Madonna di Loreto (oggi 10 dicembre)

dal sito:
http://www.collevalenza.it/Riviste/2001/Riv1001/Riv1001_06.htm
La luce della bellezza diletta ed eleva lo spirito, ma non è palpabile
Insieme alla inesausta domanda di verità è iscritta nel cuore umano l’inesauribile domanda di bellezza. All’uomo non piace restare nella solitudine; perciò egli ama e cerca nella bellezza l’oggetto del suo amore. Pascal nel 1653 scriveva: “Per la bellezza ognuno ha la sua regola sovrana e indipendente da quella degli altri. Ma noi quanto più spirito possediamo, tanto più scopriamo bellezze originali”.
Ogni uomo porta in sé il germe della bellezza da sviluppare; e spetta a lui resistere alle tentazioni della volgarità e della banalità, per scoprire gli arcobaleni di luci e di colori che “l’Autore della bellezza” (Sap.I3-5) squaderna attorno a lui.
Secondo il racconto della Genesi era “bello ciò che Dio aveva fatto, e l’umanità era “molto bella”, perché fatta a immagine e somiglianza di Dio. Ora ognuno è chiamato a istradare la propria vita in modo da declinare la bellezza come bontà, rispetto, dedizione, amore. Solo così egli contribuisce a fare del mondo un kosmos, un insieme armonico e ordinato, creando comunione in quanti si lasciano illuminare dalla bellezza e testimoniano l’attesa di “cieli nuovi e terra nuova”.
Ma cos’è la bellezza? Essa è quella luce che incornicia e trasfigura ciò che si vede: è “lo splendore della forma”, è l’alone fascinoso della cosa presente, che si rivela all’anima vibrante di sensibilità. Ognuno vorrebbe afferrare e possedere la luce che sfolgoreggia da quanto lo attira, ma essa non si lascia imprigionare, anzi neppure è palpabile. Chi è sedotto dalla bellezza o graziosità d’una cosa creata può appropriarsi solo della “forma”, della materia corporale; ma a dare la sensazione di bellezza non è la cosa in sé, ma la luce, la leggiadria “avvertita”, captata in quella creatura. Per cui c’è solo da vibrare interiormente e gustare spiritualmente la bellezza presente.
F. Werfel ha puntualizzato: “Nessuna vera bellezza è soltanto corporale: in ogni volto umano che noi chiamiamo bello, vediamo trasparire una Luce che, per quanto legata alle forme fisiche, di natura spirituale. La Bellezza della Signora di Lourdes sembra essere meno corporale di ogni altra fatta di quella luce spirituale che è per noi la bellezza”.
Questa impalpabile grazia visibile il Signore l’ha disseminata lungo il cammino umano, “per tener deste, nel nostro cuore di viandanti, la nostalgia insopprimibile del Cielo. E tale bellezza Lui la fa rifulgere nelle lacrime di un bambino, nell’armonia del corpo di una donna, nell’incanto degli occhi suoi ridenti e fuggitivi, nel bianco tremore dei vegliardi, nella tacita apparizione di una canoa che scivola sul fiume, nel fremito delle magliette colorate dei corridori che passano veloci in un’alba di maggio” (Antonio Bello).
La visione della bellezza si fa in noi più intensa e più chiara quando la nostra vita interiore si arricchisce. Allora in ogni bellezza terrena vediamo una debole copia dello splendore divino, un richiamo di ascesa verso la Bellezza infinita, in cui è la consumazione estasiante di tutti i nostri desideri.
Ecco, quindi, che l’8 dicembre 1965, a conclusione del Concilio, Paolo VI rivolgendosi agli artisti dichiarava: “Questo mondo nel quale viviamo ha bisogno di bellezza per non affondare nella disperazione. La bellezza come la verità, è ciò che mette gioia nel cuore, è quel frutto prezioso che resiste all’usura del tempo, che unisce le generazioni e le congiunge nell’ammirazione”.
