« MONTI E VOI TUTTE, COLLINE, LODATE IL SIGNORE » (SAL 148, 9) – I MONTI DELLA BIBBIA

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I LUOGHI DI GESÙ

 I MONTI DELLA BIBBIA           

« MONTI E VOI TUTTE, COLLINE, LODATE IL SIGNORE » (SAL 148, 9).

 dalla rivista SacroCuore

« Gesù amava la montagna. Ogni volta che doveva comunicare qualcosa di bello ai suoi apostoli, se li portava su qualche monte della sua terra. Per Matteo il luogo privilegiato delle manifestazioni di Gesù sono i monti della Galilea. La vita di Gesù è inquadrata da due scene sul monte: all’inizio, il diavolo condusse Gesù sopra un monte altissimo per offrigli il potere sul mondo (Mt 4, 8-10) e alla fine, Gesù conferisce ai suoi il potere che ha ricevuto dal Padre (Mt 28. 16-20) » (Pia Compagnoni).
 Ben sappiamo che nella Bibbia i monti sono stati sempre privilegiati come luogo di rivelazione o di manifestazione di Dio. Basta pensare al monte Sinai, al monte Nebo, al monte Tabor e ad altri. La stessa configurazione della montagna, elevata verso il cielo e dove si gode più il silenzio e la bellezza della natura, ha ispirato gli uomini biblici e in genere tutti i fondatori di religioni, che l’hanno considerata come luogo ideale dell’incontro con Dio.
Molti monti di Israele furono centri religiosi importanti già da tempi remotissimi. Al tempo dei Cananei (gli ultimi abitanti prima dell’arrivo degli Ebrei) la gente venerava in modo particolare le montagne e vi eresse molti santuari. Alcuni di questi santuari passarono poi agli Israeliti che li trasformarono in centri della loro religione, prima che il tempio di Gerusalemme fosse da essi ritenuto come unico luogo di culto.
Lo stesso tempio di Gerusalemme si innalzava sul monte, detto appunto « monte del tempio », sicuramente sui resti di un antico santuario gebuseo.
La Bibbia cita spesso le montagne sia per il senso religioso che suscitano sia perché su di esse si sono svolti avvenimenti importanti o vi è vissuto qualche personaggio celebre, o perché vi era edificata una città o un santuario.
« La loro altezza e la loro stessa mole provocano un sentimento misterioso del sacro. Per questo quasi tutti i popoli hanno i loro monti santi, concepiti come dimora della divinità. La Bibbia conserva in parte queste credenze, depurandole da ogni elemento incompatibile con il più puro monoteismo. Appaiono infatti nella Sacra Scrittura allusioni al « monte di Jahvè » o alla « montagna santa » (O. Garcia de la Fuente).
In Terra Santa sembra che tutto si magnifichi e si ingrandisca. Forse perché l’estensione ridotta della terra e l’umiltà geologica delle sue componenti ha creato il bisogno di ingrossare gli elementi geografici del posto: così il lago di Galilea diventa un mare; un villaggio qualsiasi vien chiamato città; e una collina, monte.
Quando si parla di monti nella terra di Israele si deve tener conto che sono pochi quelli che oltrepassano i mille metri di altezza; si possono contare con le dita di una mano. Il Libano e l’Ermon, monti che si aggirano attorno ai 3000 m, si innalzano propriamente fuori della Terra Santa,
dove la montagna più alta è quella presso Merom, in Galilea, con appena 1208 m. di altezza.
Tra i monti importanti della storia biblica dobbiamo citare innanzitutto il monte Sinai, culla della religione e dell’esperienza religiosa del popolo guidato allora da Mosè. Fa parte non solo della geografia e della storia biblica, ma anche della fede e della pietà giudeo-cristiana ed è motivo di lode e di gloria per il Signore, citato in parecchi salmi.
Ma è stata soprattutto la presenza di Gesù – di cui alcuni monti della Terra Santa mostrano l’attrattiva incomparabile del suo ricordo e della sua preghiera – a renderli così cari e santi.

Joan Maria Vernet
SacroCuore/aprile 2003

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