CAMBIAMENTO DI MENTALITÀ PER UN NUOVO UMANESIMO N. 8
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CAMBIAMENTO DI MENTALITÀ PER UN NUOVO UMANESIMO N. 8
Giovedì 11 Agosto 2011
Gli Orientamenti che l’episcopato italiano propone alle Chiese d‘Italia per il prossimo decennio 2010-2020, è quello di collocare al centro della vita e della missione della Chiesa il tema dell’educazione. Sono molto contento di tale proposta perché, finalmente, arricchirà le nostre riflessioni sulla necessità di una buona formazione ed educazione di coscienza e cambiamento di mentalità per un nuovo umanesimo ricco di valori psicofisico – spirituali.
L’educazione è un’arte delicata e sublime che oggi, rappresenta una sfida culturale e un segno dei tempi. Cosi il Cardinale Angelo Bagnasco, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), presenta il tema dell’orientamento pastorale per 2010 – 2020, cioè, “EDUCARE ALLA VITA BUONA DEL VANGELO”. Nel testo si affronta l’emergenza educativa e si sottolinea come a soffrirne di più sia la famiglia indebolita anche da tanti condizionamenti esterni come il sostegno inadeguato alla maternità, le difficoltà dovute all’impegno lavorativo, le convivenze di fatto ed i divorzi sempre più numerosi, oltre agli ostacoli di quadro fiscale che disincentivano la propria azione ed ai tentativi di equiparare alla famiglia forme nuove di convivenza tra le persone dello stesso sesso. Il documento ribadisce il primato educativo della famiglia, un ruolo rilevante nell’educazionesvolta poi dalla scuola e dall’università ma anche da fattori nuovi come la cultura digitale ed Internet.
I vescovi sostengono che si esige un particolare impegno della comunità cristiana ed inoltre la capacità di una nuova generazione di laici cristiani capaci di impegnarsi a livello politico con competenza e rigore morale. Tra i temi centrali del documento vi è l’immigrazione. La Chiesa, si legge, promuove gli incontri e l’accoglienza tra gli uomini. Dunque, è un opera educativa che aiuta a superare paura, pregiudizi e diffidenza.Nel percorrere l’itinerario educativo prospettato dai vescovi italiani l’Arcivescovo di Messina Mons. Calogero La Piana invita tutti noi credenti di lasciarci illuminare e guidare dalla Parola di Dio. Egli mantiene che la Sacra Scrittura deve essere al centro dell’azione pastorale perché nutrendoci e lasciandoci educare dalla Parola di Dio impariamo meglio a conoscere, amare e seguire le “Vie” del Maestro. Il programma dell’impegno educativo del decennio pastorale in Italia (2010 – 2020) con l’assunzione della Parola di Dio come strumento indispensabile per l’educazione della vita di fede è raccolto sotto il titolo “Verso la tua parola guida il mio cuore”. Si tratta di un cammino fondato sulla vita cristiana e sulla Parola rivelata, accolta, ascoltata e praticata. “Questa parola è molto vicina a te, è nella tua bocca e nel tuo cuore, perché tu la metta in pratica” (Dt 30,14). Occorre sapere “fare” e non essere semplicemente “ascoltatori” della Parola; spettatori della celebrazione del culto. Invece, dobbiamo lasciarci coinvolgere, avvolgere, formare ed educare dall’insegnamento delle Sacre Scritture e purificare, santificare ed illuminare i diversi ambiti dell’esistenza umana, contrassegnata dalla fragilità umana e dal rifiuto all’invito di continua conversione.