La bellezza ci mette in comunione con qualcosa che è più grande di noi: è legata all’infinito, e ci apre al mistero del mondo, per cui dà la voglia di essere migliore, e quindi fa sentire migliore. Allora c’è proprio da augurarsi che nel nuovo millennio si avveri quanto lo scrittore-profeta Dostoevskij affermava: “Il mondo sarà salvato dalla bellezza”.
Oggi c’è tantissima ricerca di bellezza nel turismo globalizzato, nell’affollamento massiccio a musei e pinacoteche, nelle comunitarie audizioni musicali, negli spettacoli di piazza, nelle trasmissioni televisive. C’è tutta una gestazione planetaria di fermenti spirituali ed estetici, che fanno entrare l’uomo sensibile in intima relazione con lo “Spirito” e lo invitano a volare alto.
È proprio la bellezza ad immergere l’anima in un bagno di colloquio con se stesso e con la divinità, quindi accogliamola nelle sue variegate manifestazioni, imperliamoci delle sue iridescenze; ed essa sarà prodiga ad illeggiadrire la nostra vita, e ad incanalarla sui sentieri che portano alle soglie dell’eternità.
dal sito:
http://www.zenit.org/article-24876?l=italian
Con un po’ di zucchero la pillola va giù…
di Paul De Maeyer
ROMA, giovedì, 9 dicembre 2010 (ZENIT.org).- Un po’ di chimica non guasta mai. O almeno sembra. Secondo un sondaggio basato su un campione di 350 ginecologi italiani e presentato in occasione dell’86° Congresso nazionale della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO), la pillola anticoncezionale avrebbe infatti un effetto benefico sulla salute delle donne, anzi sarebbe secondo l’agenzia AGI (15 novembre) “un vero alleato di salute per la donna”. Di questo è convinto ben il 73% degli intervistati. Le donne che consumano la pillola badano infatti molto allo stile di vita, in particolare per quanto riguarda il fumo (l’89%), l’attività fisica (il 67%) e i chili superflui (il 56%). Meglio ancora, il 71% degli intervistati ritiene che la pillola – consumata attualmente da circa 2,5 milioni di italiane – migliora persino la fertilità delle donne.
Francamente, l’inchiesta lascia qualche perplessità. Si tratta infatti solo di un sondaggio, condotto per via telefonica fra ottobre e novembre di quest’anno, e dunque l’analisi delle risposte è stata effettuata in tempi record. Inoltre, non si riesce ad intuire il legame causale fra l’uso della molecola e la buona salute delle donne. Il sondaggio offre piuttosto un profilo delle donne che consumano la pillola e nient’altro. L’impressione è che si tratta di una sorta di pubblicità per la prima pillola detta “naturale”, Klaira, da settembre disponibile nelle farmacie italiane. La nuova molecola è la prima a base di estrogeno naturale, l’estradiolo, un prodotto che secondo Franca Fruzzetti, ginecologa della clinica universitaria dell’Ospedale S. Chiara di Pisa, “apre nuovi orizzonti per tutte le donne in età fertile”. A riferire le sue parole è sempre l’agenzia AGI.
Ciò che è chiaro è che l’esito del sondaggio ignora tutta una serie di studi o pareri negativi sull’uso della pillola. Proprio lunedì 15 novembre il sito MercatorNet ha pubblicato un articolo di Cristina Alarcon, bioeticista e farmacista a Vancouver, in Canada, che con parole chiare e nette denuncia il silenzio attorno all’inquinamento provocato dalla pillola, non solo ambientale ma anche nel corpo delle donne. Secondo la Alarcon, che scrive anche per il quotidiano canadese The National Post, si tratta di un vero e proprio “blind spot” o punto cieco. Già il 15 gennaio scorso lo stesso sito aveva pubblicato un articolo di Robert F. Conkling, medico di base nella Virginia (USA) e cofondatore del FertilityCare nella regione capitolina di Washington DC, che si soffermava sia sull’inquinamento ambientale causato dalla pillola sia sui rischi per la salute legati al consumo della molecola, come il rischio aumentato di sviluppare tumori al seno, malattie sessualmente trasmissibili (MST o STD in acronimo inglese) o depressione. Per sostenere la sua tesi, Conkling ha portato tre studi di altrettanti enti o organismi statunitensi: la Potomac Conservancy, la US Preventive Services Task Force e i Centers for Disease Control (CDC).
