Archive pour le 17 juin, 2014

G. Bernini, Sangue di Cristo

G. Bernini, Sangue di Cristo dans immagini sacre

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Publié dans:immagini sacre |on 17 juin, 2014 |Pas de commentaires »

L’EUCARISTIA FA LA CHIESA E GENERA LA CARITÀ

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SCHEDA QUINTA: CHI COSTRUISCE LA CHIESA?

L’EUCARISTIA FA LA CHIESA E GENERA LA CARITÀ

Se facessimo una inchiesta tra i giovani (e non giovani) su cosa è Eucaristia; cosa vuol dire; quando si realizza; se è lo stesso che la Messa; che importanza ha l’Eucaristia per la Chiesa, e perché; se si va (se tu ci vai ) a messa, perché sì o perchè no…: quali sarebbero presumibilmente le risposte? Ma tu stesso personalmente cosa risponderesti?
Di qui parte la nostra ricerca piuttosto impegnativa prendendo la direzione di marcia dataci da Benedetto XVI nella citata Esortazione Apostolica, Sacramentum Caritatis, ai nn. 14 -15.
* Eucaristia principio causale della Chiesa
14. Attraverso il Sacramento eucaristico Gesù coinvolge i fedeli nella sua stessa « ora »; in tal modo Egli ci mostra il legame che ha voluto tra sé e noi, tra la sua persona e la Chiesa. Infatti, Cristo stesso nel sacrificio della croce ha generato la Chiesa come sua sposa e suo corpo.(…). La Chiesa, in effetti, « vive dell’Eucaristia”(…) . C’è un influsso causale dell’Eucaristia alle origini stesse della Chiesa. L’Eucaristia è Cristo che si dona a noi, edificandoci continuamente come suo corpo. Pertanto, nella suggestiva circolarità tra Eucaristia che edifica la Chiesa e Chiesa stessa che fa l’Eucaristia, la causalità primaria è quella espressa nella prima formula: la Chiesa può celebrare e adorare il mistero di Cristo presente nell’Eucaristia proprio perché Cristo stesso si è donato per primo ad essa nel sacrificio della Croce. La possibilità per la Chiesa di « fare » l’Eucaristia è tutta radicata nella donazione che Cristo le ha fatto di se stesso. Anche qui scopriamo un aspetto convincente della formula di san Giovanni: « Egli ci ha amati per primo » (1 Gv 4,19) (…). Egli è per l’eternità colui che ci ama per primo.
Sono affermazioni che toccano un nodo sostanziale della verifica cui il Papa invita tutta la sua diocesi di Roma: il nodo tra chiesa, eucaristia e carità. Ne abbiamo parlato nella scheda precedente, ora l’approfondiamo dal punto di vista dell’Eucaristia. Crediamo che su questo legame si richiede a tanti (ai più?) cristiani (giovani) di oggi, una vera e propria conversione.

