CHI È PIETRO? 1. INTRODUZIONE GENERALE ALLA CONOSCENZA DEL PERSONAGGIO!
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CHI È PIETRO?
1. INTRODUZIONE GENERALE ALLA CONOSCENZA DEL PERSONAGGIO!
Pietro è un personaggio biblico del Nuovo Testamento, il cui nome originario era Simone, uno dei dodici Apostoli di Gesù Cristo, considerato primo Papa nella storia della Chiesa. Di questa persona importante si hanno abbondanti notizie biografiche nei Vangeli Sinottici, con i quali condividono la tradizione giovannea, negli Atti degli Apostoli e nella letteratura paolina. Pietro occupa, con certezza, uno spazio di primo piano nella Storia Sacra, riconosciuto e testimoniato da tutta la tradizione neo testamentaria, infatti, il suo nome compare sempre al primo posto negli elenchi degli Apostoli (cfr. Matteo 10,3; Marco 3,18; Luca 6,15; Atti degli Apostoli 1,13).
Pietro è definito il «discepolo storico» di Gesù, poiché testimone autorevole della sua risurrezione e, il garante dell’autenticità della tradizione cristiana. La figura dell’Apostolo acquista, poi, una notevole importanza nel corso degli eventi della Chiesa, fin dai primi secoli, per il ruolo primario della sede romana che a lui stesso si richiama. Originario di Betsaida con il fratello Andrea esercitava la professione di pescatore presso il lago di Galilea. Verosimilmente era sposato e, prima di seguire Gesù, incontrò il gruppo dei discepoli di Giovanni Battista. (Giovanni 1,40). Accompagnato da Gesù dal fratello Andrea, gli fu tramutato il nome in Pietro (tradotto dall’ebraico «Kefa» = pietra; cfr. Giovanni 1,42). Il nome di Pietro, ricevuto da Gesù, era, verosimilmente, da porre in rapporto con un aspetto del suo carattere, prima di divenire simbolo di quel primato che Gesù Cristo stesso gli riconobbe all’interno del gruppo dei Dodici, costituendolo fondamento e caposaldo della Chiesa nascente (Matteo 16,13-20). Accolto l’invito di Gesù, Pietro pertanto si mise al suo seguito e, in occasione della prima pesca miracolosa, fu invitato da Gesù stesso ad abbandonare le reti per divenire un pescatore di uomini (Luca 5,11). Con Giacomo (il Maggiore) e Giovanni (l’Evangelista), fu incluso da Gesù nel gruppo più ristretto dei Dodici, osservatore della risurrezione della figlia di Giairo (cfr. Marco 5,37; Luca 8,51), della Trasfigurazione del Signore (Matteo 17,1; Marco 9,2; Luca 9,28.54) e della sua agonia al Getsemani (Matteo 26,36; Marco 14,33). Durante l’Ultima Cena, Gesù gli affidò il compito di confermare nella fede i suoi fratelli (Luca 22,32),
nonostante questo, in occasione della Passione di Cristo, Pietro rinnegò il suo Maestro. Pietro, pentito, pianse amaramente il suo tradimento (Matteo 26,69-75; Marco 14,66-72; Luca 22,55-62; Giovanni 18,17.25-27) e beneficiato della prima manifestazione del Cristo risorto (Luca 24,12; Giovanni 18,17.25-27), ebbe in consegna tutto il suo gregge (Giovanni 21, 15-17). Il ruolo e la figura di Pietro conservati e tramandati nei testi evangelici sono integrati nell’ambito della Chiesa delle origini, in particolare negli Atti degli Apostoli e nelle Lettere dell’Apostolo delle Genti (San Paolo). Il ruolo dinamico e di guida di Pietro, all’interno del gruppo degli Apostoli appare esplicitamente fin dall’inizio, dopo la Pentecoste tenne il discorso programmatico, primo modello degli annunci missionari e, prese l’iniziativa di nominare il successore di Giuda Iscariota (Atti degli Apostoli 1,15-26). Ancora Pietro proclamò per la prima volta, pubblicamente, il messaggio della Risurrezione di Cristo a Israele (Atti 2,14-36) e anche fuori dalle mura di Gerusalemme (Atti 3,12-26; 4,8-12; 5,29-32; 10,34-43). Inoltre, Pietro operò miracoli prodigiosi (Atti 3,1-10; 5,1-11.15; 9,32-42); fu oggetto di attenzione divina e ricevette visioni (Atti 5,17-21; 10,9-48; 12,6-11). Pietro fu altresì il portavoce della comunità di Gerusalemme (Atti 8,14-25; 11,1-8) e, punto di mezzo all’interno della Chiesa gerosolimitana (Atti 15,7-11). 