Il Miserere (Salmo 50)

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Il Miserere
 
Il lento incedere delle Processioni del Venerdì Santo viene accompagnato da una preghiera penitenziale antichissima, il Miserere, cantato in latino, inno al Dio misericordioso elevato dal peccatore pentito che chiede perdono.
Il Miserere è uno dei sette salmi penitenziali della liturgia cattolica, segnato con il numero 50 secondo la Vulgata, con il numero 51 secondo la tradizione ebraica; inizia con le parole “Miserere mei Deus” (Abbi pietà di me o Dio). Fu scritto e pregato dal re David intorno al 970 a.C. In esso, David, dopo l’incontro con il profeta Nathan, che gli rimproverava il duplice peccato dell’adulterio con Betsabea e dell’uccisione del marito di lei, Uria, invoca la misericordia di Dio e ne canta le lodi, sicuro, in fede, del Suo perdono.
Il Miserere esprime la dimensione profonda dell’innata debolezza morale dell’uomo. Il Salmo nella prima parte appare come un’analisi del peccato, condotta davanti a Dio e declama la triste realtà che proviene dalla libertà umana male impiegata. In esso viene espresso innanzitutto un senso vivissimo del peccato, percepito come una scelta libera, connotata negativamente a livello morale e teologale: “Contro di te, contro te solo ho peccato, quello che è male ai tuoi occhi, io l’ho fatto” (v. 6). C’è poi nel Salmo un senso altrettanto vivo della possibilità di conversione: il peccatore, sinceramente pentito, (cfr v. 5), si presenta in tutta la sua miseria e nudità a Dio, supplicandolo di non respingerlo dalla sua presenza (cfr v. 13). C’è, infine, nel Miserere, una radicata convinzione del perdono divino che “cancella, lava, monda” il peccatore (cfr vv. 3-4) e giunge perfino a trasformarlo in una nuova creatura che ha spirito, lingua, labbra, cuore trasfigurati (cfr vv. 14-19).
Di anno in anno, durante il periodo quaresimale, si rinnova il tradizionale appuntamento alle prove di canto del “Coro del Miserere”; coro a tre voci composto da circa 150 persone, giovani e meno giovani. Il canto del Miserere viene eseguito in alternanza fra due gruppi, corrispondenti al “Coro” che canta solo le strofe dispari (strofe in grassetto nel testo del Miserere) e la “Risposta” che canta solo le strofe pari.
L’ascolto del canto del Miserere andrebbe accompagnato con l’ausilio di una traduzione in lingua italiana. Per avere una comprensione maggiore del testo andrebbe comunque alternata la lettura in latino ed in italiano, come proponiamo di seguito.
 
Miserère mei, Deus, * secùndum magnam misericòrdiam tuam. Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia.
Et secùndum multitùdinem miseratiònum tuàrum, * dele iniquitàtem meam. Nel tuo grande amore cancella il mio peccato.
Amplius lava me ab iniquitàte mea: * et a peccàto meo munda me. Lavami da tutte le mie colpe, mondami dal mio peccato.
Quòniam iniquitàtem meam ego cognòsco: * et peccàtum meum contra me est semper. Riconosco la mia colpa, il mio peccato mi sta sempre dinanzi.
Tibi soli peccàvi, et malum coram te feci: * ut justificèris in sermònibus tuis, et vincas cum judicàris. Contro di te, contro te solo ho peccato, quello che è male ai tuoi occhi, io l’ho fatto; perciò sei giusto quando parli, retto nel tuo giudizio.
Ecce enim in iniquitàtibus concèptus sum: * et in peccàtis concèpit me mater mea. Ecco, nella colpa sono stato generato, nel peccato mi ha concepito mia madre.
Ecce enim veritàtem dilexìsti: * incèrta et occùlta sapièntiae tuae manifestàsti mihi. Ma tu vuoi la sincerità del cuore e nell’intimo mi insegni la sapienza.
Aspèrges me hyssòpo, et mundàbor: * lavàbis me, et super nivem dealbàbor. Purificami con issòpo e sarò mondato; lavami e sarò più bianco della neve.
Audìtui meo dabis gàudium et laetìtiam: * et exsultàbunt ossa humiliàta. Fammi sentire gioia e letizia, esulteranno le ossa che hai spezzato.
Avèrte fàciem tuam a peccàtis meis: * et omnes iniquitàtes meas dele. Distogli lo sguardo dai miei peccati, cancella tutte le mie colpe.
Cor mundum crea in me, Deus: * et spìritum rectum ìnnova in viscèribus meis. Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo.
Ne projìacias me a fàcie tua: * et spìritum sanctum tuum ne àuferas a me. Non respingermi dalla tua presenza e non privarmi del tuo santo spirito.
Redde mihi laetìtiam salutàris tui: * et spìritu principàli confìrma me. Rendimi la gioia di essere salvato, sostieni in me un animo generoso.
Docèbo inìquos vias tuas: * et ìmpii ad te convertèntur. Insegnerò agli erranti le tue vie e i peccatori a te ritorneranno.
Lìbera me de sanguìnibus, Deus, Deus salùtis meae: * et exultàbit lingua mea justìtiam tuam. Liberami dal sangue, Dio, Dio mia salvezza. La mia lingua esalterà la tua giustizia.
Dòmine, làbia mea apèries: * et os meum annuntiàbit laudem tuam. Signore, apri le mie labbra e la ma bocca proclami la tua lode.
Quòniam si voluìsses sacrificium, dedìssem ùtique: * holocàustis non delectàberis. Poiché non gradisci il sacrificio e, se offro olocausti, non li accetti.
Sacrifìcium Dei spìritus contribulàtus: * cor contrìtum, et humiliàtum, Deus, non despìcies. Uno spirito contrito è sacrificio a Dio, un cuore affranto e umiliato tu, o Dio, non disprezzi.
Benìgne fac, Dòmine, in bona voluntàte tua Sion: * ut aedificèntur muri Jerùsalem. Nel tuo amore fa’ grazia a Sion, rialza le mura di Gerusalemme.
Tunc acceptàbis sacrifìcium justìtiae, oblatiònes, et holocàusta: * tunc impònent super altàre tuum vìtulos. Allora gradirai i sacrifici prescritti, l’olocausto e l’intera oblazione, allora immoleranno vittime sopra il tuo altare.

Publié dans : Pasqua, salmi |le 7 avril, 2011 |Pas de Commentaires »

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