Archive pour le 21 novembre, 2012

Bellini, Presentazione al Tempio

Bellini, Presentazione al Tempio dans immagini sacre Presentazione%20di%20Ges%F9%20al%20Tempio%20Mantegna

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« MARIA, MODELLO DI FEDE » (TERZA PARTE)

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« MARIA, MODELLO DI FEDE » (TERZA PARTE)

Catechesi del cardinale Comastri presso la comunità pastorale di Dugnano-Incirano

CITTA’ DEL VATICANO, giovedì, 15 novembre 2012 (ZENIT.org).- Riprendiamo la terza parte della catechesi tenuta il 20 ottobre scorso presso la comunità pastorale di Dugnano-Incirano dal cardinale Angelo Comastri, vicario generale di Sua Santità per la Città del Vaticano.
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Passano tre mesi, Maria ritorna a Nazareth, ormai la maternità è evidente. Matteo racconta il disagio di Giuseppe (ndr: vedi capitolo 1 del Vangelo secondo Matteo). Maria non interviene.  Maria avrebbe avuto l’umiltà di aspettare. Una capacità di restare serena. Maria resta serena, sa che Dio ha i suoi tempi!  Dio non ha fretta e Maria non preme.   Interviene un angelo e chiarisce la posizione di Maria davanti a Giuseppe e Giuseppe è un uomo giusto: prende Maria, la introduce a casa. …  Passano alcuni mesi, arriva un ordine da Roma:  “Censimento per tutto l’impero”. Sicuramente Maria conosceva le profezie e conosceva anche le profezie di Michea, che dice: “E tu Betlemme, non sei la più piccola dei capoluoghi di Giuda, da te nascerà il DOMINATORE”.  E forse anche per questo Maria obbedì all’ordine: “Andiamo a Betlemme!”.   Ma attenti bene, Maria non sapeva quello che sarebbe accaduto a Betlemme!  … Arrivati a Betlemme, l’evangelista Luca riferisce che non trovarono posto nella locanda, non trovarono posto! …  Ma c’era da entrare in crisi, eeeh..??!!  Colui che ha creato ogni posto, NON trova posto !!!!  Sarà “GRANDE”, chiamato “FIGLIO DELL’ALTISSIMO”, “SIEDERA’ SUL TRONO DI  DAVIDE SUO PADRE”, “DORMIRA’ SULLA CASA DI GIACOBBE”, “IL SUO REGNO NON AVRA’ FINE”!!!!! …. E non c’era posto nell’albergo????!!!!!  Ma è un contrasto enorme!!!!!!!!! … Chiunque sarebbe entrato in crisi ! Maria scopre che Dio è umile! … Guarda che noi non siamo convinti. …  DIO E’ UMILE!!!
San Francesco si commuoveva davanti all’umiltà di Dio. Nelle sue ammonizioni più volte ritorna questa esclamazione: “Oooh, l’umiltà di Dio…, oooh l’umiltà di Dio”.  Maria non solo scopre che Dio è umile, Maria cammina nella via dell’umiltà con Dio.  “Lo avvolse in fasce, lo depose in una mangiatoia” dove c’è fieno e sterco.   “Figlio dell’Altissimo…Siederà sul trono di Davide…??!!”, … nella mangiatoia!!!  E Maria, obbediente, Maria si fida di Dio, Maria crede!
Passano 40 giorni, ci sarebbe da meditare una notte intera …, passano 40 giorni e Maria e Giuseppe vanno al Tempio per la presentazione del figlio. Tutti i bambini, tutti i figli venivano presentati a Dio, ma quello era un figlio particolare evidentemente.  Però Maria e Giuseppe non conoscono tutti i dettagli del “Mistero” perché, ritorno a ripeterlo, Dio non è impaziente, Dio non dà a nessuno la mappa della vita. Quindi piano, piano si svela, piano, piano si manifesta. … E vanno nel Tempio e vanno insieme a tutta la gente.  Sicuramente si misero in fila come tutti per aspettare il turno e presentarsi al sacerdote. E nessuno li salutò!  E portarono l’offerta dei poveri:  due colombe, o due tortore, nulla di più!
