Archive pour le 19 novembre, 2013

Il libro di Ruth: Naomi, Orpah e Ruth

ruth
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PREGHIERA PER LA CANONIZZAZIONE DEI BAMBINI UCCISI DALL’ABORTO

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PREGHIERE CONTRO L’ABORTO

PREGHIERA PER LA CANONIZZAZIONE DEI BAMBINI UCCISI DALL’ABORTO

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

Padre onnipotente ed etemo, invocando lo Spirito Santo, il Signore donatore di vita, e confidando nel potere salvifico del nome di Gesù e del Suo preziosissimo sangue, credo fermamente che tutti i bambini che sono stati volontariamente privati della vita per mezzo dell’aborto, sono stati lavati nel sangue di Gesù e sono per certo veri martiri che « vivono nel Signore » (1), poiché hanno ricevuto il battesimo di salvezza nel sangue. Ti prego, Padre Celeste, in considerazione della silenziosa testimonianza resa alla Tua santa parola, che proibisce assolutamente l’uccisione di innocenti, di concedere, attraverso l’intercessione di Maria, Madre delle Ferite Nascoste e Mistiche, di S. Giuseppe, di S. Giovanni Battista e di tutti i martiri e i santi, che questi piccoli compagni dei primi santi innocenti siano riconosciuti dalla Madre Chiesa affinché dalla ricchezza di meriti contenuta nel loro martirio si possa attingere più abbondantemente.

Con fiducia Ti imploro, caro Signore, attraverso l’intercessione dei milioni di bambini martiri uccisi nel grembo matemo, i cui angeli contemplano il Tuo volto, di concedermi:.. (citare la grazia che si desidera).

Padre onnipotente, fa’ che alla loro testimonianza al Tuo Divino Figlio Gesù Cristo, che è la Via, la Verità e la Vita, sia data voce nella Chiesa Universale per proclamare in modo ancora più eloquente la Sua vittoria sul peccato e sulla morte. Possa il loro martirio dare al mondo ampia testimonianza della Verità e degli insegnamenti della Santa Chiesa Cattolica per la salvezza delle anime e per l’etema gloria della Santissima Trinità.

Oh, mio Gesù, Divina Innocenza, trionfa nell’innocenza crocifissa di quei piccoii Amen. Nota

(1) Papa Giovanni Paolo II, Enciclica Evangelium Vitae, 1999. Capirete che niente è definitivamente perso e potrete anche chiedere perdono per vostro figlio, che ora vive nel Signore.
PREGHIERA PER CHI E’ COINVOLTO NELL’ABORTO

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Padre Celeste, vengo davanti a Te con profondo dolore e contrizione.
Ho infranto le Tue sante leggi e disobbedito ai Tuoi Comandamenti.
Ho fatto del male al più indifeso dei Tuoi figli, un bambino nel grembo materno.
Oh, mio Dio, ti chiedo umilmente perdono
e chiedo anche a mio figlio (questi figli…) di perdonarmi.
Padre Celeste, depongo questo bambino innocente (questi bambini innocenti…)
fra le tue amorevoli braccia e chiedo alla Beata Vergine Maria e a S. Giuseppe
di prendersi cura di questo piccolo (questi piccoli…).
Confidando nelle parole del Tuo Divino Figlio
- « qualunque cosa chiediate al Padre in Mio Nome, Egli ve la darà » -,
ti chiedo, nel nome di Gesù, Salvatore di tutta l’umanità, di avere misericordia di me, peccatore.
Riversa su di me le Tue grazie e il Tuo amore,
affinché possa avere la forza di redimere la mia vita
in base ai Comandamenti e alle Tue sante leggi.
Non usare questo sangue innocente contro di me.
Dove il peccato è abbondato, possa la Tua grazia sovrabbondare, inondando il mondo intero
con la Tua misericordia e il Tuo amore, per la gloria della Santissima Trinità. Amen.
ATTO DI RIPARAZIONE PER IL DELITTO DELL’ABORTO

O Dio, nostro Padre, che nel tuo infinito amore per noi, vuoi che tutti gli uomini siano salvi, con la fede e l’amore della Chiesa che porta nel suo cuore di Madre il “Desiderio del Battesimo” per tutti i bambini del mondo, desidero esprimere questa sua carità, battezzando nel Nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo tutti i bambini che oggi saranno uccisi nel grembo delle loro madri con l’aborto.

