Archive pour le 8 décembre, 2012

San Giovanni Battista

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IL LIBRO DI BARUC

http://www.paoline.it/Conoscere-la-Bibbia/articoloRubrica_arb1627.aspx

il Libro di Baruc

[FILIPPA CASTRONOVO]

Il libro di Baruc mostra la vita religiosa della comunità dispersa tra le nazioni, il suo legame con Gerusalemme, la preghiera, il culto alla legge, i sogni messianici. Questo libro manca nell’elenco della Bibbia ebraica. È infatti, un libro deuterocanonico. Nella Bibbia cattolica è collocato tra Geremia e le Lamentazioni (LXX) e nella volgata dopo le Lamentazioni.
Il nome Baruc  richiama un personaggio del passato – esattamente il segretario del profeta Geremia – dietro il quale l’autore reale del libro si nasconde. E’ questo uno dei casi biblici di pseudonimia (cfr. Ap,11).  Il libro di Baruc  si ritiene sia stato composto diversi secoli dopo l’esistenza di Baruc, il vero segretario di Geremia. 
Il libro di Geremia riferisce diversi fatti della vita di Baruc storicamente esistito: è suo segretario (cap 5); consegnò a Geremia l’atto di acquisto del suo campo (32,12-16). Dopo che il rotolo, scritto da Geremia, fu bruciato, Baruc scrisse tutte le parole dettate da Geremia e le lesse davanti al popolo (36,4-32). Baruc fu accusato di incitare Geremia contro degli uomini superbi dopo la caduta di Gerusalemme e fu portato con Geremia in Egitto (43,1-7).
Il libro di Baruc, di carattere antologico, contenuto nel Canone biblico cattolico, sembra essere stato redatto in circostanze e momenti tra loro diversi, che rendono difficile stabilire con precisione la data e il luogo di composizione. I primi cinque capitoli hanno notevoli somiglianze con il libro di Daniele, da far collocare il libro di Baruc tra il II sec. a.C o l’inizio del I secolo a.C. Nello stesso periodo va, forse, collocata anche la stesura della Lettera di Geremia (cap. 6).
Il libro, dopo il prologo storico, presenta la confessione dei peccati, nello stile di una solenne e sentita liturgia penitenziale (Bar 1,15-3,8), che richiama il capitolo 9 del libro di Daniele. Il peccato è provocato dal rifiuto di ascoltare la voce del Signore e dal disprezzo dei suoi comandamenti. Segue una meditazione sulla sapienza dono di Dio al popolo (Bar 3,9-4,4) e un invito alla speranza rivolto a Gerusalemme, che non deve lasciarsi abbattere perché: «Sarai chiamata da Dio per sempre: “Pace di giustizia” e “Gloria di pietà”» (cfr. Bar 4,5-5,9). Infine vi è la lettera di Geremia contro l’idolatria (Bar 6, 1-72).
Il libro di Baruc, benché breve, è uno dei libri dell’Antico Testamento usati dalla liturgia cattolica. Si legge nei tempi liturgici forti: seconda domenica di Avvento anno C, per l’invito alla speranza (5,1-9); nella veglia pasquale, per il richiamo a seguire la Sapienza che risiede in Dio e si è rivelata al suo popolo (3,9-15.32-4,4) e nel  tempo ordinario: venerdì (1,15-22) e sabato (4,5-12.27-27) della ventiseiesima settimana dell’ anno dispari.

Da sapere che
Il libro, almeno in alcune sue parti fu scritto originariamente in ebraico o aramaico. Il testo che possediamo ci è pervenuto nella versione greca dei LXX. Nella nostra Bibbia, che segue l’uso della Vulgata latina, del libro di Baruc fa parte anche la Lettera di Geremia (6,1-72).

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Omelia II Domenica di Avvento (Anno C): Voce di uno che grida nel deserto…

http://www.qumran2.net/parolenuove/commenti.php?mostra_id=27071

Voce di uno che grida nel deserto…

mons. Antonio Riboldi

II Domenica di Avvento (Anno C) (09/12/2012)

Vangelo: Lc 3,1-6  
C’è sempre nello stile dell’amore di Dio il far precedere l’imminenza di un Suo intervento – tanto più se clamoroso – da fatti o persone, che avvertano gli uomini, affinché siano pronti e preparati.
E questa volta è davvero incredibile l’intervento che Dio ha in cuore per noi, degno di un Padre misericordioso che intende riallacciare l’amicizia con l’uomo, ogni uomo, per ‘rifarci’ Suoi figli, dopo il peccato originale.
Non vi sono parole per descrivere gli interventi di Dio nella storia dell’umanità, ma un segno è comune a tutti: Dio sceglie un Suo profeta, perché aiuti noi, Suoi figli, a cogliere la grandezza di quanto sta per compiere e ci prepariamo a cambiare totalmente i rapporti tra noi e Lui…
Per l’Evento più straordinario, pensato da Dio per noi, – mandare suo Figlio, fatto carne come uno di noi, per salvarci con la parola, i fatti e soprattutto la morte in croce, dono supremo dell’amore, sceglie un uomo, Giovanni il Battista, che nel deserto si prepara per la missione che Dio gli ha conferito dall’eternità.
È quello stesso bambino, cugino di Gesù, che aveva ‘sussultato nel seno di Elisabetta » quando sua
madre aveva incontrato Maria, già incinta del Figlio di Dio…
Quanto belli e misteriosi sono sempre i progetti di Dio!
Giovanni, un bambino, diventato uomo secondo lo Spirito di Dio, che oggi ci impressiona e scuote la nostra pigrizia, anche solo leggendo quanto dice:
« Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetràrca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetràrca dell’Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetràrca dell’Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Càifa’, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccarìa, nel deserto.
Egli percorse tutta la regione del Giordano; predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia:
«Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate. Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio! ». (Lc. 3, 1-6)
Parole, quelle del Battista, che non lasciano spazio ad equivoci o titubanze.
E’ un richiamo breve, ma incisivo ed efficace, che scuote le coscienze, esige un cambiamento radicale, se si vuole fare strada all’opera che Dio, per mezzo di Suo Figlio Gesù, vuole compiere nella nostra vita, nella storia dell’umanità.
E l’Avvento è proprio il tempo della preparazione a tutto questo.
Le tappe dell’anno liturgico in cui si fa ‘memoria’ della vita di Gesù è una nuova attuazione del progetto del Padre, rinnovata per ogni generazione umana. 
Oggi le parole di Giovanni il Battista sono rivolte direttamente a noi.
Siamo pronti ad ascoltarlo o non corriamo il rischio di farci rintronare dall’urlo del consumismo, dal chiasso del mondo, che trasformano la venuta di Gesù solo in un’occasione profana per fare una festa, che finisce il giorno dopo?
Ascoltiamo Giovanni, prepariamoci, siamo vigilanti, per essere pronti ad accogliere Gesù, l’unica ragione e l’unico senso profondo dell’esistenza di ogni uomo. Gesù è il nostro Signore e Re, l’Unico che può salvarci e guidarci alla Luce piena e alla Vita senza tramonto.
Lui è la nostra « Via, Verità e Vita », la pienezza della Gioia.
E se ci sentiamo fragili o incapaci, preghiamo Maria, che ci aiuti ad accogliere Gesù, il Figlio di Dio e suo, che ci viene incontro, per salvarci, oggi e per sempre:
‘Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte… ‘
quando finalmente Lo incontreremo ‘faccia a faccia ‘

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