Infatti, non mancano gli studi scientifici che mettono in guardia sul rischio di tumori nelle donne che utilizzano la pillola o simili. Una ricerca britannica, pubblicata sulla rivista medica The Lancet e menzionata dal sito HealthScoutNews (3 aprile del 2003), conferma che la pillola contraccettiva aumenta l’insorgenza di tumori all’utero. Secondo la ricerca, il rischio sarebbe direttamente legato alla durata del consumo dell’anticoncezionale ormonale. A ricordare il pericolo di tumori mammari è invece uno studio norvegese, basato sui dati di più di 96.000 donne fra i 30 e i 70 anni, e seguiti per un periodo di otto anni (Telegraph, 19 maggio 2003). Nel 2005, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) ha inserito infatti la molecola nel suo elenco di agenti cancerogeni (National Post, del 02 maggio 2007). Ad ammettere implicitamente il rischio è stata la stessa Food and Drug Administration (FDA). Quando nel novembre 2001 ha dato il via libera al “patch” o cerotto anticoncezionale Ortho-Evra, l’organismo ha ricordato che non va mai applicato sul seno (Associated Press, 21 novembre 2001). L’avvertimento non è mai stato revocato. Basta consultare il sito italiano Farmaco e Cura. “Mai sul seno” (persino sottolineato!), così si legge ancora oggi nella sua pagina dedicata al cerotto in questione.
Un altro pericolo che pesa sulla salute delle donne che prendono la pillola è il rischio di trombi o grumi di sangue. Secondo uno studio menzionato dal Telegraph (20 luglio 2001) e realizzato da ricercatori dell’Università di Utrecht, Olanda, il pericolo sarebbe molto accentuato in donne che prendono la pillola anticoncezionale della terza generazione: quasi il doppio rispetto alla pillola delle prime generazioni (1,7 volte). Micidiale sarebbe proprio il cerotto anticoncezionale Ortho Evra. Secondo un rapporto dell’agenzia americana per il controllo sui farmaci, cioè la FDA, il rischio di morire o di avere una trombosi causata dall’anticoncezionale è tre volte più elevato rispetto alla classica pillola (Associated Press, 17 luglio 2005). Infatti, lo stesso organismo ha lanciato nel novembre 2005 un avvertimento sul livello degli ormoni rilasciati dal “patch” (idem, 11 novembre 2005).
L’elenco dei pesanti effetti secondari o collaterali della pillola (nelle sue varie forme) non finisce qui. Secondo uno studio spagnolo, pubblicato sulla rivista Fertility and Sterility e menzionato dalla Frankfurter Allgemeine Zeitung (23 giugno 2005), nelle donne che prima della gravidanza hanno preso la molecola per almeno due anni il rischio di presentare un aborto spontaneo sarebbe 2,5 volte più alto rispetto alle donne che non l’hanno usata.
Chi osanna la pillola (e simili) o vanta i suoi benefici non deve dimenticare inoltre un’altra dura verità: la sostanza uccide. In vari paesi del mondo, fra cui Nuova Zelanda (la sedicenne Stacey Brindle), Svizzera o Austria, la morte di giovani donne viene messa in relazione con l’assunzione della molecola. Secondo un’inchiesta della Thüringer Allgemeine Zeitung, la pillola di quarta generazione Yasmin avrebbe provocato in Germania almeno sette vittime (Der Standard, del 27.07.2009).
