incoronare da spine” (Benedetto XVI). Ma proprio in questo Volto sfigurato dal dolore appare l’estrema bellezza, quella che salva il mondo: la bellezza dell’amore che arriva alla donazione totale, “sino alla fine”. L’autentica Bellezza, quella che salverà il mondo, non può essere cercata e scoperta soltanto nella gloria del Tabor, ma anche nella figura sofferente del Crocifisso. Chi ha percepito questa bellezza non si accontenterà di cercare la bellezza mendace e falsa, ma cercherà la bellezza nell’amore autentico, nel’amore del donarsi, nell’agape. E allora questa bellezza risveglierà la nostalgia per l’indicibile, la disponibilità all’offerta, al dono incondizionato di sé. Cari giovani pellegrini alla Porziuncola: Imparate a vedere la paradossale bellezza di Cristo crocifisso, e allora incontrerete la bellezza della verità, della verità che salverà voi e con voi il mondo. Imparate a vedere lo splendore della gloria di Dio, la “gloria di Dio sul volto di Cristo” (2Cor 4, 6). Cercate la bellezza nella sua profondità, il che presuppone il “digiuno della vista”; presuppone una percezione interiore liberata dalla mera impressione dei sensi; presuppone compiere il passaggio da ciò che è meramente esteriore verso la profondità della realtà, in modo da vedere ciò che i sensi non vedono. Cercate la vera bellezza, quella che proviene da Dio e ci viene rivelata nella persona di Gesù, la bellezza che colmerà la vostra sete di bellezza, perché nessuno potrà rubarvela. Buona festa del perdono. Buon cammino verso la Bellezza. Che la Regina degli angeli vi accompagni e vi custodisca sempre in questo cammino.
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