Archive pour le 13 août, 2013

Assunzione della Beata Vergine Maria – Rubens

Assunzione della Beata Vergine Maria  -  Rubens dans immagini sacre detailRubensAssumptionMaryIM

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Publié dans:immagini sacre |on 13 août, 2013 |Pas de commentaires »

PAPA BENEDETTO: SANTA MESSA NELLA SOLENNITÀ DELL’ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA (2009)

http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/homilies/2009/documents/hf_ben-xvi_hom_20090815_assunzione_it.html

SANTA MESSA NELLA SOLENNITÀ DELL’ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA

OMELIA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI

Parrocchia di San Tommaso da Villanova, Castel Gandolfo

Sabato, 15 agosto 2009

Venerati fratelli nell’Episcopato e nel Sacerdozio,
cari fratelli e sorelle

L’odierna solennità corona il ciclo delle grandi celebrazioni liturgiche nelle quali siamo chiamati a contemplare il ruolo della Beata Vergine Maria nella Storia della salvezza. Infatti, l’Immacolata Concezione, l’Annunciazione, la Divina Maternità e l’Assunzione sono tappe fondamentali, intimamente connesse tra loro, con cui la Chiesa esalta e canta il glorioso destino della Madre di Dio, ma nelle quali possiamo leggere anche la nostra storia. Il mistero della concezione di Maria richiama la prima pagina della vicenda umana, indicandoci che, nel disegno divino della creazione, l’uomo avrebbe dovuto avere la purezza e la bellezza dell’Immacolata. Quel disegno compromesso, ma non distrutto dal peccato, attraverso l’Incarnazione del Figlio di Dio, annunciata e realizzata in Maria, è stato ricomposto e restituito alla libera accettazione dell’uomo nella fede. Nell’Assunzione di Maria, contempliamo, infine, ciò che siamo chiamati a raggiungere nella sequela di Cristo Signore e nell’obbedienza alla sua Parola, al termine del nostro cammino sulla terra.
La tappa ultima del pellegrinaggio terreno della Madre di Dio ci invita a guardare al modo in cui Ella ha percorso il suo cammino verso la meta dell’eternità gloriosa.
Nel brano del Vangelo appena proclamato, san Luca racconta che Maria, dopo l’annuncio dell’Angelo, “si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa” per fare visita ad Elisabetta (Lc 1, 39). L’evangelista, dicendo questo, vuole sottolineare che per Maria seguire la propria vocazione, nella docilità allo Spirito di Dio, che ha operato in Lei l’incarnazione del Verbo, significa percorrere una nuova strada ed intraprendere subito un cammino fuori della propria casa, lasciandosi condurre solamente da Dio. Sant’Ambrogio, commentando la “fretta” di Maria, afferma: “la grazia dello Spirito Santo non comporta lentezze” (Expos. Evang. sec. Lucam, II, 19: PL 15,1560). La vita della Madonna è condotta da un Altro – “Ecco la serva del Signore: avvenga in me secondo la tua parola” (Lc 1,38) – è modellata dallo Spirito Santo, è segnata da eventi ed incontri, come quello con Elisabetta, ma soprattutto dalla particolarissima relazione con il suo figlio Gesù. E’ un cammino nel quale Maria, serbando e meditando nel cuore gli avvenimenti della propria esistenza, scorge in essi in modo sempre più profondo il misterioso disegno di Dio Padre, per la salvezza del mondo.
Seguendo poi Gesù da Betlemme all’esilio in Egitto, nella vita nascosta e in quella pubblica, fino ai piedi della Croce, Maria vive la sua costante ascesa verso Dio nello spirito del Magnificat, aderendo pienamente, anche nel momento dell’oscurità e della sofferenza, al progetto d’amore di Dio e alimentando nel cuore l’abbandono totale nelle mani del Signore, così da essere paradigma per la fede della Chiesa (cfr Lumen gentium, 64-65)