Quindi, “La vera educazione deve promuovere la formazione della persona umana sia in vista del suo fine ultimo, sia per il bene dei vari gruppi di cui l’uomo è membro ed in cui, divenuto adulto, avrà mansioni da svolgere” (Gravissimum educationis, n. 1). La scuola occupa un ruolo fondamentale per la formazione ed educazione di coscienza e cambiamento di mentalità. Uno sguardo panoramico sulla nuova generazione denutrita dai valori tradizionali e spirituali richiede urgentemente un’educazione basata sulla Divina Parola e sulla sacra Tradizione.Il Papa Benede tto XVI, consapevole della necessità di tale formazione ed educazione di coscienza, rivolgendosi alla nuova generazione scrive: «L’emergenza educativa richiede oggi la più ampia collaborazione possibile. Si affievoliscono, specie tra le giovani generazioni, i valori naturali e cristiani, che danno significato al vivere quotidiano e formano ad una visione della vita aperta alla speranza; emergono invece desideri effimeri e attese non durature, che alla fine ge-nerano noia e fallimenti … Persino l’amore rischia di ridursi a “una semplice cosa che si può comprare e vendere” e “anzi l’uomo stesso diventa mercé” (BENEDETTO XVI, L’Osservatore Romano, 13 gennaio 2009,1). In questa linea ritengo che la vita umana nella totalità dei suoi aspetti fisici, psichici e spirituali è un dono prezioso che richiede da parte di tutti un servizio d’amore ed un rispetto assoluto del suo valore, dell’individualità del suo essere unico, irripetibile e insostituibile.
La persona umana non è una cosa e non può essere oggetto di commercio e di strumentalizzazione. Quindi, senza la formazione ed educazione di coscienza basata sulla realtà umana e sulla fede in Dio, l’uomo rimane un solitario nel pianeta delle meraviglie e la sua vita non avrà nessun senso perché è come qualsiasi animale che perisce.Scrive il Papa Giovanni Paolo II, l’uomo è alienato quando è solo o si stacca dalla realtà, quando rinuncia a pensare e a credere in un Fondamento. L’umanità intera è alienata quando si affida a progetti solo umani, a ideologie e a utopie false (Cfr Giovanni Paolo II, Lett. enc. Centesimus annus, 41: l.c., 843-845.). In seguito, il Papa Benedetto XVI afferma che la creatura umana, in quanto di natura psicofisico – spirituale, si realizza nelle relazioni interpersonali. Più le vive in modo autentico, più matura anche la propria identità personale. Non è isolandosi che l’uomo valorizza se stesso, ma ponendosi in relazione con gli altri e con Dio. L’importanza di tali relazioni diventa quindi fondamentale. A questo riguardo, la ragione trova ispirazione e orientamento nella rivelazione cristiana, secondo la quale la comunità degli uomini non assorbe in sé la persona annientandone l’autonomia, come accade nelle varie forme di totalitarismo, ma la valorizza ulteriormente, perché il rapporto tra persona e comunità è un tutto verso un altro tutto (Secondo San Tommaso “ratio partis contrariatur rationi personae” in III Sent. d. 5, 3, 2.; anche “Homo non ordinatur ad communitatem politicam secundum se totum et secundum omnia sua” in SummaTheologiae I-II, q. 21, a. 4, ad 3um). Come la comunità familiare non annulla in sé le persone che la compongono e come la Chiesa stessa valorizza pienamente la “nuova creatura” (Gal 6,15; 2 Cor 5,17) che con il battesimo si inserisce nel Corpo mistico di Cristo, così anche l’unità della famiglia umana non annulla in sé le persone, i popoli e le culture, ma li rende più trasparenti l’uno verso l’altro, maggiormente uniti nelle loro legittime diversità (Cfr. Benedetto XVI, Caritas in Veritate, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano, 2009, 53).