Ma vediamo i punti toccati
- Dice il Papa nel documento citato che esiste una “suggestiva circolarità tra Eucaristia che edifica la Chiesa e la Chiesa stessa che fa l’Eucaristia”. L’abbiamo scelto nel titolo di queste schede. Però è la prima parte che fa da fondamento, la seconda è conseguenza bella e necessaria ( lo vediamo nella scheda successiva).
- Alla base sta il sacrificio di Cristo sulla croce il venerdì santo seguito dalla risurrezione (domenica di pasqua) che garantisce la validità del sacrificio stesso. La Pasqua si manifesta quale testimonianza dell’assoluto amore di Dio per noi e perciò è causa della nostra salvezza. Ma perché possa raggiungere ogni uomo, distante nel tempo e nello spazio, Gesù nell’Ultima Cena (il giovedì santo) istituisce il rito dell’Eucaristia o Messa per cui il sacrificio della croce realizzato una volta per sempre duemila anni fa, viene ricordato, anzi attualizzato in ogni tempo e in ogni luogo (è il senso di quel ‘fate questo in memoria di me’). Dunque dal sacrificio di Gesù risorto dai morti che ci raggiunge mediante l’Eucaristia, da questa catena di amore inaudito, nasce la Chiesa.
La Chiesa nasce ogni volta si può dire da questo infinito gesto di amore di Cristo con il suo carico di liberazione dal male, di vita nell’amore, di impegno missionario, di speranza oltre la morte. Ad ogni Messa la Chiesa si trova a ‘mangiare e bere’, nutrirsi di Gesù, a purificarsi, a ricevere perdono e prendere forza alla sorgente.
L’Eucaristia, dunque, è costitutiva dell’essere e dell’agire della Chiesa. La Messa non è tutto nella Chiesa, ma senza Messa la Chiesa non può esistere.
* La Chiesa è la comunione eucaristica con Gesù che si tramuta in comunione tra persone.
“L’antichità cristiana designava con le stesse parole Corpus Christi il Corpo nato dalla Vergine Maria, il Corpo eucaristico e il Corpo ecclesiale di Cristo. Questo dato ben presente nella tradizione ci aiuta ad accrescere in noi la consapevolezza dell’inseparabilità tra Cristo e la Chiesa. L’Eucaristia si mostra così alla radice della Chiesa come mistero di comunione” (Sacramentun caritatis, n. 15).
E’ quanto Benedetto XVI ha sottolineato con riferimenti concreti in particolare al Convegno di Roma
“La comunione e l’unità della Chiesa, che nascono dall’Eucaristia, sono una realtà di cui dobbiamo avere sempre maggiore consapevolezza, anche nel nostro ricevere la santa comunione, sempre più essere consapevoli che entriamo in unità con Cristo e così diventiamo noi, tra di noi, una cosa sola. Dobbiamo sempre nuovamente imparare a custodire e difendere questa unità da rivalità, da contese e gelosie che possono nascere nelle e tra le comunità ecclesiali. In particolare, vorrei chiedere ai movimenti e alle comunità sorti dopo il Vaticano II, che anche all’interno della nostra Diocesi sono un dono prezioso di cui dobbiamo sempre ringraziare il Signore, vorrei chiedere a questi movimenti, che ripeto sono un dono, di curare sempre che i loro itinerari formativi conducano i membri a maturare un vero senso di appartenenza alla comunità parrocchiale. Centro della vita della parrocchia, come ho detto, è l’Eucaristia, e particolarmente la Celebrazione domenicale. Se l’unità della Chiesa nasce dall’incontro con il Signore, non è secondario allora che l’adorazione e la celebrazione dell’Eucaristia siano molto curate, dando modo a chi vi partecipa di sperimentare la bellezza del mistero di Cristo. Dato che la bellezza della liturgia «non è mero estetismo, ma modalità con cui la verità dell’amore di Dio in Cristo ci raggiunge, ci affascina e ci rapisce» (Sacramentum caritatis n. 35), è importante che la Celebrazione eucaristica manifesti, comunichi, attraverso i segni sacramentali, la vita divina e riveli agli uomini e alle donne di questa città il vero volto della Chiesa.
I riferimenti sono così concreti e pratici che non vi è bisogno di spiegazione
* Infine l’Eucaristia genera la carità
Lo afferma il Papa in Sacramentum Caritatis.
Eucaristia, pane spezzato per la vita del mondo (n. 88)
« Il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo » (Gv 6,51). Con queste parole il Signore rivela il vero significato del dono della propria vita per tutti gli uomini. Egli esprime attraverso un sentimento profondamente umano l’intenzione salvifica di Dio per ogni uomo, affinché raggiunga la vita vera. Ogni Celebrazione eucaristica attualizza sacramentalmente il dono che Gesù ha fatto della propria vita sulla Croce per noi e per il mondo intero. Al tempo stesso, nell’Eucaristia Gesù fa di noi testimoni della compassione di Dio per ogni fratello e sorella. Nasce così intorno al Mistero eucaristico il servizio della carità nei confronti del prossimo”.

Notiamo
- Chi incontra Gesù entra nell’area della vita compresa radicalmente come dono.
- L’Eucaristia che della vita di Gesù è la ‘memoria vivente’, specie del suo ultimo supremo gesto di amore sulla croce, genera, come in Gesù, un dinamismo di amore intelligente, generoso, concreto verso ogni uomo, accolto quale nostro fratello perché sia per lui che per noi Cristo è morto (cfr 1Cor 8 ,16).
- Andare a Messa è imparare ad amare, è accogliere la sfida di amare secondo il cuore di Gesù.

Proponiamo il racconto dell’istituzione dell’Eucaristia da parte di Gesù nell’ultima Cena . Si vorrà rimarcare l’intreccio di due mondi: quello di Gesù e quello dei discepoli, con in testa Pietro, è la Chiesa in germe. Gesù fa loro il dono di tutto se stesso (“mio corpo, mio sangue per voi”); i discepoli non capiscono, incespicano, tradiscono, fuggono, vorrebbero la spada, ma Gesù ‘il più grande’ fa capire che dall’eucarestia può venire solo un atteggiamento di servizio. E infatti in questa occasione Gesù lava i piedi dei discepoli invitandoli a imitarlo con l’amore reciproco, “come io ho amato voi” (cfr Giov 13,1-20).