Tutta la vita è un’ascensione, tutta la vita è meditazione, obbedienza, fiducia e speranza, anche nelle oscurità; e tutta la vita è questa “sacra fretta”, che sa che Dio è sempre la priorità e nient’altro deve creare fretta nella nostra esistenza.
E, finalmente, l’Assunzione ci ricorda che la vita di Maria, come quella di ogni cristiano, è un cammino alla sequela, la sequela di Gesù, un cammino che ha una meta ben precisa, un futuro già tracciato: la vittoria definitiva sul peccato e sulla morte e la comunione piena con Dio, perché – come dice Paolo nella Lettera agli Efesini – il Padre “ci ha anche risuscitato e ci ha fatto sedere nei cieli in Cristo Gesù” (Ef 2,6). Ciò vuol dire che con il Battesimo siamo fondamentalmente già risuscitati e sediamo nei cieli in Cristo Gesù, ma dobbiamo corporalmente raggiungere quanto già cominciato e realizzato nel Battesimo. In noi l’unione con Cristo, la risurrezione, è incompiuta, ma per la Vergine Maria essa è compiuta, nonostante il cammino che anche la Madonna ha dovuto fare. Ella è entrata nella pienezza dell’unione con Dio, con il suo Figlio, e ci attira e ci accompagna nel nostro cammino.
In Maria assunta in cielo contempliamo, allora, Colei che, per singolare privilegio, è resa partecipe con l’anima e con il corpo della definitiva vittoria di Cristo sulla morte. “Compiuto il corso della vita terrena – dice il Concilio Vaticano II – fu assunta alla gloria celeste in corpo e anima, ed esaltata dal Signore come Regina dell’universo, perché fosse più pienamente conformata al Figlio suo, Signore dei signori (cfr Ap 19,16) e vincitore del peccato e della morte” (Lumen gentium, 59). Nella Vergine Assunta in cielo contempliamo il coronamento della sua fede, di quel cammino di fede che Ella indica alla Chiesa e a ciascuno di noi: Colei che in ogni momento ha accolto la Parola di Dio, è assunta in cielo, cioè è accolta Lei stessa dal Figlio, in quella “dimora” che ci ha preparato con la sua morte e risurrezione (cfr Gv 14,2-3).
La vita dell’uomo sulla terra – come ci ha ricordato la prima lettura – è un cammino che si svolge, costantemente, nella tensione della lotta tra il drago e la donna, tra il bene e il male, E’ questa la situazione della storia umana: è come un viaggio in un mare spesso burrascoso; Maria è la stella, che ci guida verso il Figlio suo Gesù, sole sorto sopra le tenebre della storia” (cfr Spe salvi, 49) e ci dona la speranza di cui abbiamo bisogno: la speranza che possiamo vincere, che Dio ha vinto e che, con il Battesimo, siamo entrati in questa vittoria. Non soccombiamo definitivamente: Dio ci aiuta, ci guida. Questa è la speranza: questa presenza del Signore in noi, che diventa visibile in Maria assunta in cielo. “In Lei (…) – leggeremo tra poco nel Prefazio di questa Solennità – hai fatto risplendere per il tuo popolo pellegrino sulla terra, un segno di consolazione e di sicura speranza”.
Con San Bernardo, mistico cantore della Vergine Santa, così la invochiamo: “Ti preghiamo, o benedetta, per la grazia che tu trovasti, per quelle prerogative che tu meritasti, per la Misericordia che tu partoristi, fa’ che colui che per te s’è degnato di farsi partecipe della nostra miseria ed infermità, grazie alla tua preghiera, ci faccia partecipi delle sue grazie, della sua beatitudine ed eterna gloria, Gesù Cristo, Figlio tuo, Signore nostro, il quale è sopra tutte le cose, Dio benedetto nei secoli dei secoli. Amen” (Sermo 2 de Adventu, 5: PL 183, 43).

