SPIRITUALITA’ MARIANA – IL MAGNIFICAT, L’EXULTET DI MARIA
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SPIRITUALITA’ MARIANA - IL MAGNIFICAT, L’EXULTET DI MARIA
Nel suo Magnificat Maria si fa voce di tutta l’umanità. È l’umanità povera che canta la sua Pasqua di salvezza. E con sette verbi – spiegato, disperso, rovesciato, innalzato, ricolmato, rimandato, soccorso – Maria descrive l’agire di Dio sull’umanità.
Federico Nietzche, parlando dei cristiani nel suo Zarathustra, afferma: « Canti migliori dovrebbero cantarmi, perché io impari a credere al loro Redentore. Un’aria più da salvati dovrebbero avere i suoi discepoli ». È questa una delle sfide più forti per i cristiani d’oggi, che si dimenticano facilmente di aver accolto e di dover annunciare una « lieta notizia », che fanno fatica a vivere con convinzione e originalità la loro dignità di esperti della Pasqua.
Per essere cristiani più veri e più credibili, bisognerebbe che ci rivolgessimo a Maria, che è modello della vita Pasquale e per questo venerata quale « causa della nostra letizia ». Bisognerebbe che imparassimo meglio il suo canto.
Il Magnificat è paragonabile all’exultet che la Chiesa intona nella notte di Pasqua. La Pasqua, il passaggio di Dio nella storia umana realizzato in Cristo, opera un passaggio dell’uomo dalla morte alla vita, dalle tenebre alla luce, dalla disperazione alla gioia. Il Magnificat celebra appunto questo passaggio.
Maria sperimenta in sé il passaggio di Dio
« O notte veramente gloriosa, che ricongiunge la terra al cielo e l’uomo al suo creatore ». Così canta la Chiesa nell’Exultet Pasquale. Pasqua è dove si celebra questo passaggio-incontro, in cui è sempre Dio a fare il primo passo. Dio passa dalla parte dell’uomo perché l’uomo passa passare alla parte di Dio. Al venire divino risponde un andare umano, all’avvento di Dio fa eco l’esodo dell’uomo.
Maria sente realizzarsi dentro di sé questo misterioso incontro. Ella sperimenta la Pasqua mentre canta il Magnificat. « L’anima mia magnifica il Signore… grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente ». Maria percepisce con stupore il passo di Dio nella sua vita. Le è dato di testimoniare un « passaggio » straordinario di Dio nella storia, un passaggio che porta un nome e un volto: Gesù Cristo, di cui Maria è chiamata ad essere madre. Tutta l’opera salvifica di Gesù si svolge nel dinamismo del passaggio: con l’incarnazione, il figlio di Dio « discende dal cielo » (Gv 6,38), passando dalla sfera di Dio al mondo umano; la croce e la risurrezione, invece, segnano il suo « passare da questo mondo al Padre » (Gv 13,1). Maria è testimone e collaboratrice di questo duplice passaggio, ciò conferisce a tutta la sua esistenza, e in particolare al suo canto che rappresenta uno specchio limpido della sua vita, una tonalità Pasquale.
In Maria si compie il passaggio dell’umanità
« Dio ci ha fatti passare dalla schiavitù alla libertà, dalla tristezza alla gioia, dal lutto alla festa, dalle tenebre alla luce. Perciò diciamo davanti a lui: alleluia! » (Pesachim X,5). Sono parole della liturgia Pasquale ebraica, che evidenziano questo concetto: il passaggio di Dio opera un passaggio nell’uomo. Pasqua è passare a ciò che non passa!
Ora, le « grandi cose » che Maria sente realizzate in sé sono precisamente questi passaggi pasquali: dalla piccolezza della serva alla grandezza della madre, dal niente dell’essere creaturale alla pienezza della grazia, dall’umiltà alla gloria. Come per il suo figlio, così per Maria, la Pasqua è un admirabile commercium, un meraviglioso incontro degli estremi.
Come non esplodere di gioia nello scoprirsi un prodigio così stupendo! Nel suo Magnificat Maria si fa voce di tutta l’umanità. « Ha spiegato la potenza del suo braccio… » (Lc 1,51-55). Con una serie di sette verbi: spiegato, disperso, rovesciato, innalzato, ricolmato, rimandato, soccorso, Maria descrive l’agire di Dio sull’umanità. Egli è il Dio della Pasqua. Infatti i sette verbi rappresentano tutti un ribaltamento della situazione, un passaggio. La Pasqua di Dio sconvolge gli schemi umani ed opera un cambiamento a vari livelli:
a livello politico: « ha rovesciato i potenti dai troni e ha innalzato gli umili ».
a livello sociale: « ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote ».
a livello di valutazione morale: « ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore ».
a livello storico-salvifico: « ha soccorso Israele suo servo, ricordandosi della sua misericordia ».
A Maria, donna della Pasqua
O Maria, Vergine del Magnificat e donna della Pasqua, veglia su questo mondo in continuo passaggio ma che non sa dove andare. Portaci a colui che può « mutare il nostro lamento in danza e la veste di sacco in abito di gioia » (Ger 31,13).
Sei l’esperta del passaggio.
A Nazaret il tuo « sì » segna il passaggio tra l’Antico e il Nuovo Testamento.
Ad Ain Karem annunzi con il tuo Magnificat il passaggio ad un mondo nuovo.
A Betlemme partecipi al passaggio di Dio dal cielo alla terra.
A Gerusalemme con la profezia di Simeone e con la perdita del tuo figlio nel tempio compi una Pasqua interiore e senti passare una spada nel tuo cuore.
A Cana hai provocato il cambiamento dall’acqua al vino.
Al Calvario sei testimone del passaggio dell’umanità dalla morte alla vita.
Nel Cenacolo accogli con tutta la Chiesa la Pasqua dello Spirito.
Dopo il tuo « passaggio » nel cielo, non hai cessato di essere ausiliatrice della nostra Pasqua, causa della nostra letizia. Lungo tutta la storia della Chiesa ti troviamo in tutte le svolte, tutti i momenti quando spunta l’alba, quando germoglia la vita. Continua ad assisterci, o Maria, nel nostro passaggio terreno. Fa’ che camminiamo sicuri cantando il tuo canto Pasquale: il Magnificat.
Maria Ko Ha Fong
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