SANT’ANNA E SAN GIOACCHINO (meditazione-devozione direi)
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SANT’ANNA E SAN GIOACCHINO
Dai loro frutti li riconoscerete …. Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi. Mt.7,16-17
I Nonni di Gesù
Sant’Anna e San Gioacchino,
rappresentano un pezzo fondamentale della storia della salvezza.
Davvero preziosa è la loro eredità,
se essa è costituita dalla persona stessa del Verbo incarnato!
Il loro nipote è Gesù Cristo,
Dio generato nella carne umana da Maria.
Gesù dice “Dai frutti conoscerete la pianta”
Dalla santità del frutto, cioè di Maria, Immacolata fin dal concepimento,
colei che doveva diventare il tabernacolo vivente del Dio fatto uomo,
deduciamo la santità dei suoi genitori Anna e Gioacchino.
Celebrare la festa dei “nonni” di Cristo,
significa per la Chiesa prendere sul serio, fino in fondo,
l’inserzione di Dio stesso nelle generazioni umane.
***
Il nome di Anna deriva dall’ebraico Hannah (grazia),
Gioacchino in ebraico significa Dio rende forti.
Sant’Anna, madre della Beata Vergine Maria,
è patrona delle madri di famiglia, delle vedove, delle partorienti,
viene spesso ritratta con un mantello verde, il colore delle gemme a primavera,
perchè dal suo seno è germogliata la Speranza del mondo.
Mancando nei Vangeli ogni accenno ai genitori della Vergine,
i nomi dei genitori di Maria si conoscono dall’apocrifo
‘Protovangelo di Giacomo’ (II Sec.)
dal quale emergono due biografie dense di fede e di tenerezza.
Il Protovangelo inizia la sua narrazione con gli eventi
che cambiarono la vita di Gioacchino e Anna.
Gioacchino era un uomo molto ricco,
che faceva le sue offerte al Tempio in misura doppia,
dicendo: “Quello che do in più sia per tutto il popolo”».
Ma quest’uomo ricco e pio viveva il grande dolore di non aver avuto figli
in vent’anni di matrimonio con la sua pia sposa Anna.
Egli si ricordò del patriarca Abramo, al quale Dio,
nella vecchiaia aveva concesso un figlio, Isacco.
Profondamente afflitto Gioacchino si ritirò nel deserto per quaranta giorni:
«Non scenderò di qui né per mangiare né per bere,
finché il Signore mio Dio non mi avrà guardato benignamente,
e la preghiera sarà per me cibo e bevanda».
Anna intanto viveva un duplice dolore:
«Piangerò la mia vedovanza, e piangerò la mia sterilità»,
e implorava il Signore dicendo:
«Benedicimi ed esaudisci la mia preghiera, come hai benedetto il ventre di Sara».
Ed ecco che l’angelo del Signore le si presentò davanti:
“Anna, Anna, il Signore ha ascoltato la tua preghiera e tu concepirai e partorirai,
e si parlerà della tua prole in tutto il mondo”.
E Anna rispose: “Se io metterò al mondo un figlio lo darò come offerta al Signore
mio Dio e starà al suo servizio per tutti i giorni della sua vita”.
Gioacchino, avvertito da un angelo, ritornò a casa da sua moglie,
che appena lo vide arrivare gli si appese al collo piena d’emozione
«Ora so che il Signore Iddio mi ha grandemente benedetta».
Dopo nove mesi Anna diede alla luce una bambina, alla quale mise il nome Maria.
Quando la bambina ebbe compiuto tre anni fu portata al Tempio,
dove venne accolta dal sacerdote che, la benedisse dicendo:
«Il Signore ha glorificato il tuo nome per tutte le generazioni,
in te alla fine dei tempi il Signore manifesterà la sua redenzione
per i figli d’Israele».
Pur nella discordante letteratura apocrifa, il fondamento storico,
è probabilmente arricchito da elementi secondari,
copiati dalla vicenda della madre di Samuele.
La tradizione cristiana ha comunque, accolto e venerato
Gioacchino e Anna come i genitori della Vergine.
Il culto di Gioacchino e di Anna è molto antico,
si diffuse prima in Oriente e poi in Occidente
Il culto di Sant’Anna è documentato in Oriente nel VI Sec.,
in Occidente nel X Sec.,
quello di San Gioacchino nel XIV Sec.
La Chiesa li festeggia il 26 Luglio.

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