3 Infine, Pietro assunse un ruolo decisivo in occasione del Concilio di Gerusalemme (Atti 15) e nell’apertura missionaria ai pagani (Atti 11,17). A iniziare dal capitolo quindicesimo degli Atti degli Apostoli, sebbene la figura di Pietro scompaia per cedere il posto a Paolo, la sua autorità era, tuttavia, serenamente e unanimemente riconosciuta, come testimonia lo stesso Paolo, il quale nelle sue Lettere si avvale delnome di Cefa o Pietro (Galati 2,7.8) e, in nessun caso quello di Simone, pressoché a comprovare la stima e il riconoscimento di un incarico assegnato (a Pietro) esplicitamente da Gesù Cristo. L’autorità di Pietro era vitale in tutte le grandi città conquistate dalla fede cristiana; s’impose a Gerusalemme accanto a quella di Giacomo, ad Antiochia, a Corinto, dove vi era un gruppo che si richiamava direttamente a Pietro (1°Corinti 1,12; 3,22), infine a Roma dove secondo la tradizione asserita nel novantasei da Clemente, egli avrebbe subito il martirio nella persecuzione di Nerone, insieme a Paolo. La Chiesa Cattolica ne celebra la festa il ventinove giugno, insieme all’Apostolo delle Genti (San Paolo). La catechesi di Pietro, centrata sulla figura di Cristo, il figlio di Dio vivente (Matteo 16,16; Marco8,29; Luca 9,20), secondo la professione di fede dello stesso Apostolo, s’inserisce nell’alveo della predicazione primitiva cristiana e trova larga eco nel Vangelo di Marco. ’immediatezza dello stile dell’evangelista Marco fa presumere che egli abbia trascritto i discorsi di Pietro mentre l’Apostolo stesso parlava; altri discorsi attribuiti a Pietro, come abbiamo già rilevato, sono contenuti negli Atti degli Apostoli. A Pietro, inoltre, si attribuiscono la composizione di due Lettere del Nuovo Testamento, ritenute «canoniche» da tutta la tradizione cristiana che le annovera tra le cosiddette Lettere Cattoliche. Le due Lettere presentano però forti dissomiglianze tra loro, sia a livello contenutistico, linguistico e stilistico. La Prima Lettera di Pietro, scritta in buon greco, si presenta come una composizione poco unitaria, anche se la lingua e il pensiero sono assolutamente coerenti. E’ scritta ai cristiani di origine pagana dell’Asia Minore da Pietro, Apostolo di Gesù Cristo (1,1) che egli considera nella loro qualifica di battezzati (1,3.12.23) e nella loro situazione di perseguitati. Anche se la questione è dibattuta, non sembrano esserci giustificazioni affidabili contro la tradizionale attribuzione della Lettera a Pietro, il quale l’avrebbe dettata a un suo collaboratore che scriveva e pensava in greco, durante il suo soggiorno a Roma, poco prima della sua morte. Il genere letterario della Prima Lettera di Pietro è di una Lettera con «prescritto», «proemio», «saluti finali» e, «augurio», anche se qualche esegeta ha preferito identificarla come un’omelia, o come una liturgia battesimale. La struttura letteraria dell’epistola (che appare un intreccio di esortazioni morali), può essere articolata in tre parti, comprese tra un «prologo» (1,1-12), costituito da un «prescritto» (1,1-2), un «proemio» (1,3-12), un «epilogo» che contiene i saluti finali. La «prima parte» (1,3-2,10) è un’esortazione affettuosa alla santità e un invito insistente ad agire secondo la loro condizione di figli di Dio. La «seconda parte» (2,11-4,6) considera i doveri del cristiano, specialmente, di quelli imposti dalla situazione sociale e familiare di ciascuno. La «terza parte» contiene degli avvertimenti che riguardano la vita interna delle comunità, le tribolazioni del tempo presente e il giudizio futuro.