Con questo atto di fede e di carità intendo con tutta la Chiesa:
1- Offrire, per le mani immacolate di Maria Ss.ma, con il sangue di Gesù, quello di tutti i bambini uccisi con l’aborto, implorando per il sacrificio della loro vita, pietà e misericordia per l’umanità.
2 – Riparare il grave delitto dell’aborto che, mentre sopprime la vita del concepito, lo priva della grazia del Battesimo.
3 – Pregare per la conversione di tutti gli operatori e collaboratori dell’aborto, orribile delitto “che, sottoscrive la condanna dell’uomo, della donna, del medico, dello Stato”. (Giovanni Paolo II).
4 – Pregare per la conversione di quanti, con i potenti mezzi della comunicazione sociale, sostengono, giustificano e difendono questo gravissimo peccato, disconoscendo l’insegnamento di Cristo e il Magistero della Chiesa.
5 – E infine, per invocare misericordia su quanti, ingannati e sedotti da questi mezzi potenti, si allontanano dall’amore di Dio Padre. Si reciti il Credo, il Padre Nostro e l’Ave Maria.

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DONNE E CAVALLI. EPPURE SALOMONE È TRISTE

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DONNE E CAVALLI. EPPURE SALOMONE È TRISTE

Un libro impossibile da tenere fra le mani tranquillamente, per una lettura calma, distaccata: spiccherebbe immediatamente il volo, spargerebbe la sabbia delle sue frasi fra le dita. Un libro che narra il dolcissimo viaggio della sapienza…
        

                                                La sapienza fa il proprio elogio,
                                                   in Dio trova il proprio vanto,
                                    in mezzo al suo popolo proclama la sua gloria.

                                       Nell’assemblea dell’Altissimo apre la bocca,
                                     dinanzi alle sue schiere proclama la sua gloria,
                                           in mezzo al suo popolo viene esaltata,

     nella santa assemblea viene ammirata,
nella moltitudine degli eletti trova la sua lode
e tra i benedetti è benedetta, mentre dice:

         «Allora il creatore dell’universo mi diede un ordine,
colui che mi ha creato mi fece piantare la tenda
e mi disse: « Fissa la tenda in Giacobbe
e prendi eredità in Israele,
affonda le tue radici tra i miei eletti » .

         Prima dei secoli, fin dal principio, egli mi ha creato,
per tutta l’eternità non verrò meno.
Nella tenda santa davanti a lui ho officiato
e così mi sono stabilita in Sion.

         Nella città che egli ama mi ha fatto abitare
e in Gerusalemme è il mio potere.
Ho posto le radici in mezzo a un popolo glorioso,
nella porzione del Signore è la mia eredità,
nell’assemblea dei santi ho preso dimora».

         (dal Libro del Siracide, 24,1-4.12-16)

