9 Novembre, Dedicazione della Basilica Lateranense – Omelia
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Ma egli parlava del tempio del suo corpo
Movimento Apostolico – rito romano
Dedicazione della Basilica Lateranense (09/11/2011)
Vangelo: Gv 2, 13-22
Una religione è fatta insieme di invisibilità e di visibilità. La via per entrare nell’invisibile è sempre il visibile. Dal visibile si misura la fede che uno ha nell’invisibile. Per cui la visibilità diviene il vero metro che ci consente di quantificare la grandezza o piccolezza di ogni nostra relazione con la verità invisibile. Se diciamo che Dio è carità, affermiamo la verità invisibile del nostro Dio. Se poi questa verità invisibile non diviene verità visibile allora la nostra fede è veramente poca, scarsa, inesistente. La purezza di una religione è la perfetta conformazione dell’invisibile al visibile e del visibile all’invisibile. Il visibile abbraccia ogni cosa che in qualche modo entra in relazione con l’invisibile. Nella vera religione tutto il visibile entra in relazione con l’invisibile e per questo ogni cosa deve essere manifestazione della realtà invisibile che noi confessiamo nella fede.
Questo vale anche per il nostro corpo. Essendo esso nella realtà invisibile tempio santo del nostro Dio, dimora dello Spirito del Signore, corpo mistico di Cristo Gesù, in ogni suo più piccolo gesto, dal mangiare, vestirsi, relazionarsi alla parola, ad uno sguardo, ad un’azione anche minima di un nostro senso, deve sempre manifestare la verità invisibile nella quale noi crediamo. Gesù oggi entra in Gerusalemme e vede che la casa del Padre suo era divenuta una spelonca di ladri, un luogo di mercato. Questo visibile peccaminoso attesta che vi è una fede non santa, non buona, non pura nel cuore di chi questo tempio frequenta. La purificazione che egli opera è attestazione della necessità di purificare la verità e la fede che regnavano nel cuore di tutti. Se il visibile non viene purificato, l’invisibile rimane in noi secondo una visione falsa e menzognera, bugiarda e deleteria, perché non dona alla nostra vita la verità che professiamo e la fede che diciamo di possedere.
Si avvicinava intanto la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori dal tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: Lo zelo per la tua casa mi divorerà. Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.
I Giudei sanno che Gesù ha compiuto un vero gesto profetico. Si è rivelato profeta del Dio vivente in mezzo a loro. La purificazione del tempio e del culto era opera puramente profetica. Gli chiedono su quale fondamento di verità e di missione Lui ha potuto fare questo. Gesù gli risponde semplicemente che la sua autorità, o potestà è una sola: quella di ricostruire il suo tempio – cioè il suo corpo – una volta che esso fosse stato distrutto da loro. Loro lo avrebbero distrutto e Lui in tre giorni lo avrebbe nuovamente riportato in vita. È sicuramente un linguaggio oscuro quello di Gesù. Anche questo è però il linguaggio dei profeti, la cui parola si comprende solo dopo che si realizzata, quasi mai prima, essendo questa carica di tutto il mistero dell’onnipotenza divina che continua a creare contro ogni modello delle antiche creazioni, già operate dal nostro Dio e Signore. Dopo la risurrezione dal sepolcro, i discepoli si ricordarono di questa Parola e si aprirono alla retta fede nella verità del mistero del loro Maestro.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli e Santi, fate vera ogni nostra visibilità.
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