La Seconda Lettera di Pietro, tra le più brevi del Nuovo Testamento, è considerevolmente diversa dalla Prima Lettera e questo fatto, unito a quello della sua posticipata inclusione nel Canone del Nuovo Testamento, ha portato i biblisti a escludere la sua effettiva attribuzione a Pietro. La Lettera, scritta con uno stile altisonante, solenne, da uno scrittore che comprova di avere una buona cultura ellenistica, intende difendere l’ortodossia dei suoi destinatari giudeocristiani, con un’aspra polemica contro i maestri bugiardi, ingannatori (cfr. 2,1) e va collocata in ambiente apocalittico, con incognite scaturite da attese escatologiche deluse (cfr. 3). La struttura letteraria non è unitaria, anche se unico, originale, è il tema e il contenuto della Lettera, ossia, la difesa dell’escatologia. 4
2. Deduzioni utili … per l’approfondimento!
Pietro è il primo del gruppo dei Dodici, è stato posto dallo stesso Gesù Cristo come suo vicario nella Chiesa, fino al compimento ultimo. Nel Nuovo Testamento sono molti i dati che riferiscono di Pietro, dalla sua chiamata a seguire il maestro (Giovanni 1,35-42) al cambiamento di nome da Simone a quello di Pietroroccia. Leggendo la Sacra Scrittura, possiamo scorgere una sorta di trasformazione radicale di quest’uomo, in altre parole, provenendo dal gruppo dei tre discepoli (favoriti) che seguono Gesù sul Monte Tabor (Matteo 17,1), diviene l’uomo che, a nome di tutti, professa la fede nella «messianicità» di Gesù Cristo (Marco 8,29). Pietro è indicato, nella prima professione di fede, come il primo al quale Gesù risorto appare (1°Corinti 15), quindi, non ci sono nemmeno incertezze sul suo primato tra i Dodici all’indomani di Pasqua (Galati 1,18), anche se è Pietro stesso che si pone in ricerca della via di comunicazione migliore da inseguire perché il Vangelo sia annunciato a proprio a tutti (Atti degli Apostoli 10-15; Galati 2). Dallo stesso Gesù risorto, Pietro è chiamato a seguirlo, senza tentennamenti o richiesta di spiegazioni. Quest’ultimo aspetto è indicazione di un Amore che si abbandona totalmente al Signore e, che è in grado di amare, più degli altri, in forza della missione affidatagli (Giovanni 21,15-23). Dall’insieme dei dati neo-testamentari, Pietro è segnalato come una personalità forte, ma allo stesso tempo combattuta, capace di grandi slanci, ciò nondimeno di momenti paurosi. Pietro, è altresì in grado di riconoscere il proprio peccato, ciò nonostante è anche cosciente di essere posto da Gesù stesso a guida della prima comunità dei cristiani. Poiché deve «confermare nella fede» i fratelli (Luca 22,31), la sua funzione importante (missione) è estesa, tramandata dai suoi subentranti (i pontefici), fino al ritorno del Signore!