         La Bibbia è un libro fatto di molti libri, e in ciascuno di questi libri vi sono molte frasi, e in ognuna di queste frasi molte stelle, olivi e fontane, asinelli e alberi di fico, campi di grano e pesci. Silenzio: quello tempestoso dei mari ribelli, delle albe sconfinate, delle brezze mattutine. I libri d’oggi sono di carta. I libri di un tempo erano di pelle. La Bibbia è il solo libro d’aria: un diluvio d’inchiostro e di vento.
         Un libro impossibile da tenere fra le mani tranquillamente, per una lettura calma, distaccata: spiccherebbe immediatamente il volo, spargerebbe la sabbia delle sue frasi fra le dita. Un libro che narra il dolcissimo viaggio della sapienza.
Salomone, memorabile re d’Israele, stimato intenditore di donne, di cavalli e di stallieri, quando s’accorse della sua nullità ebbe a sussurrare a Dio la sua umilissima richiesta: « Dammi la sapienza che siede accanto a te in trono, perché anche il più perfetto tra gli uomini, privo della tua sapienza, sarebbe stimato un nulla » (Sap 9,4.6).
         All’albeggiare del mondo tutto era abitato dallo sguardo che navigava tra la sapienza e Dio: « quando fissava i cieli, quando tracciava un cerchio sull’abisso, quando condensava le nubi, quando fissava le sorgenti dell’abisso, quando stabiliva al mare i suoi limiti, quando disponeva le fondamenta della terra, io ero con lui come architetto ed ero la sua delizia ogni giorno » (Prv 8,23-31).
         Un Dio che costruisce pensieri, una Sapienza che ne scruta i movimenti, un’umanità da far nascere dal nulla: l’inaspettata avventura di un Dio che infrange il silenzio millenario della sua eternità per addestrare l’uomo nel parlare, per comporre una storia imbalsamata di libertà, per educare la sua umanità a camminare.
         Silenzio e sapienza: il grembo che fa sbocciare la tenerezza commovente di Dio. La bocca dell’Altissimo è la sua Betlemme: « io sono uscita dalla bocca dell’Altissimo, ho posto le radici in mezzo ad un popolo glorioso, sua eredità ».
         Dalla bocca alle fondamenta di una casa, perchè la sapienza diventi storia: « fissa la tua tenda in Giacobbe ». Giovanni esagererà nell’incipit del suo Evangelo: « Il Verbo si fece carne e ha posto la sua tenda in mezzo a noi » (Gv 1,14). E’ Dio che guarda nel volto la sua umanità, il Cielo che và a cercare la terra per abbracciarla, la sapienza nascosta nella mente di Dio che viaggia nei pensieri dell’uomo.
         E sconfinate distese di silenzio perché l’uomo s’inventi domande sul perché di tale grandezza. « La Bibbia è risposta sublime, ma noi non conosciamo più la domanda alla quale essa risponde. Se non riscopriamo questa domanda non abbiamo speranza di capire » (A.J.Heschel).
         Il Natale che solo pastori e pescatori sanno leggere: loro, operai senza paga, soprattutto non venduti, liberi come il vento che spostava le loro barche, come la pioggia che disegnava il sentiero ai loro greggi, figli di quella sapienza che dona libertà, vennero sedotti da un Dio ribelle ad ogni calcolo, un Dio che chiedeva loro di lasciarsi stupire per sconcertare la pigrizia dell’umanità.
         L’aveva intuito Carl G. Jung, uno dei padri della psicanalisi, tanto da far scrivere nella sua residenza di Kussnacht in Svizzera: « Vocatus atque non vocatus Deus aderit » (« chiamato o non chiamato, Dio sarà presente »).

         La sua presenza non dipende da te!
         Perché la vita non è questione di anni. Bensì di stupore.

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Basilica di San Paolo Fuori le Mura,

san paolo

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BENEDETTO XVI : ANGELUS – L’ULTIMO ANGELUS (24 FEBBRAIO 2013)

http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/angelus/2013/documents/hf_ben-xvi_ang_20130224_it.html

BENEDETTO XVI

ANGELUS – L’ULTIMO ANGELUS

PIAZZA SAN PIETRO

DOMENICA, 24 FEBBRAIO 2013

CARI FRATELLI E SORELLE!

Grazie per il vostro affetto!