Improvvisamente scattò fuori Simeone – un uomo evidentemente illuminato dall’Alto -, che quando vede il bambino esclama: “Eeeeh …, ora Signore posso anche chiudere gli occhi, perché i miei occhi hanno visto la Tua salvezza preparata davanti a tutti i popoli!”.  E poi, rivolto a Maria dice: “Questo bambino sarà un segno di contraddizione , cioè, spaccherà la storia, o con lui o contro di lui!”. Guardate: … per una mamma che tiene il bambino al petto, sentirsi dire: “Questo bambino spaccherà la storia!”, ti fa venire i brividi!! … E aggiunge:”Guarda che la tua storia sarà talmente coinvolta con la storia di questo figlio, che una spada ti trafiggerà l’anima!”.   Attenti bene: una spada annunciata fa male subito …, fa male subito!!! E Maria capisce che Dio si muove nella storia con estrema mitezza e ne avrà conferma subito dopo.  Erode, messo in crisi dall’arrivo dei Magi, decide di uccidere i bambini al di sotto dei due anni.   Non ci stupisca questo fatto:  a quei tempi i bambini li uccidevano con estrema facilità.   Non che oggi siamo molto migliorati, eh…?! Assolutamente, non siamo migliorati! Ma allora non faceva cronaca, … e Maria e Giuseppe devono scappare.  … Fanno l’altra scoperta: Dio non affronta il male con altro male!  Dio affronta il male con la bontà! Dio è mite!  Quanto lo vorremo noi un “Dio guerriero, un Dio forte!”
Mi ricordo che una volta la mia mamma disse, – in toscana purtroppo bestemmiano un po’ troppo spesso – e lei mi disse: “Ma perché ogni volta che bestemmiano nessuno gli fa cascare in testa una sassata.  Una bella sassata in testa!”. “Eeeh …  – le dico – Mamma, se non lo fa vuol dire che non è il Suo stile!!”. Dio non lo fa, Dio è mite!  Dio non affronta il male con il male, Dio ha le sue vie, le vie lunghe dell’AMORE, della BONTA’. Però abbiamo la certezza che il bene vince!!! Noi siamo il popolo che crede che Cristo è risorto, il che vuol dire che il bene ha vinto. E il bene vince! …  E Maria fugge in Egitto.  Pensate che scoperta:  la mitezza di Dio, la pazienza di Dio…, e potremmo continuare …;  ritorna poi a Nazareth, i lunghi anni del silenzio …, e sicuramente Gesù non rivelò a Maria tanti particolari della Sua vita, perché Dio non dà a nessuno notizie in anticipo! E Maria cammina nella fede …!
Sui 12 anni accade un fatto impressionante:  vanno al Tempio a Gerusalemme per il pellegrinaggio della Pasqua e nel viaggio di ritorno Gesù si allontana dalla carovana, resta a Gerusalemme.  Pensate che prova?!  La sera si rincontrano, la carovana degli uomini e delle donne: “E il bambino?”, “Ma io credevo fosse con te!”, “Io credevo fosse con te!”, “Ma non c’è!”, “Non c’è ?!”.  … Di notte non si poteva viaggiare. Aspettano che passi la notte!   Ma ci pesate che dolore??!!  …  
Io mi ricordo quando ero a Loreto nel 2000 (ndr: come Vescovo, nominato da Papa Giovanni Paolo II), invitai gli ex sequestrati d’Italia, venne anche la signora Casella, alla quale sequestrarono il figlio in Calabria, che mi disse: “Io ho capito il mistero di Maria, quando Gesù resta a Gerusalemme, quando una sera mi hanno detto – Tuo figlio non è tornato -, quella sera ho capito quello che ha sofferto Maria!!”.
E vanno a Gerusalemme, ritornano e cercano: “Avete visto?, l’avete visto un ragazzo?, l’avete visto?…”  No, niente! Nessuno! No, nessuno!  Nessuno sapeva niente! Il terzo giorno, ma ci pensate che dolore, … vanno al tempio e lo trovano in mezzo ai dottori che parla …, risponde …, e tutti si meravigliano …!  … E Maria che – sono riferite le parole del Vangelo di San Luca e, le ha raccontate Maria evidentemente -  Maria dice: “Figlio < tecnon > – creatura vuol dire, bambino mio – perché ci hai fatto questo?! Tuo padre ed io angosciati ti cercavamo”.   Sentite quanto dolore in queste parole?!  … E Gesù che risponde: “Perché mi cercavate?”.  …Come !!!!  … perché mi cercavate ???? …  “Non lo sapevate che debbo occuparmi delle cose del Padre mio!”.  …  Maria capisce che quel figlio è un MISTERO! …  Capisce che quel figlio darà tante sorprese! … Capisce che quel figlio non le appartiene, ma è Lei che appartiene a Lui!! Heeeh … quant’è diverso …!  E crede …!! La FEDE di Maria …!!!  

