L’ICONA DELLA NATIVITÀ DEL SIGNORE

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L’ICONA DELLA NATIVITÀ DEL SIGNORE

Tradotto perTradizione Cristiana da E. M. dicembre 2011

Sull’icona della Natività di nostro Signore, è raffigurato tutto il messaggio evangelico dell’incarnazione del nostro Salvatore dalla Vergine Maria, insieme ad altri dettagli aggiunti dalla santa Tradizione. Su molte icone della Natività ci sono un gran numero di dettagli, in altre meno. Nel diagramma qui mostrato, tratto da un disegno per un’icona, possiamo individuare almeno 8 elementi principali.

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(1) Il focus dell’icona, ovviamente, è la nascita di nostro Signore dalla sua Purissima Vergine Madre Maria; Lei viene mostrata più grande di tutte le altre figure, sdraiata su una stuoia, e che guarda non verso il suo Figlio neonato, ma piuttosto con amore e compassione verso il suo sposo, san Giuseppe (7), vedendo la sua afflizione e lo smarrimento per questa nascita molto singolare e divina. Egli viene mostrato in basso a sinistra, mentre conversa con Satana, travestito da vecchio pastore. La postura di san Giuseppe è quella del dubbio e del travaglio interiore, per lui che si chiedeva se fosse possibile che il concepimento e la nascita non venissero da qualche unione umana segreta; come beato egli serviva la Madre di Dio e il suo Figlio divino, nonostante questi pensieri e tentazioni, e per proteggerla dai pettegolezzi maligni della gente che non poteva ancora comprendere come fosse possibile un così grande mistero. Nostro Signore è mostrato in fasce, che giace in una mangiatoia, “perché non c’era posto per loro nell’albergo” (Cfr Luca 2). Lo sfondo del presepe è una caverna buia (3), che ci ricorda immediatamente la grotta in cui fu sepolto nostro Signore, 33 anni dopo, avvolto in un sudario. Nella grotta ci sono un bue e un asino, dettagli non citati negli evangeli, ma che rappresentano una caratteristica invariabile di ogni icona della Natività, la scena è stata inserita per mostrare il compimento delle parole del profeta Isaia: “Il bue conosce il suo Proprietario e l’asino la greppia del suo Padrone, ma Israele non mi conosce, e il popolo non mi ha considerato” (Isaia 1, 3). (2) Al di sopra di questa composizione centrale, nel centro stesso dell’icona vi è la stella meravigliosa proveniente dal cielo, che ha guidato i Magi (6) al luogo dove giaceva il nostro Salvatore; essa ci ricorda la sfera celeste che vediamo sulle icone della Teofania, o della Pentecoste, dovunque è indicato l’intervento divino.
Lateralmente si vedono i santi angeli (4) mentre glorificano Dio e portano la buona novella della nascita del Signore ai pastori (5). Il fatto che pastori Ebrei e magi pagani furono tra i primi ad adorare il Signore ci mostra l’universalità di questo grande evento, inteso per la salvezza di tutta l’umanità.
Il dettaglio finale di questa icona, la scena del lavaggio del Signore (8) è un elemento che ha causato qualche polemica nel corso dei secoli. In alcune chiese dei santi monasteri del Monte Athos, la scena negli affreschi è stata deliberatamente cancellata e sostituita con cespugli o pastori; era opinione comune che questa scena fosse degradante verso Cristo, che non aveva bisogno di essere lavato, essendo nato in una maniera miracolosa da una vergine pura. Ma noi manteniamo questa immagine sulle nostre icone, essendo parte della santa tradizione trasmessaci; davvero essa non degrada il Signore, ma lo esalta, come è evidente nella preghiera per la levatrice stabilita al momento del battesimo di un bambino: (dal Potrebnik del vecchio rito, seconda Preghiera per la levatrice) “Maestro e Signore, nostro Dio… Che giacesti in una mangiatoia e benedicesti la levatrice Salome* che credette in un’onorevole verginità…” [* secondo la Tradizione, Salome era figlia di san Giuseppe dal suo precedente matrimonio]. Chi, più efficacemente di una levatrice, potrebbe testimoniare la nascita divina e verginale? Perciò facciamo bene a comprendere l’importanza di questa scena beata.
Infine, mentre osserviamo l’icona come una composizione unita, non possiamo che essere pieni di gioia, non solo a causa dei colori brillanti e delle attività festive ivi rappresentate, ma per la gioiosa notizia della nostra salvezza da essa proclamata in modo così chiaro. In essa, tutta la creazione gioisce per la nascita del nostro Signore: il cielo (una stella e gli angeli), la terra (le montagne, le piante e gli animali); e soprattutto l’umanità, rappresentata più perfettamente nella figura della nuova Eva, la purissima Madre di Dio.

Cristo è nato! Glorificatelo!

Testo originale in: http://www.churchofthenativity.net/

Publié dans : arte sacra, NATALE 2012, Ortodossia |le 15 janvier, 2013 |Pas de Commentaires »

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