Oggi, seconda domenica di Quaresima, abbiamo un Vangelo particolarmente bello, quello della Trasfigurazione del Signore. L’evangelista Luca pone in particolare risalto il fatto che Gesù si trasfigurò mentre pregava: la sua è un’esperienza profonda di rapporto con il Padre durante una sorta di ritiro spirituale che Gesù vive su un alto monte in compagnia di Pietro, Giacomo e Giovanni, i tre discepoli sempre presenti nei momenti della manifestazione divina del Maestro (Lc 5,10; 8,51; 9,28). Il Signore, che poco prima aveva preannunciato la sua morte e risurrezione (9,22), offre ai discepoli un anticipo della sua gloria. E anche nella Trasfigurazione, come nel battesimo, risuona la voce del Padre celeste: «Questi è il figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!» (9,35). La presenza poi di Mosè ed Elia, che rappresentano la Legge e i Profeti dell’antica Alleanza, è quanto mai significativa: tutta la storia dell’Alleanza è orientata a Lui, il Cristo, che compie un nuovo «esodo» (9,31), non verso la terra promessa come al tempo di Mosè, ma verso il Cielo. L’intervento di Pietro: «Maestro, è bello per noi essere qui» (9,33) rappresenta il tentativo impossibile di fermare tale esperienza mistica. Commenta sant’Agostino: «[Pietro]…sul monte…aveva Cristo come cibo dell’anima. Perché avrebbe dovuto scendere per tornare alle fatiche e ai dolori, mentre lassù era pieno di sentimenti di santo amore verso Dio e che gli ispiravano perciò una santa condotta?» (Discorso 78,3: PL 38,491).

Meditando questo brano del Vangelo, possiamo trarne un insegnamento molto importante. Innanzitutto, il primato della preghiera, senza la quale tutto l’impegno dell’apostolato e della carità si riduce ad attivismo. Nella Quaresima impariamo a dare il giusto tempo alla preghiera, personale e comunitaria, che dà respiro alla nostra vita spirituale. Inoltre, la preghiera non è un isolarsi dal mondo e dalle sue contraddizioni, come sul Tabor avrebbe voluto fare Pietro, ma l’orazione riconduce al cammino, all’azione. «L’esistenza cristiana – ho scritto nel Messaggio per questa Quaresima – consiste in un continuo salire il monte dell’incontro con Dio, per poi ridiscendere portando l’amore e la forza che ne derivano, in modo da servire i nostri fratelli e sorelle con lo stesso amore di Dio» (n. 3).

Cari fratelli e sorelle, questa Parola di Dio la sento in modo particolare rivolta a me, in questo momento della mia vita. Grazie! Il Signore mi chiama a “salire sul monte”, a dedicarmi ancora di più alla preghiera e alla meditazione. Ma questo non significa abbandonare la Chiesa, anzi, se Dio mi chiede questo è proprio perché io possa continuare a servirla con la stessa dedizione e lo stesso amore con cui ho cercato di farlo fino ad ora, ma in un modo più adatto alla mia età e alle mie forze. Invochiamo l’intercessione della Vergine Maria: lei ci aiuti tutti a seguire sempre il Signore Gesù, nella preghiera e nella carità operosa.

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FRAMMENTI DI CIELO: DETTI SULLA PREGHIERA DEI PADRI DELLA CHIESA, DEI DOTTORI DELLA CHIESA E DEI PADRI DEL DESERTO

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FRAMMENTI DI CIELO: DETTI SULLA PREGHIERA DEI PADRI DELLA CHIESA, DEI DOTTORI DELLA CHIESA E DEI PADRI DEL DESERTO

S.  Agostino ha detto:
« Nutri la tua anima con la lettura biblica: essa ti preparerà un banchetto spirituale ».
« La preghiera muore, quando il desiderio si raffredda ».

S. Tommaso d’Aquino ha detto:
« La preghiera non viene presentata a Dio per fargli conoscere qualcosa che Egli non sa, ma per spingere verso Dio l’animo di chi prega. »

S. Girolamo ha detto:
« Chi è assiduo nella lettura della Parola di Dio, quando legge si affatica, ma in seguito è felice perché gli amari semi della lettura producono in lui i dolci frutti.
« Studiamo ora che siamo sulla terra quella Realtà la cui conoscenza resterà anche quando saremo in cielo ».
« Preghi? Sei tu che parli allo Sposo. Leggi? E’ lo Sposo che parla a te ».