GIOVANNI DAMASCENO E L’ASSUNZIONE DI MARIA

http://www.donbosco-torino.it/ita/Maria/studi/08-09/10-Assunzione-di-Maria.html

STUDI MARIANI: MARIA E I PADRI DELLA CHIESA -

GIOVANNI DAMASCENO E L’ASSUNZIONE DI MARIA

Una delle più importanti feste della Madonna è la sua Assunzione in Cielo. I lettori più anziani ricorderanno ancora il 1º novembre 1950: durante l’Anno Santo, circondato da centinaia di Vescovi, tra la gioia di tutti i cattolici del mondo, l’augusta figura del Papa Pio XII proclamò ufficialmente che l’Assunzione della Madonna in cielo, con la sua anima e il suo corpo, è un dogma, una verità che appartiene alla Rivelazione cristiana.
Nella costituzione apostolica Munificentissimus Deus, Papa Pacelli chiariva che questo articolo della nostra fede, implicitamente contenuto nella Bibbia, era progressivamente emerso alla coscienza della Chiesa, soprattutto grazie alle spiegazioni date da alcuni illustri Padri della Chiesa.

Firme false contro Giovanni
Tra essi eccelleva Giovanni di Damasco, nato verso il 650 in questa città, capitale della Siria, dove i Musulmani, oramai padroni pressoché di tutto il Medio Oriente, permettavano ancora ai cristiani di professare quasi del tutto liberamente la loro fede. Per comprendere la grandissima devozione di questo santo alla Madonna, occorre ricordare un episodio. Egli, per l’intelligenza di cui era dotato e i meriti acquisiti da suo padre, era stato nominato ministro dal califfo musulmano.
Purtroppo, l’Imperatore cristiano di Costantinopoli, per gettare discredito su Giovanni di Damasco, che si opponeva alla sua politica di distruggere le immagine sacre, falsificò un documento, in cui, imitando la grafia e la firma del santo, lo faceva apparire come un traditore del califfo.
Quest’ultimo, venuto in possesso di questa lettera, persuaso dell’inaffidabilità di Giovanni di Damasco, gli fece tagliare la mano destra, secondo la legge coranica. La notte stessa, però, per intervento miracoloso della Madonna, la mano fu riattaccata. Nonostante la riconciliazione con il califfo, Giovanni di Damasco preferì partire e ritirarsi in un monastero nei pressi di Gerusalemme, ove ancora oggi il suo corpo è venerato dai monaci che vi abitano.

Il principio della convenienza
Qui Giovanni scrisse delle opere di teologia tuttora ammirate e studiate. In esse espone il motivo per cui occorre credere che la Beata Vergine Maria, a differenza di tutte le altre creature, non deve attendere il giudizio finale, al ritorno glorioso di Gesù sulla terra, perché il suo corpo risorga, in quanto esso, che non ha conosciuto alcuna corruzione, è stato già assunto e glorificato in cielo.
L’argomento è legato ad una legge che in teologia è molto importante: il principio della convenienza. In altre parole, nelle cose che riguardano Dio e la sua azione, c’è una sorta di intrinseca esigenza che collega cause ed effetti.
Era conveniente – notava Giovanni di Damasco – che la Madonna, voluta da Dio sempre vergine nel corpo, non conoscesse la dissoluzione di quel corpo santo ed immacolato. Come si dirà in seguito: assumpta quia immaculata.
Era conveniente che la Madonna, in tutto associata a suo Figlio, lo fosse anche nel suo trionfo sulla morte. Ed ecco questo privilegio mariano: la glorificazione del suo corpo.
I teologi successivi, soprattutto negli ultimi anni, hanno definito questo evento della vita della Madonna un’anticipazione. Di che cosa? Del futuro che attende tutti gli uomini perché Dio ha predisposto per ognuno di noi di vivere in eterno in Paradiso con la nostra anima e con il nostro corpo. Per questo motivo, l’Assunzione della Madonna è motivo di speranza e di consolazione per tutti noi, soprattutto quando la mestizia per la morte di qualcuno dei nostri cari ci affligge.