Dal Vangelo secondo Luca 22, 14-32
Quando venne l’ora, prese posto a tavola e gli apostoli con lui, e disse loro: «Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione, perché io vi dico: non la mangerò più, finché essa non si compia nel regno di Dio». E, ricevuto un calice, rese grazie e disse: «Prendetelo e fatelo passare tra voi, perché io vi dico: da questo momento non berrò più del frutto della vite, finché non verrà il regno di Dio». Poi prese il pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: «Questo è il mio corpo, che è dato per voi; fate questo in memoria di me». E, dopo aver cenato, fece lo stesso con il calice dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che è versato per voi». « Ma ecco, la mano di colui che mi tradisce è con me, sulla tavola. Il Figlio dell’uomo se ne va, secondo quanto è stabilito, ma guai a quell’uomo dal quale egli viene tradito!». Allora essi cominciarono a domandarsi l’un l’altro chi di loro avrebbe fatto questo. E nacque tra loro anche una discussione: chi di loro fosse da considerare più grande. Egli disse: «I re delle nazioni le governano, e coloro che hanno potere su di esse sono chiamati benefattori. Voi però non fate così; ma chi tra voi è più grande diventi come il più giovane, e chi governa come colui che serve. Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve. Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove e io preparo per voi un regno, come il Padre mio l’ha preparato per me, perché mangiate e beviate alla mia mensa nel mio regno. E siederete in trono a giudicare le dodici tribù d’Israele. Simone, Simone, ecco: Satana vi ha cercati per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli».

“L’Eucaristia è veramente compresa, capita, non semplicemente quando la si celebra, la si adora, la si riceve con le dovute disposizioni, ma soprattutto quando essa diviene la sorgente della nostra vita personale e il modello operativo che impronta di sé la vita comunitaria dei credenti … Significa vivere di attenzione di ascolto, di disponibilità , di valorizzazione dei doni degli altri , di perdono…Ricevendo il corpo e il sangue di Cristo, impariamo a guardare il mondo come lo vedeva Gesù dalla croce; a guardare il mondo, la storia, la comunità, la chiesa, i nostri problemi avendo capito qualcosa dell’infinta misericordia del Padre e per ciascuno di noi. E sentiremo allora il bisogno di spenderci anche noi per la salvezza dell’umanità, di fare dell’Eucaristia un ringraziamento di lode a Dio, donando nella quotidianità l’amore del Padre ai fratelli” (Card. C.M. Martini, Prendete il largo!, 113)

*Al cuore di questa scheda sta lo stretto legame tra Eucaristia e Chiesa. Ritieni di aver capito abbastanza questo rapporto? Non sarebbe meglio dialogare con l’animatore su quanto qui esposto?
* L’Eucaristia fa la Chiesa, dice il Papa. In che senso? Le tue eucaristie o messe domenicali ti fanno essere più Chiesa?
* Diceva S. Caterina: “Andare a Messa è esporsi a fuoco”. E’ una frase retorica o può essere vera?
* Ti sei dato una ragione circa l’obbligo alla Messa domenicale? Viene dagli uomini di Chiesa, o nasce dal valore che ci ha messo Dio?
* La carità che nasce dall’Eucaristia è una bontà generica o ha dei lineamenti specifici?

La preghiera del Padre Nostro è nel cuore dell’Eucaristia. Viene in conseguenza del dono che Gesù fa di sé con la consacrazione. Collega Dio, il Padre, e tutti noi come fratelli. Preghiamola insieme, invocazione per invocazione, lentamente, come fossimo a Messa.
Signore oggi abbiamo compreso, almeno in parte, che per essere tuoi discepoli occorre far parte della tua Chiesa, ma diventiamo tua Chiesa se facciamo Eucaristia. Perché lì, in quell’azione scopriamo che tu ci fai dono non solo di qualcosa, ma di te stesso, anzi di te stesso nel momento supremo in cui ci offri non una buona parola, o un gesto di amicizia, ma la tua stessa vita, la dai a noi quando eravamo e siamo ancora peccatori, così poco coraggiosi.
Signore aiutaci a cogliere e vivere il miracolo della Messa.

CORPUS DOMINI – LA FESTA

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CORPUS DOMINI

22 giugno (celebrazione mobile)

Con questa festa onoriamo e adoriamo il “Corpo del Signore”, spezzato e donato per la salvezza di tutti gli uomini, fatto cibo per sostenere la nostra “vita nello Spirito”. L’Eucaristia è la festa della fede, stimola e rafforza la fede. I nostri rapporti con Dio sono avvolti nel mistero: ci vuole un gran coraggio e una grande fede per dire: “Qui c’è il Signore!”.

Martirologio Romano: Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo: con il suo sacro nutrimento egli offre rimedio di immortalità e pegno di risurrezione.