S. Ignazio di Loyola ha detto:
« Pregare è seguire Cristo che va tra gli uomini, quasi accompagnandolo ».

S. Caterina da Bologna ha detto:
 La preghiera è l’estatica contemplazione dell’ Altissimo, nella sua infinita bellezza e bontà: uno sguardo semplice e amoroso su Dio ».

S. Giovanni Crisostomo ha detto:
« L’uomo che prega ha le mani sul timone della storia ».

S. Giovanni Damasceno ha detto:
« La preghiera è un’elevazione della mente a Dio ».

S. Ignazio d’Antiochia ha detto:
Procurate di riunirvi più frequentemente per il rendimento di grazie e per la lode a Dio. Quando vi radunate spesso le forze di satana sono annientate ed il male da lui prodotto viene distrutto nella concordia della vostra fede. 

S. Bernardo di Chiaravalle ha detto:
  »I tuoi desideri gridino a Dio. la preghiera è una pia tensione del cuore verso Dio. »

Tertulliano ha detto: 
L’unico compito della preghiera è richiamare le anime dei defunti dallo stesso cammino della morte, sostenere i deboli, curare i malati, liberare gli indemoniati, aprire le porte del carcere, sciogliere le catene degli innocenti. Essa lava i peccati, respinge le tentazioni, spegne le persecuzioni, conforta i pusillanimi, incoraggia i generosi, guida i pellegrini, calma le tempeste, arresta i malfattori, sostenta i poveri, ammorbidisce il cuore dei ricchi, rialza i caduti, sostiene i deboli, sorregge i forti. (L’orazione, cap. 29)

Charles de Focauld ha detto:
« Bisogna lodare Dio. Lodare è esprimere la propria ammirazione e nello stesso tempo il proprio amore, perchè l’amore è inseparabilmente unito ad un’ammirazione senza riserve.
Dunque, lodare significa struggersi ai suoi piedi in parole di ammirazione e d’amore. Significa ripe-tergli che Egli è infinitamente perfetto, infinitamente amabile, infinitamente amato.
Significa dirgli che Egli è buono e che l’amiamo ».

Maestro Eckhart ha detto:
« Perchè preghiamo?.. Perchè Dio nasca nell’anima e l’anima rinasca in Dio…Un essere tutto intimo, tutto raccolto ed uno in Dio: questa è la Grazia, questo significa « Iddio con te ».

