ESSERE PASQUALE, ESSERE TERRA DI PASSAGGIO (METR. GEORGES DEL MONTE LIBANO)
ESSERE PASQUALE, ESSERE TERRA DI PASSAGGIO (METR. GEORGES DEL MONTE LIBANO)
A cosa devo allenarmi durante il periodo di Pasqua? Se Pasqua significa passaggio, altro non mi resta che abbandonare tutto per andare incontro a Cristo. Nella festa c’è Cristo e lui soltanto. Nel cristianesimo c’è Cristo e lui soltanto. Tutto il resto è una maniera per parlare di lui. L’universo non è un suo appendice bensì ne è una traduzione. Una volta mi fu chiesto: “Se fossi obbligato a vivere da solo su un’isola deserta, che cosa ti porteresti dietro dal mondo?” Risposi: “Il sermone della montagna in Matteo e il Vangelo di Giovanni”.
Tu sai Signore che noi ortodossi, durante la settimana santa, in casa, leggiamo tutti i vangeli perché il Vangelo sei tu.
In cosa esercitarmi a Pasqua? Cercare di diventare Vangelo, di diventare Parola così che la gente possa leggermi e vivere. Il Cristianesimo è fatto di volti che hanno ricevuto l’illuminazione perché a loro volta illuminino altri. Ecco la Pasqua viva. Questo è ciò che mi rende possibile portare la gente al volto del Padre, far sì che “passino”. Come vivere? “Non sono io che vivo, ma Cristo vive in me” (Gal 2,20). Il Cristianesimo non è un sistema religioso. E’ amore, è adesione a Cristo. Egli ci fa dimenticare il nostro volto per vedere il suo e in esso il mondo intero. Essere pasquali significa essere sempre al di là di noi stessi e del mondo affinché diventiamo mondo e il mondo diventi noi. Non si tratta di sistemi o di teorie. Tutto è suo volto fino al punto tale che tutti i volti svaniscono, o meglio, in essi leggiamo il volto di lui.
Come esercitarmi? Dimenticare me stesso fino a vedere in me soltanto lui, fino a vedermi affacciato sull’infinito. Come esercitarmi? Mettermi davanti a me stesso e vedere lui come unica cosa necessaria. Non devo dialogare: devo accoglierlo. Il tuo volto, Signore, il tuo volto, questo sarà il mio anelito fino alla fine del mondo.
Io sarò “passaggio”, Signore, fino al giorno in cui ti incontrerò. Fa che io non mi distragga con me stesso: “Fa’ splendere il tuo volto sul tuo servo” (Sal 30,17) perché io sia tua luce. Portami verso di te affinché ti conosca. Non mi lasciare nell’inospitalità di questo mondo. Non lasciarmi in preda alle fiere. Vieni, e in questo tuo venire io sarò creato. Venendo da me, Signore, continuerò a camminare verso il tuo volto. Vedendoti, il tuo volto diventerà per me il mondo. Che cosa può mai giovarmi se non il tuo volto solo? Esso è Pasqua. Non mi distragga da te altro volto. Inchioda su di te i miei occhi. Ogni giorno desidero il tuo volto, Sovrano. Esso solo mi basta, per me è vita. Addestrami a vederti tutto per me in questo secolo e nel secolo a venire cosicché io possa sentire che tu sei l’essere. Ammaestrami a lasciare tutto affinché ti veda. Quando ti raggiungerò, ti prenderai tu cura di me. Diventerò pasquale in te. Quando ti raggiungerò, sarà finito il mio peregrinare.
Nulla dopo Cristo, nulla senza Cristo. Ciò che non è dilatazione di lui o parlare di lui non è nulla. Nella Pasqua o divento lui o non sono niente. Amandolo, cresco per lui e in lui. Non voglio oltre a lui nulla perché egli è tutto. Tutti i santi sono in lui e verso di lui. Quando li guardi, non cercare loro. Cerca il volto di Gesù dipinto in loro.
Come esercitarmi? Tutto quello che c’è da fare è portarmi verso il Signore. Presso di lui, esisteremo, nel Padre, inizio e fine, verso il quale il Cristo della storia è tutto proteso. Non sono nulla se non divento pasquale, cioè con lo sguardo rivolto al Padre-meta.
Nulla sono se il Signore non mi porta al volto del Padre suo e ciò non avverrà se non quando diventerò terra pasquale, luogo di passaggio da me stesso al Padre per Cristo Gesù.
Metr. Georges Khodr del Monte Libano
19.4.2014 (fonte: al-Nahar)
traduzione dall’arabo
a cura di Natidallospirito.com
Laisser un commentaire
Vous devez être connecté pour rédiger un commentaire.