http://www.vatican.va/jubilee_2000/magazine/documents/ju_mag_01041998_p-17_it.html
GESU’, IL CONSACRATO DELLO SPIRITO SANTO
Olivier Clément
Nei Vangeli, Gesù si presenta come il « consacrato » dello Spirito, come suo « unto ». L’Oriente cristiano scopre in questo senso una cristologia pneumatologica dominata dal mistero della « pneumatizzazione » compiuto nella « carne », vale a dire nell’umanità di Gesù. Cristo è « esistenza nello Spirito » (Jean Zizioulas) L’incarnazione è opera dello Spirito ed è nello Spirito, attraverso la sua potenza, che Gesù realizza i « segni », guarisce i malati, caccia i demoni, annuncia la Buona Novella.
Il Padre resuscita Gesù con il suo Spirito e gli concede di diffonderlo ( Atti 2, 22-23). Lo Spirito è ormai questa Vita, più forte della morte che uscì dal costato del Crocifisso con l’ acqua e il sangue ( Gv. 19,34), l’acqua del battesimo, il sangue dell’eucarestia, « pneumatizzati » e « pneumatizzanti ». La promessa dell’ « altro Consolatore » (Gv. 13, 31-16, 33 e 17, 1_26) si realizza nella Pentecoste: Cristo, ormai, viene a noi nello Spirito Santo. L’opera di Cristo ha reso possibile la venuta plenaria dello Spirito. Ha reso l’uomo capace di divenire « pneumatoforo ». Lo Spirito, in collaborazione con la nostra libertà, delinea, poco a poco, attraverso la comunione dei Santi, il volto di Cristo che viene ( S. Massimo il Confessore).
Nella Chiesa (che unisce, senza confonderle, la « cattolicità » cattolica e la « cattolicità » ortodossa, apparentemente opposte, in realtà complementari), Dio è presente « in tutti noi » ( Ef. 4, 6) , grazie alla piena rivelazione del suo Spirito. Le prime professioni di fede – e, a modo suo, il credo Niceo-Costantinopolitano – affermano con lo stesso slancio: « Credo nello Spirito Santo, nella Santa Chiesa cattolica, per la resurrezione della carne ». Fede nel battesimo – dell’acqua e dello Spirito – e nella » vita del mondo che verrà, « che verrà » , che ci attiene già nei sacramenti della Chiesa e che la santità anticipa e prefigura: « E’ nel corpo di Cristo che si accede alla fonte dello Spirito ( S. Ireneo di Lione).
In San Paolo, particolarmente, l’espressione ecclesiale « Corpo di Cristo » ha un senso nettamente eucaristico, le parole « eucarestia » e « chiesa » sono intercambiabili ( per es. in I Cor. 11,8). Ora l’Eucarestia è al contempo comunione nel Corpo di Cristo e « comunione nello Spirito Santo ». Lo Spirito ci integra al « corpo pneumatico » del Resuscitato. La Chiesa è così ripiena dei doni multiformi dello Spirito. La sua struttura è « epicletica »; essa riceve il suo Signore con umiltà e pentimento nello Spirito, in risposta alla epìclesi. Lo Spirito integra i doni dei fedeli e i fedeli come dono, al « corpo pneumatico » del Signore.
L’epiclesi si identifica nell’aspetto escatologico dell’Apocalisse (22, 17), nel Mararatha dell’eucarestia primitiva, perché si realizzi la « parusìa sacramentale » che anticipa e prepara la Parusia ultima, definitiva.
L’eucarestia, per la tradizione siriaca, è « fuoco e Spirito ». » Colui che si nutre di questo corpo con fede si nutre con esso del fuoco dello Spirito Santo » ( S. Efrem il Siriano).
Il ministero consacrato appare come il carisma di ordine e di pace donato dallo Spirito nella continuità della successione apostolica, tanto alla chiesa ortodossa quanto alla Chiesa cattolica: l’imposizione delle mani dei tre vescovi consacratori designano il luogo cristico e conciliare in cui discende lo Spirito.
Questo ministero apostolico determina l’ « edificazione » del Corpo unico da parte di ogni genere di carisma personale. Il più alto è quello dell’ « uomo apostolico » géron, starets, che diviene coscientemente, qualunque sia il suo posto nella gerarchia, un « pneumatofono ». L’apostolicità ministeriale è al servizio dell’apostolicità mistica. Per questo il ministero non può essere esercitato se non nella comunione del Popolo di Dio, « sacerdozio regale » (1 P 2, 9) e « regalità » dei sacerdoti » ( Ap 5, 10) . Esso ricorda e aiuta a prendere coscienza poiché « ora voi avete l’unzione ricevuta dal Santo e tutti avete la scienza ». (1 Gv. 2, 20)
Nella « comunione dello Spirito Santo », Koinonia, la Chiesa partecipa alla vita trinitaria. La comunione è quella delle coscienze personali ( è il tema, caro all’ecclesiologia russa, della sobornost), ed è anche quello delle Chiese locali, vale a dire, in senso proprio, delle comunità eucaristiche. Essa si articola intorno a tutta una gerarchia di centri di raccordo – metropoli, patriarcati, primato universale- che impediscono alle chiese locali di opporsi tra loro o di isolarsi.