3. Analisi
Come abbiamo già accennato, sono molte le citazioni bibliche che vedono come persona di primo piano la figura di Pietro, esaltata nella sua funzione importante di, roccia sicura, solida, costituita dal Cristo per la sua Chiesa! Ciò nonostante, Pietro è altresì un personaggio individuato nella sua fragilità di essere umano che, non pensa secondo l’Altissimo, ma, secondo gli esseri umani, come riporta il Vangelo di Matteo (16, 21-27). E’ davvero impossibile tracciare un profilo umano completo, quello del primo degli Apostoli in poco spazio, basti pensare alla semplice presenza del suo nome (tradotto dal greco «Pétros» per centocinquantaquattro volte, ventisette volte come «Simone», nove volte dall’aramaico in «kefa» = pietra). Forse è meglio iniziare da quella sorta di «alba della vocazione apostolica» che, ha come sfondo il Lago di Tiberiade, attraversato numerosissime volte in barca, in compagnia dell’assiduo fratello Andrea e, prendendo come spunto le stesse parole pronunciate da Gesù di Nazareth: «Seguitemi, vi farò pescatori di uomini». A quelle parole di Gesù, gli stessi discepoli, abbandonate le reti, istantaneamente lo seguirono (cfr. Matteo 4,20). 5 Iniziava, in questo modo, il grande «giorno apostolico» che avrebbe sperimentato tanti eventi narrati dai Vangeli. Anche questa giornata, come qualunque altro giorno ha il suo «mezzogiorno», stavolta però a Cesarea di Filippo, a seguito della domanda del Signore: « … voi chi dite che io sia?». Pietro, senza alcun tentennamento, risponde prontamente: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». Seguono a questo punto le parole di Gesù che, renderanno Simone il primo nella lista dei Dodici Apostoli: «Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa … (cfr. Matteo 16, 13-19)». Quindi, sono tre i segni di riconoscimento, applicati all’Apostolo. Il primo è quello della pietraroccia, evocata nel nome stesso Pietro – Kefa e, segno di stabilità e sicurezza. L’Apostolo rende riconoscibile, nella storia, la fondazione primaria e divina di Cristo, sulla quale si basa la comunità cristiana. Il secondo segno di riconoscimento è rappresentato dalle «chiavi» che, sono l’emblema di autorità giuridica, ciò nondimeno, anche d’insegnamento. Il terzo è raffigurato, invece, dall’immagine di «legare» e, di «sciogliere», ovverosia quella di «rimettere i peccati», nel nome del Signore ma anche l’ammonire, l’esortare, il formare nella fede, i fratelli. La stessa esistenza di Pietro, tuttavia, conosce sbandamenti pericolosi. Basti riflettere un istante sul tempo della crisi personale, dell’oscurità culminata nel tradimento, chi non ricorda il rinnegamento perpetuato per ben tre volte, nel cortile del palazzo del sommo sacerdote, proprio mentre Gesù era processato. Oggi, questo comportamento si chiamerebbe facilmente «voltafaccia». « … Pietro intanto se ne stava seduto fuori, nel cortile. Una giovane serva gli si avvicinò e disse: «Anche tu eri con Gesù, il Galileo!». Ma egli negò davanti a tutti dicendo: «Non capisco che cosa dici». Mentre usciva verso l’atrio, lo vide un’altra serva e disse ai presenti: «Costui era con Gesù, il Nazareno». Ma egli negò di nuovo, giurando: «Non conosco quell’uomo!». Dopo un poco, i presenti si avvicinarono e dissero a Pietro: «È vero, anche tu sei uno di loro: infatti il tuo accento ti tradisce!. Allora egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quell’uomo!». E subito un gallo cantò. E Pietro si ricordò della parola di Gesù, che aveva detto: «Prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». E, uscito fuori, pianse amaramente … (Matteo 26, 69-75)». Dall’abisso oscuro di quella notte, tuttavia Pietro si alzerà nuovamente, non soltanto con le lacrime del suo pentimento sincero, ma anche con la triplice dichiarazione d’amore, pronunciata innanzi al Cristo risorto, proprio sul litorale di quello stesso lago dove incontrato Gesù per la prima volta: «Signore, tu sai che io ti amo». Ed è così che egli riceve di nuovo, stavolta in forma ufficiale, il compito di pascere gli agnelli del gregge della Chiesa che nasce (cfr. Giovanni 21, 15-19). Gesù Cristo, in questa stessa circostanza, farà intravedere a Pietro anche il suo destino ultimo terreno, vale a dire, quello del martirio con il quale egli avrebbe glorificato l’Altissimo. «Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: Seguimi. (Giovanni 21,19)». A questo punto l’Apostolo annunzierà, al mondo
intero, la parola di quel Risorto che egli per primo aveva incontrato all’alba di Pasqua, come registrano sia Giovanni (20,1-10) che lo stesso Paolo (1° Corinzi 15,5). Sarà poi Pietro a intervenire, influentemente, negli avvenimenti importantissimi della Chiesa delle origini, a iniziare dalla Pentecoste, fino al Concilio di Gerusalemme, secondo la narrazione offerta dagli «Atti degli Apostoli» che ci riserva (unitamente alle due Lettere che recano il nome di Pietro) una vivace rappresentazione della sua azione apostolica. 6
4. La fede di Pietro
I dialoghi biblici che frequentemente intercorrono tra Pietro e il Signore sono sostanzialmente uno scambio di attestati messianici» tra Pietro e Gesù: in altre parole possiamo leggere dei discorsi di «Pietro su Gesù» e di «Gesù su Pietro».