Lo sviluppo della persona nella totalità del suo essere richiede l’armonizzazione tra la sfera razionale e quella affettiva, tra l’intelligenza e il sentimento, tra la mente, il cuore e lo spirito per orientarla verso: il senso globale della realtà, la ricerca della verità, la libera adesione al bene e la stessa contemplazione della bellezza. Una robusta educazione cristiana deve rivolgersi non soltanto alla testa ed alle emozioni, ma anche all’intelletto e alla volontà.(Mons. Calogero La Piana, Verso la tua Parola guida il mio cuore, Messina 2010, p. 6). La fede, infatti, è radice di pienezza umana, amica della libertà, dell’intelligenza e della capacità di amare. Il Cardinale Angelo Bagnasco in un intervista afferma che “è necessario recuperare la capacità della ragione; la ragione come la capacità del vero, la capacità di accogliere il reale così come è in tutti i suoi aspetti. Fondamentale è la testimonianza, che ciascuno dà con la sua vita. Guardando ed annunziando Gesù Cristo, la Chiesa annunzia l’amore di Dio come il vero umanesimo. Questo è la grande missione della Chiesa. Naturalmente, la fede aiuta la ragione ma non sostituisce la ragione” (Mons. Angelo Bagnsco, Intervista TG1, 25 Feb 2009). Parliamo di una ragione e di una fede che vengono educate e formate per poter vivere un umanesimo vero e reale. Infatti, il rapporto tra fede e ragione in cui la Chiesa crede profondamente da sempre è un elemento essenziale per la sfida educativa. “La Chiesa ha sempre venerato le divine Scritture come ha fatto per il Corpo stesso di Cristo, non mancando mai, soprattutto nella sacra liturgia, di nutrirsi del pane di vita dalla mensa sia della parola di Dio che del Corpo di Cristo, e di porgerlo ai fedeli. Insieme con la sacra Tradizione, ha sempre considerato e considera le divine Scritture come la regola suprema della propria fede; esse infatti, ispirate come sono da Dio e redatte una volta per sempre, comunicano immutabilmente la parola di Dio stesso e fanno risuonare nelle parole dei profeti e degli apostoli la voce dello Spirito Santo”(DV, 21). Continua la Dei verbum, “La Chiesa, ammaestrata dallo Spirito Santo, si preoccupa di raggiungere una intelligenza sempre più profonda delle sacre Scritture, per poter nutrire di continuo i suoi figli con le divine parole”; perciò affida ai ministri della divina parola il delicato compito di “offrire con frutto al popolo di Dio l’alimento delle Scritture, che illumina la mente, corrobora le volontà e accende i cuori degli uomini all’amore di Dio”(DV, 23). L’Educazione e la formazione di coscienza richiedono un impegno morale e spirituale per la promozione della verità dell’uomo. L’educazione è chiamata a rendere trasparente la realtà, illuminare la coscienza morale e stimolare l’uomo a mettere in pratica ciò che ha imparato.Secondo Sant’Annibale Maria Di Francia, l’educazione e la formazione dei fanciulli è l’arte più difficile affidata alle mani più inesperte. Bisognerebbe che uno fosse teologo, filoso e santo per sapere bene educare. Il Padre ritiene che bisogna tenere presente la grande importanza … di avviare le tenere anime ad una sana educazione morale e civile (Antologia Rogazionista, p. 304). P. Annibale si interessa molto dell’educazione basata suisani principi.
Proprio perché crede che l’educazione decide le sorti dell’uomo. Nel cuore del fanciullo sta chiuso l’uomo grande, forse dorme anche un genio dell’arte, della scienza, come in un piccolo germe l’albero gigantesco. Ai giovani in formazione, il Padre scrive: “Voi avete bisogno di crescere, come l’adorabile divin Redentore, in grazia e sapienza presso Dio e presso gli uomini. Voi avete bisogno di santificarvi, ed è questo il tempo propizio! Ora che siete giovanetti, ora che siete in formazione, potete lavorare, potete con facilità estirpare le passioni nascenti, potete rendervi docili alle operazioni della grazia. Cominciate l’opera della vostra santificazione, e cominciatela con la meditazione delle eterne verità (dal “Discorso”, Ottobre 1891 in Antologia Rogazionista, p. 164). Dunque, occorre educare tanto alla solidarietà, quanto alla libertà ed alla collaborazione leale ed onesta al fine di trasformare positivamente la persona e rendere migliori le cose.Secondo il Padre, il cambiamento di mentalità non avviene soltanto attraverso la formazione ed educazione di coscienza ma anche per mezzo dell’orazione quotidiana.
