Santa Famiglia di Nazareth con Gioacchino ed Anna

dal sito:
http://preghiereperlafamiglia.blogspot.com/2009/05/preghiera-alla-santa-famiglia-di_13.html
PREGHIERA ALLA SANTA FAMIGLIA DI NAZARETH
Sii benedetta in eterno dagli angeli e dagli uomini,
o fortunata Casa di Nazaret,
tra le tue mura ospiti Gesù, Principe della Pace,
sorgente del vero amore.
Tu custodisci Maria, la piena di grazia,
accogli Giuseppe, l’uomo giusto,
il modello perfetto di ogni padre.
O Santa Famiglia di Nazaret,
proteggi le nostre famiglie cristiane.
Imparino da te l’amore alla preghiera,
all’occoglienza, alla reciproca donazione.
Soltanto voi, Gesù, Maria e Giuseppe
potete portare nelle nostre case cristiane
queste indispensabili virtù, dalle quali
dipende il mantenimento della pace domestica.
Fatelo, ve ne preghiamo!
Spariscano dalle nostre famiglie
le divisioni, le discordie, le gelosie,
i sospetti, l’intolleranza, la durezza,
nemici della quiete e della felicità.
I santi angeli, che vegliano sulla vostra casa,
visitino anche la nostra
Amen
dal sito:
http://www.lachiesa.it/calendario/omelie/pages/Detailed/21200.html
Omelia (26-12-2010)
padre Gian Franco Scarpitta
Famiglia, luogo di formazione e di crescita
Una volta contemplata la nascita di Gesù, che rivela il mistero di Dio entrato nel consorzio del secolo e della storia umana, adesso egli medesimo ci invita a considerare un aspetto particolare di questa dimensione umana da lui assunta, che è poi l’elemento costitutivo della convivenza umana e del vissuto sociale in generale, cioè il nucleo della famiglia.
Dio facendosi uomo aveva scelto per sé una donna che gli fosse Madre nella gestazione, nella crescita terrena e nella formazione alla vita umana; aveva anche scelto per sé un padre putativo, principio pedagogico del dovere, della concretezza e della realtà nello specifico dell’apprendistato di carpentiere; quindi aveva predisposto per se una famiglia, una realtà primaria di convivenza e di interazione. Come affermano alcuni sociologi, la famiglia è il primo « sottosistema » di convivenza nella quale il bambino si fa’ l’idea della vita sociale e del senso di appartenenza alla realtà. Come Dio, Gesù era cosciente già a priori di questa realtà, ma come uomo l’assimila, la sperimenta e l’approfondisce. Di più: nella crescita familiare con Maria e Giuseppe, nonostante abbia il privilegio di convivere con persone devote e zelanti nella perfezione e nella virtù, oltre che nel fervore dell’operosità, egli conosce anche il lato oscuro della famiglia e della società intera, perché la santità di Maria e Giuseppe, se da un lato lo edificano e lo rincuorano nel cammino di perfezione, dall’altro non lo distolgono dalla realtà e gli delucidano pertanto anche il carattere negativo della convivenza sociale. Anche per Gesù, la famiglia è il primo luogo di formazione alla vita, anche per lui è orientamento e rampa di lancio per convivere con il mondo, come pure dimensione di costruzione personale e collettiva, ma forse, a differenza di tutti gli altri fanciulli, Gesù con Giuseppe e Maria può apprendere anche quello che solitamente non si impara in tutte le famiglie, ossia il senso della lotta per la vita, la tristezza delle aberrazioni sociali, l’ansietà a cui si è costretti nel mondo del lavoro, la disillusione che provoca lo stato generale di convivenza sociale. Inoltre, nella sua famiglia, sempre a differenza che in tutte le altre, Gesù è in grado perfino di illuminare e orientare anche i suoi stessi genitori, come avviene in effetti al momento in cui questi lo ritrovano nel tempio, dopo tre giorni, fra i dottori: « Perché mi cercavate? Non sapevate che devo occuparmi delle cose del padre mio? » (Lc 2, 49)
In Gesù, Giuseppe e Maria vi è quindi il suggerimento della famiglia come luogo primario di formazione alla vita e alla società, la cui necessità e attualissima, visto lo stato di parecchie famiglie nelle quali la formazione dei figli è assai limitata e a volte inesistente, visto che in parecchi ambiti familiari i figli non vengono educati al diniego e al sacrificio e si garantisce loro qualunque cosa senza il minimo sforzo, concedendo troppo e troppo spesso omettendo che determinate cose vanno guadagnate e non ottenute con troppa facilità.
In parecchie famiglie il benessere eccessivo e l’eccessiva protezione dei genitori conduce alla fragilità e alla debolezza dei giovani, che crollano alla minima difficoltà o non mostrano ossatura e fermezza nell’affrontare problemi e situazioni. Contemporaneamente, però, vi sono altri contesti familiari nei quali i bambini al contrario vengono sfruttati e oppressi e non di rado si trovano persino a dover mantenere i propri genitori; in altri ancora i bambini si trovano abbandonati a se stessi, affidati alla fatalità delle strade e delle cattive compagnie, perché mancano gli affetti materni e parteni o questi non sono comunque adeguati.
La liturgia di oggi sottolinea tuttavia che anche i genitori sono i diretti interessati alla formazione alla vita e alla perseveranza familiare, se è vero che al giorno d’oggi non pochi sposi, una volta entrati nell’ambito della gestione della casa, si mostrano non preparati o non all’altezza di serie situazioni, poco atti a fronteggiare i problemi della maternità, dell’economia, della gestione generale della famiglia e non di rado alcune coppie si trovano in difficoltà quando manchi l’appoggio o l’aiuto delle loro famiglie di provenienza. La causa di tante separazioni, divisioni, divorzi odierni è data non di rado appunto dall’immaturità di molti coniugi nell’affrontare e risolvere le situazioni che ora minacciano la loro convivenza, perché nella fatica familiare si prova il vero amore fra marito e moglie, che è sempre costitutivo di sacrificio e immolazione.
E così l’intera liturgia di oggi sottolinea le caratteristiche ideali della vera famiglia, che anche ai nostri giorni si auspicherebbero. Il valore della famiglia impone anche che l’esperienza e la canizie degli anziani venga valorizzata e apprezzata quale dono a vantaggio dei giovani (I Lettura) e pertanto è giusto e doveroso che questi ultimi si adoperino per il rispetto dei loro genitori di età avanzata e che mostrino loro riconoscenza per quanto nella loro vita hanno fatto in vista del loro avvenire, specialmente considerando gli stenti e le lotte sostenute per il loro mantenimento.
Nella famiglia di Nazareth, volutamente scelta da Gesù fra quelle più semplici e sottomesse, e assillate da situazioni e gravami a volte insostenibili, deliberatamente predisposta fra quelle in cui si lotta ansiosamente per la vita e nelle quali nulla è garantito e anzi si è oppressi dalle Istituzioni e dalla società, vi è quindi l’incoraggiamento a che la famiglia odierna riscopra e qualifichi se stessa
come prima cellula della società, come luogo nel quale si è preparati e formati alla vita o nel quale comunque non si fuggono le lotte e le ansie della vita.
Gesù, Maria e Giuseppe sono uomini del nostro tempo, che ci rendono edotti su certi valori che per quanto vengano sempre più accantonati, assumono la loro notevole rilevanza in tutti i tempi