DA ADAMO A CRISTO VITTORIA DELLA VITA

dal sito:

http://www.stpauls.it/bibbia/archivio/bibbia0379.pdf

DA ADAMO A CRISTO VITTORIA DELLA VITA

È un affresco grandioso quello che san Paolo dipinge in finale alla sua Prima Lettera ai Corinzi: nel capitolo 15, infatti, presenta la risurrezione di Gesù Cristo in tutta la vastità del suo orizzonte di luce. Noi abbiamo scelto per la nostra riflessione domenicale paolina una scena di forte impatto, ritagliandola da quell’affresco. Potremmo intravedere in essa quasi due riquadri. Nel primo si confrontano due figure,
Adamo e Cristo. Da un lato, c’è colui che incarna l’umanità nella sua caducità e peccaminosità. In Adamo, che in  ebraico significa « uomo terreno », ci ritroviamo tutti con la nostra miseria, con il marchio della morte in fronte, con il peso della colpa. D’altro lato, ecco invece Cristo risorto che ha in sé tutti i tratti dell’umanità, ma anche tutta la gloria della divinità. Ebbene, Gesù Cristo irradia la sua vita divina ed eterna in tutti i figli di Adamo che, con l’incarnazione, sono divenuti suoi fratelli. Questa irradiazione trasformatrice è rappresentata dall’Apostolo con un simbolo, quello dell’aparché in greco, cioè della « primizia ». Come è noto, il primo frutto del grembo, il primogenito, e i primi prodotti della terra nell’antico Israele erano offerti aDio perché egli li moltiplicasse poi in una famiglia feconda di figli e in un raccolto abbondante. Similmente Cristo è la « primizia dei morti » che sono risorti: è lui che ha aperto per primo la tomba alla vita, è lui che ha fecondato di eternità il sepolcro, è lui che ha reso la morte non un baratro di polvere e di tenebra, ma la soglia aperta verso la luce e la gloria. Cristo è la primizia della stagione pasquale, a cui tutti partecipiamo. A questo punto possiamo fissare l’attenzione sull’altro riquadro che descrive la meta ultima e piena a cui la Pasqua ci vuole condurre. Quel creato, uscito dalle mani di Dio nella sua bellezza e bontà, è stato sfregiato dal peccato umano ed è stato oscurato dall’irrompere del male e di Satana.
Usando il linguaggio della tradizione giudaica, Paolo parla delle tenebrose presenze dei Principati, delle Potenze e delle Forze, una triade di realtà negative che tormentano e sconvolgono la storia umana. Quando la risurrezione avrà compiuto in pienezza il suo percorso nell’intera umanità, questi poteri occulti saranno finalmente resi inoffensivi e annientati. E Paolo definisce questa vittoria ricorrendo a una citazione del Salmo messianico 110 (109) in cui Dio « pone tutti i nemici sotto i suoi piedi ». Ma l’avversario
decisivo è la morte che la Pasqua di Cristo elimina dall’orizzonte. Si rivela, così, la « primizia » di quel « raccolto » di vita e di gioia che è appunto la meta finale della storia. Allora saremo tutti nel regno di Dio Padre, e « Dio sarà tutto in tutti » (1Corinzi 15,28). Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti. Perché, se per mezzo di un uomo venne la morte, per mezzo di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti. Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita. Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono
di Cristo. Poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo avere ridotto al nulla ogni Principato e ogni Potenza e Forza. È necessario infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. L’ultimo nemico ad essere annientato sarà la morte. (1Corinzi 15,20-26)

Publié dans : San Paolo |le 19 novembre, 2011 |Pas de Commentaires »

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