Tutti i santi scrittori, appoggiati alla parola di Dio e agli insegnamenti dei Padri e della S. Chiesa e all’esperienza, hanno ritenuto sempre l’orazione come indispensabile perl’avanzamento nella santa perfezione, cosicché non vi può essere alcuna solida virtù in un’anima, se viene trascurato l’esercizio dell’orazione. L’orazione attira grandi lumi nello spirito per conoscere le proprie miserie e detestarle, ingenera il santo timore di Dio, illumina l’anima sulle verità eterne, la mette in comunicazione con Dio, aumenta mirabilmente la fede e la speranza, e muove potentemente il cuore al divino amore. Un’anima senza orazione è una terra sterile e maledetta; un’anima amante dell’orazione è una terra innaffiata dalla rugiada della grazia (da L’Anima del Padre. Testimonianze, p. 432). È forte il pensiero del Padre sul cambiamento che avviene attraverso le orazioni. Per lo più, egli scrive: “Se noi meditassimo spesso le verità della fede, se noi spesso ci raccogliessimo alla divina presenza, se fossimo amanti dell’orazione e in essa perseverassimo le intere ore, e poi tutto il giorno, in tutte le azioni tenessimo sempre presenti i misteri della fede, oh, quali sovrumani cambiamenti avverrebbero in noi! A poco a poco un raggio dell’infinito splendore di Dio entrerebbe in noi, mentre le tenebre verrebbero discacciate, il nostro intelletto si riempirebbe di divina luce: con questa conosceremmo il male per detestarlo, il bene per abbracciarlo, mentre un fuoco celeste infiammerebbe il nostro cuore e muoverebbe efficacemente la nostra volontà”. (L’Anima del Padre. Testimonianze, p. 433).
Sant’Annibale ci rivela che il principale beneficio dell’educazione e formazione accompagnata dall’orazione quotidiana è l’acquisizione delle virtù che ci permettono di distinguere il bene dal male e di scegliere il bene e perseguirlo. Direi che l’uomo ha bisogno di Dio per vivere bene la sua vita. Educare e formare l’uomo ad entrare in una relazione amicale con Dio è l’unica via per la sua piena realizzazione.Afferma Benedetto XVI che l’estrema importanza dell’educazione nella vita dell’uomo e la sua incidenza sempre più grande nel progresso sociale contemporaneo sono oggetto di attenta considerazione da parte del sacro Concilio ecumenico.In effetti l’educazione dei giovani, come anche una certa formazione permanente degli adulti, sono rese insieme più facili e più urgenti dalle circostanze attuali. (Tra i documenti che illustrano l’importanza dell’educazione cf. soprattutto: BENEDETTO XV, Lett. Apost. Communes Litteras, 10 apr. 1919: AAS 11 (1919), p. 172. PIO XI, Encicl. Divini Illius Magistri, 31 dic. 1929: AAS 22 (1930), pp. 49-86 [in parte Dz 3685-98]. : Encicliche e Discorsi di S. S. Paolo VI, I, Roma 1964, pp. 601-603. Gli Acta et Documenta Concilii Oecumenici Vaticani II apparando, serie I, Antipreparatoria, vol. III, pp. 363-364, 370-371, 373-374 in Dichiarazione sull’educazione cristiana, gravissimum educationis, proemio e n. 1). Il Sacro Sinodo afferma che i fanciulli e giovani hanno diritto ad essere aiutati sia a valutare con retta coscienza e ad accettare con adesione personale i valori morali, sia alla conoscenza approfondita ed all’amore di Dio. Perciò si chiede e si raccomanda a quanti governano i popoli o presiedono all’educazione, di fare in modo che mai la gioventù venga privata di questo sacro diritto. Si esorta poi i figli della Chiesa a lavorare generosamente in tutti i settori dell’educazione, al fine specialmente di una più rapida estensione dei grandi benefici dell’educazione e dell’istruzione a tutti, nel mondo intero. (Cf. GIOVANNI XXIII, Encicl. Mater et Magistra,15 Maggio 1961: AAS 53 (1961), p. 441 s. in Gravissimum educationis, I, paragrafo 3).
Non ci si deve meravigliare che, dopo oltre 50 anni della sollecitazione del Sacro Concilio Ecumenico, esiste ancora una gran maggioranza della popolazione sulla terra che non può accedere liberamente all’istruzione e che la maggior parte di quelle persone che vi entrano rimangono, alla fine, deluse.Prendiamo, per esempio, una nazione dove il sistema educativo è arretrato, il costo dell’istruzione è elevatissimo, chi potrà accedere all’istruzione se non chi ha genitori che possono affrontare le spese? La possibilità di accedere all’istruzione non è per tutti allo stesso modo, il che equivale ad una cattiva politica. Non è comprensibile una politica che parla bene dell’importanza dell’istruzione ma tratta male gli insegnanti non retribuendoli per diversi mesi; che abbandona gli studenti senza lezioni per diversi mesi; che non è capace di creareposti di lavoro per quei studenti che completano i loro studi. Ecco, perché è necessario una buona formazione ed educazione di coscienza e cambiamento di mentalità.
