« DIEDE ALL’ACQUA CIÒ CHE CONFERÌ ALLA MADRE » (sul Battesimo)
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DI GIUSEPPE DAMINELLI
« DIEDE ALL’ACQUA CIÒ CHE CONFERÌ ALLA MADRE »
Maria è l’esempio più perfetto di recezione del Battesimo, per analogia con quanto avvenne in lei nell’Annunciazione.
Il legame tra Maria e il Battesimo si esprime nell’analogia tra quanto avviene nella Vergine il giorno dell’Annunciazione e quanto avviene nel Rito battesimale.
Vi si scorgono almeno altri due nessi significativi: quello, fondato sul Vangelo di Giovanni ed illustrato dalla Patristica, derivante dalla maternità spirituale di Maria, e quello che proviene dall’esperienza spirituale e missionaria e considera la Vergine quale motivo ulteriore di fedeltà alle Promesse battesimali.
Analogia tra l’Annunciazione e il Sacramento del Battesimo
Come nel Battesimo di ogni credente, si osservano nella fede di Maria tre aspetti da lei vissuti al momento dell’Annuncio dell’Angelo: un’esperienza della Trinità, un’opzione fondamentale e nuovi vincoli con le Persone divine.
1] Esperienza della Trinità – All’Annuncio dell’Angelo in Maria hanno agito il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo [cfr. Lc 1, 32-35], tutti e tre congiunti in ordine alla concezione verginale.
Anche se il mistero dell’Incarnazione si compie nel silenzio della casa di Nazareth, non possiamo pensare che Maria rimanga passiva o inerte di fronte alla Trinità che opera in lei e per la prima volta si manifesta all’uomo.
Il turbamento riflessivo, la domanda e la risposta all’Angelo fanno della Vergine una persona sensibile e attiva, capace di una vera esperienza di fede. Ella addirittura narra in forma di cantico dossologico tale sua esperienza, quando intona il Magnificat [cfr. Lc 1, 46-55], il cui compito è d’interpretare pneumatologicamente l’evento fondamentale della sua vita.
Maria è piena di gioia perché si sente termine dell’amore salvifico di Dio che, dopo averla guardata con benevolenza, opera in lei un cambiamento di situazione: da uno status sociale e religioso irrilevante, ella passa ad essere proclamata beata da tutte le generazioni.
Come vera figlia di Sion, Maria esalta il volto di Dio secondo gli attributi riconosciuti nell’A.T.: potenza, misericordia, santità, fedeltà. Ma nelle opere compiute in lei dal Potente è nascosto il mistero della concezione verginale del Figlio dell’Altissimo. È implicito il riconoscimento di Dio Padre del Signore nostro Gesù Cristo e dello Spirito operante come forza che rende possibile ciò che è umanamente impossibile. Maria perverrà ad una più chiara nozione del Padre sotto l’impulso delle parole di Gesù nel ritrovamento nel Tempio e nell’evento della Pentecoste. Ma una previa conoscenza del Padre e dello Spirito è presupposta in lei.
2] Risposta di fede come opzione fondamentale – Al Dio che parla mediante il suo Messaggero, Maria risponde con « l’obbedienza della fede ». Nelle sue parole si può scorgere un’eco della risposta del Popolo d’Israele all’Alleanza con Dio: « Serviremo il Signore… Faremo tutto quello che JHWH ci dirà » [cfr. Es 19, 8; 24, 3.7; Dt 5, 27].
Ma esse sono nello stesso tempo una solenne professione di fede monoteista, in sintonia con lo shemà Israel che proclama: « Ascolta, Israele, il Signore Dio nostro è unico ». In contrapposizione con il vecchio sacerdote Zaccaria e con l’ambiente semipagano della « Galilea delle genti », Maria si dichiara « serva del Signore » e si pone in totale disponibilità alla sua parola [cfr. Lc 1, 38]. Proprio in questo senso è interpretato da Elisabetta il sì di Maria : una risposta di fede così perfetta da suscitare lode e congratulazioni [cfr. Lc 1, 42-45].
La grandezza della fede di Maria si misura dall’oggetto del messaggio, che non conosce precedenti nella storia d’Israele: l’inaudita concezione verginale del Figlio dell’Altissimo. Questa comporta un cambio di programma in Maria che, non volendo conoscere uomo, è intenzionata ad escludere maternità e figli dalla sua esistenza. Ella si adegua alla volontà del Signore, anche se ignora i particolari e le modalità della sua missione. Maria rischia la sua vita sulla Parola di Dio. Ciò la pone tra i grandi mistici dell’umanità, in quanto rappresenta la risposta ideale dell’uomo uditore della Parola dinanzi a Dio che si rivela.