Forse le donne menzionate nel sondaggio della SIGO sarebbero ancora più sane se non avessero preso la pillola. Chissà. Sarebbe auspicabile che le autorità applicassero il famoso “principio di precauzione” quando si tratta della pillola, ma per un motivo o l’altro non lo fanno o non vogliono farlo. “Se gli inquinanti estrogenici non vanno bene per roditori o pesci, perché le donne devono consumarli?”, così chiede giustamente la Alarcon.
dal sito:
http://www.lachiesa.it/calendario/omelie/pages/Detailed/20808.html
Omelia (10-12-2010)
Movimento Apostolico – rito romano
Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie
Quando Gesù è nato, l’insensibilità del mondo è stata universale, cosmica. Anche Gerusalemme, che attendeva il suo Messia, rimase fredda alla notizia che recarono i Magi. Solo qualche pastore, perché avvisato dagli Angeli, e qualche altra persona semplice, povera, umile, si accorse che era venuto al mondo il Messia del Signore.
Gesù inizia la sua predicazione, compie miracoli, opera prodigi, manifesta tutta la potenza della sua parola: quale fu la reazione del suo popolo? Ancora una volta l’insensibilità. Si correva a Gesù per qualche miracolo. Si ascoltava la sua parola, ma immediatamente dopo il deserto dell’insensibilità ritornava a coprire i cuori. Il sentimento momentaneo e istantaneo di ammirazione per Gesù scompariva e gli assilli della storia riprendevano con potenza il loro posto nel cuore.
Oggi Gesù nasce quotidianamente nel mistero. Ancora e sempre l’insensibilità è la nostra risposta. La terra soffoca ogni respiro di trascendenza e il regno degli uomini oscura il regno di Dio, soffocandolo nel cuore. Sembra proprio che per Gesù non ci sia spazio nel mondo. Gesù è il Dio dell’anima, noi siamo gli « dèi » del corpo; Lui è il Dio dello spirito, noi siamo gli « dèi » della materia; Lui è il Dio della trascendenza, noi siamo gli « dèi » dell’immanenza; Lui è il Dio del Paradiso, noi siamo gli « dèi » dell’inferno; Lui è il Dio della virtù, noi siamo gli « dèi » del vizio; Lui è il Dio della santità, noi siamo gli « dèi » del peccato; Lui è il Dio dell’obbedienza, noi siamo gli « dèi » della trasgressione.
Questa nostra « deità » al negativo è la madre che genera in noi questa perenne insensibilità al suo messaggio di conversione, fede, amore, verità, giustizia, grande santità, elevata moralità. Come per Gerusalemme, così anche oggi, questa insensibilità sovente è curata con scienza malvagia da quanti invece dovrebbero essere i creatori della vera speranza, i costruttori di ideali forti, i generatori di una visione alta di fede, i sostenitori di una novità morale sempre più autenticamente evangelica.
Questa insensibilità non è senza colpa, se tutti quelli che sono il « Gesù vivente » oggi, cioè coloro agiscono nel suo nome e con la sua autorità, coloro che lo rendono presente ed operante nel mondo per sacramento, mostrano la stessa sapienza di parola e di opere vissuta da Gesù. Cioè se loro sono veri « Gesù vivente », il mondo è reo di insensibilità dinanzi a Dio e alla storia. Se invece i « Gesù viventi », sono « Gesù morto », « Gesù falso », « Gesù peccatore », « Gesù ingannatore », « Gesù disobbediente », allora il modo è responsabile per quanto riesce ad intravedere della verità con la sua coscienza. Ma non è responsabile per l’annunzio rifiutato.
Nessuno potrà mai essere accusato di insensibilità, senza aver potuto ascoltare la parola della salvezza, sull’esempio e sulle modalità di Cristo Gesù. Anche il cristiano, per la sua parte, è « Gesù vivente » nella storia. Anche per lui si deve creare una intensa e forte sensibilità per la verità e la giustizia che discendono da Dio, per la grazia e la santità che sgorgano dal cuore di Gesù Signore. Oggi il Natale si attende, ma come festa commerciale, familiare, di doni e regali. Si attende nella grande insensibilità per quanto invece attiene alla venuta di Gesù, Salvatore del mondo.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, ottienici la grazia di attende Gesù come lo attendevi tu. Angeli e Santi Dio, aiutateci a vivere santamente quest’ora di grazia.