Shabbat : Il significato del riposo dal lavoro come liberazione dalle catene del tempo.

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C’È UN TEMPO PER IL SACRO E UNO PER IL PROFANO

WRITTEN BY JONATAN DELLA ROCCA

Friday, 21 November 2014

Il significato del riposo dal lavoro come liberazione dalle catene del tempo.

di Jonatan Della Rocca

Shabbat rappresenta il paradigma del tempo sacro. È il giorno destinato alla famiglia, al riposo e alla spiritualità, lontano dalla quotidianità professionale dei restanti sei giorni. Una delle parole più eminenti « Kadosh » – scrive Abraham Joshua Heschel, viene usata per la prima volta nella Genesi, alla fine della storia della Creazione: « D-o benedisse il settimo giorno e lo santificò ». Nel racconto della creazione a nessun oggetto dello spazio viene attribuito il concetto di santità, solo al concetto di tempo sabbatico. Tanto inchiostro è stato dedicato dalla tradizione rabbinica a ciò. Mentre gli studi scientifici, a cominciare dalla sociologia applicata al concetto di tempo, hanno approfondito le teorie scientifiche sulla distinzione tra tempo sacro e tempo profano: da Emile Durkheim, uno dei padri della sociologia, passando per Norbert Elias, fino ad arrivare, tanto per citarne alcuni tra i più importanti, agli studi di Mircea Eliade, Erich Fromm ed Eviatar Zerubavel. Nei loro studi hanno messo in rilievo il concetto di tempo non visto solo come una entità omogenea quantitativa, ma come abilità socioculturale di distinzione tra diverse qualità di periodi di tempo.
Lo stesso Durkheim, nella sua analisi dell’organizzazione sociale della vita religiosa, ha sottolineato la fondamentale divisione bipartita del tempo in due parti distinte, reciprocamente esclusive, essendo l’una dedicata all’attività profana di ogni giorno, e l’altra consacrata al culto. Così scrive Durkheim nella sua opera fondamentale « Le forme elementari della vita religiosa »: « …l’aspetto caratteristico del fenomeno religioso è il fatto che esso presuppone sempre una divisione dell’universo conosciuto e conoscibile in due generi che comprendono tutto ciò che esiste, ma che si escludono radicalmente. Le cose sacre sono quelle protette e isolate dalle interdizioni; le cose profane sono invece quelle a cui si riferiscono queste interdizioni, e che debbono restare a distanza dalle prime. Non esiste nella storia del pensiero umano un altro esempio di due categorie di cose tanto profondamente diverse, tanto radicalmente opposte l’una all’altra.
L’opposizione tradizionale tra il bene e il male non è nulla al confronto… Il sacro e il profano sono stati sempre e ovunque concepiti dallo spirito umano come generi separati, cioè come due mondi tra cui non c’è nulla in comune… ». Il calendario ebraico è denso di questa contrapposizione tra tempo sacro e profano: i sei giorni della settimana in rapporto al settimo giorno, il tempo specifico per l’esercizio del sacerdozio e lo stesso tempo consacrato al lavoro distinto dal tempo vano, profanazione del dono vitale divino. Lo Shabbat è il collegamento con la creazione del mondo, dove D-o dopo i sei giorni della Genesi, si è astenuto nel giorno successivo dal compiere qualsiasi opera.
Scrive Erich Fromm: « La Bibbia nella sua concezione del Sabato fa un tentativo completamente nuovo di risolvere il problema: arrestando ogni intervento nella natura per un giorno il tempo è eliminato; dove non c’è mutamento, né lavoro, né intromissione umana, non esiste tempo. Invece di un Sabato in cui l’uomo si inginocchia davanti al Signore del tempo. Il Sabato biblico è il simbolo della vittoria umana sul tempo… Il Sabato è il simbolo di uno stato d’unità fra l’uomo e la natura e fra uomo e uomo. Non lavorando – cioè non partecipando al processo del cambiamento naturale e sociale – l’uomo è libero dalle catene del tempo, anche per un solo giorno alla settimana ». In questa osservanza dettata nella Torah, gli ebrei hanno mantenuto ininterrottamente nel corso della storia questo filo che parte dalla Creazione per legarsi al tempo messianico, di cui, come afferma il Talmud, il settimo giorno è il suo anticipatore spirituale. Come nota il sociologo Zerubavel, nello Shabbat non vi è mai interruzione del tempo della Creazione, infatti la tradizione rabbinica definisce il settimo giorno nel suo arrivo « Moavé Sciabbat » – l’arrivo del Sabato e la partenza con « Mozzé Shabbat » – l’uscita del Sabato, non usando erroneamente i termini inizio e fine. Perché il vero inizio per l’ebraismo è stato il primo Shabbat della Creazione del mondo. 

Publié dans : Ebraismo Shabbat, EBRAISMO: STUDI |le 15 juillet, 2015 |Pas de Commentaires »

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