Si riassume così, in Gesù e Pietro, la struttura biblica essenziale: un discorso di Dio sull’uomo e un discorso dell’essere vivente su Dio. Il contenuto essenzialmente cristologico della fede di Pietro, eletto come portavoce degli altri apostoli nella risposta alla domanda di Gesù, ha una portata molto smisurata! Gesù non è solo il Cristo messia ma anche «il Figlio del Dio vivente». Ad esempio, la stessa puntualizzazione di Gesù: « … il Padre mio te l’ha rivelato … » è un’importante approvazione di quanto in quel momento Pietro comunichi sotto l’ispirazione dello Spirito. Pietro, è il modello di credente fedele che è tale per la rivelazione del Padre, per Grazia e, che mediante la fede conosce nella carne e nella storia «il Cristo, il Figlio dei Dio vivente». Per questa ragione Pietro è la pietra sulla quale Gesù Cristo edifica la sua chiesa, la prima pietra a essere collocata! Ugualmente tutti i fedeli, come dirà lo stesso Pietro (1°Pt 2,4), sono pietre viventi di quell’edificio spirituale che è la Chiesa di Cristo! La chiesa delle origini, concentrandosi nella lettura del Nuovo Testamento, ha riconosciuto a Pietro, su indicazione di Gesù (Beato te, Simone), la chiamata ad adempiere nella comunità tre compiti essenziali riassunti in tre espressioni figurate: la pietra, le chiavi, il legare e sciogliere. E’ importante riflettere su questi tre simboli e ad attribuire non soltanto a Pietro, bensì a tutta la
chiesa, per risaltare che non si tratta di concessioni esclusive soltanto di Pietro (anche se a lui competono alla radice), ma di prestazioni d’opera che un uomo esercita a beneficio di tutta la comunità! Ciò nonostante, se tutti i fedeli, ancor’oggi, non cooperano alla costruzione dell’edificio della fede, se ciascuno di noi non confessa la fede e non diviene pietra, non potrà mai veder realizzata la casa del Signore, la Gerusalemme celeste da edificare per tutte le genti. Questo «ministero» affidato a Pietro non raggiunge i suoi effetti in forma meccanica ogni volta che qualcuno siede sul trono di San Pietro, bensì, si basa su una profonda fede e su un amore fedele! Tutto questo deve essere sostenuto dalla preghiera di tutta la chiesa, perché Pietro ha, ancor’oggi, una funzione molto articolata e faticosa.
Rimanere fedeli credenti, è dunque una delle caratteristiche della vocazione cristiana, edificata sulla «roccia» della «fede di Pietro» e, sulla dedizione alla chiamata dei Signore, testimoniata e vissuta alla condotta di Pietro. Di fronte alle prove e cocenti delusioni, non può esistere altra via migliore che quella della preghiera comunitaria! L’essere riuniti nel nome di Cristo costituisce la prima e migliore confessione di fede che apre (alla rivelazione del Padre) oltre ogni veduta umana. «Simon Pietro, servo e apostolo di Gesù Cristo, a coloro ai quali il nostro Dio e salvatore Gesù
Cristo, nella sua giustizia, ha dato il medesimo e prezioso dono della fede: grazia e pace siano concesse a voi in abbondanza mediante la conoscenza di Dio e di Gesù Signore nostro (2° Pietro 2,1)». 7
5. Riferimenti biblici
(È UNO SCHEMA, NON LO METTO)
6. Alcune tappe rilevanti della vita di Pietro e, le relative «attualizzazioni»
(ANCHE QUESTO LO SALTO, POTETE CERCARLO SUL SITO)
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