MARIA, DONNA DEL RINGRAZIAMENTO

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(trascrizione da un PDF)

MARIA, DONNA DEL RINGRAZIAMENTO

DI P. RAFFAELE DI MURO OFMCONV

ALLORA MARIA DISSE:

 « L’anima mia magnifica il Signore
 e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
 perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
 D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
 Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente
 e Santo è il suo nome:
  di generazione in generazione la sua misericordia
 si stende su quelli che lo temono.
 Ha spiegato la potenza del suo braccio,
 ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
 ha rovesciato i potenti dai troni,
 ha innalzato gli umili;
 ha ricolmato di beni gli affamati,
 ha rimandato a mani vuote i ricchi.
 Ha soccorso Israele, suo servo,
 ricordandosi della sua misericordia,
 come aveva promesso ai nostri padri,
 ad Abramo e alla sua discendenza,
 per sempre».
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua (Lc 1, 46-56).

L’anima mia magnifica il Signore. Maria è la donna del ringraziamento perché rende grazie a Dio per tutti i prodigi che ha compiuto nella sua vita. La Vergine gode di grandi privilegi: è l’Immacolata, la Madre di Dio, Colei che coopera in modo perfetto al piano della Redenzione, Colei che è chiamata a seguire Gesù in tutta la sua vicenda terrena, ma è consapevole che deve tutto alla misericordia di Dio. La vocazione di Maria è un dono divino ed ella ringrazia l’Altissimo per i doni ricevuti. Nella Madonna ammiriamo proprio la capacità di ringraziare e lodare Dio per quanto compie in lei. Quante volte i religiosi hanno la capacità di ringraziare? Anche la nostra vocazione viene da Dio ed è caratterizzata da tanti doni, ma abbiamo la capacità di dire “grazie” a Colui che ci ha chiamati a vivere in stretta comunione con Lui? Dai tanti incontri, esercizi e ritiri con religiosi e religiose, a me pare che emerga una sorta di scoraggiamento dovuto alla convinzione che non è possibile vivere la propria chiamata all’insegna dell’autenticità. E’ venuta meno la percezione della grandezza della chiamata alla vita consacrata, nonché il desiderio di ringraziare Dio per questo stato
di vita che, nel passato era considerato perfetto. La nostra capacità di ringraziamento nasce ed è più grande se siamo consci dell’altezza e della bellezza della nostra vocazione. Ciò che pesa è proprio la chiamata a vivere la croce con Cristo. La sofferenza fisica o morale è spesso l’elemento scatenante di crisi durature o irreversibili. Le difficoltà comunitarie sembrano insormontabili e causano frequentemente depressione e sconforto, al punto di perdere la consapevolezza e la certezza della grandezza e della bellezza della sequela di Cristo. Conformarsi a Gesù vuol invece dire proprio accettare anche i momenti di prova. Conformarsi a Lui significa chiederGli la grazia della perseveranza e della fedeltà, nonostante i momenti di dolore e di deserto. Anche l’Immacolata ha conosciuto la prova e il dolore, ma ha saputo comunque ringraziare Dio per la sua vocazione. 
Grandi cose ha fatto in me l’onnipotente. Maria ringrazia Dio per i doni meravigliosi che ricevuto! Ella è la piena di grazia, è piena della presenza e della forza divina. La Madonna ringrazia l’Altissimo per quanto le ha donato. Anche noi religiosi non dobbiamo dimenticare che abbiamo ricevuto una vocazione bellissima: servire e amare Dio in modo esclusivo e con la forza della grazia che viene da Lui. E’ vero, talvolta siamo chiamati a vivere sofferenze intense o incomprensibili. Ricordiamo però che anche noi abbiamo il conforto della divina grazia che ci aiuta ad essere fedeli,
perseveranti. Anche nei consacrati il Signore compie prodigi, compie grandi cose per le quali sciogliere in inno di
