MARIA, « PROFEZIA VIVENTE »

http://www.stpauls.it/madre03/0308md/0308md11.htm

PENSIERI MARIANI DI FERRAGOSTO

di BRUNO SIMONETTO

MARIA, « PROFEZIA VIVENTE »  

La festa ferragostana dell’Assunta aiuta a colmare la ‘giara vuota’ della carenza di profezia. – La Vergine glorificata « in anima e corpo » provoca al futuro l’uomo moderno, indicandogli l’orizzonte escatologico.
Nel numero della rivista dello scorso mese di Luglio ricordavamo, tra le sei « giare vuote » del mondo d’oggi immaginate da Michele Giulio Masciarelli, anche quella della « carenza di profezia ».
Riportando il pensiero di P. Prini, Masciarelli osserva come nello spazio della post-modernità si sono ristrette le strade dell’umanesimo plenario e paiono chiuse quelle che portano alla trascendenza e all’escatologia: « Queste strade si aprono e si chiudono insieme, benché le prime vadano verso l’alto e le seconde rechino verso l’orizzonte ultimo: ‘la dialettica del finito, nel suo farsi religiosa, si pone kierkegaardianamente come il salto nella trascendenza: la dialettica della ‘distanza infinita’ tra l’uomo e Dio, tra la ‘miseria’ del presente umano e ‘l’assolutamente nuovo’ del regnum venturum’ » (cfr. « Cristianesimo e ideologia », Fossano (CN), 1974, p. 57), cit. in « La maestra – Lezioni mariane a Cana, LEV, 2002, pag. 63).
Più avanti il Masciarelli osserva che « anche in territorio cristiano si nota un vistoso sintomo di crisi, ed è lo smarrimento pratico-esistenziale della dimensione escatologica »; concludendo giustamente con Salvatore Natoli che se non siamo escatologici, siamo i ‘nuovi pagani’, poiché « ora, proprio nella fine della cristianità, mentre il Cristianesimo si riformula per gli uomini come problema, il paganesimo riaffiora di nuovo come un possibile modello: una vita lunga, non una vita eterna »(cfr. « I nuovi pagani », Milano 1955, pp. 15-16, cit. in ibid., pag. 64).
Di fronte a questo problema, sentito come domanda del « principio di speranza » cristiana, Michele Giulio Masciarelli afferma che il Cristianesimo non si limita solo a parlare di futuro ultimo, ma lo costruisce anche: evangelizzando, celebrando l’Eucaristia (« pegno della gloria futura ») e testimoniando la carità, animata dai dinamismi escatologici posti in essa dall’evento eucaristico, celebrato particolarmente ogni domenica, « giorno del Signore ».
A questo punto la riflessione cade sulla Vergine, « profezia vivente dell’orizzonte escatologico » in quanto « Maria si pone nell’onda del mistero escatologico dell’Eucaristia con la sua condizione di glorificata, di creatura che già gode del frutto della profezia eucaristica, ossia della gloria irradiata dal Dio trinitario […]. Maria glorificata provoca al futuro l’uomo senza radici e senza promesse. L’uomo contemporaneo consuma la sua esistenza nel quotidiano; egli pone ormai le sue scelte nella breve terra dell’oggi, senza pretendere che esse debbano venire da lontano (= assenza della tradizione) o debbano portare lontano (= assenza dell’escatologia). All’uomo dei nostri giorni sembra bastare quanto entra nelle strette stive di una ‘nave’ che solca un mare senza orizzonti lunghi » (cfr. ibid., pp. 66-67).
Come si vede, Masciarelli preferisce – nella sua trattazione delle ‘lezioni mariane’ dell’evento di Cana – limitarsi ad uno specifico accenno ‘eucaristico’ a Maria glorificata, senza sviluppare il tema dell’Assunta in Cielo, « profezia vivente dell’orizzonte escatologico » e icona di speranza cristiana.