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PAPA BENEDETTO: « LA FEDE PERMETTE DI GUARDARE IL «SOLE», DIO »

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« LA FEDE PERMETTE DI GUARDARE IL «SOLE», DIO »

La catechesi di Benedetto XVI durante l’Udienza Generale di oggi

CITTA’ DEL VATICANO, mercoledì, 21 novembre 2012 (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito il testo della catechesi tenuta questa mattina da Benedetto XVI durante la consueta Udienza Generale del mercoledì, svoltasi nell’Aula Paolo VI.
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Cari fratelli e sorelle,
avanziamo in quest’Anno della fede, portando nel nostro cuore la speranza di riscoprire quanta gioia c’è nel credere e di ritrovare l’entusiasmo di comunicare a tutti le verità della fede. Queste verità non sono un semplice messaggio su Dio, una particolare informazione su di Lui. Esprimono invece l’evento dell’incontro di Dio con gli uomini, incontro salvifico e liberante, che realizza le aspirazioni più profonde dell’uomo, i suoi aneliti di pace, di fraternità, di amore. La fede porta a scoprire che l’incontro con Dio valorizza, perfeziona ed eleva quanto di vero, di buono e di bello c’è nell’uomo. Accade così che, mentre Dio si rivela e si lascia conoscere, l’uomo viene a sapere chi è Dio e, conoscendolo, scopre se stesso, la propria origine, il proprio destino, la grandezza e la dignità della vita umana.
La fede permette un sapere autentico su Dio che coinvolge tutta la persona umana: è un « sàpere », cioè un conoscere che dona sapore alla vita, un gusto nuovo d’esistere, un modo gioioso di stare al mondo. La fede si esprime nel dono di sé per gli altri, nella fraternità che rende solidali, capaci di amare, vincendo la solitudine che rende tristi. Questa conoscenza di Dio attraverso la fede non è perciò solo intellettuale, ma vitale. E’ la conoscenza di Dio-Amore, grazie al suo stesso amore. L’amore di Dio poi fa vedere, apre gli occhi, permette di conoscere tutta la realtà, oltre le prospettive anguste dell’individualismo e del soggettivismo che disorientano le coscienze. La conoscenza di Dio è perciò esperienza di fede e implica, nel contempo, un cammino intellettuale e morale: toccati nel profondo dalla presenza dello Spirito di Gesù in noi, superiamo gli orizzonti dei nostri egoismi e ci apriamo ai veri valori dell’esistenza.
Oggi in questa catechesi vorrei soffermarmi sulla ragionevolezza della fede in Dio. La tradizione cattolica sin dall’inizio ha rigettato il cosiddetto fideismo, che è la volontà di credere contro la ragione. Credo quia absurdum (credo perché è assurdo) non è formula che interpreti la fede cattolica. Dio, infatti, non è assurdo, semmai è mistero. Il mistero, a sua volta, non è irrazionale, ma sovrabbondanza di senso, di significato, di verità. Se, guardando al mistero, la ragione vede buio, non è perché nel mistero non ci sia luce, ma piuttosto perché ce n’è troppa. Così come quando gli occhi dell’uomo si dirigono direttamente al sole per guardarlo, vedono solo tenebra; ma chi direbbe che il sole non è luminoso, anzi la fonte della luce? La fede permette di guardare il «sole», Dio, perché è accoglienza della sua rivelazione nella storia e, per così dire, riceve veramente tutta la luminosità del mistero di Dio, riconoscendo il grande miracolo: Dio si è avvicinato all’uomo, si è offerto alla sua conoscenza, accondiscendendo al limite creaturale della sua ragione (cfr Conc. Ec. Vat. II, Cost. dogm. Dei Verbum, 13). Allo stesso tempo, Dio, con la sua grazia, illumina la ragione, le apre orizzonti nuovi, incommensurabili e infiniti. Per questo, la fede costituisce uno stimolo a cercare sempre, a non fermarsi mai e a mai quietarsi nella scoperta inesausta della verità e della realtà. E’ falso il pregiudizio di certi pensatori moderni, secondo i quali la ragione umana verrebbe come bloccata dai dogmi della fede. E’ vero esattamente il contrario, come i grandi maestri della tradizione cattolica hanno dimostrato. Sant’Agostino, prima della sua conversione, cerca