« LUCI DI POSIZIONE » IN DIFESA DI DIO

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« LUCI DI POSIZIONE » IN DIFESA DI DIO

DI VINCENZO MARRAS

Un rabbino, ogni venerdì sera si mette davanti all’armadietto di santità, dove sono riposti i testi sacri, e comincia a invocare il Santo Benedetto, con la sua voce terribilmente petulante: «Senti, mi ascolti? Qui le cose vanno male: viviamo nella miseria più nera e io sono pieno di acciacchi. Ma sono un buon servo e tutti noi siamo pii». E continuava: «Perché non mi mandi un milione di dollari, che sistemiamo tutto e finalmente anch’io avrò qualcosa di buono!?». Alla fine, dopo giorni e giorni – forse mesi o anni – il Santo Benedetto decide di parlargli. «Sono qui, Samuelino, ti ascolto», gli dice. «Davvero, sei tu!?», urla il rabbino, petulante. «Sono io. Ma che voce fastidiosa hai!? Te l’ho data io? Beh, è proprio vero che tutti sbagliano. Ti ascolto, Samuelino. Cosa vuoi?». E il rabbino: «Niente, niente, Santo Benedetto. Voglio solo fare un ragionamento con te. Ascoltami. Che cosa sono per te un milione di anni?». L’Eterno risponde: «E cosa vuoi che siano per me un milione di anni? Meno di un centesimo di secondo». E il rabbino: «E dimmi: cosa sono per te un milione di dollari?». E il Santo: «E cosa vuoi che siano per me un milione di dollari? Meno di un centesimo di dollaro». «Allora», incalzò il rabbino, «ti costa così tanto mandarmi quello che per te è meno di un centesimo di dollaro?». E l’Eterno: «Perché pensi che non te lo voglia dare? Ti chiedo solo di aspettare un centesimo di secondo».
Questo racconto, proposto da Moni Ovadia, traduce eloquentemente il dovere di difendere Dio – soprattutto dentro le comunità di fede – dalla petulanza, dalle ridondanze, dagli usi impropri, dalle appropriazioni indebite. Dio, il Santo Benedetto, rimane sempre al di là: nessuno può contenerlo. È stato il filo conduttore delle riflessioni proposte in diverse puntate da « Uomini e profeti », la trasmissione di Radio3, condotta con raro equilibrio da Gabriella Caramore, attenta agli interrogativi posti dai ricercatori della verità, dagli esploratori dell’uomo, dai pellegrini in marcia verso la luce… anche da quelli che si sono arrestati nel cammino, affaticati o delusi dalla propria ricerca.
Analoga attenzione è espressa da due appuntamenti, che in questo mese di maggio, sono proposti a Piacenza con il Festival della teologia (16-18 maggio) e a Vicenza con il Festival biblico (dal 29 maggio al 2 giugno). Occasioni per riflettere, a Piacenza, attorno alla questione del male, che apre l’esperienza umana a Dio come bisogno e invocazione («Liberaci dal male»), e per cogliere, a Vicenza, la centralità della Bibbia, luogo familiare («Dimorare le Scritture»). E che rimandano a un Dio – per dirla con immagini care a monsignor Bruno Forte – che è a un tempo presenza e assenza, parola e silenzio. Per questo non possiamo servircene. Possiamo solo ascoltarlo, servirlo, e cercarlo, sempre e ancora, nelle pieghe della storia delle donne e degli uomini. Ai quali la Chiesa con i suoi documenti conciliari non ha indicato deprimenti diagnosi ma incoraggianti rimedi, non funesti presagi ma messaggi di fiducia, onorando i loro sforzi e le loro aspirazioni. Queste – chiamiamole così – « luci di posizione », proposte dal Vaticano II, hanno suggerito la strada e lo stile di Jesus in tutti questi anni in cui, in qualità di direttore, sono stato chiamato a firmarlo, grato a quanti – lettrici e lettori compresi – mi hanno accompagnato con fedeltà, senso critico e incoraggiamento.

Vincenzo Marras

Publié dans : meditazioni/racconti |le 3 septembre, 2014 |Pas de Commentaires »

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