Teresa di Gesù recuperata nella sua realtà umana e riscoperta nella sua venatura biblica, di Gianfranco Greco (O.R.)
dal sito:
http://www.edizioniocd.it/news.php?nid=24&pid=6
Osservatore romano: quotidiano, 12 dicembre 2003,
Teresa di Gesù recuperata nella sua realtà umana e riscoperta nella sua venatura biblica, di Gianfranco Greco
Vi sono segrete sinfonie tra la mistica Teresiana e la mistica ebraica? A questa domanda risponde il bel volume dei Cristiana Dobner, carmelitana scalza del monastero di Concenedo di Barzio (Lecco) dal titolo: “Il segreto di un archivio. Teresa di Gesù e il nonno marrano” (Edizioni OCD, Morena – Roma 2003, € 9,50). Già nella “Presentazione” di P. Jesùs Castellano Cervera, ocd, è possibile cogliere tre segrete sintonie”.
La prima riguarda la formula di Padre Santiago Guerra, studioso carmelitano della “mistica comparata”, il quale rilevava come nella mistica carmelitana si trovano unite presenza di Dio e di trascendenza: la dimora (Shekinah) e il carro di fuoco (Merkabah). Teresa, come Giovanni della Croce, parla del Dio “presente” che dimora in noi e presso di noi, ma anche del Dio inafferrabile e trascendente.
La Sacra Scrittura “Parola dello Sposo”
La seconda formula fa riferimento all’amore quasi passionale – sponsale di Teresa per la Sacra Scrittura, “Parola dello Sposo”. Basta leggere il prezioso testo del Castello interiore, per cogliere le reminiscenze mistiche dell’Antico Testamento. Nella terza annotazione – scrive Padre Castellano Cervera – “dentro il tema della preghiera di benedizione e la confessione di lode, la berakah e la todà, che continuamente sono presenti negli scritti teresiani, quasi un ritornello che ci ricorda la continua benedizione del nome del Signore. Solo nell’espressione più familiare e ricorrente, “Benedetto sia il Signore” e simili, le recenti Concordancias teresianas, ne enumera esattamente 299” (pag. 10).
Teresa – si chiede suor Cristiana Dobner, dopo aver esaminato sino in fondo Los toledanos nel capitolo primo (pag. 15-60); “la consapevolezza di Teresa” nel capitolo secondo (pag. 61-80) e, nel capitolo terzo (pag. 81-120): “il cuore di Teresa nel tronco d’Israele?” – “non è vissuta in tensione amorosa fra la Shekina e la merkavà, fra anelito al Dio Infinito che percepiva dentro di sé e l’amore appassionato per i fratelli?” (pag. 119).
Tre realtà teresiane
In conclusione suor Dobner nel suo libro ha voluto delineare soprattutto tre realtà teresiane: delineare la storia della ricezione di “un’ascendenza familiare”; esplicitare “la catena di citazioni o di testimonianze, concentrate sul punctum, sull’istante decisivo per il nucleo de los toledanos”; individuare i luoghi teresiani come nuclei di ricerca di una consapevolezza e di un’incidenza sulla dottrina stessa” (pag. 120). Urge – scrive ancora l’Autrice – “una fine ripresa di quella forma in cui l’antropologico di Teresa, la risposta dell’uomo, viene implicato nel teologico, nella verità di Dio. Da questo specifico punto di osservazione – continua – si può sviluppare una grammatica e una fenomenologia del carmelitanesimo, della sua evangelizzazione: nei caratteri, nello stile e nei contenuti” (ibid.).
Antiche piste e odierna apertura del Carmelo teresiano
L’Autrice di questo volume ha trovato “antiche piste che vengono a costituire l’apertura ecumenica odierna del Carmelo teresiano”. Questa indagine – confessa la Dobner – “non costituisce il testo ultimo, altri sapranno battere, meglio e con più competenza, questa stessa o altre piste” (ibid.). Tuttavia è assodato che Teresa d’Avila appartiene, per la sua ascendenza, alla stirpe ebraica; ne aveva piena e cosciente consapevolezza. Il suo rispetto – avverte – considerati i tempi e le intemperie filosofico-teologiche, era sommo”. E ancora più esplicita la Dobner, quando si chiede: “Il gusto di Teresa, il suo salire il monte alla ricerca incessante del Dio rivelato e incarnato in Gesù Cristo, non si colloca in quadro di consonanza? Non nella facile ed ingannevole proposta del cristianesimo con il retrogusto di ebraismo, bensì nella traccia di un retaggio comune, di radici che, nella storia, fioriscono diversamente in un’attesa di speranza che, pur tuttavia, accomuna” (ibid.).
Bel volume, questo di suor Cristiana Dobner. Le sei pagine di biografia (121-126), dimostrano serietà e robustezza di questo saggio teresiano.
Il messaggio spirituale
A leggerlo, ne ricavi un grande beneficio. Amerai di più Teresa di Gesù e capirai chi è il “nonno marrano”.
In questo libro – annota Padre Castellano Cervera – Teresa di Gesù viene “recuperata nella sua realtà umana e riscoperta nella sua venatura biblica. Aperta, anche all’universalità del suo messaggio spirituale, ad un dialogo aperto con tutti, in un’amicizia spirituale senza confini”.

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