Una strana convergenza
L’arte, che è una sorella della teologia, ha raffigurato spesso, in icone e affreschi, questo evento, dipingendo lo stupore degli apostoli, che ritrovano vuota la tomba, nella quale avevano deposto il corpo della Madonna, quando Ella si era addormentata ed essi l’avevano ritenuta morta.
Alcuni mistici, nelle loro visioni, hanno comunicato altri dettagli, nei quali la Chiesa non ci chiede di credere ma permette che essi siano diffusi per il nostro profitto spirituale.
Caterina Emmerich, per esempio, una suora agostiniana tedesca, pur senza essersi mai allontanata dal suo convento, riferì che il luogo dell’Assunzione era stato Efeso e non Gerusalemme, come si credeva. Qualche anno dopo, gli archeologi hanno scoperto, proprio nel posto indicato dalle visioni di Caterina Emmerich, i resti di un’abitazione e di una chiesa dedicata alla Madonna, perfettamente corrispondente ai particolari dati da lei! Teologia, arte, mistica: tutto converge nel glorificare Maria Santissima.

La mediazione di Maria
Il nostro Giovanni Damasceno, inoltre, asserì un’altra verità incontestabile: la Madonna esercita una mediazione efficacissima a favore di tutti. Con un’affermazione che non lascia spazio ad alcun dubbio, questo insigne Dottore della Chiesa afferma: “Essa è diventata per noi mediatrice di tutti i beni”. La paragona alla scala su cui il patriarca Giacobbe, secondo il racconto della Genesi, vide gli angeli salire e scendere tra cielo e terra:
“Allo stesso modo tu sei diventata mediatrice e scala per la quale Dio discende verso di noi, allorché assume la fragilità della nostra sostanza, abbracciandola e unendola intimamente a sé”.
Del resto, tutti i fedeli, sia quelli che vanno sempre in chiesa sia quelli che non ci vanno mai, si rivolgono sempre alla Madre di Dio per ottenere grazie e favori. Persino i non cristiani, come i missionari raccontano pieni di meraviglia, volentieri pregano la Madonna.
Il poeta Dante ha scritto: “Qual vuol grazia e a te non ricorre, sua disïanza vuol volar senz’ali”. Cioè, com’è impossibile volare senza ali, così è impossibile ottenere una grazia senza affidarsi alla mediazione della Madonna.
I teologi latini, sempre bravi a sintetizzare in poche parole lunghi ragionamenti teologici, hanno sentenziato: “Quod Deus natura, tu gratia potes”.
Dio è onnipotente per natura, la Madonna lo è per grazia, cioè per volere di Dio stesso che l’ha scelta come Madre.
I protestanti si preoccupano che, in questo modo, l’unica mediazione di Cristo, asserita nel Nuovo Testamento (Uno solo è il mediatore fra Dio e gli uomini, leggiamo nella Prima Lettera di san Paolo a Timoteo), verrebbe oscurata. Al contrario! Dalla grazia sovrabbondante di Gesù sgorga questa fontana purissima che riversa con liberale e sovrana bontà grazie su grazie, attingendo alla inesauribile sorgente, che è suo Figlio. È un vero peccato che il Concilio Vaticano II (1962-1965), nonostante la richiesta di moltissimi vescovi che vi presero parte, non abbia proclamato come dogma la mediazione universale di Maria Santissima.
Questa verità di fede, oltre ad essere patrimonio comune tra i teologi, è scolpita nel cuore di tutti i fedeli, i quali, con le parole di Giovanni di Damasco, provano tanta gioia e pace nel dire alla Madonna: “O sovrana, Madre di Dio e vergine.
Leghiamo le nostre anime alla tua speranza come ad un’ancora saldissima e del tutto intangibile, consacrandoti mente, anima, corpo e tutto il nostro essere e onorandoti, per quando ci è possibile, con salmi, inni e cantici spirituali”.

 Roberto SPATARO sdb

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