MARIA: LA FEDE TRA LUCE E OSCURITÀ
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MARIA: LA FEDE TRA LUCE E OSCURITÀ
Pubblicato da consacrati monfortani -
Con Montfort preghiamo: «O Sapienza, vieni dunque, per la fede di Maria. Tu non hai potuto resisterle, lei ti ha donato la vita, lei ti ha fatto incarnare. Io credo senza esitare: nulla è impossibile, verrà in me la Sapienza, Dio l’ha detto, lui è infallibile, chi con fede prega otterrà, chi con fede bussa entrerà, chi cerca con fede, troverà» (C 124, 8-9).
A Gesù non si arriva davvero che per la via della fede! «Più si ha fede e più si ha la Sapienza», dice Montfort (AES 187). E aggiunge: «Più si ha la Sapienza e più si ha fede» (AES 187). È l’esperienza e la via seguita da Maria in tutta la sua vita terrena ed è la nostra via. Se Maria ci rende partecipi della sua fede è perché la Sapienza venga in noi e noi affidandoci sempre più alla Sapienza, ci lasciamo trasformare in Lei. Maria desidera solo questo e ci sostiene quando nel pellegrinaggio della fede si intrecciano luce e ombre! Lo sa che si intrecciano, perché così è successo a lei, anche se noi molte volte siamo tentati di pensare che tutto fosse chiaro, che tutto fosse evidente, tutto facile nella sua vita.
Il Padre di Montfort, parlando della fede di Maria, insiste soprattutto sulla sua purezza e sulla sua essenziale e spesso dolorosa oscurità. In un Cantico descrive la fede di Maria con queste bellissime parole: «La sua fede luminosa / nel suo meraviglioso buio / sorpassa gli astri del cielo» (C 155, 6).
La fede di Maria è nello stesso tempo luce e oscurità. Si può anche intendere: la fede di Maria è luce soltanto nell’oscurità, la fede oscura di Maria è luce, è una fede luminosa che promana dalla tenebra divina. Proviamo a immedesimarci nel momento in cui l’angelo dopo l’annuncio se ne partì da lei e Maria rimase lì, sola. In quel momento la sua fede tocca il culmine: è fede pura. E nella meravigliosa oscurità di qualcosa che la supera, la sua fede è luce che sa vedere l’Infinito e il Mistero dietro il silenzio apparente delle cose, rinunciando a ciò che è sensibile o straordinario. L’Evento ancora non lo sente dentro di sé ma già intuisce che è accaduto e sarebbe cresciuto in lei. Nel suo corpo di giovane ragazza, Dio c’era; e nella piccola e oscura casa del suo cuore la luce di Dio c’era.
Carlo Carretto, nel suo scritto Beata te che hai creduto, fa dire a Maria: «Che cosa strana per non dire meravigliosa: appena ho detto con tutte le viscere la parola “credo” ho visto la notte farsi chiara».
Ecco la Fede: vedere la notte farsi chiara! Montfort ricorda che vivere di fede pura, come Maria, vuol dire sprofondare nella tenebra e affondare come nel nulla. In realtà è sprofondare in Dio che è nulla per noi, perché Egli è nulla di quello che possiamo conoscere; è tenebra perché è sempre oltre la nostra possibilità di abbracciarlo e così impariamo a lasciarci abbracciare! La fede è il faccia a faccia, nelle tenebre; fissare Dio malgrado l’oscurità, come dice Teresa di Lisieux nella parabola dell’uccellino: «Con un abbandono audace, vuole restare a fissare il suo Sole divino: [...] e se nubi oscure vengono a nascondere l’Astro dell’amore, l’uccellino non cambia posto, sa che di là delle nubi il suo Sole brilla sempre, che il suo splendore non potrebbe eclissarsi neanche un momento. Talvolta, è vero, il cuore dell’uccellino è assalito dalla tempesta: gli sembra di non credere che esista altro se non le nubi che lo avvolgono. È quello il momento della gioia perfetta per il povero debole esserino. Che felicità per lui restare lì ugualmente, fissare la luce invisibile che si nasconde alla sua fede!».
Uniti a Montfort, diciamo anche noi a Maria: «Non ti chiedo visioni o rivelazioni, né gusti o delizie anche soltanto spirituali… Quaggiù io non voglio per mia porzione se non quello che tu hai avuto, cioè: credere con fede pura senza nulla gustare o vedere» (SM 69).
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