Bisogna aiutare i fanciulli ed i giovani a sviluppare armonicamente le loro capacità fisiche, morali e intellettuali, ad acquistare gradualmente un più maturo senso di responsabilità, nello sforzo sostenuto per ben condurre la loro vita personale e la conquista della vera libertà, superando con coraggio e perseveranza tutti gli ostacoli. Bisogna avviarli alla vita sociale, in modo che, forniti dei mezzi necessari ed adeguati, possano attivamente inserirsi nei gruppi che costituiscono la comunità umana, che siano disponibili al dialogo con gli altri e contribuiscano di buon grado all’incremento del bene comune. Bisogna cambiare la mentalità totalitaria che non permette all’uomo di relazionarsi liberamente con il suo simile e con il mondo; quella mentalità utilitaristica capitalista ove si fa tutto in base ad un’utilità immediata. Il guadagno, l’interesse, il tornaconto e l’utile personale determina l’agire dell’uomo. Questa mentalità individualista ed egoista si dilaga ancora oggi in vari modi. Si occupa un posto di onore, non perché si vuole veramente servire, per il bene comune, ma perché ci si sente gratificati dall’essere serviti dagli altri. Bisogna quindi, superare la fama di guadagno egocentrico per dare più attenzione alla giustizia distributiva ed al servizio gratuito e responsabile. Promuovere il bene comune, perché tutti possano essere felici e sorridenti. Bisogna riprendere l’etica della giustizia distributiva, uguaglianza, responsabilità, servizio gratuito, sacralità della vita e riscoprire il senso del vero, del bene e del bello nel creato e nel creatore e promuovere la santità di ognuno.
Occorre una sana formazione ed educazione di coscienza individuale e comunitaria.Oggi, tutti chiedono di avere una politica responsabile, incorrotta, disponibile a sacrificarsi per il bene comune, dove nessuno si senta escluso o emarginato; una politica che mira alla sana dottrina dell’etica e della fede; una politica di uomini semplici, rispettosi, sapienti, maturi, industriosi e credenti convinti; una politica che sappia dialogare con serenità per rispondere ai grandi interrogativi della vita dell’uomo, una politica capace e che si impegni a provvedere per tutti, una politica basata sul programma e non sulle chiacchiere; una politica cittadina che sappia coniugare istruzione, lavoro, divertimento, riposo, sanità, fede ed arte; una politica basata sulla famiglia, quale cellula della società e della continuità delle specie umana. Deve essere una politica che sappia dare alle famiglie le risposte alle domande che, le famiglie, lasciate da sole, non potrebbero avere, una politica che accolga e rispetti gli immigrati. Tutto ciò richiede un sistema che abbia un programma e che prenda seriamente l’adempimento del programma stabilito.
Una politica che non è in grado di provvedere, per i cittadini, ad unbuon sistema d’istruzione, di lavoro, di cure mediche, di mercato ben regolato sui prezzi e di trasporto ordinato, è una politica inadeguata ed incapace. Non può essere una buona politica quella in cui la gente rimane senza nemmeno il diritto alla sopravivenza. C’è ancora, oggi, una grande maggioranza della popolazione sulla terra, soprattutto i bambini, i portatori di handicap, le casalinghe e gli anziani che non hanno speranza di vita perché non gli sono riconosciuti i diritti fondamentali. Addirittura in un Paese come la Nigeria, in particolare, e l’Africa, in generale, non esiste un sistema pensionistico, universale, valido per tutti i cittadini. Tante persone si trovano a dover vivere una vecchiaia nell’insicurezza, non avendo alcun sostegno per far fronte ai bisogni essenziali. Sono fortunati coloro che hanno figli e parenti e chi ha qualcuno che lo assiste; mentre chi ne è privo muore di fame o per malattie da denutrizione. Nell’entroterra di tanti Paesi dell’Africa, e soprattutto della Nigeria, non ci sono né buone strade asfaltate né un sistema di trasporto ordinato, con una politica di mercato che regola i prezzi. I commercianti, grandi e piccoli stabiliscono individualmente i loro prezzi come meglio credono.