3] Vincoli di Maria con il Padre, con il Figlio e con lo Spirito Santo – Più che luogo o spazio, Maria è una persona, anzi la prima persona della storia – come afferma Xavier Pikaza -, in quanto contrae vincoli relazionali con il Dio Uni-Trino. Questi le si rivela e insieme nasconde nel simbolismo delle istituzioni giudaiche [= l’Arca dell’Alleanza e la Tenda del Convegno]. Ella comunque « è insignita del sommo ufficio e dignità di Madre del Figlio, e perciò figlia prediletta del Padre e tempio dello Spirito Santo » (LG 53) o anche sposa dello Spirito Santo [cfr. MC 26].
All’azione della Trinità in lei, nel suo grembo e nel suo cuore, Maria risponde con atteggiamenti spirituali nei riguardi di ognuna delle Tre Persone divine che costituiscono la sua personalità religiosa: lode gioiosa a Dio Padre che mostra a lei il suo volto potente e misericordioso, santo e fedele, fede in Cristo come Messia e Figlio di Dio fatto uomo nel suo grembo, accoglienza dello Spirito Santo come nube luminosa che la copre della sua ombra, trasformandola in propria dimora.
Presenza materna di Maria
La nota mariana della spiritualità giovannea è legata all’episodio dell’affidamento del discepolo amato a Maria compiuto da Cristo Crocifisso e all’accoglienza di lei da parte dello stesso discepolo [cfr. Gv 19, 25-27]. Si tratta di una « scena di rivelazione » in cui Gesù rivela una qualità nascosta sia del discepolo ["Ecco tuo figlio"] sia di Maria ["Ecco tua madre"], ma che sarà rivelata e indica la loro identità teologica, la loro collocazione storico-salvifica.
È l’affermazione di un legame di filiazione-maternità tra il discepolo e la Madre di Gesù che va compresa nel contesto della rinascita dall’acqua e dallo Spirito [cfr. Gv 3,5].
Giovanni esplicita la risonanza spirituale di questa scena di rivelazione nella persona del discepolo amato, che accoglie Maria svelata come sua madre « nei suoi beni », cioè nella comunione con Cristo, nella propria vita spirituale. L’accoglienza di Maria da parte del discepolo indica apertura, accettazione, legame personale, amore attivo. Si tratta di un atteggiamento spirituale analogo alla fede, che nel Vangelo di Giovanni è riservato alla persona di Gesù [cfr. Gv 1, 11-12; 5, 43-44; 13, 20]. Maria concorre alla nascita e sviluppo dell’uomo « biofilo » che vuole crescere nella vita divina che gli è stata comunicata.
Lo studio dei Padri ha condotto H. Rahner a dedicare un capitolo a Maria in rapporto al Battesimo. In esso è riportata la frase di Leone Magno che evidenzia l’analogia e la continuazione tra queste due realtà : « Diede all’acqua ciò che conferì alla madre. Perché la potenza dell’Altissimo e la fecondazione dello Spirito Santo che fecero sì che Maria generasse il Salvatore fanno sì che l’onda della rinascita crei il credente ». Altri Padri, come Agostino nel passo citato, fanno rientrare ambedue nella grande opera della rigenerazione umana o rinascita a figli di Dio che avviene mediante la forza vivificante dello Spirito. Si tratta di una linea ontologica e vitale che fa intervenire Maria come madre dei fedeli proprio nell’atto costitutivo della vita nuova nel Cristo risorto.
In una lunga preghiera a Maria, che risale al sec. XI e ingloba molte espressioni di Fulberto di Chartres (+ 1028), si trova un chiaro riferimento alla consacrazione battesimale: « Ricordati, Signora, che nel Battesimo sono stato consacrato al Signore e ho professato con la mia bocca il nome cristiano. Purtroppo, non ho osservato quanto ho promesso. Tuttavia sono stato consegnato e affidato a te dal mio Signore Dio vivo e vero. Tu salva colui che ti è stato consegnato e custodisci colui che ti è stato affidato ».
Nel Sacramento del Battesimo, quando nascono alla grazia i figli di Dio, non è assente la Madre. La Chiesa nello Spirito rigenera gli uomini a Dio, ma anche Maria diviene Madre di ciascun battezzato. Infatti nella vita terrena la Vergine « ha cooperato nella carità alla nascita dei fedeli nella Chiesa » (Sant’Agostino) ed è stata dichiarata da Gesù Madre dei discepoli rappresentati da Giovanni [cfr. Gv 19, 25-26]. Ora che si trova in Cielo, esercita questa sua missione materna cooperando « con amore di Madre… alla rigenerazione e formazione » dei fedeli, come afferma il Concilio Vaticano II [cfr. LG 63].
Si tratta di un intervento della Vergine nell’atto stesso del Battesimo, con il quale gli uomini vengono rigenerati alla vita nuova in Cristo. Maria è presente in modo attivo e materno al fonte battesimale, dove diventiamo figli di Dio e insieme figli di Maria e della Chiesa.
Giuseppe Daminelli

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