LA REGOLA DI FEDE – Sant’lreneo *

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LA REGOLA DI FEDE

Sant’lreneo *

Sant’lreneo di Lione (seconda metà del Il secolo), originario dell’Asia Minore, è il primo grande teologo dell’età patristica. li suo pensiero, d’ispirazione profondamente biblica, è al tempo stesso semplice, vigoroso e profondo. Opposto al dualismo gnostico, tale pensiero si sintetizza in una visione d’unità: la ricapitolazione universale nel Cristo. Nella Testimonianza della predicazione apostolica di cui riportiamo qui un brano caratteristico, con pacato entusiasmo egli espone le verità fondamentali della fede cristiana.

Ecco la regola della nostra fede, le fondamenta del nostro edificio, ciò che dà fermezza al nostro comportamento.
Primo articolo della nostra fede: Dio Padre, increato, illimitato, invisibile; Dio uno, creatore dell’universo. Secondo articolo: il Verbo di Dio, Figlio di Dio, Gesù Cristo, nostro Signore; rivelato ai profeti conformemente al genere delle loro profezie ed al disegno del Padre; per sua mediazione, tutto è stato fatto; alla fine dei tempi, per riassumere in sé ogni cosa, s’è degnato di farsi uomo fra gli uomini, visibile, tangibile, per distruggere in tal modo la morte, fare apparire la vita ed operare la riconciliazione tra Dio e l’uomo. Infine, terzo articolo: lo Spirito Santo; tramite lo Spirito, i profeti hanno profetizzato, i nostri padri hanno appreso le cose di Dio ed i giusti sono stati guidati lungo la via della giustizia; alla fine dei tempi, è stato diffuso sugli uomini in modo nuovo, affinché su tutta la terra essi fossero rinnovati, per Dio.
Questa è la ragione per cui il battesimo della nostra nuova nascita è posto sotto il segno di questi tre articoli. Dio Padre ce l’accorda in vista della nuova nascita nel suo Figlio tramite lo Spirito Santo. Poiché coloro che portano in sé lo Spirito Santo sono condotti al Verbo che è il Figlio, ed il Figlio li conduce al Padre, ed il Padre ci concede l’incorruttibilità. Senza lo Spirito, è impossibile vedere il Verbo di Dio, e senza il Figlio non ci si può accostare al Padre. Poiché la conoscenza del Padre, è il Figlio, e la conoscenza del Figlio si fa tramite lo Spirito Santo, ed il Figlio dona lo Spirito in conformità al beneplacito del Padre.
Per lo Spirito, il Padre è chiamato l’Altissimo, l’Onnipotente, il Signore delle potestà. Così noi perveniamo alla conoscenza di Dio; noi sappiamo che Dio esiste, che è creatore del cielo e della terra e di tutte le cose, creatore degli angeli e degli uomini, Signore, per cui tutto ha avuto origine, da cui tutto procede, ricco di misericordia, di grazia, di compassione, di bontà, di giustizia.
E’ il Dio di tutti: degli Ebrei, dei pagani, dei credenti. Per i credenti è Padre: perché alla fine dei tempi, egli ha aperto il testamento della loro filiazione adottiva. Per gli Ebrei è Signore e legislatore: perché nei tempi intermedi, allorché gli uomini l’avevano dimenticato, abbandonato, e si erano a lui ribellati, Dio li sottomise alla Legge, onde insegnare loro che hanno un Signore che è loro creatore ed autore, che ha dato loro il soffio di vita e che essi sono tenuti ad adorare giorno e notte. Per i pagani Dio è creatore, autore, Signore supremo. E per tutti egli è sostentatore, re e giudice. Nessuno sfuggirà al suo giudizio, sia egli ebreo o pagano, sia egli peccatore credente o spirito angelico. E coloro che ora rifiutano di credere nella sua bontà, conosceranno la sua potenza nel giorno del giudizio, secondo la parola del santo Apostolo: Non vedi che la bontà di Dio ti spinge a penitenza? Or tu, con la tua durezza e col tuo cuore impenitente, accumuli sopra di te ira per il giorno dell’ira e della manifestazione del giudizio di Dio. Allora egli darà a ciascuno secondo le sue opere (Rom. 2, 4-6).
Tale è colui che, nella Legge, è chiamato Dio d’Abramo, Dio d’Isacco, Dio di Giacobbe: Dio dei viventi. Di questo Dio, l’altezza e la grandezza superano ogni descrizione.

* Démonstration de la prédication apostolique, paragrafi da 6 a 8. Traduzione di Pierre Patrick Verbraken leggermente modificata, in Les Pères de l’Eglise, panorama patristique, Epi, Parigi 1970 pp. 31-33.

 

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