Non esiste un sistema sanitario accessibile a tutti, e manca un sistema agrario meccanizzato. Nessuno si interessa della gente che da una generazione all’altra continua a faticare nell’agricoltura con un’energia sproporzionata rispetto al guadagno. Infatti, mancano gli attrezzi adeguati che permettono di produrre di più per soddisfare i bisogni primari di maggioranza della popolazione. In moltissimi paesi del mondo non esistono sistemi di controllo dei prodotti di uso domestico o per gli alimenti. Tantissimi cibi sono continuamente riciclati per sfamare un gran numero di persone senza che qualcuno si preoccupi del danno che tali cibi possano creare all’organismo. Alcuni paesi producono materiali cheesternamente sembrano belli ma, dopo qualche settimana, non servono più a nulla. Non è giusto invadere i mercati mondiali con cose che sembrano utili ma non soddisfano a lungo i bisogni dei cittadini. Occorre dunque accentuare la necessità di formazione di coscienza e cambiamento di mentalità in queste linee problematiche.Come non si può non denunciare lo scombussolamento della famiglia, del sociale e della fede. Oggi si vive nella paura. Sono evidenti i numerosi omicidi, suicidi, fratricidi, infanticidi, genocidi, che la gente commette per mezzo degli aborti, delle guerre e della delinquenza e prepotenza. Le persone uccidono facilmente come se la persona umana non contasse più niente. Non ricordano che la vita è sacra e le anime sono immortali. Non si rendono conto che spargere sangue è un tabù, un peccato gravissimo e che le sue conseguenze rimangono fino alla settima generazione ed oltre. I colpevoli sono entrambi, cioè, sia chi ha commesso il delitto sia chi ha mandato a commettere tale delitto.
Se è vero, come noi cattolici crediamo, che i morti vivono, di conseguenza uccidere significa autodistruzione perché mentre si è convinti di aver ucciso la persona, chi viene ucciso realmente è colui o colei che ha commesso il delitto, perché con tale peccato perderà la sua anima, mentre chi è stato ucciso, se muore nella grazia di Dio entra nel regno di luce e di pace. Non rimaniamo nell’ignoranza perché l’uomo non è padrone della vita. Anche in queste cose dobbiamo imparare per non rovinarci l’eternità beata.Inoltre, non possiamo non denunciare la piaga che ha colpito il matrimonio. Il matrimonio è una sacra unione tra un uomo e una donna. È Dio che unisce le due persone estranee per farne una. Oggi, non esiste più il senso del Sacro e del Santo timore per non sbagliare nei confronti del divino. Ci si sposa e ci si lascia e si riforma una nuova famiglia con molta facilità. Si inizia una convivenza con molta superficialità dalla quale poi nascono dei figli. Addirittura, con una sorta di naturalezza, oggi, si parla e ci si auto dichiara gay. Ci sono gay nati ma ci sono gay a cui piace vivere come tali. Si tratta in entrambi i casi di una malattia. Il fatto che non ci sia una patologia dimostrabile non esclude del tutto che si sia in presenza di una malattia di tipo psicologico, sociologico e spirituale. Sono convinto che in qualche parte della struttura della personalità debba esserci un errore, e la persona stessa possa essere curata se prima accetta di essere malata e si disponga a ricevere la cura giusta. Anche in questo bisogna accettare il cambiamento di mentalità.Altro problema da denunciare è la prostituzione che ancora oggi cresce sempre più. Attraverso la tratta degli esseri umani, le donne sono costrette a prostituirsi per un semplice motivo di guadagno o si viene uccisi allo scopo di trasportare e vendere gli organi per fare soldi.
