OMELIA PER IL CORPUS DOMINI – T’ADORIAMO OSTIA DIVINA, T’ADORIAMO OSTIA D’AMORE
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OMELIA – PADRE ANTONIO RUNGI
T’ADORIAMO OSTIA DIVINA, T’ADORIAMO OSTIA D’AMORE
Celebriamo oggi la Solennità del Corpus Domini che per antica tradizione è la festa più importante e sentita della cristianità circa il culto eucaristico. Il centro della vita di ogni cristiano è la SS.Eucaristia, sia come celebrazione del memoria della pasqua del Signore, sia come partecipazione alla mensa eucaristica ed al banchetto del cielo che la SS.Eucaristia anticipa sacramentalmente.
Intorno a questa festa si sono sviluppate importanti manifestazioni di culto e di fede, che, soprattutto in alcune comunità conservano la loro freschezza, validità, incisività nella vita spirituale dei cristiani. Parliamo della Processione del Corpus Domini che in questa giornata si svolge in tutte le nostre comunità, ove la solennità la si festeggia di Domenica. Alla scuola della SS.Eucaristia si sono formati i santi che oggi vengono riproposti come modelli di vita per quanti sentono nel loro cuore l’urgenza di una vera comunione con il Signore e nel Signore con tutti i nostri fratelli nella fede e nell’umanità. I bellissimi canti religiosi e liturgici dedicati all’Eucaristia costituiscono per se stessi una catechesi ed una lezione di spiritualità eucaristica. Tutti i santi attratti dal grande mistero della fede, che racchiude in sé la presenza in corpo, sangue, anima e divinità di nostro Signore Gesù Cristo, hanno scritto ed hanno composto canti in onore di Gesù Sacramentato. Dai Padri della Chiesa, ai grandi teologi, ai santi di ieri e di oggi. Ascoltando loro e leggendo i testi composti da chi davvero è stato attratto dall’Amore Eucaristico noi possiamo capire il senso di questa odierna celebrazione. Il classico canto che conosciamo tutti quanti « T’adoriamo, ostia divina » ci invita a rinnovare la nostra lode a Dio, il nostro grazie verso colui che ha dato la vita per noi, Gesù Cristo Redentore. Rinnoveremo questa lode al Signore anche quest’anno con il partecipare prima di tutto alla liturgia eucaristica e poi alla solenne processione del Corpus Domini, che è la madre di tutte le processioni che si svolgono nelle nostre città e nei nostri quartieri, in quanto a camminare per le strade della nostra vita quotidiana è lo stesso Cristo nel santissimo sacramento dell’altare. Non è l’immagine della Madonna e neppure di santi, non sono le icone del Cristo, della Vergine Santa e dei Santi, ma è Gesù stesso che passa per le nostre strade a benedire, confortare e consolare, ma anche a chiedere un impegno di vita cristiana che parta proprio dal culto eucaristico e che si sviluppi in questo orizzonte.
Il testo della sequenza che leggeremo oggi nella liturgia della santa messa ci immette nei contenuti teologici della SS.Eucaristia. « Questa è la festa solenne nella quale celebriamo la prima sacra cena. È il banchetto del nuovo Re, nuova Pasqua, nuova legge; e l’antico è giunto a termine. Cede al nuovo il rito antico, la realtà disperde l’ombra: luce, non più tenebra. Cristo lascia in sua memoria ciò che ha fatto nella cena: noi lo rinnoviamo. Obbedienti al suo comando, consacriamo il pane e il vino, ostia di salvezza. È certezza a noi cristiani: si trasforma il pane in carne, si fa sangue il vino. Tu non vedi, non comprendi, ma la fede ti conferma, oltre la natura. È un segno ciò che appare: nasconde nel mistero realtà sublimi. Mangi carne, bevi sangue; ma rimane Cristo intero in ciascuna specie. Chi ne mangia non lo spezza, né separa, né divide: intatto lo riceve. Siano uno, siano mille, ugualmente lo ricevono: mai è consumato. Vanno i buoni, vanno gli empi; ma diversa ne è la sorte: vita o morte provoca. Vita ai buoni, morte agli empi: nella stessa comunione ben diverso è l’esito! Quando spezzi il sacramento non temere, ma ricorda: Cristo è tanto in ogni parte, quanto nell’intero. È diviso solo il segno non si tocca la sostanza; nulla è diminuito della sua persona ».
La liturgia della parola è chiaramente tutta improntata ai testi eucaristici, a partire dalla prima lettura tratta dal libro della Gènesi, nella quale si parla del sacrificio offerto al Signore dal sacerdote Melkisedek. Testo di chiaro riferimento al mistero dell’eucaristia, che è sacrificio di lode e di ringraziamento.
La seconda lettura, tratta dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi, ci presenta il momento dell’istituzione dell’eucaristia e la trasmissione orale di questo grande avvenimento alla vigilia della passione di Cristo che si celebra nel cenacolo, alla quale anche Giuda, il traditore, prende parte. Forte richiamo a quale tipo di approccio spirituale abbiamo noi con l’Eucaristia. Con la sensibilità di Giovanni o l’indifferenza di Giuda? A vedere come ci si accosta alla SS.Eucaristia in molte chiese e soprattutto a livello personale dovremmo pensare davvero che l’Euacristia sta diventando la grande sconosciuta nella vita dei cristiani, a partire dagli stessi bambini che hanno fatto la prima comunione e dopo le feste e festiccine si domenticano facilmente dell’eucaristia e l’abbandonano immediatamente. Come è triste sapere che tanti bambini e giovani una volta ricevuto il sacramento vi si accostano raramente o per niente. I frutti di un approccio più positivo all’Eucaristia difficilmente lo recuperiamo. Giustamente allora l’Apostolo Paolo rammenta ai cristiani di Corinto questo fatto speciale: l’istituzione dell’eucaristia e del sacerdozio cattolico in quell’ultima memorabile cena di Dio tra noi.
Ma è soprattutto il Vangelo a far convergere l’attenzione sul mistero dell’eucaristia con il presentarsi la moltiplicazione dei pani che, come si sa nel Vangelo dice chiaro riferimento al mistero eucaristico. Dal Vangelo secondo Luca, ascoltiamo, infatti, il racconto della moltiplicazione dei pani e dei pesci.
Chiudiamo questa nostra riflessione sul Corpus Domini con quanto diremo nel Prefazio dell’Eucaristia che ci introduce nel mistero della transustanziazione del pane e del vino nel corpo e sangue di Gesù. Chi mangia questo cibo e beve questa bevanda ha la vita eterna e non va incontro al giudizio di condanna. « Nell’ultima cena con i suoi Apostoli, egli volle perpetuare nei secoli il memoriale della sua passione e si offrì a te, Agnello senza macchia, lode perfetta e sacrificio a te gradito. In questo grande mistero tu nutri e santifichi i tuoi fedeli, perché una sola fede illumini e una sola carità riunisca l’umanità diffusa su tutta la terra. E noi ci accostiamo a questo sacro convito, perché l’effusione del tuo Spirito ci trasformi a immagine della tua gloria ».
Accostiamoci spesso a questo sacro convinto soprattutto di domenica, nei tempi forti dell’anno liturgico e in tutte le feste e ricorrenze. Saremo felici davvero e per l’eternità, in quanto ricevendo il corpo del Signore noi siamo intimamente legati a Lui e lo amiamo davvero più della nostra stessa vita.
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