Spigolature sull’Assunta
Noi ripartiamo da qui, accostandoci ancora una volta alla più caratteristica festa mariana dell’estate, senza la pretesa di riproporre analisi mariologiche del dogma dell’Assunta ma per fare una lettura popolare e devozionistica di questa ricorrenza tanto cara e suggestiva, raccogliendo comunque l’invito della Chiesa a guardare a Maria Assunta che « come in Cielo, glorificata ormai nel corpo e nell’anima, è immagine e inizio della Chiesa che dovrà avere il suo compimento nell’età futura, così sulla terra brilla ora innanzi al peregrinante Popolo di Dio quale segno di sicura speranza » (cfr. Lumen gentium, n. 68). Così sulla Vergine Assunta in Cielo spigoliamo pensieri sparsi.
1. – « Credere nell’Assunzione di Maria – ricorda Guy Gilbert – è una conclusione logica di ciò che il Vangelo ci insegna sulla Madre di Gesù. E anche di ciò che ci promette. Se Gesù ci chiama tutti e tutte alla vita eterna, come avrebbe potuto sua Madre non beneficiare per prima di questo favore? ».
Segue un’osservazione scontata per ogni devoto della Vergine: « Maria non è inattiva lassù, scende spesso da noi, ancora dopo duemila anni, perché lei rimane ‘serva’ come ai tempi in cui era sulla terra ». E qui il discorso cade sui tanti Santuari mariani sparsi per il mondo, luoghi privilegiati dalle apparizioni della Madonna: « Chi non è mai stato colto dall’indicibile clima di elevazione che trasuda dai Santuari mariani? Un soffio misterioso avvolge questi luoghi visitati nel mondo intero; e qui si avverte che Maria, Regina dell’universo, rimane ‘serva’ del Signore e dei poveri di Jawhè… ».

2. – L’Autore dell’opuscolo Il Rosario degli ultimi, don Giovanni Valassina, commenta il quarto Mistero glorioso con alcune stupende ‘enunciazioni’:
Tutti rincorrono un sogno: l’eterno femminino;
Come per Maria, c’è una divina promessa: ‘Nostro corpo, cattedrale dell’Amore’ (p. David Turoldo);
Una preghiera letteraria trasfigurata: ‘Mamma, dammi il sole!’;
Il desiderio di ognuno: essere immortale: ‘Quando andrò in Cielo, allora sarò veramente uomo’ (Sant’Ignazio di Antiochia);
La scelta annuale estiva: festa dell’Assunta o ferragosto?;
Maria è la donna del futuro: « Il Magnificat conclude il Miserere e il De profundis nel Te Deum ascende » (Clemente Rebora);
Con l’Assunta, nello splendore, tutta la femminilità: Ecco la Donna!
Enunciazioni che sono spazio di meditazione o, come suggerisce don Giovanni, « una preghiera povera per i poveri, per gli anonimi, per i povericristi del nostro tempo; per gli ‘ultimi’ che non sanno parole di preghiera devota: che salmeggiano la vita con silenzi, pianti, urla ».
3. – Riferendosi al senso dell’Anno Mariano indetto da Papa Giovanni Paolo II dalla Pentecoste del 1987 alla festa dell’Assunta del 1988, il Card. Ratzinger commentava: « L’Anno Mariano si conclude con la festa dell’Assunzione corporea di Maria in Cielo e orienta così al grande segno della speranza, all’umanità già salvata in Maria, in cui diventa contemporaneamente visibile il luogo della salvezza, di ogni salvezza » (cfr. Ibid., pag. 50).
Maria Assunta in Cielo, in altri termini, è sì « immagine e inizio della Chiesa che dovrà avere il suo compimento nell’età futura »; ma è anche la Madre dell’umanità che « sulla terra brilla ora innanzi al peregrinante Popolo di Dio quale segno di sicura speranza » (cfr. Lumen gentium, n. 68). È la devozione del popolo fedele a sentire la Vergine Assunta non lontana, « nell’alto dei Cieli », ma vicina, compagna di viaggio, qui sulla terra.
4. – L’Assunta rimane « donna dei nostri giorni », per dirla con Tonino Bello, che specifica: donna feriale, donna del pane, donna coraggiosa, donna in cammino, donna del silenzio, donna di servizio, donna vera, donna del popolo…
Ogni attributo – litanico o no che sia – ci fa sentire la Vergine assunta in Cielo come una di noi, ancora presente qui sulla terra.
Donna dei nostri giorni. « Maria – scriveva il santo Vescovo di Molfetta – la vogliamo sentire così. Di casa. Mentre parla il nostro dialetto…Vogliamo vederla così. Immersa nella cronaca paesana. Con gli abiti del nostro tempo. Che non mette soggezione a nessuno. Che si guadagna il pane come le altre… Donna di ogni età: a cui tutte le figlie di Eva, quale che sia la stagione della loro vita, possano sentirsi vicine ».