La Tradizione è la « pneumatosfera », che rende la Parola viva e attuale in tutti i frangenti della storia. Essa compone la storia vera, quella della Comunione dei Santi, autentico testamento dello Spirito: elaborazioni dottrinali, esperienze spirituali, opere di santità e di bellezza. Radicata nel mistero pasquale, rivolta per mezzo di esso verso la Parusia , escatologica, dunque, la tradizione è al contempo la memoria vivente della Chiesa, il suo spirito critico e la sua capacità innovativa. Non bisogna confondere – questa è la grande tentazione orientale- la tradizione con le tradizioni: lo Spirito, a questo riguardo, dovrebbe permettere di « discernere » gli spiriti. Come diceva S. Ireneo di Lione, è juvenescens!
Nella celebrazione, lo Spirito presenta, « ri-presenta », l’opera di Cristo. L’uomo diviene il celebrante della « liturgia cosmica ».
A coloro che accettano di offrire la loro scienza, la loro arte, la loro capacità tecnica, la loro responsabilità politica e sociale, lo Spirito concede in cambio la forza di scoprire il mondo, non per distruggerlo, ma per trasfigurarlo, di servire gli uomini e non di asservirli, di conoscere, ma nel rispetto degli esseri e delle cose; di creare la bellezza, non in senso riduttivo, bensì per « risvegliare ». E’ così che lo Spirito irradiante del culto ( poiché il vero profetismo è sacramentale) è stato e potrebbe ridivenire il fermento di una autentica cultura.
La preghiera personale, interiorizzando la grazia sacramentale, provoca una « pneumatizzazione » progressiva dell’essere umano.
Nello Spirito, l’intelligenza si unisce al « cuore »: si risveglia allora una « sensibilità » che non è di ordine sentimentale ma di ordine ontologico, la « sensibilità dello Spirito », vale a dire la capacità di « sentire Dio al di là di tutto e in tutto ».
Il « battesimo dello Spirito » nella grande tradizione monastica, si identifica nel « dono delle lacrime », lacrime di pentimento, « ascetiche », poi di gioia e di gratitudine, « pneumatiche ». Poco a poco, talvolta all’istante, l’uomo sente aprirsi in lui, al di là della dimensione spazio-tempo, il respiro dell’immenso, il « respiro dello Spirito ». Allora la preghiera raggiunge la spontaneità della vita, il ritmo del cuore, la celebrazione cosmica.
E appaiono i « frutti » dello Spirito: la visione del mistero degli esseri e delle cose, i carismi del servizio e dell’amore attivo. L’uomo nello Spirito è « separato dal tutto » e « unito al tutto », percepisce l’unità fondamentale degli uomini in Cristo contemporaneamente al carattere unico di ciascuna persona, riceve il dono della « simpatia », della « compassione », vale a dire la capacità di « sentire in sintonia » per guarire e consolare.
Può ricevere il « discernimento degli spiriti » e divenire un autentico padre spirituale (o « madre spirituale ») che risveglia, libera, mette in cammino.
Lo Spirito è dato a tutti e tutti, a diversi livelli, sono chiamati a questa « sensibilità » spirituale che spinge l’uomo, inevitabilmente, alla preghiera e alla responsabilità. Lo Spirito apre a ciascuno lo spazio infinito della sua libertà creatrice. Ogni gesto creatore d’amore, di giustizia e di bellezza, anticipa la trasfigurazione del mondo dell’Ottavo Giorno.
La vera tenerezza fra un uomo e una donna, il paziente impegno del riformatore sociale, la ricerca del dotto laddove essa rispetta e si stupisce, sono atti creatori, come lo è la lotta interiore dell’asceta che si fa trasparente alla luce del Regno. (Nicolas Berdiaev).
Nel fervore e nell’intelligenza dello Spirito, tutte le Chiese, a diversi livelli, prendono posto nella Chiesa, tutte le religioni, tutte le culture presentano e compongono la realtà del « pancristianesimo ». Nel fervore e nell’intelligenza dello Spirito, Cristo incessantemente viene, ritorna; ogni istante è la Parusia..