LA PIETÀ SEI CHE NON TROVA RIPOSO (R. MARIA RILKE)
dal sito:
http://www.chiesaborgopunta.it/allegati/Padrenostro.pdf
LA PIETÀ SEI CHE NON TROVA RIPOSO
(R. MARIA RILKE)
Perché la povertà è uno splendore,
grande, immenso, che viene dall’interno …
Tu sei il povero, tu senza mezzi,
tu sei la pietra che non ha dimora,
il lebbroso tu sei scacciato via
che in sonagli va intorno alla città.
Chè nulla t’appartiene, così poco,
come appartiene al vento, e a stento copri
la povertà tua nuda con la fame.
Il piccolo vestito d’ogni giorno
d’un orfanello è più splendido e bello
ed è un vero possesso: gli appartiene.
Sei così povero, come la forza
d’un seme, chiuso in grembo a una fanciulla:
E vorrebbe celarlo e si costringe
i fianchi sì che soffochi il respiro
in sé della sua prima gravidanza.
E in asili di notte tutti i poveri
di fronte a te che sono e alla tua angoscia?
Solo piccole pietre, non macine,
che pure macinano un po’ di pane.
Ma tu sei nella povertà più fonda,
i! mendico che tien celato i! volto,
tu della povertà sei la gran rosa,
l’eterna metamorfosi dell’oro
alla luce del sole.
Chè tu sei il sommesso senza patria
che dentro iI mondo più non penetrò:
troppo grande e pesante ad ogni uso.
Nella bufera ululi. Come un’arpa
tu sei, e chi ti suona alfin si scheggia.
Ma tu sai ed il tuo vasto sapere
viene e strabocca dalla povertà:
fa che i poveri più non sian scacciati
e calpestati come dei reietti.
Come un ciborio è la casa del povero,
In cui l’eterno in pane si trasforma.
R. MARIA RILKE, Libro d’ore. Il libro della povertà e della morte, Brescia 1950, 100-101; 104.
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