5. – Commentando il quarto Mistero della gloria, Hans Urs von Balthasar nel suo aureo libro « Il Rosario – La salvezza del mondo nella preghiera mariana » (Ed. Jaca Book, 19912, pp. 77-80) scrive fra l’altro:
« Maria, grazie all’opera del Figlio suo si trasforma nella Chiesa, che egli crea da sé come sua sposa immacolata (cfr. Ef 5, 27), ma essa non scompare come individuo, bensì entra, nello stesso tempo, in questa Chiesa come membro. È la parte ed è il tutto che viene delineato secondo il suo modello e in virtù della sua santità. È la singola donna ed è anche il manto sotto cui i Cristiani si riuniscono per formare la Chiesa. È la singola santa in Cielo ed è, nel medesimo tempo, la Gerusalemme celeste che sta già lassù, « pronta come una sposa adorna per il suo sposo » (Ap 21, 2), per permettere a coloro che giungono in Cielo di entrarvi. Come Maria è stata redenta preventivamente perché il Verbo potesse diventare carne, così d’ora innanzi – poiché con la morte e la risurrezione di Cristo il Cielo è divenuto accessibile agli uomini – la santa Città, la Chatolica, la Communio sanctorum è già perfetta lassù, in modo che i santi possono esservi incorporati […].
Con Cristo e con Maria il mondo creato è già incamminato verso la trasformazione e la glorificazione; l’ultimo giorno è già iniziato… ».
Ecco alcune riflessioni sulla festa dell’Assunta, pensieri di Cielo qui sulla terra, dove talvolta ci sorprendiamo a guardare con nostalgia la ‘giara vuota’ della carenza di profezia. E la Vergine Maria, « profezia vivente dell’orizzonte escatologico », ci aiuta a colmare questo vuoto.

Preghiera alla Vergine Assunta
Sentire, vedere, immaginare Maria così. E pregarla come insegnava Tonino Bello: « Santa Maria, donna dei nostri giorni, vieni ad abitare in mezzo a noi. Tu hai predetto che tutte le generazioni ti avrebbero chiamata beata. Ebbene, tra queste generazioni c’è anche la nostra, che vuole cantarti la sua lode non solo per le cose grandi che il Signore ha fatto in te nel passato, ma anche per le meraviglie che egli continua a operare in te nel presente. Fa’ che possiamo sentirti vicina ai nostri problemi… ».
Ma forse, collegando l’immagine della Vergine Assunta in Cielo al nostro insopprimibile bisogno di sentirla qui vicino a noi, l’attributo più proprio con il quale invocare Maria è: ‘Compagna di viaggio’, nel senso che a tale attribuzione dava Tonino Bello: « Santa Maria, madre tenera e forte, nostra compagna di viaggio sulle strade della vita, ogni volta che contempliamo le cose grandi che l’Onnipotente ha fatto in te, proviamo una così viva malinconia per le nostre lentezze, che sentiamo il bisogno di allungare il passo per camminarti vicino… ».
Sì, o Maria Assunta in Cielo, ripeti ancora oggi il canto del Magnificat, e annuncia straripamenti di giustizia a tutti gli oppressi della terra. Non ci lasciare soli nella notte a salmodiare le nostre paure. Anzi, se nei momenti dell’oscurità ti metterai vicino a noi e ci sussurrerai che anche tu, Vergine dell’Attesa, con noi stai aspettando la luce, le sorgenti del nostro pianto si dissecheranno sul nostro volto. E sveglieremo insieme l’aurora che non conosce tramonto negli spazi infiniti del Cielo dove ci hai preceduto e « brilli ora innanzi al peregrinante Popolo di Dio quale segno di sicura speranza » (cfr. Lumen gentium, n. 68).

Bruno Simonetto

Publié dans : feste di Maria, Maria Vergine |le 14 août, 2013 |Pas de Commentaires »

Vous pouvez laisser une réponse.

Laisser un commentaire

PUERI CANTORES SACRE' ... |
FIER D'ÊTRE CHRETIEN EN 2010 |
Annonce des évènements à ve... |
Unblog.fr | Annuaire | Signaler un abus | Vie et Bible
| Free Life
| elmuslima31