con tanta inquietudine la verità, attraverso tutte le filosofie disponibili, trovandole tutte insoddisfacenti. La sua faticosa ricerca razionale è per lui una significativa pedagogia per l’incontro con la Verità di Cristo. Quando dice: «comprendi per credere e credi per comprendere» (Discorso 43, 9: PL 38, 258), è come se raccontasse la propria esperienza di vita. Intelletto e fede, dinanzi alla divina Rivelazione non sono estranei o antagonisti, ma sono ambedue condizioni per comprenderne il senso, per recepirne il messaggio autentico, accostandosi alla soglia del mistero. Sant’Agostino, insieme a tanti altri autori cristiani, è testimone di una fede che si esercita con la ragione, che pensa e invita a pensare. Su questa scia, Sant’Anselmo dirà nel suo Proslogion che la fede cattolica è fides quaerens intellectum, dove il cercare l’intelligenza è atto interiore al credere. Sarà soprattutto San Tommaso d’Aquino – forte di questa tradizione – a confrontarsi con la ragione dei filosofi, mostrando quanta nuova feconda vitalità razionale deriva al pensiero umano dall’innesto dei principi e delle verità della fede cristiana.
La fede cattolica è dunque ragionevole e nutre fiducia anche nella ragione umana. Il Concilio Vaticano I, nella Costituzione dogmatica Dei Filius, ha affermato che la ragione è in grado di conoscere con certezza l’esistenza di Dio attraverso la via della creazione, mentre solo alla fede appartiene la possibilità di conoscere «facilmente, con assoluta certezza e senza errore» (DS 3005) le verità che riguardano Dio, alla luce della grazia. La conoscenza della fede, inoltre, non è contro la retta ragione. Il Beato Papa Giovanni Paolo II, infatti, nell’Enciclica Fides et ratio, sintetizza così: «La ragione dell’uomo non si annulla né si avvilisce dando l’assenso ai contenuti di fede; questi sono in ogni caso raggiunti con scelta libera e consapevole» (n. 43). Nell’irresistibile desiderio di verità, solo un armonico rapporto tra fede e ragione è la strada giusta che conduce a Dio e al pieno compimento di sé.
Questa dottrina è facilmente riconoscibile in tutto il Nuovo Testamento. San Paolo, scrivendo ai cristiani di Corinto, sostiene, come abbiamo sentito: «Mentre i Giudei chiedono segni e i Greci cercano sapienza, noi invece annunciamo Cristo crocifisso: scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani» (1 Cor 1,22-23). Dio, infatti, ha salvato il mondo non con un atto di potenza, ma mediante l’umiliazione del suo Figlio unigenito: secondo i parametri umani, l’insolita modalità attuata da Dio stride con le esigenze della sapienza greca. Eppure, la Croce di Cristo ha una sua ragione, che San Paolo chiama: ho lògos tou staurou, « la parola della croce » (1 Cor 1,18). Qui, il termine lògos indica tanto la parola quanto la ragione e, se allude alla parola, è perché esprime verbalmente ciò che la ragione elabora. Dunque, Paolo vede nella Croce non un avvenimento irrazionale, ma un fatto salvifico che possiede una propria ragionevolezza riconoscibile alla luce della fede. Allo stesso tempo, egli ha talmente fiducia nella ragione umana, al punto da meravigliarsi per il fatto che molti, pur vedendo le opere compiute da Dio, si ostinano a non credere in Lui. Dice nella Lettera ai Romani: «Infatti le … perfezioni invisibili [di Dio], ossia la sua eterna potenza e divinità, vengono contemplate e comprese dalla creazione del mondo attraverso le opere da lui compiute» (1,20). Così, anche S. Pietro esorta i cristiani della diaspora ad adorare «il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi» (1 Pt 3,15). In un clima di persecuzione e di forte esigenza di testimoniare la fede, ai credenti viene chiesto di giustificare con motivazioni fondate la loro adesione alla parola del Vangelo, di dare la ragione della nostra speranza.
