St Jean de la Croix

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SAN GIOVANNI DELLA CROCE
Orazione dell’anima innamorata
Mio Signore, mio amato, se non compi quello che io ti chiedo perché ancora ti ricordi dei miei peccati, fai pure, o Dio mio, riguardo ad essi la tua volontà, che è quanto io cerco di più; usa la tua bontà e misericordia e sarai conosciuto in essi. E se tu attendi le mie opere per concedermi ciò di cui ti prego, concedimele e compile tu e vengano pure le pene che tu desideri accettare da me, ma se tu non aspetti le mie opere, che cosa aspetti, o clementissimo mio Signore? Perché tardi? Se infine deve essere grazia e misericordia quella che ti chiedo nel tuo Figlio, accetta il mio piccolo contributo perché lo vuoi e concedimi questo bene, poiché vuoi anche questo.
Chi potrà mai liberarsi dal suo modo di agire e dalla sua condizione imperfetta, se tu, o Dio mio, non lo sollevi a te in purezza di amore?
Come si innalzerà a te l’uomo generato e cresciuto in bassezza, se tu o Signore, non lo sollevi con la mano con cui lo creasti?
Non mi toglierai, Dio mio, quanto una volta mi hai dato nel tuo unico Figlio Gesù Cristo, nel quale mi hai concesso tutto ciò che io desidero; perciò io mi rallegrerò pensando che tu non tarderai, se io attendo.
Perché indugi a lungo, potendo tu subito amare Dio dentro il tuo cuore?
Miei sono i cieli e mia la terra, miei sono gli uomini, i giusti sono miei e miei i peccatori. Gli angeli sono miei e la Madre di Dio, tutte le cose sono mie. Lo stesso Dio è mio e per me, poiché Cristo è mio e tutto per me.
Che cosa chiedi dunque e che cosa cerchi, anima mia? Tutto ciò è tuo e tutto per te.
Non ti fermare in cose meno importanti e non contentarti delle briciole che cadono dalla mensa del Padre tuo.
Esci fuori e vai superba della tua gloria. Nasconditi in essa e gustala e otterrai quanto chiede il tuo cuore.
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San Giovanni della Croce
Memoria liturgica: 14 dicembre
Giovanni (Nato a Fontiveros, in Spagna, nel 1542 e morto ad Ubeda il 14 dicembre 1591). È tra i grandi maestri e testimoni dell’esperienza mistica. Condivise con S. Teresa il progetto di riforma dell’Ordine carmelitano, che attuò e visse con esemplare coerenza. Sperimentò le più alte illuminazioni mistiche, di cui fu cantore e dottore nelle sue opere. Venne proclamato Dottore della Chiesa da Pio XI il 24-8-1926.
Collaboratore di S. Teresa d’Avila nel fondazione dei Carmelitani Scalzi.
Dottore della Chiesa, universalmente riconosciuto come mistico per eccellenza, ha lasciato Opere di mistica che sono un testo indispensabile per chi desidera avventurarsi in questo mondo di intimità unica fra Dio e l’uomo.
Giovanni della Croce risulta sempre più un maestro affascinante per molti giovani: le sue parole e il suo messaggio sanno di mistero, del mistero di Dio.
Nasce a Fontiveros in Castiglia (Spagna) da una famiglia poverissima, in miseria. Orfano molto presto del Padre, una madre laboriosa e intraprendente per far fronte alla fame. Il piccolo Juan viene subito colpito dalla durezza della vita. Provato nel fisico, ma temprato nello spirito, si dà da fare come infermiere per mantenersi agli studi cui si sente portato. Emerge ben presto la sua voglia di Dio e di Assoluto.
A 20 anni decide di entrare nel noviziato dei Carmelitani.
Arriva al Sacerdozio a 24 anni, ma si scopre dentro una gran voglia di una vita rigorosamente consacrata nel silenzio e nella contemplazione, una voglia che neppure i brillanti studi teologici nella prestigiosa università di Salamanca riescono a sopire. Ci pensa Santa Teresa ad offrirgli una soluzione, invitandolo a partecipare alla riforma dell’Ordine Carmelitano. Maestro dei novizi, attira tanti giovani che desiderano condurre una vita come lui.
Nello spazio di pochi anni, pieni di fatiche apostoliche sulle strade assolate o ghiacciate di Spagna, accanto a profonde sofferenze incredibili ed esaltanti esperienze mistiche, scrive poemi e trattati che sprigionano la sua sapienza mistica, quella che non viene dai libri e dagli studi, ma che si « sa per amore ».
Muore a soli 49 anni, facendo sue le parole del Cantico dei cantici, in un trasporto d’amore. Aveva scritto in una sua celebre poesia: « Rompi la tela ormai al dolce incontro! ». La morte dei santi.
Il suo messaggio: « Su, coraggio, alzati: non stagnare in una pietà superficiale o in un debole impegno virtuoso. Affrontate decisamente le avversità della notte, salite il sentiero aspro del nulla per attingere l’incandescenza dell’Amore. Sul monte, al di là del nulla-non-Dio c’è godibile per te il Tutto-Dio ».
Il suo linguaggio: poetico e pieno di immagini e simboli, il linguaggio della passione e dell’amore. Con spirito nuovo, da umanista rinascimentale, offre un valido aiuto per il cammino cristiano dell’uomo moderno, tormentato dall’angoscia esistenziale.
Cristo Gesù è l’Amico per eccellenza, il mediatore di Dio, dell’Amore, della Verità, della Vita. E’ questa amicizia, fedelmente e rigorosamente praticata e vissuta, che ha permesso al suo bisogno di assoluto e alle sue risorse di generosità di realizzarsi e di esprimersi. Per le sue notevoli doti, seppe analizzare il cuore umano, i suoi desideri, le sue brame più nascoste, gli interrogativi esistenziali, e rimediare con terapie, proposte, soluzioni, suggerimenti. Molti, anche non appartenenti alla religione cristiana, perfino degli atei, si riconoscono nei suoi scritti e trovano in lui una guida sicura, che illumina la loro esperienza quotidiana, dando un senso alla loro vita.