ringraziamento e di lode. Il peso della croce, che pure siamo chiamati a sperimentare, non deve schiacciarci e farci dimenticare la bellezza e l’altezza della nostra vocazione. Siamo chiamati a stare con Gesù ed a seguirlo in tutto il suo mistero, in tutto quello che ha vissuto ed a detto, a vivere come Egli è vissuto, ad amare come Egli ha amato. Si tratta di una realtà che implica grande responsabilità da parte nostra ma che resta pur sempre entusiasmante. 
Di generazione in generazione. Maria realizza che la sua vita e la sua vocazione fanno parte di un preciso progetto di salvezza. Dio parla all’uomo lungo i secoli, lungo il fluire delle generazioni. E’ bene ricordare che noi siamo dentro una tradizione spirituale, quella del nostro istituto che è portatrice della presenza dell’Altissimo! Noi facciamo parte di un cammino spirituale, quello iniziato dai fondatori, e ci rendiamo portatori una speciale mozione dello Spirito Santo. Siamo già dentro un cammino di santità, quello suggerito dallo Spirito ai nostri fondatori. Non siamo chiamati a realizzare nostre “invenzioni” ma a continuare a seguire i fondamenti del carisma del nostro Istituto e ad approfondire quello del fondatore o della fondatrice. A volte i religiosi sembrano avere la memoria corta, dimenticando la tradizione spirituale da cui provengono e che sono, invece, chiamati ad arricchire. Recuperiamo il grande valore della nostra storia! Il passato ci insegna che Dio è fedele e sostiene con la sua grazia coloro che chiama alla realizzazione di un determinato progetto. Il dramma di tanti religiosi è rappresentato dal fatto che non sono sempre della fedeltà di
Dio e per questo manca la loro risposta fatta di amore e dedizione. 
Ha innalzato gli umili. Maria comprende che l’umiltà è la virtù che “apre” il cuore di Dio. Egli innalza gli umili perché essi hanno il Lui la loro unica ricchezza. Quando Egli è la nostra unica ricchezza, quando viviamo davvero di Lui, la nostra vita diventa un prodigio, diventa emanazione di Lui, del Suo amore, della Sua grazia, della Sua presenza tra gli uomini. Più siamo umili, più è grande la manifestazione dell’amore misericordioso di Dio nella nostra vita. Umiltà
è vivere di Dio e permettergli la massima disponibilità del nostro cuore. Questa virtù ci consente di aprire il cuore sempre alla grazia di Dio, a non aspettarci consensi dal “mondo” e ad attendere da Dio solo ogni bene! La nostra è
una vita all’insegna dell’imitazione di Gesù povero ed umile e chi nutre altro tipo di aspirazioni andrà certamente incontro a grandi  frustrazioni. Nel nostro linguaggio e nel nostro vissuto dovremmo dare più spazio all’ascesi, al
nascondimento, alla preghiera fervorosa, alla richiesta di grazie sempre più utili al nostro cammino. 
Come aveva promesso. Maria si rende conto di essere dentro un progetto. Vi è un progetto grande nel quale l’Immacolata è inserita! Con il suo “si” ella collabora in modo mirabile al piano della salvezza, grazie alla sua docilità a noi giunge il Salvatore, Colui che avrebbe lavato i peccati dell’umanità donandole la vita divina. Anche i religiosi sono inseriti in un progetto grande! Il nostro “si” ci pone nella condizione di vivere il piano di bene e di amore che l’Altissimo ha voluto per ogni consacrato. I religiosi e le religiose dovrebbero riflettere su questo grande mistero: essi entrano a far parte di un progetto di Dio, essi sono gli “strumenti” mediante i quali Egli parla all’umanità, soprattutto essi sono chiamati ad essere “terreno sacro” per Lui mediante la loro preghiera e la loro adorazione. I religiosi sono davvero privilegiati, ma se ne rendono davvero conto? Dio ci ha chiamati fin dal grembo materno ad amarLo in modo esclusivo, a servirlo senza riserve ed essere speciali testimoni del suo amore nel mondo.

Preghiera 
 Maria, Vergine del ringraziamento, aiutami ad essere sempre grato a Dio per i doni che mi ha concesso: la vocazione, la missione, la sua grazia, la sua presenza amorosa e prodigiosa nella mia vita! Anche nei momenti di dolore aiutami ad essere perseverante, a rinnovare il mio “si” e il mio “grazie” anche sotto la croce, proprio come hai fatto tu! AMEN.

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