Su queste premesse circa il nesso fecondo tra comprendere e credere, si fonda anche il rapporto virtuoso fra scienza e fede. La ricerca scientifica porta alla conoscenza di verità sempre nuove sull’uomo e sul cosmo, lo vediamo. Il vero bene dell’umanità, accessibile nella fede, apre l’orizzonte nel quale si deve muovere il suo cammino di scoperta. Vanno pertanto incoraggiate, ad esempio, le ricerche poste a servizio della vita e miranti a debellare le malattie. Importanti sono anche le indagini volte a scoprire i segreti del nostro pianeta e dell’universo, nella consapevolezza che l’uomo è al vertice della creazione non per sfruttarla insensatamente, ma per custodirla e renderla abitabile. Così la fede, vissuta realmente, non entra in conflitto con la scienza, piuttosto coopera con essa, offrendo criteri basilari perché promuova il bene di tutti, chiedendole di rinunciare solo a quei tentativi che – opponendosi al progetto originario di Dio – possono produrre effetti che si ritorcono contro l’uomo stesso. Anche per questo è ragionevole credere: se la scienza è una preziosa alleata della fede per la comprensione del disegno di Dio nell’universo, la fede permette al progresso scientifico di realizzarsi sempre per il bene e per la verità dell’uomo, restando fedele a questo stesso disegno.
Ecco perché è decisivo per l’uomo aprirsi alla fede e conoscere Dio e il suo progetto di salvezza in Gesù Cristo. Nel Vangelo viene inaugurato un nuovo umanesimo, un’autentica «grammatica» dell’uomo e di tutta la realtà. Afferma ilCatechismo della Chiesa Cattolica: «La verità di Dio è la sua sapienza che regge l’ordine della creazione e del governo del mondo. Dio che, da solo, «ha fatto cielo e terra» (Sal 115,15), può donare, egli solo, la vera conoscenza di ogni cosa creata nella relazione con lui» (n. 216).
Confidiamo allora che il nostro impegno nell’ evangelizzazione aiuti a ridare nuova centralità al Vangelo nella vita di tanti uomini e donne del nostro tempo. E preghiamo perché tutti ritrovino in Cristo il senso dell’esistenza e il fondamento della vera libertà: senza Dio, infatti, l’uomo smarrisce se stesso. Le testimonianze di quanti ci hanno preceduto e hanno dedicato la loro vita al Vangelo lo confermano per sempre. E’ ragionevole credere, è in gioco la nostra esistenza. Vale la pena di spendersi per Cristo, Lui solo appaga i desideri di verità e di bene radicati nell’anima di ogni uomo: ora, nel tempo che passa, e nel giorno senza fine dell’Eternità beata.
[Dopo la catechesi, il Papa si è rivolto ai fedeli provenienti dai vari paesi salutandoli nelle diverse lingue. Ai pellegrini italiani ha detto:]
E adesso, rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini di lingua italiana, in particolare ai fedeli delle parrocchie di San Giovanni Bosco, in Altamura e di San Michele Arcangelo, in Bono; ai rappresentanti della Clinica Odontoiatrica dell’Università degli Studi di Milano e all’Associazione musicale Giacomo Puccini, di Cave. Grazie per la musica.
Saluto con affetto i malati, gli sposi novelli e i giovani, specialmente gli alunni della Scuola Beata Maria Cristina Brando, di Casoria. Domenica prossima, ultima del Tempo ordinario, celebreremo la solennità di Cristo Re dell’universo. Cari giovani, ponete Gesù al centro della vostra vita, e da Lui riceverete luce e coraggio in ogni scelta quotidiana. Cristo, che ha fatto della Croce un trono regale, insegni a voi, cari malati, a comprendere il valore redentivo della sofferenza vissuta in unione con Lui. A voi, cari sposi novelli, auguro di riconoscere la presenza del Signore nel vostro cammino matrimoniale, così da partecipare alla costruzione del suo Regno di amore e di pace.
Oggi, memoria liturgica della Presentazione della Beata Vergine Maria al Tempio, si celebra la Giornata per le Claustrali. Alle sorelle chiamate dal Signore alla vita contemplativa, desidero assicurare la speciale vicinanza mia e dell’intera Comunità ecclesiale. Rinnovo, al tempo stesso, l’invito a tutti i cristiani affinché non facciano mancare ai monasteri di clausura il necessario sostegno spirituale e materiale. Tanto dobbiamo, infatti, a queste persone che si consacrano interamente alla preghiera per la Chiesa e per il mondo! Grazie.

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