S.Teresa di Gesù ha detto:
 L’orazione mentale non è altro, per me, che un intimo rapporto di amicizia, un frequente tratteni-mento, da solo a solo, con Colui da cui sappiamo d’essere amati. (Vita 8,5)
… la porta per cui mi vennero tante grazie fu soltanto l’orazione. Se Dio vuole entrare in un’anima per prendervi le sue delizie e ricolmarla di beni, non ha altra via che questa, perché Egli la vuole sola, pura e desiderosa di riceverlo. (Vita 8,9)
Certo bisogna imparare a pregare. E a pregare si impara pregando, come si impara a camminare camminando.
…nel cominciare il cammino dell’orazione si deve prendere una risoluzione ferma e decisa di non fermarsi mai, né mai abbandonarla. Avvenga quel che vuole avvenire, succeda quel che vuole succede-re, mormori chi vuole mormorare, si fatichi quanto bisogna faticare, ma piuttosto di morire a mezza strada, scoraggiati per i molti ostacoli che si presen-tano, si tenda sempre alla méta, ne vada il mondo intero. (Cammino di perfezione 21,4)
Pensate di trovarvi innanzi a Gesù Cristo, conversate con Lui e cercate di innamorarvi di Lui, tenendolo sempre presente. (Vita 12,2)
La continua conversazione con Cristo aumenta l’amore e la fiducia. (Vita 37,5)
Buon mezzo per mantenersi alla presenza di Dio è di procurarvi una sua immagine o pittura che vi faccia devozione, non già per portarla sul petto senza mai guardarla, ma per servirsene ad intrattenervi spesso con Lui ed Egli vi suggerirà quello che gli dovete dire.
Se parlando con le creature le parole non vi mancano mai, perché vi devono esse mancare parlando con il Creatore? Non temetene: io almeno non lo credo! (Cammino di perfezione 26,9)
Non siate così semplici da non domandargli nulla! (Cammino di perfezione 28,3)
Chiedetegli aiuto nel bisogno, sfogatevi con Lui e non lo dimenticate quando siete nella gioia, parlandogli non con formule complicate ma con spontaneità e secondo il bisogno. (Vita 12,2)
Cercate di comprendere quali siano le risposte di Dio alle vostre domande.Credete forse che Egli non parli perché non ne udiamo la voce? Quando è il cuore che prega, Egli risponde. (Cammino di perfezione 24,5)
 A chi batte il cammino della preghiera giova molto un buon libro.
Per me bastava anche la vista dei campi, dell’acqua, dei fiori: cose che mi ricordavano il Creatore, mi scuotevano, mi raccoglievano, mi servivano da libri. (Vita 9,5)
Per molti anni, a meno che non fosse dopo la Comunione, io non osavo cominciare a pregare senza libro. (Vita 4,9)
 E’ troppo bella la compagnia del buon Gesù per dovercene separare! E’ altrettanto si dica di quella della sua Santissima Madre. (Seste Mansioni 7,13)
 … fate il possibile di stargli sempre accanto. Se vi abituerete a tenervelo vicino ed Egli vedrà che lo fate con amore e che cercate ogni mezzo per contentarlo, non solo non vi mancherà mai, ma, come suol dirsi, non ve lo potrete togliere d’attorno.
L’avrete con voi dappertutto e vi aiuterà in ogni vostro travaglio. Credete forse che sia poca cosa aver sempre vicino un così buon amico? (Cammino di perfezione 26,1)
 Poiché Gesù vi ha dato un Padre così buono, procurate di essere tali da gettarvi fra le sue braccia e godere della sua compagnia.
E chi non farebbe di tutto per non perdere un tal Padre? Quanti motivi di consolazione! Li lascio alla vostra intuizione! In effetti, se la vostra mente si mantiene sempre tra il Padre e il Figlio, interverrà lo Spirito Santo ad innamorare la vostra volontà col suo ardentissimo amore. (Cammino di perfezione 27, 6-7)
Quelli che sanno rinchiudersi nel piccolo cielo della loro anima, ove abita Colui che la creò e che creò pure tutto il mondo, e si abituano a togliere lo sguardo e a fuggire da quanto distrae i loro sensi, vanno per buona strada e non mancheranno di arrivare all’acqua della fonte.
Essendo vicinissimi al focolare, basta un minimo soffio dell’intelletto perché si infiammino d’amore, già disposti come sono a ciò, trovandosi soli con il Signore, lontani da ogni oggetto esteriore. (Cammino di perfezione 28,5.8)
 Per cominciare a raccogliersi e perseverare nel raccoglimento, si deve agire non a forza di braccia ma con dolcezza. Quando il raccoglimento è sincero, l’anima sembra che d’improvviso s’innalzi sopra tutto e se ne vada, simile a colui che per sottrarsi ai colpi di un nemico, si rifugia in una fortezza.
Dovete saper che questo raccoglimento non è una cosa soprannaturale, ma un fatto dipendente dalla nostra volontà e che noi possiamo realizzare con l’aiuto di Dio. (Cammino di perfezione 28,6; 29,4)
Sapevo benissimo di avere un’anima, ma non ne capivo il valore, né chi l’abitava, perché le vanità della vita mi avevano bendati gli occhi per non lasciarmi vedere.
Se avessi inteso, come ora, che nel piccolo albergo dell’anima mia abita un Re così grande, mi sembra che non l’avrei lasciato tanto solo…e sarei stata più diligente per conservami senza macchia. (Cammino di perfezione 28,11)
Non si creda che nuoccia al raccoglimento il disbrigo delle occupazioni necessarie.
Dobbiamo ritirarci in noi stessi, anche in mezzo al nostro lavoro, e ricordarci di tanto in tanto, sia pure di sfuggita, dell’Ospite che abbiamo in noi, per-suadendoci che per parlare con Lui non occorre alzare la voce. (Cammino di perfezione 29,5)
 Il Signore ci conceda di non perdere mai di vista la sua divina presenza! (Cammino di perfezione 29,8)
 Quando un’anima… non esce dall’orazione fermamente decisa a sopportare ogni cosa, tema che la sua orazione non venga da Dio. (Cammino di perfezione 36,11)
 Quando un’anima si unisce così intimamente alla stessa misericordia, alla cui luce si riconosce il suo nulla e vede quanto ne sia stata perdonata, non posso credere che non sappia anch’essa perdonare a chi l’ha offesa.
Siccome le grazie ed i favori di cui si vede inon-data le appariscono come pegni dell’amore di Dio per lei, è felicissima di avere almeno qualche cosa per testimoniare l’amore che anch’ella nutre per lui. (Cammino di perfezione 36,12)
 La preghiera non è qualcosa di statico, è un’amicizia che implica uno sviluppo e spinge a una trasformazione, a una somiglianza sempre più forte con l’amico. (da L’amicizia con Cristo, cap VII)