Ci sono anche tante ragazzine a cui piace prostituirsi perché i guadagni sono altissimi. Dichiarano apertamente che non vogliono fare altri lavori che la prostituzione. Tanti giovani sono coinvolti nel traffico di stupefacenti solo per diventare ricchi. Dopo aver guadagnato tanti soldi se ci si vuole tirare indietro, si viene eliminati, perché potrebbero essere rivelati i segreti degli altri. Esistono tante associazioni segrete e spiritiche che si consacrano al diavolo al solo fine di fare soldi e dominare e comandare. Notiamo tanti poliziotti o uomini armati corrotti che stanno sulle strade non per garantire l’ordine pubblico ma solo per arricchirsi. Sono queste le cose che bisogna cambiare. Bisogna formare ed educare bene la nostra coscienza, di modo che, possiamo avere bene in mente le giuste scelte da fare per liberare l’uomo dagli idoli di materialismo e promuovere così il bene comune. Chi non può dire che c’è qualcosa sbagliato in quella religione che crede di essere una religione cristiana ma che non riconosce né onora Maria, la Madre di Gesù. Perché se la Madonna è l’unico canale per la discendenza di Dio sulla terra, è altrettanto vero che Maria rimane per ogni cristiano il canale per arrivare a Cristo. Non può essere una buona religione se mancano le sane dottrine e la fede sincera, coerente all’etica di comportamento. Come ci si può dichiarare vero credente, e poi si partecipa a messe nere, o a riti spiritici o si ha a che fare con maghi? Fate bene attenzione a non confondere la fede cristiana con queste cose che non hanno nulla in comune con la cristianità. E non possiamo essere persone ipocrite. Il vero Dio non è un Padre bugiardo e degli ingannatori; non può essere un Dio che giustifica un’etica corrotta, sporca, ingiusta e maligna. È dissacrazione del Sacro usare il nome di Dio in qualunque modo per compiere atti ingiusti, non sinceri, impuri, diabolici e satanici. Non possiamo servire Dio e Mammona.
È vero che c’è libertà di religione in tante nazioni, però mescolare la religione con atti incoerenti alla fede che professiamo, è un’assurdità che non consentirà a tale nazione di progredire nella promozione del bene comune.Vedete allora carissimi, quante cose ci sono che dobbiamo cambiare; quanto abbiamo ancora bisogno di conoscere e di aggiornarci. La mancanza degli aggiornamenti e della sincera ricerca del bene comune sono i segni di una nazione disorientata, sbandata, disordinata e disperata. Certamente, se mancano, i beni fondamentali diviene impossibile parlare della promozione umana in tutte le sue dimensioni psicofisiche – spirituali. Occorre quindi, garantire a tutti, la possibilità di vivere la propria vita nella sua totalità senza togliere nulla che appartiene alla persona né aggiungere qualcosa che non faccia parte del suo DNA. Ogni singolo essere umano merita rispetto ed amore. La cura della salute, pulizia dell’ambiente, strade asfaltate, scuole attrezzate, luce elettrica e acqua potabile ininterrottamente sono anche modi di dimostrare rispetto ed amore verso il popolo a noi affidato. Bisogna distribuire in modo equo i beni del pianeta terra cosicché tutti i cittadini del mondo possano compartecipare ai frutti del bene comune. Diamoci le mani per aiutarci a costruire un mondo più giusto ed umano. Ricordiamo, però, il bene comune non riguarda soltanto l’aspetto materiale delle cose ma anche le cose spirituali. Ogni essere vivente è un bene ma Dio è il bene sommo dice San Tommaso d’Aquino. Quindi, il bene che ci deve interessare di più è Dio stesso. Perché come credo, se ognuno di noi avesse Dio come suo punto di riferimento per le sue decisioni e comportamenti allora non avremmo nulla di cui lamentarci perché tutti, in Dio, troveremmo le risposte alle questioni che ci separano e che ci affliggono. Carissimi lettori, riconoscete Dio come Padre ed amatelo come Salvatore e ascoltatelo come Maestro e Guida e non inciamperete mai.Nessun uomo può sfuggire alle domande fondamentali: Da dove vengo e dove vado? Che cosa devo fare? Come discernere il bene dal male? La risposta è possibile solo grazie allo splendore della verità che rifulge nell’intimo dello spirito umano (Giovanni Paolo PP. II, Veritatis splendor, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano, 1993, n. 2). La luce del volto di Dio splende in tutta la sua bellezza sul volto di Gesù Cristo, immagine del Dio invisibile”(Col 1,15), “irradiazione della sua gloria”(Eb 1,3), “pieno di grazia e di verità”(Gv 1,14); Egli è la via, la verità e la vita”(Gv 14,6). Per questo la risposta decisiva ad ogni interrogativo dell’uomo, … è data da Gesù Cristo, anzi è Gesù Cristo stesso, come attesta il Concilio Vaticano II “In realtà solamente nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell’uomo” (Cost. past. Sulla Chiesa nel mondo contemporaneo Gaudium et spes, 22).
“Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli,l’avete fatto a me” (Mt 25,34b – 40)
P. VINCENT
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