La festività del Corpus Domini ha una origine più recente di quanto sembri. La solennità cattolica del Corpus Domini (Corpo del Signore) chiude il ciclo delle feste del dopo Pasqua e vuole celebrare il mistero dell’Eucaristia ed è stata istituita grazie ad una suora che nel 1246 per prima volle celebrare il mistero dell’Eucaristia in una festa slegata dal clima di mestizia e lutto della Settimana Santa. Il suo vescovo approvò l’idea e la celebrazione dell’Eucaristia divenne una festa per tutto il compartimento di Liegi, dove il convento della suora si trovava.
In realtà la festa posa le sue radici nell’ambiente fervoroso della Gallia belgica – che San Francesco chiamava amica Corporis Domini – e in particolare grazie alle rivelazioni della Beata Giuliana di Retìne. Nel 1208 la beata Giuliana, priora nel Monastero di Monte Cornelio presso Liegi, vide durante un’estasi il disco lunare risplendente di luce candida, deformato però da un lato da una linea rimasta in ombra: da Dio intese che quella visione significava la Chiesa del suo tempo, che ancora mancava di una solennità in onore del SS. Sacramento. Il direttore spirituale della beata, il Canonico di Liegi Giovanni di Lausanne, ottenuto il giudizio favorevole di parecchi teologi in merito alla suddetta visione, presentò al vescovo la richiesta di introdurre nella diocesi una festa in onore del Corpus Domini.
La richiesta fu accolta nel 1246 e venne fissata la data del giovedì dopo l’ottava della Trinità. Più tardi, nel 1262 salì al soglio pontificio, col nome di Urbano IV, l’antico arcidiacono di Liegi e confidente della beata Giuliana, Giacomo Pantaleone. Ed è a Bolsena, proprio nel Viterbese, la terra dove è stata aperta la causa suddetta che in giugno, per tradizione si tiene la festa del Corpus Domini a ricordo di un particolare miracolo eucaristico avvenuto nel 1263, che conosciamo sin dai primi anni della nostra formazione cristiana. Infatti, ci è raccontato che un prete boemo, in pellegrinaggio verso Roma, si fermò a dir messa a Bolsena ed al momento dell’Eucarestia, nello spezzare l’ostia consacrata, fu pervaso dal dubbio che essa contenesse veramente il corpo di Cristo. A fugare i suoi dubbi, dall’ostia uscirono allora alcune gocce di sangue che macchiarono il bianco corporale di lino liturgico (attualmente conservato nel Duomo di Orvieto) e alcune pietre dell’altare tuttora custodite in preziose teche presso la basilica di Santa Cristina.
Venuto a conoscenza dell’accaduto Papa Urbano IV istituì ufficialmente la festa del Corpus Domini estendendola dalla circoscrizione di Liegi a tutta la cristianità. La data della sua celebrazione fu fissata nel giovedì seguente la prima domenica dopo la Pentecoste (60 giorni dopo Pasqua). Così, l’11 Agosto 1264 il Papa promulgò la Bolla « Transiturus » che istituiva per tutta la cristianità la Festa del Corpus Domini dalla città che fino allora era stata infestata dai Patarini neganti il Sacramerito dell’Eucaristia. Già qualche settimana prima di promulgare questo importante atto – il 19 Giugno – lo stesso Pontefice aveva preso parte, assieme a numerosissimi Cardinali e prelati venuti da ogni luogo e ad una moltitudine di fedeli, ad una solenne processione con la quale il sacro lino macchiato del sangue di Cristo era stato recato per le vie della città. Da allora, ogni anno in Orvieto, la domenica successiva alla festività del Corpus Domini, il Corporale del Miracolo di Bolsena, racchiuso in un prezioso reliquiario, viene portato processionalmente per le strade cittadine seguendo il percorso che tocca tutti i quartieri e tutti i luoghi più significativi della città.
In seguito la popolarità della festa crebbe grazie al Concilio di Trento, si diffusero le processioni eucaristiche e il culto del Santissimo Sacramento al di fuori della Messa. Se nella Solennità del Giovedì Santo la Chiesa guarda all’Istituzione dell’Eucaristia, scrutando il mistero di Cristo che ci amò sino alla fine donando se stesso in cibo e sigillando il nuovo Patto nel suo Sangue, nel giorno del Corpus Domini l’attenzione si sposta sull’intima relazione esistente fra Eucaristia e Chiesa, fra il Corpo del Signore e il suo Corpo Mistico. Le processioni e le adorazioni prolungate celebrate in questa solennità, manifestano pubblicamente la fede del popolo cristiano in questo Sacramento. In esso la Chiesa trova la sorgente del suo esistere e della sua comunione con Cristo, Presente nell’Eucaristia in Corpo Sangue anima e Divinità.

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