Dalle « Omelie » di san Basilio Magno : Chi si gloria si glori nel Signore

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Dalle « Omelie » di san Basilio Magno, vescovo
(Om. 20 sull’umiltà, c. 3; PG 31,530-531)
Chi si gloria si glori nel Signore

Il sapiente non si glori della sua sapienza, né il forte della sua forza, né il ricco delle sue ricchezze (cfr. Ger 9,22-23). Ma allora qual è la vera gloria, e in che cosa è grande l’uomo? Dice la Scrittura: In questo si glori colui che si gloria: se conosce e capisce che io sono il Signore.
La grandezza dell’uomo, la sua gloria e la sua maestà consistono nel conoscere ciò che è veramente grande, nell’attaccarsi ad esso e nel chiedere la gloria dal Signore della gloria. Dice infatti l’Apostolo: « Colui che si gloria, si glori nel Signore » e lo dice nel seguente contesto: « Cristo è stato costituito da Dio per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione, affinché come sta scritto: Chi si gloria si glori nel Signore » (1Cor 1,31). Il perfetto e pieno gloriarsi in Dio, si verifica quando uno non si esalta per la sua giustizia, ma sa di essere destituito della vera giustizia e comprende di essere stato giustificato nella sola fede in Cristo. E proprio in questo si gloria Paolo, il quale disprezza la propria giustizia, e cerca quella che viene da Dio per mezzo di Gesù Cristo cioè la giustizia nella fede. Conosce lui e la potenza della sua risurrezione, partecipa alle sue sofferenze, è reso conforme alla morte di lui per arrivare in quanto possibile alla risurrezione dai morti.
Cade ogni alterigia e ogni superbia. Niente ti è rimasto su cui poterti gloriare, o uomo, poiché la tua gloria e la tua speranza sono situate in lui, perché sia mortificato tutto quello che è tuo e tu possa ricercare la vita futura in Cristo. Abbiamo già le primizie di quella vita, ci troviamo già in essa e viviamo ormai del tutto nella grazia e nel dono di Dio. Dio è lui « che suscita in noi il volere e l’operare secondo i suoi benevoli disegni » (Fil 2,13).
È ancora Dio che, per mezzo del suo Spirito, rivela la sua sapienza destinata alla nostra gloria.
Dio ci dà la forza e il vigore nelle fatiche. « Ho faticato più di tutti loro » dice Paolo: « non io però, ma la grazia di Dio che è con me » (1Cor 15,10).
Dio scampa dai pericoli al di là di ogni speranza umana. « Noi », dice, « abbiamo ricevuto su di noi la sentenza di morte, per imparare a non riporre fiducia in noi stessi, ma nel Dio che risuscita i morti. Da quella morte egli ci ha liberati e ci libererà per la speranza che abbiamo riposto in lui che ci libererà ancora » (2Cor 1,10).

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