DETTI DEI PADRI DEL DESERTO:

L’importanza della preghiera del mattino
Non appena ti levi dopo il sonno, subito, in primo luogo, la tua bocca renda gloria a Dio e intoni cantici e salmi, poiché la prima preoccupazione, alla quale lo Spirito si apprende fin dall’aurora, esso continua a macinarla, come una mola, per tutto il giorno, sia grano sia zizzania. Perciò sii sempre il primo a gettar grano, prima che il nemico getti la zizzania.
Pregare prima di ogni cosa
Un anziano diceva: « Non far nulla senza pregare e non avrai rimpianti »

Detti di S. Isidoro
« Chi vuole essere sempre unito a Dio, deve pregare spesso e leggere spesso, perché nella preghiera siamo noi che parliamo a Dio, ma nella lettura della Bibbia è Dio che parla a noi ».
« Tutto il progresso spirituale si basa sulla lettura e sulla meditazione: ciò che ignoriamo, lo impariamo con la lettura; ciò che abbiamo imparato, lo conser-viamo con la meditazione. »
« La lettura della Bibbia ci procura un duplice vantaggio: istruisce la nostra intelligenza e ci introdu-ce all’amore per Iddio distogliendoci dalle cose vane. »
« Nessuno può capire il senso della Bibbia, se non acquista consuetudine e familiarità con essa mediante la lettura ».

 Detti di S. Pacomio
Mettiamo freno all’effervescenza dei pensieri che ci angosciano e che salgono dal nostro cuore come acqua in ebollizione, leggendo le Scritture e ruminandole incessantemente…e ne sarete liberati .

Detti di Arisitide l’Apologeta
« E’ per la preghiera dei cristiani che il mondo sta in piedi ». 

Detti di Evagrio Pontico
« La preghiera è sorgente di gioia e di grazia ».
« Quando, dedicandoti alla preghiera, sei giunto al di sopra di ogni altra gioia, allora veramente hai trovato la preghiera.

Detti di Giovanni Climaco 
« La preghiera è sostegno del mondo, riconciliazione con Dio, misura del progresso spirituale, giudizio del Signore prima del futuro giudizio ».

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